Prima Giornata di Campionato

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    Ghiaccioli
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    GIORNATA


    ARBITRO: CALLUM MAHONEY
    Non avevo molta esperienza come arbitro. Ma ritenevo che gli anni passati in trincea, con le mani sporche di terra e il fango che arrivava fin sopra alle ginocchia, con il fischio dei proiettili che sfioravano i capelli e le urla dei feriti che rimbombavano nei timpani, quelle mutilazioni che ancora tormentavano i miei incubi peggiori, ecco, tutto questo, ritenevo che in qualche modo avesse formato la mia mente ad essere imparziale. Non tenevo per una squadra o per l'altra, in guerra avevo imparato che esistevano solo due squadre: quella dei vivi e quella dei morti, intendevo tifare e restare nella prima squadra il più a lungo possibile. Il disturbo post traumatico, non avevo bisogno di un medico babbano per arrivare alla diagnosi psichiatrica, che mi trascinavo dietro da diversi anni, traeva un malsano compiacimento nel udire il fragore dei bolidi essere colpiti o la chiassosa folla sugli spalti era qualcosa che in qualche modo di aiutava, anche se contraddittorio in termini. Strinsi la scopa nelle mani e scesi in campo, accompagnato dal baule con le sfere.
    holyhead harpies vs pride of portree
    Non si stava mettendo bene la partita per le giocatrici delle harpies, sotto di venti punti e indietro nella corsa al boccino d'oro. Alina
    Finley, la cercatrice di Portree, aveva abilmente dribblato Blake che arrancava con un problema alla scopa. Un intervento provvidenziale però poteva ribaltare le sorti del gioco: James Kennegan , nuovo acquisto della squadra, aveva trovato un bolide poco lontano dall'inseguimento del boccino.
    appleby arrows vs chudley cannons
    Gli Arrows guidavano il gioco in possesso palla, dirigendosi verso gli avversari, mentre un tuono risuonava in lontananza minacciando pioggia. Lo sguardo di Eve Moore però ebbe occasione di individuare in bagliore che aveva poco del lampo. Il boccino d'oro?
    tutshill tornados vs wigtown wanderers
    Un forte acquazzone si stava abbattendo su Wigtown, mostrando un tempo ideale per il quidditch. Le due squadre si trovavano in na fase di stallo, conducendo in perfetta parità e a reti inviolate da almeno un paio d'ore. Nessuna traccia di boccini, ma Rupert Reeves aveva appena trovato un bolide che aveva rivolto sul portiere avversario. Brad McNeal poteva avere l'opportunità di intervenire in sua difesa.
    puddlemere united vs ballycastle bats
    Il fischietto aveva appena risuonato nel campo di gioco: la partita era appena iniziata e la Pluffa si librò in volo per concedersi al primo possesso palla. Alaster Lagrein poteva cercare di conquistarla.
    falmouth falcons vs caerphilly catapults
    Uno scontro ad armi pari. Portiere contro Cacciatore, Dean Lawrence si trovava davanti al suo nemico naturale, pronto a segnare il goal che avrebbe portato in vantaggio la sua squadra, ma doveva agire in fretta per non vanificare il contropiede.
    montrose magpies vs wimbourne wasps
    Non c'era ancora traccia del boccino d'oro, ma Chloe Walsh doveva già difendersi: il bolide scagliato da Roy Rojas l'aveva presa di mira.
    p4Tw05F I giocatori hanno tempo fino al 31 Luglio per rispondere alla prima giornata di campionato, dopo aver proceduto al acquisto della propria scopa.
    Dalla 2ª giornata sarà necessario aver acquistato un numero minimo di 2 carte giocatore.
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    Edited by crw - 9/7/2020, 09:12
     
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    Chloe Walsh

    Poteva andare peggio come prima partita del campionato. Quando era uscito il calendario la paura di gran parte della squadra era che fossimo contro i Falcons o le Harpies, che quell'anno sembravano promettere di giocare duro, noi avevamo una quadra fatta di volti nuovi, me compresa, tranne il capitano e un paio di altri che formavano la vecchia guardia. Ricostruire così una squadra richiedeva tempo e non eravamo ancora pronti ad affrontare un avversario così forte, ma lo saremmo stati. Almeno di questo mi ero convinta mentre indossavo la divisa gialla con le righe nere che ricordava appunto un'ape. Potevamo imparare a muoverci in sciame, uniti ma singoli, e saremmo anche arrivati a costruire un alveare perfetto con il tempo. Tempo. Avevamo bisogno di tempo. Era anche quello che il capitano ci aveva chiesto quel giorno: guadagnare tempo affinché comparisse il boccino d'oro. Tempo per difendere e non farci colpire dai bolidi, tempo per me e per individuare il boccino. Nessun pressione insomma.

