[EVENTO] - Carnival Love

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    Carnival Love

    I 3 manici di Scopa sono fieri di invitarvi al Carnival Love, l’unico eventi che unisce il carnevale a San Valentino: perché l’amore è anche ridere insieme!

    Per l’occasione i Tre Manici di Scopa sono stato decorati con cherubini e nuvolette sospese dietro le quali possono nascondersi, facendo cascare di nascosto coriandoli o una goccia di finto filtro di Amorentia. Presente musica di sottofondo grazie al gruppo Ippogrifi Saltimbanco.

    La locandiera ha inoltre ideato originali cocktail e una speciale torta per l’occasione!
    Elisir del Vero Amore

    CAR +5 -6 GALEONI
    cocktail di colore rosso con una ciliegia in sospensione, al gusto di fragole, quando si sarà bevuto tutto la ciliegina cascherà sul fondo del bicchiere e svelerà una lettera che sarà l’iniziale del proprio nome.
    Cupid’s Challenge

    CAR +6 -8 GALEONI
    cocktail al gusto di mirtillo e melograno, di un rosa molto intenso con panna montata sopra, esso è una sfida ai cherubini presenti in sala. Agli avventori con questo cocktail in mano Cupido farà cadere due gocce di finta Pozione Amorentia con effetti simili al filtro magico (si sentirà il gusto di ciò che si ama di più) oppure riempirà la panna di coriandoli che altro non sono che codette al cioccolato.
    sarà la Locandiera a decretare se riceverete coriandoli o il filtro
    Soulmates

    CAR +10 -10 GALEONI
    cocktail alcolico trasparente, con gin e sciroppo d’anice, viene venduto a coppie. Un bicchiere è dato a chi lo ordina mentre il secondo bicchiere volerà nelle mani della persona più affine presente nella stanza. Ottimo per fare colpo, ma potrebbe presentare notevoli problemi.
    sarà la Locandiera a decretare a chi andrà il secondo drink

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    Ah-Ah-Ahahah

    CAR +5 -6 GALEONI
    più facile da fare che da pronunciare, cocktail di color ambra al gusto di limone e mango, causerà risate incontrollate a chi lo beve.
    Arlecchino

    CAR +6 -6 GALEONI
    cocktail dal colore e gusto indefinito, dopo il primo sorso inizierà a colorarvi la faccia di un colore (se siete fortunati anche più di uno)
    sarà la Locandiera a decretarlo
    Camuffa-Torta

    CAR +5 -5 GALEONI*prezzo relativo ad una fetta
    elaborata torta di pan di Spagna colorato in mille modi, con panna cioccolato e marmellata di albicocche, al suo interno è nascosto un piccolo (non c’è pericolo di rompersi i denti o di essere soffocati) Arlecchino. Chi lo trova vince un buono per una consumazione gratis presso i 3 manici di scopa (per un’altra occasione).

    Ingresso gratuito!



    Cheyenne Luna Black,
    Negoziante dei Tre Manici di Scopa.

