[L2] Illegal but necessary stuff

Chloe Walsh

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    Cheyenne Luna Black
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    Ombre nere adornavano il perimetro visivo della Black, aggiungendo tremolii e una visione ondeggiante alla sua vista, mentre l’eco della sua ultima richiesta d’aiuto rimbombava ancora nelle sue orecchie. La coscienza della strega stava scivolando via dalla sua sede, pronta a trascinare in un buio novilunio la Luna Nera. Fu una donna, anche in condizioni non proprio ottimale colse la chioma bionda del suo angelo, e colse anche la destinazione San Mungo nelle sue parole. La vista di annebbio e arrotolò in in tubinio senza senso, questa volta colpa della materializzazione e non delle sue condizioni, poi ricomparve mostrandole il familiare ambiente del San Mungo. Barcollò sul posto, finalmente in piedi, poi cercando di mettere a fuoco i lineamenti della donna senza riuscirci le parlò con voce roca per la sofferenza « Seguimi, sono una Medimag.» Tenendosi appoggiata al bancone della accettazione si aiutò con il braccio sano a fare il giro in torno e prendere il suo badge, lanciandolo verso la strega che l’aveva soccorsa per mostrare la sua foto e il suo nome con gli accrediti del San Mungo, per mostrare che non stava mentendo. « Ma avrò bisogno del tuo aiuto» anche se carica di sofferenza la sua voce era decisa e convincente. Con il supporto della strega si mosse con naturalezza tra il labirinto ospedaliero portandosi al Primo Piano. Scelse una saletta di ambulatorio vuota e si infilò entro. « Sono Cheyenne Black, mi sembra il caso di fare le presentazioni» parlava in preda a una trance agonistica che a stento le faceva percepire il dolore. Si avvicinò al armadietto dei medicinali ed estrasse del osssofast, consapevole di avere la clavicola rotta, del quale assunse due bicchierini. Un po’ di più della dose normale ma se lo sarebbe fatto bastare. « Disinfetterò la ferita alla spalla, ma poi dovrai fasciarla tu, io non posso farlo da sola: pensi di esserne in grado?» La Black era una strega abituata alle situazioni di emergenza e mantenere il sangue freddo era fondamentale nel suo lavoro. Si domandava, e aveva chiesto, se la sua soccorritrice fosse in grado di gestire questa situazione, senza menzionare che non era certa fosse del tutto legale, o se fosse una che si faceva prendere dal panico. Doveva saperlo prima di consegnarle la sua spalla con ferita esposta da curare.
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    chloe walsh
    Arrivammo con una giravolta al San Mungo, il peso della donna era diventato meno pesante e mi preoccupai di aver perso qualche pezzo della vittima in giro. Una rapida occhiata mi permise di capire che non avevo fatto nessun danno, quanto meno per il momento, ma che l'improvvisa leggerezza era data dal fatto che la donna si stesse reggendo in piedi da sola. Appoggiata al bancone delle accettazioni, non molto stabile ma in piedi. Come aspirante auror la vista del sangue non mi scandalizzava più di tanto, ma mi fece comunque un certo effetto constatare quanto estesa fosse l'emorragia della donna. "Caazzo" sussurrai a basa voce come esclamazione alle sue condizioni di salute. Ero davvero intenzionata a mettermi ad urlare per chiamare aiuto, in pieno stile drama chiedendo se ci fosse un medico. E ce lo avevo davanti. La rivelazione mi lasciò basita, pietrificata sul posto e in grado di commentare solo con un "Come scusa?". Però la strega si era mossa con naturalezza, estraendo un badge e mostrandomelo: anche con la poca luce era innegabile la somiglianza. "Si ma... non sarebbe meglio chiedere a un Medimag...beh... non ferito?" domandai scettica, affrettandomi a seguirla su per una scalinata. "Ci sarà qualcuno di turno, qualcuno che conosci e che possa guarirti... io ti avverto ero negata in qualunque tipo di materia come pozioni o erbologia, non sono certo la persona più indicata per..." mossi le mani in aria, gesticolando in preda ai ricordi di quanto fossi una pessima studentessa. Cazzo, come avrei potuto diventare un Auror degno di essere definito tale con una storia scolastica così altamente scadente? Stavo per riprendere con il curriculum personale per evidenziare quanto poco fossi adatta ad assolvere questo incarico, ma la strega si fermò, bloccando anche me, per presentarsi. "Sì...avevo letto sul badge ma non avevo capito... hai un nome davvero strano sai? Scusa... io sono Chloe Walsh" ero incredibilmente logorroica solamente perchè la situazione che cominciava ad apparire nella mia mente come poco legale pulsava troppa adrenalina in circolo e ne risentiva la parte che controllava il centro del linguaggio.
    Fu in un secondo momento che realizzai di essere arrivata a quello che la Black considerava la nostra destinazione, un'ambulatorio vuoto e disinfettato, e già la donna ferita si stava avvicinando ad un armadietto che aprì con una chiave. "Io non credo che sia una buona idea insomma..." avevo iniziato a portarmi con le mani avanti, conscia di quello che fosse più giusto fare in quel momento, ma non so come o perchè alla domanda successiva risposi con convinzione e determinazione "Ne sono in grado." Sarei diventata un'Auror, potevo gestire una situazione di emergenza a sangue freddo. E le conseguenze... non ci avevo pensato per tutta una vita, non avrei iniziato ora. "Iniziamo quando vuoi." incentivai la donna a proseguire, prendendo le bende sterili dall'armadietto che la Medimag aveva aperto e preparandomi a fasciarla quando mi avesse dato il via.

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