[Esperienza Richiesta 2] - La Dame Blanche

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    [ER2]: La Dame Blanche

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    Le condizioni atmosferiche di quella settimana non avevano permesso a un solo raggio solare di varcare la spessa cortina di nuvole che si era addensata sopra a Londra, riversando senza sosta acqua a catinelle sulla capitale inglese, quasi che una volontà divina volesse annegare tutti i Londoners. Erano quasi le 6 di sera quando anche i negozi di Diagon Alley, con le vetrine costellate di gocce d’acqua e gli zerbini esterni inzuppati, stavano iniziando a chiudere. La notte sembrava già essere calata, ammantando i profili della cittadina con ombre scure, soltanto qualche lampione illuminava il selciato, che quella sera sembrava un torrente in piena. Un lampo illuminò a giorno per qualche istante l’Alley, poi sopraggiunse un potente tuono e tutte le civette del Serraglio si agitarono nelle loro gabbiette.
    Quando il tuono colpì, l’ultimo cliente della giornata si stava allontanando dal bancone con il suo vestito per Halloween, le pozzanghere che avevano riempito il pavimento del Madama McClan’s erano già state riassorbite dal parquet, lasciando un leggero alone come unica traccia del loro passaggio. Daphne Marion Deveraux si apprestava a concludere il suo turno, chiudendo il registro cassa odierno e controllando gli incassi, quando dal magazzino alle sue spalle sopraggiunse un tonfo sordo. Il cielo non era stato illuminato prima del suono, difficilmente poteva trattarsi di un fulmine caduto senza saetta. Una domanda soltanto aleggiava silenziosa alle spalle della strega: cos’era stato quel rumore?
    DAPHNE MARION DEVERAUX ✖
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  2. - daphne.
     
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    daphne
    alchimista - 40 years - scheda

    Aveva sempre creduto di essere una di quelle persone che amano l'inverno e la pioggia. Faceva parte del suo essere anticonformista, disprezzando tutte quelle regole sociali, assurde, che in qualche modo giustificavano il suo non adorare la compagnia di molte persone. Era una donna riservata, che derideva alcune pratiche comuni al sesso femminile, come l'attenzione ai dettagli superflui, il continuo parlare di unghie e capelli, e preferendo concentrarsi su argomenti più concreti e su discorsi di maggiore spessore. Come la politica o l'economia. Argomenti insidiosi che avevano contributo a farle avere poco successo tra le donne, che non capivano questo suo essere così poco frivola e troppo critica nei loro confronti, quanto tra gli uomini, che si trovavano spaventati dal dover gestire qualcuno con un cervello e non il mero soprammobile da esibire nelle occasioni pubbliche. Con il tempo aveva imparato ad apprezzare questo suo lato poco comune, aveva sopperito alla mancanza di amicizie ( e di uscite) imparando a godersi un bicchiere di vino rosso e un bagno caldo, diventando forte della sua solitudine. Nessun uomo era un'isola, lei compresa. Si era addomesticata a conversare amabilmente giusto il tempo di sopravvivere ad eventi sociali irrinunciabili, o per sopportare battutine no-sense dei clienti del Madama. Ma riguardo alla pioggia aveva proprio dovuto ricredersi da quando aveva iniziato ad occuparsi anche del parquet del quale si doveva prendere cura ogni santo giorno prima della chiusura. Ed evitare che le gocce di acqua e le impronte delle scarpe si trasformassero in fastidiosi e totalmente anti-estetici aloni era davvero un'impresa difficile. Aveva accompagnato il suo ultimo cliente, un tale con dei baffi assurdi che aveva acquistato un capo per Halloween, fino alla porta e poi aveva chiuso a doppia mandata la porta, memore dell'ultima volta. Già, l'ultima volta una simpatica vecchietta aveva quasi rotto il chiavistello, già chiuso perchè l'orario di apertura era concluso, pur di entrare e comprare un cappellino di cui aveva assolutamente bisogno. Così aveva imparato a spegnere tutte le luci, tranne la candela sulla sua scrivania per poter compilare i registri prima di chiudere definitivamente la cassa, e a chiudersi dentro il locale. Un intenso bagliore illuminò a giorno l'interno del locale buio rivelando i drappi dell'ultima collezione autunno-inverno esposta in vetrina, alcuni rotoli di tessuto abbandonati in un'angolo e le capocchie degli aghi infilati nel puntaspilli brillarono come decine di stelle. Poi tutto tornò nel buio e nell'ombra, prima che il rombo del tuono giungesse facendo vibrare i vetri della vetrina. Tornò sui suoi passi e alla sua scrivania, allentando lo chignon nel quale aveva legato i capelli per ridurre il mal di testa e concentrarsi sui numeri. Erano operazioni semplici, ma si trattava di molti articoli e ci voleva una certa applicazione. Appuntò su una pergamena a lato del registro di magazzino di ordinare altri 10 metri di tessuto blu notte e stava per segnare anche di prendere 2 confezioni di aghi per cucire di varie dimensioni, perchè stava perdendo e quindi finendo l'ultima confezione del negozio, quando percepì un suono. Con la mente impegnata a capire quali prodotti riordinare per sistemare il magazzino, registro quel fatto come marginale e collegato al temporale, ma annotati anche i gessetti bianchi per tracciare le linee guida sui tessuti la sua mente calcolatrice tornò su quello strano suono. E sulle incongruenze che esso connotava. Non c'era stato lampo, era arrivato alle sue spalle. Il magazzino. Era una donna razionale e poco incline alla paura o ad azioni avventate, quindi prese in mano la candela e si mosse verso il magazzino, muovendosi grazie alla fievole luce della fiamma e alla conoscenza sviluppata del negozio in quei mesi di lavoro. Sarebbe andata a trovare la causa del rumore, anche se doveva essere qualcosa di banale come un manichino caduto o qualche rotolo di tessuto mal riposto che era precipitato al suolo.
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    La mente razionale della sarta non si era fatta intimorire da quello che sembrava come un banale suono. Infondo il negozio di vestiario Madama McClan era molto antico e non era insolito sentire gli stipiti scricchiolare o le tubature gorgogliare e brontolare quando dell'acqua vi scorreva attraverso. Forse una mente più impulsiva si sarebbe fatta assoggettare del forte temporale che imperversava sulla cittadina magica, ma la Deveraux sembrava avere tutto controllo. Era una strega adulta che nei suoi quarant'anni di vita da strega aveva affrontato diversi problemi e ognuno con una spiegazione razionale e logica, nonostante il mondo del soprannaturale nel corso degli anni fosse andato a collimare con quello magico, ma comunque nulla a cui l'alchimista non potesse fare fronte. Eppure quella seria c'era nell'aria un'elettricità particolare che nulla aveva a che fare con le vicissitudine atmosferiche e che se percepita avrebbe ricordato quella dei grandi cambiamenti, improvvisi e inaspettati.
    Accompagnata dalla luce della candela la donna si era fatta strada verso il magazzino, dove lunghi drappi di tessuto cadevano come tende dagli scaffali, intrecciandosi in una giravolta arcobaleno, luogo molto famigliare eppure così spettrale illuminato dalla fioca fiamma. Dovette avanzare piuttosto all'interno del magazzino prima di trovare qualcosa fuori posto: un tessuto era stato tirato verso il basso, strappato e lacerato nel punto in cui le fibre non avevano retto alla pressione, e lì dove si era arenato aveva trascinato dietro di sè alcuni puntaspilli, che ora cospargevano il pavimento di tante punte acuminate. Del malvivente che aveva causato il danno nessuna traccia.
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2 replies since 12/10/2019, 08:18   80 views
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