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    Cheyenne Luna Black
    domatore - 23 y.o. - caotico buono
    Una cascata di glitter rossi cascarono davanti ai suoi occhi, spargendosi come una pioggia rosa sui suoi capelli corvini, dandole degli strani riflessi scarlatti. Forse quei Cupido che si nascondevano dietro alle nuvolette che costellavano il soffitto della sala dei Tre Manici di Scopa avevano preso un po’ troppo letteralmente la sua idea delle “pioggia d’amore”. Anche Quincy, l’elfo domestico che l’assistenza nella gestione della cucina, era già stato vittima del troppo amore di uno dei Cherubini, nonostante avesse metà testa e gran parte delle lunghe orecchie ormai cosparse di cuori e glitter continuava a prodigarsi per terminare le decorazioni in tema San Valentino, comprese le guarnizioni sulla speciale Camuffa-Torta dal pan di Spagna dai mille più uno colori. Guardava le nuove vesti assunte dal suo locale in quella occasione e non avrebbe potuto essere più fiera del lavoro fatto. Drappi rosa avevano sostituito le più classiche tende, incorniciando le vetrate che davano sulla via principale di Hogsmeade, mentre i cuscini delle sedie erano stati sostituiti con dei guanciali a forma di cuore, di colore alcuni rossi, altri fuxia e altri ancora rosa. Questi erano anche i tre colori che predominavano in tutta la sala per ricordare il giorno in cui si celebrava l’amore, ma in questo evento si sarebbe anche festeggiato il carnevale. Per questo motivo gli sgabelli del bancone erano stati rivestiti con dei cuscini che assumevano, per forma colore e coda, le fattezze del didietro di alcuni animali: c’era la sedia pavone, quella Leone, la sedia serpente e quella ippopotamo. Ma anche la sedia drago, Ippogrifo e persino Thunderbird. Una pioggia di coriandoli poi cadeva dai bicchieri appesi al rovescio sopra al bancone, mentre alcune trombette che facevano la linguaccia erano state infilate nelle teste appese all’ingresso così invece che insulti lo schiamazzo delle pernacchie sarebbe uscito da quelle maleducate. Ammirava il suo lavoro quando la voce di Quincey la raggiunse « Pronta torta, Madama.» arrivò alle sue spalle a comunicarle la fine dei lavori, mentre la Black verificava che tutto, compreso gli ultimi dettagli, fossero a posto. Congedò l’elfo domestico con un cenno del capo dopo averlo ringraziato. « Siamo pronti, ormai dovrebbero arrivare i primi clienti a momenti.» annunciò dopo aver posizionato la torta, regina di quella festa, sul bancone principale dei Tre Manici di Scopa. Era orgogliosa di aver convinto il Congresso dei Negozianti ad accettare la sua iniziativa, il suo evento per il giorno di San Valentino. Sapeva che c’era spesso molta competizione, sopratutto nel piccolo villaggio magico alle porte di Hogwarts, e riuscire a prevaricare il Piediburro e Mielandia in una simile occasione era motivo di vanto per la giovane Negoziante alle prime armi nel mondo del lavoro. Tuttavia era davvero fiera di come stava portando avanti la conduzione di uno dei locali più rinomati ed affilati dell’intero villaggio magico, fronteggiando anche la crisi economica che aveva abbattuto le sorti della comunità per via della temporanea chiusura di Hogwarts. Era orgogliosa del suo operato, di quello del suo elfo domestico e della generale risposta positiva agli affari.
    «Benvenuti al Carnival Love, l’evento di San Valentino organizzato dai Tre Manici di Scopa. Per questa occasione abbiamo un Menù Valentino Speciale, ma potete comunque ordinare anche dal nostro Menù Classico Avrebbe accolto così uno a uno i clienti che arrivavano nel locale. La festa poteva iniziare!

    GuKiRTw off topic: se volete potete già fare le vostre ordinazioni, al prossimo mio post dirò che sono passata a prendervele e ve le porto.

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    Tassorosso
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    Non ero mai stata una grande fan del San Valentino, anche perché soprattutto non avevo mai avuto un fidanzato. Non avevo mai dato peso al giorno del amore, non avevo mai avuto un amore da celebrare, e anche quest anno avrei potuto benissimo ignorarlo ma il volantino dei tre manici di scopa che annunciava l’evento del pub mi aveva convinto altrimenti. E poi si festeggiava anche carnevale quindi sarebbe stato divertente. Con Charlotte ci eravamo truccate prima del evento, io avevo i capelli con delle ciocche fuxia e avevo messo un ombretto blu elettrico con dei brillantini sulle palpebre per abbracciare il loro carnevalesco di questo evento. Entrai nel locale completamente diverso da come lo ricordavo, con molti coriandoli rosa e cuori rossi. Wow è bellissimo! non riuscii a trattenermi di dire mentre entravo. Io vorrei prendere un Arlecchino dissi alla donna che gestiva il posto e aveva ideato l’evento.
     