    Ogni istante di quella partita sembrava eterno, come se il battito accelerato del mio cuore in realtà andasse a rilento, dopo un tum quello successivo arrivava a minuti di distanza, mentre non smettevo un attimo di cercare un bagliore dorato che ponesse fine a quella agonia. Avevo anche tenuto d'occhio il mio avversario, sbirciando le mosse dei Magpies ma anche l'altro cercatore sembrava annaspare nella soleggiata giornata di quella prima di campionato. Percepii un colpo violento e il mio istinto di auror mi mise subito all'erta in tempo per vedere ancora la mazza di Rojas roteare nel cielo e scagliarmi contro un bolide. Cazzo! "Cazzo!" fa subito eco la mia bocca mentre l'idea di farmi abbattere alla prima di campionato mi entusiasma molto poco. Cerco di rimettere insieme i pezzi e elaborare rapidamente una strategia, questo mi metterebbe in cattiva luce anche con il Capo Auror Wright, e opto per aspettare che il bolide arrivi e schivare con una Sloth Grip Roll, tecnica molto usata durante le partite di Quidditch per non farsi colpire da un bolide e che come probabilità offre quelle maggiori di successo.

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    Alaster Lagrein

    ADONE DEL QUIDDITCH


    I Puddlemore United non erano certamente la squadra più forte del campionato, ma da quel anno sarebbero stati sicuramente i più belli. Una nuova stella, astro nascente del Quidditch, aveva avuto la clemenza di accettare il loro invito a giocare, con la promessa di alcuni benefit, e questo li aveva portati in vetta alla classifica di beltà di tutta Inghilterra e Irlanda. Alaster Lagrein non aveva problemi a prendere lo scettro di più bello del campionato e non aveva nemmeno dubbi che quel anno sarebbe stato istituito appositamente un premio “Adone del Quidditch” appositamente per celebrare la discesa in campo di un tale dio di bellezza. Non potendo modificare la divisa dai colori blu e oro, nemmeno per uno come lui potevano fare lo strappo, si era accontentato di arrotolare le maniche fin sulle per mostrare gli scultorei bicipiti che confermavano il titolo ( era solo questione di formalità prima che gli fosse conferito ufficialmente) di Adone del Quidditch. Si mise in mezzo ai suoi compagni nel tunnel di ingresso al campo di gioco, percependo già le orazioni e gli schiamazzi del pubblico che era certo fossero in trepidante attesa di vederlo scendere in campo. E lui avrebbe stupito tutti con le sue maniche arrotolate sulle spalle per mostrare i possenti bicipiti e causare qualche piccolo infarto a qualche donzella dal cuore debole. Issò in sella alla scopa con una grazia e un agilità innati, beandosi dall’idea di fantasie erotiche che tale gesto avrebbe suscitato nelle sue spasimanti. Già vedeva reggiseni volare verso di lui quando sarebbe passato vicino agli spalti per permettere alle spettatrici, e spettatori da non dimenticare, di ammirare meglio il loro beniamino. Si mise in posizione di gioco, cercando di non pensare a reggiseni o altro, concentrandosi sulla sfera rossa che doveva afferrare e fare sua come se fosse il fondoschiena di una bella donna.
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    Arrossivo ogni volta che qualcuno mi diceva che ero la piccolina di casa. Ero una delle più giovani giocatrici delle Appleby Arrows e la mia giovane età, unita al mio fisico minuto, molti avevano speranze che fossi un ottima cercatrice. Erano speranze che io stessa condividevo e speravo di non disattendere, la pressione era molta e entrando in campo per la prima volta, circondata dal pubblico e con gli occhi di molti addosso, sentii una fitta allo stomaco e la voglia di vomitare fu molta. Mi trattenni per evitare figuracce in pubblico e salii in sella alla mia nuova scopa. Il mio compito era cercare il boccino d’oro e mi misi subito a controllare il cielo, scuro e promettente pioggia e ogni angolo del campo di gioco all ricerca di un bagliore dorato. Sobbalzai dalla mia concentrazione quando vidi un lampo illuminare il campo di un bianco accecante: in quelle condizioni la ricerca del boccino era sempre più difficile. Strinsi i denti e cercai di non farmi distrarre dal tuono successivo che esplose sopra le nostre teste. Proprio in quel momento individuai un bagliore d’oro che nulla aveva a che fare con il temporale. Eccolo! Sfreccia in avanti per cercare di prenderlo, cercando di battere sul tempo il mio avversario.
     
