Posts written by crw

  1. .
    Ollivander

    Registro Vendite Gennaio




    Cliente:
    Acquisto: LINK
    Merce Venduta:
    Importo Speso: X Galeoni
    Negoziante: Hedel Anakin Crawford


    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
  2. .
    Laboratorio delle Bacchette
    GENNAIO

    Di seguito l'elenco delle bacchette in attesa o vendute nel corso di questo mese. Le bacchette in attesa, allo scattare dei 10 giorni di tempo dalla data di inserimento, saranno considerate vendute.


    OLLIVANDER
    Abete, Piuma di Fenice, 9 pollici e ¾, Flessibile. +15 INT - 20 Galeoni IN ATTESA (fino al 21/01)


    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
  3. .
    hedel anakin crawford

    Perché diventiamo assassini? Per gli esseri umani questa sembra essere una di quelle domande etiche sulla quale si scervellano strizzacervelli, psicologi e psichiatri (ma infondo qual è la vera differenza tra questi ciarlatani e una sciamana che legge le carte?) da diversi anni, studiando il delicato equilibrio della psiche e dell'anima umana. Ennesima spazzatura da esseri inferiori, se me lo concedete. Non diventami assassini, ma nasciamo assassini e ora lo so che orde di buonisti insorgeranno per cercare di far valere la loro patetica credenza che siamo tutti buoni. Piccola novità, sono tutte stronzate.

    Il cardine della persiana cigolò mente Hedel Crawford apriva, con un cucchiaino di metallo stretto tra i denti, le imposte del negozio dopo aver trascorso gran parte della notte a lavorare su una bacchetta di ebano che non ne voleva sapere di avere un nucleo innestato. Aveva già provato con la classica triade di Ollivander, che considerava monotona e antiquata, ma era sempre di grande efficacia e richiedeva poco impegno alla Crawford che comunque desiderava creare bacchette potenti e vigorose. Il crine di unicorno, raro e altamente pregiato, si dissolse in una nuvola di fumo argentato davanti ai suoi occhi, la corda di cuore di drago, poderosa e determinata, si sfibrò al punto da essere inutilizzabile e la piuma di fenice si incendiò tramutandosi in cenere. Non credeva che il problema fosse suo come fabbricante ma iniziò a dubitare della bontà del legno, difficile da lavorare anche per gli standard del duro ebano. Ma la wandmaker si era imposta di fare del nero legno africano la firma che avrebbe contraddistinto le sue bacchette sul panorama mondiale, affiancando il suo nome a quello dei grandi fabbricanti come Ollivander e Gregorovitch. Aveva trascorso il resto della mattina a cercare, anche in vecchi tomi impolverati, una soluzione al suo problema ed era quasi con un piede fuori dal laboratorio delle bacchette per cercare qualche libro più specialistico dal Ghirigoro quando il campanello apposto sulla porta d'ingresso segnalò con un trillo l'ingresso di un cliente. Velocemente tolse il grembiule in cuoio che indossava sempre quando fabbricava della bacchette, per evitare di rovinare i suoi vestiti, dopo essersi sistemata l'abito nero che indossava, aggiustando lo scollo a V e la cintura dorata che le cingeva la vita come un gioiello. Lo stile della Crawford era sobrio ed elegante, duro come il suo carattere. I capelli freschi di taglio le sfioravano appena le spalle in vaporose onde, mentre si apprestava a raggiungere il bancone con un sorriso di circostanza.
    « Benvenuta da Ollivander! Io sono Hedel Crawford, la Negoziante.» si presentò cordialmente, osservando con un sorriso cordiale la strega che aveva davanti. «Certamente, vado subito a prenderne una.» replicò con una certa professionalità, voltando le spalle per cercare una bacchetta da consegnare. Fece scorrere la mano su alcune custodie rosse, verdi e blu. Banali, troppo comuni per la strega che le stava alle spalle. Le dita si fermarono su una custodia impolverata, un astuccio ricoperto da semplice stoffa grigia, con alcuni intarsi d'oro. Con solennità la sottrasse alle sue vicine e con cura aprì l'astuccio svelando quanto contenuto. Un semplice sguardo e tutte le informazioni che erano necessarie sapere balzò allo sguardo della Crawford.« Abete, Piuma di Fenice, 9 pollici e ¾, Flessibile.+15 INT. Questa bacchetta è stata creata da Ollivander. Il costo è di 20 Galeoni spiegò con grande solennità e con professionalità sfilò il catalizzatore e lo porse alla studentessa perché lo testasse, sperando che il suo istinto e la sua esperienza l'avessero guidata correttamente.