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    Grifondoro
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    Charlotte Winters

    Puckwudigie
    Sono molto felice: Eve mi ha invitato, ma senza un sentimento romantico, alla festa di San Valentino dei 3 manici di scopa. È stato un bel pensiero essere stata invitata e sono davvero felice di andare, in più perché Lily, la mia migliore amica, non vuole venire perché non ha nessun fidanzato e si vergogna. Peggio per lei perché io mi divertirò molto con Eve Moore anche se non stiamo assieme. Ciao Eve, ti ringrazio per l’invito! È proprio un bel evento e mi fa piacere che hai pensato a me... allora come stai? Come vanno i compiti di Erbologia? domandai con sincera curiosità alla ragazza non appena la incontrai nel posto prestabilito. Stai molto bene così truccata! mi complimentai mentre percorrevamo il piccolo tratto di strada che ci avrebbe portato al bar di Hogsmeade. Entrai dietro all ragazza di Thunderbird, pentendomi di non aver messo nulla di più eccentrico del maglione a righe arcobaleno che indossavo sotto al cappotto.
    È molto bello, complimenti Madama Black faccio eco alle parole di meravigli della mia accompagnatrice che già stava ordinando un drink dalla speciale lista. Ne prendo uno anche io, voglio rimediare all’assenza di trucco... e anche una fetta di trotta, grazie ordinai alla donna che aveva organizzato questo evento, pronta per pagare.

    una frase che ti piace
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  5. Carpe Diem~
     
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    Matthew Ryle
    Pukwudgie
    I mostri non dormono sotto al letto. Loro dormono dentro la tua mente


    Non doveva essere in quel posto. Non aveva nessuna intenzione di partecipare alla "festa dell'amore", proprio lui che l'amore non lo aveva ancora trovato e che reputava improbabile, se non impossibile, trovarlo in quel posto, ma i suoi compagni di Casa lo avevano praticamente costretto ad andare.
    Così si ritrovava ai "Tre Manici di Scopa". Il locale era stato agghindato alla perfezione per l'occasione. Vi erano cherubini, nuvole magiche dove essi si nascondevano... tutto forse un po' troppo sdolcinato per i suoi gusti, soprattutto quando uno dei cherubini fece cadere dei coriandoli proprio addosso a lui.
    Grugnì portando le mani ai capelli, cercando di togliersi quegli affarini colorati di dosso, uno dei suoi compagni di casa che lo spingeva ancora di più nel locale. Avanti Matthew... sciogliti un po'!.
    Scosse la testa cercando di guardarsi attorno, riconoscendo un paio di facce qui e là, ma non avendo comunque il coraggio di parlare con nessuno. Era stato portato in quel posto con la forza, ma non avrebbe partecipato attivamente all'evento. Oh no!
    Indossava la sua solita divisa sgualcita ed aveva con sé la sua fidata borsa a tracolla (che ancora, magicamente, non si era rotta del tutto) contenente un paio di libri che stava leggendo in quel momento e che avrebbe tanto, ma davvero tanto, voluto continuare a leggere se solo non si fosse trovato invischiato in quell'evento. Si morse il labbro cercando di non farsi prendere dal panico di essere in mezzo a così tante persone, la timidezza e la paura di combinare qualche disastro che si impossessavano molto lentamente di lui.
    Ad un certo punto uno dei suoi compagni di Casa, quello che più di tutti lo aveva costretto a trovarsi lì in quel momento, lo prese sottobraccio e lo portò al bancone per l'ordinazione. Guarda che non ho soldi da spendere. lo sussurrò a Rees, il ragazzo di Pukwudgie che lo teneva ancora stretto a sé, come per impedirgli di scappare. Non ti preoccupare, offro io. Un elisir del vero amore per me e un Soulmates per il mio amico qui.
    Matthew non aveva nessuna idea di cosa avesse ordinato l'altro e che diavolo di cocktail fosse quello che aveva richiesto per lui, sperava solo non fosse niente di alcolico e strano.

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  6. Carpe Diem
     
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    Dereck Tomson
    Disoccupato
    Attraverso il tempo e lo spazio