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    ▬Brad McNeal▬
    SPEZZAINCANTI

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    Emozionato come quando era ragazzino, Brad stava per rimettere piede sul suo amato campo da Quidditch. L'ultima volta che aveva giocato era stato durante la partita di beneficenza organizzata dal Ministero, partita nella quale lui si era impegnato più del dovuto perché voleva riprovare quelle emozioni che gli mancavano ormai da anni. Era da quando aveva lasciato Hogwarts che aveva smesso di praticare il Quidditch, nonostante non avesse abbandonato mai gli allenamenti e la passione. Durante i weekend, infatti, spesso e volentieri andava in qualche locanda per sentire alla radio l'andamento dei match che più gli interessavano. E proprio quell'impegno che aveva messo durante la partita contro la Kennegan, giocatrice professionista già da anni, l'aveva fatto notare da qualche squadra che, poco dopo, vista la sua posizione anche da Negoziante della bottega di Quidditch più famosa del Mondo Magico, l'avevano contattato per firmare un contratto nella maggiore lega del campionato. Finalmente, dopo il sogno infranto da suo padre, Brad McNeal poteva tornare a praticare nel modo che più amava il Quidditch: giocandolo! Aveva riflettuto molto sulle proposte ricevute, ma poi aveva optato per i Wanderers di Wigtown, che l'avevano convinto di più con il progetto. Lui, non essendo proprio un ragazzino, sarebbe stato comunque parte importante della squadra e avrebbe giocato, magari non tutta la partita, ma di sicuro buoni minuti di ciascuna di esse. Era elettrizzato dall'idea di poter mettere - di nuovo - una firma su un campionato di Quidditch, ma al tempo stesso era spaventato dal livello degli altri giocatori. Dopotutto lui era stato un buon giocatore anni prima, ma dopo la scuola chissà, forse aveva perso le sue doti?
    Senza nemmeno pensarci troppo, Brad si era procurato la scopa più veloce del suo negozio - ed anche la scopa più veloce del mondo - che aveva prontamente personalizzato a mano poco dopo, incidendo soltanto il suo nome e il suo numero di maglia. L'aveva già provata una volta, ma si era dovuto allenare un po' di più su quel manico per riuscire a controllarlo alla perfezione, vista l'immensa velocità che riusciva a raggiungere. Era un gioiellino e lui, da bravo venditore e da - forse - bravo giocatore, doveva rendergli onore.
    Il giorno della sua prima partita era quindi arrivato e, con tanta ansia, Brad si era presentato negli spogliatoi con tutta l'attrezzatura di cui necessitava. Il Capitano, Ronnie Wilkerson, l'aveva subito messo a proprio agio, perché, nonostante la titolarità, quella sarebbe stata la sua prima apparizione e non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla. Nemmeno loro - diceva il Cap. - erano freschi, avendo passato qualche mese di stop tra il precedente campionato e il nuovo. Il tempo, poi, non li avrebbe aiutati di certo a debuttare, vista la copiosa pioggia che si era abbattuta sulla città. Insomma, Brad aveva trovato più di una condizione avversa alla sua ribalta, ma sentiva crescere sempre di più la voglia di combattere e fare meglio, quasi come se le difficoltà lo spronassero. Il Quidditch era il gioco più divertente del mondo e proprio per quel motivo lui voleva divertirsi. Senza nessuna difficoltà sarebbe stato noioso e, forse, non sarebbe mai stato il suo sport.
    La partita era cominciata da più di un paio d'ore ma le due squadre, i Tornados e i Wanderers, si equivalevano a dir poco. Nessuna delle due aveva avuto supremazia dal lato dei cacciatori e nessuna delle due era riuscita ad incidere con i bolidi. Del boccino, invece, con quella visibilità ancora non c'era l'ombra. Brad si guardava attorno, sempre mantenendo la formazione che il coach e il Capitano avevano dettato sulla lavagna prima di scendere in campo. Da una posizione leggermente più alta rispetto ai cacciatori, sulla sua Scopalinda, McNeal cercava di sentire - sopra il rumore scrosciante della pioggia - il sibilo classico di un bolide. Dall'altra parte, però, stava sempre attento a movimenti avversari, perché doveva stare pronto ad intervenire in qualsiasi circostanza. Infatti, fu proprio la seconda opzione a verificarsi: lo Scozzese vide il battitore dei Tutshill Tornados, Rupert Reeves, di cui conosceva qualche informazione avendolo seguito gli anni precedenti da semplice tifoso, dirigersi verso un bolide che spedì verso Josh Rice, Portiere dei Wigtown Wanderers. Forte della velocità della sua scopa, Brad strinse la mazza con la destra, mentre con la mano sinistra si reggeva stretto al manico, scivoloso per la pioggia. Le gambe erano ben strette tra di loro e i polpacci incrociati per permettere all'uomo di non perdere l'equilibrio ed anzi di aver un buon baricentro. Abbassò leggermente il busto per assumere una posizione più aerodinamica e raggiungere più rapidamente la velocità massima della scopa per posizionarsi davanti a Rice e difenderlo. Se fosse arrivato a destinazione in tempo, McNeal avrebbe frenato la corsa tirando leggermente su il manico ed alzando il busto per rallentare grazie all'attrito con l'aria. Avrebbe quindi preso di mira il bolide lanciato da Reeves, cercando di non perderlo mai di vista date le condizioni avverse che rendevano più complicata la vista. La mano sinistra si sarebbe staccata dal manico di scopa, ora fermo, per agganciarsi anch'essa alla mazza da battitore che Brad stringeva fiero. Con una torsione quasi completa del busto e con i muscoli dorsali e del braccio che venivano messi in moto, McNeal avrebbe cercato di colpire la sfera incantata per allontanarla quanto meno dal Portiere dei Wigtown e lanciarla verso uno degli avversari. Colpire un Tornados e buttarlo a terra in quel momento sarebbe equivalso a prendersi un leggero vantaggio sul resto della partita che era, da troppo tempo, in perfetta parità. Quella era la sua occasione. Avrebbe infatti impresso al colpo quanta più potenza possibile, cercando comunque di fare attenzione alla precisione del suo colpo. Non poteva sbagliare!

