I'm not accustomed

x J.K.

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  1. Aries Black
     
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    Toujours Pur

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    Eh, no.
    Proprio no.
    Non ci era affatto abituato il povero Aries, a tutto quel freddo. Ancora non capiva perchè avesse dovuto passare le vacanze di Natale lì in quel posto dove gli si stava quasi sicuramente congelata la punta del naso. Purtroppo, il suo tutore, lo zio Graffias, aveva da sbrigare alcune faccende dovute al commercio di thè dalla Gran Bretagna e gli Stati Uniti e aveva scelto proprio l'unico periodo dell'anno in cui Aries potesse andare con loro a visitare la terra ancestrale della loro famiglia. Così, suo malgrado, il ragazzino era stato sballottato per quattro passaporte di fila a distanza di un'ora l'una dall'altra, cosa che gli aveva scombussolato, oltre che lo stomaco, anche l'orologio biologico. Restava sveglio di notte e praticamente cascava dal sonno di giorno, con le palpebre che facevano di tutto per abbassarsi contro il suo volere. Sua zia gli aveva detto che era normale per una persona che non ci era abituata e che dopo qualche giorno si sarebbe nuovamente abituato, ma, nel frattempo, Aries aveva passato le prime due notti insonni.
    L'altro fattore che lo infastidiva, era il freddo polare. Abituato al clima caldo della California, dove la temperatura media non scendeva mai sotto i venticinque gradi, trovarsi con la neve che fioccava da un cielo bianco latte era qualcosa di completamente inaspettato. Non che non avesse mai visto nevicare, intendiamoci: anche sulla cima del monte Graylock, dove era celata alla vista dei no-maj la scuola di Ilvermorny, ogni tanto nevicava. Il vero problema era la quantità di neve: solitamente, se nevicava nei territori della scuola, questa non riusciva ad attaccare al manto erboso del pendio o sui tetti del castello e, anche quando quelle rare volte attecchiva, non si trattava mai più di una semplice spolverata. Quell'anno invece, in Scozia doveva aver fatto una nevicata da record dato che Hogsmeade era letteralmente invasa dalla neve che, nei punti più bassi, raggiungeva dai cinque ai dieci centimetri e, nonostante tutto, la neve continuava imperterrita a cadere con fiocchi grandi e spessi, mentre maghi e streghe sembravano quasi infischiarsene se non fosse stata per le andature quasi tutte un po' gobbe. Il giovane Black non aveva freddo poiché, memore della sua ultima visita quando aveva acquistato la sua bacchetta, si era premunito degli abiti più pesanti che avesse. Indossava dei pantaloni in lana e stivali di cuoio spesso a cui aveva abbinato un pesante maglione rosso sangue e un pastrano blu scuro chiuso sul davanti con due bottoni. Il tutto, era coronato da una coppola di lana grigio scuro per impedire che i capelli, almeno quelli sulla sommità del capo, si bagnassero, dato che usava in quel periodo, portarli leggermente più lunghi del solito, quasi fino alle spalle e un paio di guanti di lana nera a mezze dita, che sfregava ogni tanto per cercare di diminuire il rossore causato dal freddo. Il suo piede incontrò qualcosa di estremamente liscio e, mentre era sopraffatto dai pensieri sul meteo, si sbilanciò, allargando istintivamente le braccia per non crollare a terra come un sacco di patate, sconfitto da una lastra di neve compatta e ghiacciata al di sotto del candido manto più soffice.
    «Per tutte le formule di Paracel...»
    Disse tra i denti, mentre ondeggiava pericolosamente. Il piede ritrovò l'equilibrio solo quando qualcosa gli venne in inconsapevole aiuto. La mano sinistra di Aries sfiorò qualcosa ed istintivamente ci si aggrappò con forza. Peccato che, nel suo maldestro tentativo di sostenersi, sentì un rumore riconducibile ad un forte strappo. Voltandosi, vide che si era aggrappato ad una busta della spesa di una ragazza più grande di lui, squarciando in parte la busta. Così facendo, dallo strappo erano caduti alcuni oggetti. Aries arretrò di un passo, arrossendo leggermente per quanto gli permettesse il freddo.
    «Mi scusi, è stato un incidente, stavo scivolando e... Beh, la sua borsa era nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo»
    Disse, cercando di stemperare l'accaduto con quella che era una delle battute più vecchie del mondo. Il suo accento inglese dalla lieve inflessione americana sarebbe forse potuto sembrare strano e curioso alla sventurata. Ciò era dovuto al fatto che, mentre in casa parlavano tutti con un perfetto inglese che suonava estremamente british, a scuola era venuto a contatto con lo slang americano e ne aveva inevitabilmente assunto alcune inflessioni.
     
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1 replies since 5/2/2020, 11:17   65 views
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