    Dereck era affascinato da tutti quei colori, da tutte le decorazioni che erano state messe in piedi in quel locale apposta per la festa di San Valentino. Non che lui avesse qualcuno con cui festeggiarla, ma lo divertiva notare quanti studenti si fossero ormai già accalcati lì dentro, magari desiderosi di fare colpo l'uno con l'altro.
    Quel giorno, per l'occasione, indossava una camicia bianca a righe e un papillon dal meraviglioso color rosso carminio. I capelli erano arruffati sulla testa come sempre dato che non amava il pettine.
    Attardandosi ad osservare qualche studente di Ilvermorny (molti di loro indossavano ancora la consueta divisa della scuola) sorrise ricordando i bei vecchi andati. Anche lui era stato come loro a quell'età.
    Sorrise arrivando al balcone per guardare il menù creato ad hoc per l'evento. C'erano un sacco di drink interessanti, alcuni dei quali avrebbero sicuramente portato scompiglio tra i più giovani, come il Soulmates. Sperava che qualcuno lo acquistasse per vedere come sarebbe andata a finire. Notando, nel menù, qualcosa che gli pareva interessante, sorrise soddisfatto.
    Potrei avere un Arlecchino per favore? Non vedo l'ora di scoprire di che colore mi si dipingerà la faccia. Se sono fortunato potrebbe anche essere più di uno... speriamo solo che si abbinino al mio papillon! fece un occhiolino alla commessa ordinando da bere, per poi tornare a guardarsi attorno.
    Non aveva nessuno con cui parlare e la maggior parte degli avventori del locale di quel momento erano dei ragazzini con cui non poteva di certo mettersi a fare conoscenza. Per questo decise di rivolgersi alla commessa (e forse proprietaria?) del locale. Mi chiamo Dereck, mi sono trasferito da poco in America, ma Hogsmeade rimane da sempre il mio posto preferito. Ho sentito, tramite alcune voci, di questo evento e sono venuto per ricordare i bei vecchi andati... ero un Ravenclaw quando mi trovavo ad Hogwarts. lo sciorinò con voce gioviale senza nemmeno preoccuparsi del fatto che, forse forse, alla ragazza non poteva interessare di meno chi fosse, da dove venisse o in che Casa fosse stato quando era più piccolo.