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    DEAN LAWRENCE
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    Non sapeva bene come comportarsi in quella prima di campionato che lo avrebbe fatto scendere in campo senza il fidato Nathaniel a coprirli le spalle come battitore. Nello spogliatoio dei Falcons aveva incrociato volti estranei, qualche allenamento insieme non creava subito una squadra, e non vedere gli occhi del Crawford era una mancanza che difficilmente qualcun altro avrebbe potuto colmare. Avevano giocato insieme solo per un paio di anni ma lo sguardo di Nathaniel, che giocava nel ruolo di battitore, era una certezza di sicurezza per un eventuale attacco dai bolidi. Poi suo padre gli aveva detto di dove crescere, lo aveva fatto anche quello del Lawrence ma era rimasto inascoltato, e di smettere di giocare e quando un Crawford ordina qualcosa non si può far altro che ubbidire. Ora Dean Lawrence si trovava in una squadra nuova, con estranei che non conosceva ma dei quali doveva fidarsi. Il ragazzo sbruffone che era sempre stato il cacciatore di Grifondoro sapeva come farsi subito introdurre e accettate dal gruppo, era quello che scherzava sempre e che riusciva sempre a fare ridere tutti, ma sotto sotto era profondamente scoraggiato dalla mancanza di compagni leali sul quale fare affidamento. La sola cosa che poteva unirli era la lealtà ai colori della divisa e per quei primi tempi se lo sarebbe dovuto far andare bene. Stropicciò la pettinatura a spazzola dei suoi capelli, scompigliandoli, prima di entrare con uno sbuffo sul campo di gioco. La deliziosa commessa, rischiava il carcere solo ad ammettere di aver avuto fantasie su di lei, che gli aveva consigliato quale scopa acquistare era stata veramente brava a individuare la scopa adatta a lui e sin dal inizio partita non aveva potuto lamentarsi del nuovo manico di scopa. Doveva passare in negozio a complimentarsi per l’ottimo servizio, pensò prima che il ricordo del gabbio lo inchiodasse nuovamente alla partita. I ritmi di gioco erano sostenuti e senz’altro impegnativi, con continui palleggi a destra e sinistra, fino a quando non decise di restare in fase di attacco, odiava la difesa e aveva lasciato avanzare i suoi due compagni, e fu allora che si innescò il contropiede dei Falcons. Quando la Pluffa gli fu passata non era in fuorigioco e dopo aver dribblato l’unico cacciatore che non era partito all’attacco, per evidenti mancanze fisiche, il Lawrence era sfrecciato a tutta birra verso gli anelli avversari. Erano lui e il portiere, un duello vecchio come il mondo, una naturate lotta tra nemici. Lo sguardo acquamarina del Lawrence incrociò per un solo istante quello del portiere avversario prima di decidere in un battito di ciglia che avrebbe fatto una finta a sinistra per poi tirare a destra, sperando che quello ci cascasse.
     
