[ESPERIENZA 9] - Escape from Last Year

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. James Kennegan
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Negoziante
    Posts
    250

    Status
    OFFLINE
    James Kennegan
    Era tornata a volteggiare alta sopra le torrette del campo di Quidditch, come sempre faceva la sua mente, dinnanzi alla porta chiusa che avrebbe aperto o strada a una nuova squadra per James Kennegan. O almeno così pensava la figlia d’Irlanda, ma la realtà dei fatti andò in maniera molto differente da quanto si era immaginata. Non aveva mai gestito troppo bene il vuoto della Materializzazione e pari modo anche quello creato durante il trasporto con Passaporta non era tra i suoi preferiti. Fu il suo stomaco a lamentarsi, piegato come appena colpito da un pugno, dinnanzi a quel inaspettato salto nel nulla. Fu una questione di pochi istanti, istanti in cui la mente della Serpeverde fu bruscamente riportata sulla terra ferma, prima di arrivare davanti a una stanza. Di per se uno studio per l’irlandese equivaleva a un’altra, gli elementi a corredo e arredo di questo le erano tutti uguali, ma avrebbe saputo riconoscere un campo da Quidditch soltanto osservando gli steli di erba, o la terra rossa perché aveva imparato che non tutti avevano il prato. Deformazione personale. E così ci mise qualche istante prima di connettersi con il neurone sano e capire che cosa stava succedendo. Notò una donna bionda e poi con suo grande stupore Brad McNeal. Sorrise al uomo prima ancora che il cervello stoppasse questa reazione involontaria dinnanzi al campanello di allarme che aveva iniziato a risuonare nell sua mente. Ma la comparsa di un Patronus, la strega aveva studiato molto questo incantesimo e il bagliore argentato fu immediatamente riconosciuto, di un gatto la distrasse, portandola a tornare composta al suo posto, osservando quasi in cagnesco - di fatto il suo Patronus era un Cane Lupo Cecoslovacco- il famiglio d’argento. La voce melliflua del mago, la stessa che era appartenuta alla maschera, risuonò nell’ambiente procurandole comunque una serie di brividi - lei li riconduceva al suo istinto che la avvisava di avere un bolide in coda, ma non c’erano bolidi in quella stanza - e mettendola in allarme. Assorbí ogni singola parola espressa dal Patronus, prestando attenzione al loro contenuto, osservando i maghi presenti nella stanza - si accorse solo in un secondo momento della presenza di in secondo mago oltre al McNeal- e domandandosi quali qualità avesse portato il Von Cavaliere a creare questo strano gruppo assortito. James Kennegan reagì in maniera inusuale a quello che a tutti gli effetti era un sequestro di persona, perché le parole del Von Der Schwarz avevano innescato nella competitiva giocatrice la miccia della sfida. L’animo competitivo della Kennegan si accese subissando tutto il resto. Non le interessava conoscere le doti di coloro che erano nella stanza, capire le intenzioni dietro quella reclusione forzata o scovare il secondo fine del Cavalier. Era come sventolare una bandiera rossa davanti un toro: se vedeva oro la figlia di Salazar correva per l’oro. E aveva visto, meglio dire che aveva sentito, una competizione accendersi nell’aria, animare la fiamma del fuoco d’Irlanda troppo a lungo costretta ad affievolirsi per via del suo incidente. E quando il Patronus aveva abbandonato la stanza, tanto rapidamente quanto era arrivato, la vibrante fiamma della competizione era lì ad ardere nel suo petto. Non le interessava sapere i motivi per la quale era stata scelta, ignorando quasi che anche gli altri erano stati scelti, ma le interessava soltanto vincere la sfida che il gatto d'argento le aveva posto. Le iridi di smeraldo avevano già iniziato a perlustrare la stanza, soffermandosi sul ritratto appeso dietro il gatto, sulle coppe che erano esposte sulla mensola tra le quali riconobbe il calice di fuoco e la coppa tre maghi, quasi certamente una riproduzione, quando la voce dell'altra bionda richiamò la sua attenzione con una serie di domande. << Io sono James Kennegan>> rispose, come se bastasse il suo nome per sottolineare le doti che lo accompagnavano, un marchio di fabbrica che tutti conoscevano. Una delle più forti battitrici della sua generazione, in grado di riportare Serpeverde alla vittoria durant eil suo primo anno da Capitano, poi sbalzata nel mondo della Legue quando ancora non aveva completato gli studi, una giocatrice instancabile e insaziabile. Micidiale come lupo solitario, ma ancor più invincibile come Alpha, al comando del proprio branco. James Kennegan possedeva doti di leadership, carisma e una cattiveria sul campo che avevano portato la sua stella a brillare alta nel firmamento del gioco del Quidditch. Credeva, egocentrica come pochi, che non servissero presentazioni al suo nome. E non aggiunse altro, dando per scontato che più o meno tutti i presenti avessero sentito parlare di lei almeno una volta. << Controllerò la scrivania e il caminetto>> annunciò, senza integrarsi nel gruppo. Certo, una leader innata, ma non sapeva se quel gioco prevedesse una vittoria di squadra o in solitaria e per il momento per lei contava solamente vincere. Anche facendo affidamento unicamente alle proprie forze.