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    Cheyenne Luna Black
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    San Valentino era una festa nella quale tutti si aspettavano cuori e fiori, e i Tre Manici di Scopa non avevano certo deluso le aspettative dei più romantici, ma i meno interessati alla festa del amore sarebbero stati equamente soddisfatti con la variante di Carnevale che era stata inserita in questa festa. Era azzardato affiancare la festa degli innamorati a quella degli scherzi, invertendo gli addendi poteva passare il messaggio che l’amore è una buffonata, ma era convinta che i suoi clienti avrebbero capito che l’amore è anche ridere insieme. Con la coda del occhio vide Quincy, l’elfo domestico del locale, dileguarsi in cucina per sistemare le ultime ricette per quella festa, quando i primi clienti del pub di Hogsmeade iniziarono ad entrare, sorridenti e con occhi incuriositi dalle nuove decorazioni e addobbi in stile cuori e fiori e coriandoli. Sussultò, sorpresa dal sentirsi chiamare Madama Black, aveva scordato questa usanza del mondo magico di dare questo appello alle streghe adulte, ma considerandosi ancora giovane, non si era aspettata di riceverlo da una strega ancora più giovane. Riconobbe le due ragazze come clienti abbastanza assidue nelle frequentazioni nel weekend e l’accento americano suggerì che appartenessero a Ilvermorny, la sua stessa scuola di magia. « Benvenute e grazie per il complimento! Due Arlecchino e una fetta di torta in arrivo.» rispose con un sorriso cordiale, annotando l’orso azione sul blocco note con veloce scarabocchio e staccando il foglio, che si precipitò sotto forma di aeroplano in cucina dove Quincy avrebbe ricevuto la comanda da preparare. Schivò una freccia a forma di cuore, del tutto innocua, che un cherubino aveva scagliato da una parte all’altra della stanza, sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio per liberare la vista. I clienti iniziavano ad entrare con un flusso di persone sempre più intenso, con molto studenti e un numero un po’ esiguo di adulti, rispetto a quelli che si era imaginata. Lungo la strada per la cucina deviò dietro al bancone per preparare qualche boccale di burrobirra e mentre si trovava lì una coppia di ragazzi, due studenti di Ilvermorny a giudicare dal accento americano, le ordinarono un elisir del vero amore e un Soulmates. « Ma certo ragazzi, un attimo e ve li porto.» rispose con un sorriso, leggendo il labiale di uno dei due che dichiarava di aver pochi soldi. A lei sarebbe piaciuto, e servito, avere un cameriere per aiutarla con la gestione del locale, soprattutto in occasioni come quella.
    Ma avrebbe rimandato questa sua proposta per un l’omento più consono. Si defilò nella cucina prima che qualcun’altro potesse interromperla e si assicurò che tutto stesse andando secondo i piani. Quincey aveva preparato l’ordinazione per le due ragazze che per prima le avevano fatta, disponendo i due cocktail e la fetta di torta su un vassoio. Si affrettò a preparare i cocktail per i due ragazzi del bancone, disponendoli su un secondo vassoio e dopo averli incantati per far in modo che levitassero alle sue spalle e ben sopra le teste di tutti si mosse lungo la folla per portare a tutti quanti quelli che avevano ordinato.
    Arrivò dalle due ragazze - Eve e Charlotte- porgendo a ciascuna di loro il proprio cocktail e la fetta di torta. « Ecco qui ragazze. L’Arlecchino CAR +6 viene 6 Galeoni.» la faccia di Eve dopo il primo sorso si colora per metà di viola, poi l’altra metà di giallo sorrise alla bionda mentre riceveva i galeoni poi si rivolgeva alla seconda « Anche per te un Arlecchino CAR +6 sempre a 6 Galeoni, poi la fetta di Camuffa-Torta CAR +5 a 5 Galoeni. Per te il totale è di 11 Galeoni.» la faccia di Charlotte si colora di azzurro, viola e blu. Nella torta non trovi nulla.
    Dopo il primo giro di domande, con i bassotti vuoti a seguirla sulla via di ritorno, si fermò subito al bancone, dove li accatastò in un angolo per essere a disposizione in seguito. Si rivolese si clienti al bancone, lasciando un Elisir del Vero Amore al primo ragazzo e il Soulmates al ragazzo in ristrettezze economiche. « Ecco qui, Soulmates CAR +10 a 10 Galeoni. Ed ora, vediamo a chi andrà il secondo Soulmates. » spiegò a quest’ultimo mentre il cocktail vagava verso l’anima gemella del ragazzo e posandosi nelle mani di una delle due ragazze, quella con la faccia di tre colori. Charlotte Winters riceve tra le mani il secondo Soulmates. Sorrise al ragazzo che aveva avuto il coraggio di ordinare il cocktail « Sei stato fortunato, sembra una bella ragazza se guardi oltre agli effetti del cocktail Arlecchino » e con queste parole distolse l’attenzione dai due ragazzi per rivolgerla a un nuovo avventore che si era affacciato al bancone domandando un Arlecchino. Sorrise gentilmente scarabocchiando l’ordinazione sul blocco note da quale si staccò il foglio che voló come un aeroplano di carta in cucina da Quincey. « Arriva subito e avrai modo di scoprirlo! » sorrise alle parole del ragazzo, finalmente un volto adulto tra quello degli studenti presenti nel locale « Io sono Cheyenne, la locandiera del pub, sono molto contenta che tu abbia sentito del evento... io ero di Ilvermorny, una Thunderbird.» assecondò la conversazione del uomo in attesa che dalla cucina arrivasse il cocktail. Su un vassoio levitante questo fece la sua comparsa dopo pochi minuti, la Black lo afferrò e lo porse al suo avventore, sempre con un sorriso sul volto. « Eccolo qui. Arlecchino CAR +6 viene 6 Galeoni. È ora di scoprire di che colore diventerai, Dereck» la faccia di Dereck si colora di verde e arancione. aggiunse, aspettando che il cliente assaporasse il cocktail per scoprire di che colore si sarebbe dipinto in faccia.
    GuKiRTw off topic: se volete potete già fare le vostre ordinazioni, al prossimo mio post dirò che sono passata a prendervele e ve le porto.

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    ▬Brad McNeal▬
    SPEZZAINCANTI