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    HOLYHEAD HARPIES VS pride of Portree
    James Kennegan

    Tornare a giocare dopo tanto tempo, con un infortunato che ancora rendeva non proprio in forma la sua gamba, era strano per la Kennegan ma un brivido di eccitazione scorreva lungo la sua spina dorsale. Era impossibile sfamare la bestia assetata di ambizione che dimorava nel corpo dell’irlandese e il fuoco della competizione si era acceso con una fiamma vibrante non appena il calendario della prima giornata era stato reso noto. La voglia aggressiva di vincere, là dove vincere era la cosa cosa che importava, era tornata a rendere irrequieto lo sguardo di smeraldo della Kennegan. Come un lupo digiuno da troppo tempo, si aggirava famelica nello spogliatoio delle Holyhead Harpies cercando nello sguardo delle sue compagne qualcuno che brillasse dello stesso bagliore. Le iridi di smeraldo non poterlo fare a meno di indugiare sulla fascia di capitano, che un tempo avvolgeva il suo braccio sinistro con costanza, indossata dalla Blake, cercatrice della squadra, con la silenziosa promessa - o minaccia- di indossarla ancora, in un futuro abbastanza prossimo. I tempi per i convenevoli negli spogliatoi erano conclusi, la folla di spettatori tuonava per la scesa in campo delle due squadre e come gladiatori ai tempi di Roma, loro sarebbero scese in campo a combattere come leonesse. << Forza Harpies!>> fu l’incitamento collettivo che si diedero prima di voltarsi e uscire in campo.