    p4Tw05F Benvenuta da Ollivander all about Eve !
    Puoi anche non rispondere a questa discussione, la bacchetta che sarà registrata avrà le caratteristiche appena elencate.
    Se però non è di tuo gusto puoi provarla e decretare il suo fallimento, te ne fornirò un'altra. Hai 10 giorni per farlo.
    Hai a disposizioni tre tentativi per trovare la tua bacchetta, la terza -che ti piaccia o no- sarà quella definitiva.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
  4. .
    Benvenuta!!**

    Hai detto biscotti? *si mette a divorare senza ritegno*


    Io muovo Hedel e ci vedremo da Ollivander per la bacchetta 🖤 E sono responsabile di tutte le cose grafiche che vedi qui in giro, e quindi beh passa quando vuoi nella sezione grafica per un bel set🖤

    Per qualunque domanda o dubbio non chiedere a me. o fallo a tuo rischio e pericolo perché potrei anche rispondere dopo ore A parte questo non disturbi affatto! 🖤


    Non vedo l’ora di leggerti in giro.🖤
  5. .
    Bentornata tata 🖤

    Già sai 🖤
  6. .
    Ciao caraH 🖤

    Allora graficamente parlando la migliore è la Benson. Tantissime gif e molti photoshoot!
    Però anche Hilary Duff non è male.

    Quindi opterei per queste due personalmente 🖤
  7. .
    Se Hedel fosse stata un maschio che PV avrebbe avuto?

    Probabilmente Tom Ellis o Tyler Hoechlin.

    Allego foto-gnocchi
    lucifer-tom-ellis
    original
  8. .

    What If..?

    Ci avete mai pensato? E se… e se i nostri PG avessero qualcosa di diverso.
    E se Hedel fosse stata maschio, che pv avrebbe avuto? E che nome? E se fosse stata negli Avengers chi sarebbe stata (Thanos ndr).

    Facciamo quadro gioco quindi. E se… chiedetevi voi quello che volete e rispondete, magari date ispirazione anche ad altri o magari nascono spunti interessanti per qualche role.
    ©‎ do not copy! created by ban•shee only for wizarding world of ilvermorny
  9. .
    Se non svolgi lo smistamento da capo, puoi segnalare la casa scelta via MP al Master :3
  10. .
    hedel anakin crawford

    Avrei potuto accompagnare la vista del sangue che imporporava le acque dinnanzi a me con un sorriso trionfante, ma non sono così vanitosa quanto mi descrivono. Insomma era scontato che un essere inferiore come poteva essere una sirenetta non avesse alcuna possibilità di scapo contro il primordiale potere che scorreva nelle mie vene, accompagnato da una volontà così ferrea da risultare quasi sadica. Non sorrisi quindi, limitandomi a tendere le carnose labbra della Crawford in una linea retta di approvazione. Per pochi istanti. Un breve frammento prima che la quiete venga interrotta dal grido più acuto che abbia mai sentito. Quella cagna non sta zitta. Inizialmente godo di quel grido, un urlo di sorpresa prima e di dolore accecante poi, manifestazione del buon risultato del mio incantesimo, ma poi ne sono infastidita, i decibel raggiunti sono troppo forti da poterli sopportare, facendomi immediatamente rimpiangere di non aver indirizzato il colpo preciso dell'incantesimo recidente sul collo della strega del mare. E mentre le dita stringono ancora con più forza l'ebano della bacchetta per compiere questo ultimo gesto che porrà fine allo straziante urlo, e alla misera vita della sirena, tutto tace. Non sono così sciocca da bearmi del silenzio improvviso, mentre davanti ai miei occhi l'immagine sfocata della sirena appare ancora con la bocca spalancata, ma al battito di ciglia successivo tutto sparisce.