    2OXR

    Inaspettato e inatteso, l’invito di James Kennegan era arrivato più che gradito alla finestra del numero 23 di Diagon Alley. Brad aveva raccolto la lettera che un gufo (era quello della Serpeverde?) gli aveva lasciato sul davanzale e velocemente, visto il mittente, aveva aperto la busta per leggerne il contenuto. Il cuore aveva perso un battito, forse due o tre, gli occhi si erano sgranati pian piano ed un sorriso ebete si disegnava sempre più intensamente sul volto del McNeal.
    Era strano ricevere un invito da una ragazza, una ragazza di quella fama poi, e ancor di più era strano ricevere un invito per un evento di San Valentino. Il cliché dell’uomo che invitava la propria donna era stato frantumato dalla Kennegan che, ancora una volta, aveva dimostrato di fregarsene degli stereotipi classici. Brad lesse le parole più e più volte, per cercare di pensare ad una risposta efficace, per far capire quanto fosse stato contento di ricevere quella lettera. Voleva far trasparire le sue emozioni attraverso le frasi che sarebbe andato a scrivere sul foglio di pergamena nuovo che aveva preso dal cassetto della sua scrivania in soggiorno.
    L’evento dei Tre Manici di Scopa aveva avuto una buona pubblicità e anche Brad aveva pensato di andarci, anche solo per passare un pomeriggio alternativo, non per forza per trovare la propria anima gemella. Eppure, adesso, per qualche strano motivo (forse non troppo strano a vederlo dall’esterno), il Corvonero non vedeva l’ora di incontrarsi con l’ex compagna di scuola e passare del tempo con lei. Sarebbe andato a prenderla lui al Paiolo, non troppo distante da Diagon Alley dopotutto, e sarebbero entrati assieme all’interno del pub più famoso di Hogsmeade. In effetti, da quella lettera, Brad si era reso conto che James era ancora ferma al Paiolo e non trovato casa. Forse il problema alla gamba era più serio di quello che lasciava intendere.
    Il giorno atteso era arrivato e McNeal era pronto già da un paio d’ore per uscire dall’appartamento, ma aveva deciso di rimanerci un po’ per non arrivare troppo in anticipo e un po’ per dare istruzioni serrate a Rigriel sulla pulizia della casa. Al suo ritorno avrebbe voluto trovare tutto perfetto perché, forse, avrebbe potuto avere un’ospite. Aveva indossato per l’occasione un abito blu, così da essere perfetto sia per il pomeriggio sia in caso l’evento si fosse prolungato per più ore e i due avessero fatto tardi. La cravatta ben stretta al collo, le scarpe eleganti in velluto, il fazzoletto che usciva dal taschino. Insomma, era finalmente pronto a uscire. Passeggiò lentamente per la via, gremita di Maghi e Streghe come al solito. Non ci volle molto prima di raggiungere il Paiolo e chiedere al Locandiere di poter passare per andare a prendere l’inquilina della numero sette. Senza indugi, McNeal salì le scale per arrivare al pianerottolo che ormai, visto il suo trascorso a Londra, aveva imparato a conoscere. Bussò delicatamente, per non disturbare né James né i vicini.
    Ciao J! Come stai? Sei pronta?
    Salutò energico, curioso di sapere quanto la Kennegan fosse veloce nel prepararsi. Nonostante il leggero imbarazzo e un po’ di emozione, comunque, Brad sembrava calmo come al solito, sorridente e raggiante.
    Ti ringrazio per l’invito, mi ha fatto molto, molto piacere.
    Ammise subito dopo, ricordando le parole che aveva usato la Serpeverde. Seriamente lui era la sola persona con cui la famosa James Kennegan voleva parlare?!
    Porse il braccio, per farsi afferrare dalla mano della ragazza così da accompagnarla verso l’uscita della Locanda e smaterializzarsi insieme alla volta di Hogsmeade.
    Crack
    In due era sempre più divertente, perché c’era quel brivido in più che da soli, con l’esperienza, non si provava già da tempo. Nella propria testa ci si chiedeva se il compagno si fosse spaccato o se avesse provato nausea. Insomma, c’erano un po’ di paranoie in più che rendevano il viaggio leggermente più elettrizzante.
    Brad aprì la porta del Pub, cercando di prendersi tutti gli insulti delle testoline, ma facendo comunque passare prima la Kennegan per gentilezza. Salutò la Locandiera e cercò un posto per due che potesse andare bene ad entrambi.
    Sai… - cominciò beffardo, con un ghigno sotto i baffi. - Non ti facevo una ragazza da evento romantico, cosa ti è successo in questo periodo?
    I due si erano sentiti recentemente per il libro che McNeal aveva intenzione di scrivere, ma non avevano avuto modo di vedersi. Quindi, in effetti, Brad non sapeva nulla delle novità della vita di James e, soprattutto, non sapeva come stava fisicamente, anche se dall’aspetto sembrava essersi ripresa alla grande. L’osservò, rendendosi conto dell’incredibile bellezza della ragazza e della profondità dei suoi occhi. Certo, l’aveva sempre ritenuta una bella donna, ma era abituato a vederla in tenuta da Quidditch e già a Capodanno era stata una sorpresa vederla con altri abiti. La provocazione che lui stesso aveva lanciato gli si era leggermente ritorta contro con quei pensieri, poiché le guance cominciarono a colorarsi un po’.
    Come mai ancora al Paiolo, comunque? Non ti sei stufata di quella stanza?
    La domanda aveva un doppio fine, ma per ora James non poteva saperlo. Poco ci volle prima che la Locandiera passò a ordinare.
    Io prendo un Cupid’s Challenge. Tu?
    Chiese gentile. Ricordava che alla ragazza piacevano le sfide e, forse, anche lei avrebbe ordinato lo stesso cocktail.
    Offro io.
    Aggiunse subito dopo, sorridendo senza guardare né James né la Locandiera, per evitare che la Kennegan si opponesse alla decisione. L’evento poteva cominciare.
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    James Kennegan

