Superato il colloquio non aveva immediatamente realizzato il suo effettivo successo, aveva ringraziato il Primario del San Mungo e poi si era congedata. Tornata a casa da Olivia, perchè approfittare ancora della benevolenza del Lawrence sembrava una forzatura, aveva atteso con una certa impazienza che il gufo con la copia del suo contratto da firmare e inviare a Londra arrivasse, ma il tutto era stato accompagnato da una ferrea convinzione. La parte difficile è andata. Già, CLb immaginava, ingenuamente, che affrontare il colloquio fosse la parte più difficile del suo lavoro. Il gufo, un esemplare dal manto maculato, era arrivato e subito la strega aveva siglato l'accordo apponendo le sue iniziali e firmando, decidere se mettere prima il nome o poi il cognome non era un problema per chi si chiama come lei era obbligatorio dispiegare la sfilza di nome e poi il nobile cognome a sigillo del tutto. Tutto in discesa aveva ancora pensato mentre il pennuto tornava in patria britannica e lei si preparava al primo giorno di lavoro. Ancora una volta, così come per il colloquio, aveva approfittato del lavoro notturno del Lawrence per sfruttare come base d'appoggio il suo appartamento, trovarsi casa in Inghilterra era il primo step, e si era svegliata puntuale, così puntuale che aveva avuto tempo per farsi la doccia e dare una piega di senso compiuto al ribelle ciuffo che cascava sul suo sguardo. Insomma quella che si offriva alla Black era una vita in discesa. Uno schiocco di dita e si trova materializzata al San Mungo, con un sorriso talmente ampio che se avesse avuto degli uccellini a volare intorno sarebbe quasi sembrata uscita da un libro di favole, indossa il camice da Medimag e inizia il suo primo giorno di lavoro in ospedale. Tutto in discesa
«Presto presto!! Un recipiente prima che...» non deve nemmeno abbassare lo sguardo per capire la causa del rumore che ha interrotto la sua frase. Il nauseante odore di vomito raggiunge le sue narici prima ancora che abbia scoperto quale parte del suo corpo, sospetta siano le gambe ma vista la velocità teme sia più vicino al naso, è stata colpita dal getto. «Stabilizziamo...» incerta prova a dettare indicazioni ma...che diavolo! É al suo primo giorno di lavoro e già è immersa nel vomito, la gente si aspetta che lei si muova autonomamente e che non faccia casini. Tutto in discesa un cavolo! Non può far a meno di pensare a quanto sia stato stupido pensare che quel colloquio, seguendo il primario passo passo per l'ospedale, le avesse mostrato la casistica completa dei casi. Che sarebbe bastato così poco per diventare un buon Medimag. Stupida Cheyenne, stupida. Dovrebbero toglierle il lavoro, strappare il contratto, per un pensiero tanto sciocco. Il cuore batte a mille, pompa adrenalina nelle sue vene, mentre inspiegabilmente trova la lucidità di procedere. Il paziente viene stabilizzato e lei può andare in pausa prima del prossimo. « Di qua? Posso?..Chiedo scusa» si muove impacciata, portandosi dietro l'olezzo della secrezione corporea, senza conosce o riconoscere l'ospedale. Segue un camice bianco come lei e si trova in quella che è la saletta dei dottori. «Scusatemi...io...ora...» si accorge di essere particolarmente maleodorante, sfodera la bacchetta che però si impiglia nel camice, ancora non si è abituata a portarlo, e quando riesce a superare l'impaccio rivolge la punta su se stessa. «Gratta e netta.» E la macchia sparisce. Ma la puzza no.
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