    Stordita. Un dolore pulsante banchetta senza ritegno nella sua testa, un rave party a tutto volume che la stordisce e la frastorna. Non sente nulla. Le sembra di essere sott'acqua, percepisce suoni indistinti, un rumore lontano e ovattato e sembra che tutto il mondo giri a rallentatore. Sbatte le palpebre, una, due volte, nel tentativo di mettere a fuoco il mondo che ha dinnanzi. Non è alla festa, agli sfarzi dorati del The Wlaza, nelle mani non reggeva più il calice di champagne. Percepisce dei rivoli caldi correrle lungo il collo, facendole venire dei brividi lungo la schiena. Il dolore alle ginocchia arriva in un secondo momento, come se fosse in una dimensione spazio-temporale differente, come se tutto attorno a lei si muovesse a rallentatore. O è lei che si muove a rallentatore. Si domanda se è così che si sentono le creature del Lago Nero che possono osservare gli studenti di serpeverde affaccendarsi oltre la grande vetrata della sala comune, senza sapere bene per quale motivo il cervello la stia conducendo in quel luogo. Anche lui forse si sta muovendo a rallentatore. Riesce a registrare le informazioni sul luogo dove si trova. Avverte la presenza di Dean al suo fianco, ne sente il profumo che sa di un prato estivo nelle narici, più in là suo fratello con un aria imperscrutabile poi, con una lentezza infinita, ruotò il capo dall'altro lato. Solo in quel momento nota di essere l'unica inginocchiata, davvero buffo. Fece correre lo sguardo su chi le stava accanto, raggelandosi nel riconoscere i tratti di Theodore Skyfield. Non aveva mai pensato di trovarsi inginocchiata con lui accanto, semmai davanti e sicuramente non in quella circostanza. Il mondo si mosse ancora a rallentatore, un rumore ovattato la raggiunse, parole di una lingua sconosciuta, una frase che lei non era in grado di sentire. Vide un volto incappucciato raggiungerla, tenerle la testa per i capelli e puntarle la bacchetta alla tempia. Il ricordo esplose nella sua mente mentre un bruciore fitto come una lama incandescente si concentrava nel punto preciso in cui il ricordo veniva estratto.

    Nausea. Non si sentiva per nulla bene. Nei giorni precedenti si era riempita di ciccorane e ora la sua punizione divina era il mal di pancia. E la nausea. Quel girono persino gli eleganti gigli bianchi che decoravano il tavolino della sua camera da letto le davano la nausea. Qualunque odore le era insopportabile, non era riuscita a toccare cibo e persino un abbraccio troppo prolungato di sua madre, che abbondava sempre con il profumo e le creme, le faceva salire il vomito in gola. Sua madre... era stat irremovibile sul fatto che dovesse esserci anche lei a quella stupida festa in una villa di qualche pomposa famiglia per un motivo inutile. I purosangue erano così. Ma lei non voleva proprio andarci. Eppure eccola lì: in camera davanti allo specchio, i capelli corvini acconciati in una serie di boccoli che ricadevano lungo il suo viso dolce, con un vaporoso vestito di tulle color cipria e una collana con un pendente grosso come un occhio di onice e argento. L'aveva trovata, meglio dire rubata, dal portagioie di sua madre che però non sembrava essersene accorta. O forse non aveva voluto dire a quella bambina di appena dieci anni che era troppo esagerato da indossare per qualcuno così piccolo. Ne avrebbe fatto una condizione necessaria per partecipare a quella stupida festa, si disse puntando i piedi, letteralmente, per terra. « Non sei così rammollita come pensavo allora.» Una voce che non le apparteneva, eppure che in qualche modo le sembrava famigliare, un po' come ascoltare la propria voce in una registrazione, risuonò nella stanza. O forse era nella sua testa. Si guardò intorno, i boccoli che le solleticavano il collo, spostando lo sguardo a destra e sinistra, poi oltre le sue spalle, per sbirciare se qualche elfo domestico si fosse introdotto nella stanza. Constatato di essere sola, relegando a uno spiacevole scherzo la voce, tornò a rimirarsi allo specchio. Era troppo piccola per portare del trucco, ma le sembrava che lo sguardo fosse più penetrante, come quando sua madre lo incorniciava nella matita nera. E poi, poi successe. Si guardava allo specchio come se stesse osservando una fotografia. Era ancora lì, nel suo corpo, eppure non sembrava che rispondesse davvero ai suoi comandi. « Sono qui, stupida streghetta.» le labbra si erano mosse nel riflesso dello specchio eppure non le era sembrato di aver parlato. Mai quelle parole si erano formate nel suo cervello, mai aveva comandato alle sue labbra di muoversi per farle uscire.
    « Ci divertiremo un sacco noi due.» fu l'ultima cosa che la voce famigliare le disse, prima che il buio calasse su di lei, come un sipario che calava sul palcoscenico.