    Si sarebbe mossa rapida, verso la zona che aveva indicato come suo luogo di ricerca, iniziando ad analizzare visivamente l’ambiente che la circondava. Si sarebbe concentrata sulla scrivania, semplicemente perché era la prima cosa a ricoprire il suo campo visivo. Avvicinandosi e scrutando con attenzione il ripiano della scrivania. Le iridi di smeraldo erano focalizzate ad analizzare la superficie lignea di questa, cercando imperfezioni e tratti inusuali, senza mancare di registrare anche gli elementi comuni. Forse scioccamente ma ancora il suo sguardo si posò sul punto dove prima era posato il gatto in forma di Patronus come se si fosse aspettata di vedere una traccia, un’arma o un alone in grado di suggerirle qualcosa sulla creatura argentata. Dopo una prima analisi prettamente visiva, si sarebbe mossa per toccare con mano ogni centimetro della scrivania. Tastandola come se si fosse trattato del corpo di un amante, sarebbe stata delicata e decisa, facendo scorrere i polpastrelli lungo i cassetti che aveva notato durante il discorso del Cavalier, aprendone uno ad uno e controllandoli. Avrebbe cercato qualunque cosa ci fosse contenuta, avrebbe tastato i bordi del lato e verificato la presenza di un doppio sotto fondo o se non ci fosse stato qualcosa incollato sul fondo del cassetto superiore. Un’analisi meticolosa e studiata, con un filo logico a condurla. Avrebbe controllato i cassetti che aveva visto, poi, senza intralciare il McNeal e la sua conversazione con il quadro, avrebbe cercato se anche sul altro lato della scrivania vi fossero o meno dei cassetti, verificandone il contenuto anche il quel caso. Avrebbe poi analizzato la superficie di legno, spostando la candela che stava al angolo per vedere se ci fosse un alone a suggerire che fosse presente da diversi giorni o no. Poi di sarebbe concentrata sulla parte succulente esposta in bella vista. C’era un libro rosso, piuttosto grande, al centro della scrivania. Da Negoziante del Ghirigoro poteva dire con una certa certezza di essere in grado di catalogare un libro anche senza conoscerne titolo e autore. Aveva appreso sul campo della libreria che le pergamene hanno un odore, una consistenza al tatto, differente a seconda del anno in cui sono state scritte, che l’inchiostro assume diverse tonalità di nero a seconda del tempo trascorso chiuso nella sua prigione di carta. E poi la polvere depositata sulla copertina o nelle pagine avrebbe detto alla Kennegan il tempo che aveva trascorso lì immobile. Analisi medesima avrebbe fatto per il libro aperto sul leggio appoggiato sul lato estremo della scrivania, i rotoli di pergamena e quello che sembrava un boccino con ali di carta. Abbassandosi avrebbe poi controllato sotto al tappeto, magari c’era una botola o qualche passaggio segreto da controllare, verificando gli assi del parquet e simili.
    Già che si trovava accovacciata a terra si sarebbe spostata per verificare la presenza o meno di una sedia, controllando l’imbottitura o il cuscino, sopra e sotto e anche dentro. E poi, visto che non aveva paura di sporcarsi le mani, avrebbe infilato la testa nel camino, controllando se la canna fumaria era stata chiusa, se ci fosse cenere o tracce di metropolvere. Se le mattonelle del camino avessero presentato irregolarità avrebbe verificato se nascondessero qualcosa. Dopo questo si rimise in piedi, deviando la propria attenzione ai gingilli e cimeli posti sulla mensola del camino. Partendo da sinistra avrebbe verificato l’originalità, l’aspetto ed eventuali difetti sugli oggetti. Una foto, una statuetta con due figuranti, quella che sembrava la Coppa Tre Maghi - avrebbe verificato in particolar modo la sua originalità e se ci fosse qualcosa al suo interno-, la specie di carillon posto proprio sotto al riquadro con l’uomo, altre due statue, quello che sembrava essere il Calice di Fuoco - avrebbe usato la medesima verifica fatta sulla Coppa- e il busto di uomo all’estrema destra. Avrebbe provato a spostare gli oggetti, verificare il materiale di cui erano fatti e la presenza di quello che potevano sembrare angoli in cui nascondere qualcosa. Curiosa come pochi poi si sarebbe soffermata ad osservare quello che sembrava un porta bacchetta con lo stemma del M.A.C.U.S.A.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
    .
29 replies since 30/12/2019, 18:31   830 views
  Share  
.