    Con un movimento fluido della gamba si issò in sella alla Wolf Den, il manico di scopa personalizzato che aveva fatto confezionare al McNeal con materiali di estrema qualità, senza badare a spese per ottenere la resa migliore possibile in volo. Quella scopa fendeva l’aria che era una meraviglia, appagando l’animo famelico della Kennegan. La mazza stretta nella mancina compiva delle lievi rotazioni di tanto in tanto, per il gusto di contrastare l’aria, in assenza di bolidi. Aveva sete di sangue, di sentire qualche ossa piegarsi al volere del brutale ferro, del legno che impattava sulla sfera matta con violenza tale da imporre il cambio della traiettoria, piegandola al desiderio sadico della strega d’Irlanda. Non si era data un attimo di tregua, sfrecciando in giro per il capo per testare anche la massima velocità che la nuova scopa raggiungeva, per giocare con ampie parabole e picchiate vertiginose, cercando un dannato bolide. Ma le sfere nere si facevano desiderare, dei quattro battitori in campo nessuno aveva ancora avuto l’onore di battere un colpo, mentre i cacciatori avevano già violato la porta delle Holyhead un paio di volte in più di quanto non avessero fatto le sue compagne di squadra e mentre la contesa del boccino d’oro sembrava ancora una volta favorire i suoi avversari. La bionda chioma di James, costretta in una coda alta, si mosse a destra e a sinistra con uno scatto deciso, percependo un fruscio familiare: Andava oltre al flebile sfarfallio del boccino d’oro o dalle scope dei cercatori a poca distanza da lei. Non si sbagliava. Non si sbagliava mai. Bolide!
    Prima ancora di pensare a come agire il suo corpo, plasmato da anni di allenamento costante, si era già mosso al suo posto. Il busto si sarebbe appiattito lungo il manico di scopa, assumendo la posizione aerodinamica ideale per raggiungere nel minor tempo possibile la sua preda. Una volta avvicinata abbastanza al bolide il busto sarebbe tornato in posizione eretta, raddrizzando anche le spalle e preparandosi a colpire il braccio si sarebbe piegato in modo da formare un angolo di novanta gradi con il gomito che avrebbe funto da perno, assieme con la spalla, per eseguire una rotazione della mazza. Il posto era mantenuto in quel precario equilibrio tra rigido e flessibile, che solo anni di allenamento e bolidi scagliati poteva trovare al primo colpo, in modo da poter indirizzare la sfera dice si desiderava. Lo sguardo di smeraldo si incatenó sulla figura di Alina Finley, vittima designata. Al momento opportuno la mazza sarebbe roteata ad alta velocità nel cielo e il bolide colpito sarebbe stato sospinto verso di lei in un micidiale colpo che non avrebbe lasciato alcuno scampo al cercatore avversario. La sete si era placata, per il momento.
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    ARBITRO: CALLUM MAHONEY
    Stretto tra le mie labbra il fischietto risuonò per ben tre volte quando le dita del cercatore si strinsero intorno al boccino d'oro, decretando la fine della partita.
    La prima giornata di campionato si era conclusa con vincitori e vinti, piano piano nella classifica generale alcune squadre salivano mentre altre restavano al via. E chi ben comincia...
    holyhead harpies 180 vs pride of portree 50
    Con un intervento provvidenziale James Kennegan ribalta le sorti della sua squadra. Il colpo preciso colpisce la cercatrice avversaria, senza lasciarle scampo. Alina Finley viene sbalzata via dalla sua scopa e solo un arresto momentum ne frena la caduta. I medimaghi accerteranno la presenza di una spalla lussata. nuovo acquisto della squadra, aveva trovato un bolide poco lontano dall'inseguimento del boccino.
    appleby arrows 160 vs chudley cannons 10
    Eve Moore conquista il boccino d'oro e regala alle Arrows la loro prima vittoria in campionato.
    tutshill tornados 0 vs wigtown wanderers150
    Il portiere dei Wanderers deve molto al salvataggio di Brad McNeal che per tutta risposta stende il suo avversario Reeves. Il battitore avversario scende a terra con un forte dolore al polso che si è probabilmente fratturato nel tentativo di ripararsi dal bolide che lui stesso aveva scagliato. Nel frattempo i Wigtown conquistano il boccino d'oro.
    puddlemere united 160 vs ballycastle bats 50
    Dopo la conquista della pluffa ad opera di Alaster Lagrein che si rivela il migliore cacciatore in campo, le cose si mettono male per i Puddlemore che arrancano sotot una pioggia di goal dei Bats. Ma il boccino è conquistato dagli United che agguantano così una vittoria inaspettata.
    falmouth falcons 180 vs caerphilly catapults 0
    Primo goal dei Falcons a opera di Dean Lawrence, che apre le danze anche agli altri deu giocatori. In vantaggio di 30 dopo appena mezz'ora di gioco i Falmouth la portano a casa con la conquisa del boccino d'oro. Nulla di fatto per gli avversari.
    montrose magpies 0 vs wimbourne wasps 150
    In extremis Chloe Walsh si salva da un bolide, con una manovra perfetta e dopo meno di qualche menuto trova e conquista il boccino d'oro.
    p4Tw05F Si richiede l'intervento di mad!max per il trasporto feriti al San Mungo.

    Inoltre si è deciso di assegnare +2 punti nella classifica del Campionato di Quidditch alle Squadre vincenti, mentre in caso di sconfitta si avranno 0 punti.
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7 replies since 6/7/2020, 22:21   149 views
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