    Cambio di attore protagonista, stupida streghetta.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
  11. .
    Dove sono e cosa vuoi sono delle gran belle domande.
    Spero che la tua sirena sia collaborativa, altrimenti suggerisco un bel recido anche a te 😈
  12. .
    hedel anakin crawford

    C’era un non-so-che di catartico, quasi primordiale, nell’osservare il rosso del mio sangue nobile che imbrattava i geroglifici incisi sulla parete, macchiandone il candido bianco. La qui presente strega non aveva nulla di puro, ma il caotico inevitabilmente creato dal sangue era qualcosa che mi apparteneva davvero. Un ghigno aveva iniziato a formarsi sulla curvatura delle mie labbra, bruscamente interrotto da un grido che squarciò l’aria dell’ambiente in cui mi trovavo, addirittura causando una pioggia di calcinacci ancora pericolanti dopo la mia esibizione con il Bombarda, che fece drizzare anche i nervi di una scaltra come me. Non faccio tempo a voltarmi per scagliare una maledizione cruciatus, giusto per dare a chiunque ne sia il responsabile un valido motivo per urlare tanto da spaccare i timpani, che qualcosa di melmoso mi afferra per il polso. Con mio grade disgusto osservo quello che è a tutti gli effetti un arto cosparso di alghe e squame stringersi intorno a me, impedendomi di reagire nonostante opponga resistenza e conducendomi dentro al muro… Aspetta che? Sono sotto’acqua. Osservo le dense acque scure che mi circondano, non riesco a vedere ne la loro sommità ne i meandri più profondi, il blu petrolio si mescola al verde della vegetazione, lunghe alghe tutt’intorno risalgono. Mi sono quasi dimenticata della mano che mi tiene il polso, quasi. La stronza di una sirena mi costringe a stare ferma, osservare impotente, cerco la bacchetta e gliela rivolgo contro. Sento la melodia suonare tutt’intorno ma la ignoro, mossa da una furia ceca che si chiama istinto di sopravvivenza. Dovrebbe averne tenuto conto anche il pesce prima di pensare che sarei stata ai suoi giochi. Con la mano libera afferro la mia bacchetta di ebano, fidata e fedele compagna, mentre la magia inizia a sprigionarsi dalle mie cellule e corre risvegliata dal contatto con il catalizzatore: la lascio defluire e riprendere forma, un risveglio molto naturale eppure altrettanto veloce. Quello che mi serve. I pensieri corrono altrettanto veloce, facendomi trovare in fretta la concentrazione e la determinazione di fare quello che deve essere fatto. Una dei vantaggi di essere sott’acqua è quello di non dover prestare interesse alla postura, avrei solo fatto in modo di essere certa di mirare alla spalla della sirena. Avrei stabilito nella mente il risultato che volevo ottenere e poi avrei agito, con la freddezza che mi contraddistingueva. Una freddezza chirurgica. « Recido.» Avrei mosso la bacchetta come una spada del boia calata sulla testa del condannato a morte, facendo ben attenzione a mirare l’arto della sirena che mi costringeva a stare in quella scomoda posizione sott’acqua. Se tutto fosse andato come previsto il taglio avrebbe staccato di netto il braccio dalla creatura, liberandomi dalla sua presa.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
  13. .
    Adorato compagno di malvagità,
    Penso di esserci arrivata anche io :porn:

  14. .
    Welcome **

    Per qualunque domanda siamo qui a disposizione!**


    Io muovo Hedel, la proprietaria di Ollivander: ci vediamo lì per la bacchetta. Se invece ti serve qualche magia grafica, passa pure a chiedere un set o avatar **
  15. .
    hedel anakin crawford

    Caos. La deflagrazione del potente incantesimo che avevo scelto, di centro non il più conservativo o quello maggiormente consigliato per questa occasione, si srotolò dinnanzi ai pozzi neri delle mie pupille, estremamente dilatati per l’eccitazione del disastro causato. Avrei quasi potuto procurarmi un orgasmo, se solo il mio animo malvagio fosse stato in grado di attingere un simile piacere da qualcosa che non derivava dal altrui sofferenza e soprattuto se una grossa porzione di stucco non minacciasse la mia incolumità. Certo era che non costruivano più i palazzi come una volta. L’immagine di Theodore Skyfield mandò in fibrillazione per il tempo di un battito il cuore che stava rinchiuso nel petto della Crawford, mentre a me suscitò solo fastidio. Come era possibile che uno non costruisse un hotel a prova di un innocuo bombarda?
    Velocemente i miei sensi si misero all’opera e quelle stesse pupille tanto dilatate dalla gioia del caotico disordine causato ora erano espanse per la rabbia, che mescolata alla determinazione che soltanto la sopravvivenza personale sapeva imprimere rendeva ogni mio gesto assolutamente infallibile. Avrei così individuato l’architrave portante, un insenatura ben protetta, un buco nel quale strisciare come il serpente che ero. Qualcosa del genere. Mi sarei mossa velocemente, facendo azionare i muscoli in un veloce balzo che mi avrebbe portato verso quella zona franca sapientemente individuata in precedenza. Così facendo avrei potuto mettermi al riparo dalla caduta di qualunque cosa potesse staccarsi dal soffitto, intonaco, calcestruzzo o qualunque altra porcheria ci fosse a fare da muratura. Tsk nemmeno resistere a un Bombarda.

    Soltanto quando fossi stata certa di essere in una zona di sicurezza, o quando fosse caduta definitivamente la porzione di soffitto che minacciava la mia testa, ecco solo in quel momento mi sarei mossa per esaminare meglio la statua e in particolare il passaggio che sembrava volermi precludere. Sulla parete alle spalle di dove un tempo c’era stato il cavaliere di marmo ora vi era una striscia infinita di geroglifici. Osservai meglio. Non serviva essere andati in quella noia di Hogwarts per capite che fossero antiche rune, ma dovetti fare appello alla memoria di Hedel, tirandole un poderoso calcio metaforico per risvegliarla, per riuscire a decifrare quello che le lettere in rune significavano nel alfabeto inglese. Solo i puri beh qui si cascava male, la purezza non mi era mai appartenuta, ma conoscendo il caro Grindelwald non era certo una vergine da deflorare o un’animo dalle buone intenzioni a suscitare il suo interesse. Altrimenti non ci sarebbe stata la statua a fare da guardiano, senza nemmeno calcolare il codice che solo un vero adepto aveva avuto modo di scovare e decifrare. No. Qui si cercava un’altro tipo di purezza. Il collegamento fu elementare. Purezza di sangue. Mi sarei affrettata a cercare qualcosa, un frammento o altro, su cui tagliare il mio dito quel tanto che bastava per far fuoriuscire il sangue. Cercando la parola puri, quelle rune ᛈᚢᚱᛁ che la componevano, ne avrei tracciato il contorno imbrattando la parete del mio sangue da purosangue. Soltanto chi era un mago a tutti gli effetti sarebbe passato. E io ero una Crawford.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
396 replies since 6/5/2013
.
Top