    Non avrebbe saputo individuare con esattezza il motivo che l'aveva spinta a scrivere una lettera a Brad McNeal per invitarlo alla festa di San Valentino organizzata presso i Tre Manici di Scopa. Nonostante i suoi ventisette anni di età, terribilmente -in un modo davvero pauroso- vicini alla famigerata trentina, James Kennegan aveva ancora notevoli difficoltà a identificare i sentimenti che provava, figurarsi dovergli dare un nome esatto, per questo motivo agiva ancora prima di chiedersi implicazioni e complicazioni che le sue azioni avrebbero favorito o causato. Saputo dell'evento, la figlia d'Irlanda aveva iniziato a vergare sul bancone del Ghirigoro rapide frasi che contenevano un'invito per il Corvonero, piacevole nuova presenza nella sua vita nata da una vecchia conoscenza dei tempi di Hogwarts. Doveva ammettere che rispetto alla sua versione di diciassettenne non si era sviluppata in alcun modo quella maturità che dovrebbe indicare la fine dell'adolescenza e il passaggio alla vita adulta, decisamente non pervenuta nel suo caso. Viveva alla giornata, rinnovando di giorno in giorno la sua occupazione della camera numero sette al Paiolo Magico, senza sapere se lo avrebbe fatto anche la sera successiva o se lei e il suo borsone ancora fatto si sarebbero trasferiti in una dimora degna di questa definizione. Ma a lei non importava, il suo animo inquieto non sentiva la necessità di ancorarsi a un luogo da chiamare casa, il suo spirito pratico aveva la meglio nel farle trovare un giaciglio per la notte, nulla di più e nulla di meno. Anzi, sarebbe finita per portare un letto nel magazzino del Ghirigoro, tra una scaffalatura e l'altra, quando il servizio in camera del Paiolo avesse terminato di esercitare il so ascendente sullo stomaco sempre affamato della Kennegan.
    Comunque aveva un appuntamento, un appuntamento che aveva orchestrato lei stessa, per questo motivo era fortemente motivata nel farsi trovare al meglio dal suo cavaliere. Passata al Madama McClan's aveva acquistato un abito nero, non molto lungo o elegante, semplice ma d'effetto, con le maniche a tre quarti e scintillanti intarsi che rifrangevano la luce delle candele ogni volta che si muoveva o compiva un passo. E parlando di gambe le cure del San Mungo stavano andando decisamente meglio di quanto previsto, così che il suo passo era dondolante ma non claudicante, come se avesse un sassolino nelle scarpe. Ma il mondo dei trucchi e del makeup era decisamente fuori dalla sua portata, Brad si sarebbe dovuto accontentare in un lucida labbra alla ciliegia, probabilmente mangiato prima della fine della serata. Aprì senza chiedere chi fosse ai due colpi sordi della sua stanza, nessuno era a conoscenza della sua presenza lì e soltanto il servizio in camera o il McNeal avevano avuto ragione di bussare. E visto che non aveva ordinato niente le probabilità che si trattasse del Corvonero erano davvero alte. Sorrise istintivamente alla vista del volto dai lineamenti decisi del ragazzo che fino a qualche settimana fa occupava la stanza accanto alla sua. << Hey B.>> salutò allargando il sorriso fino a mostrare l'arcata di denti superiore e rispondendo alle domande successive con una giravolta. << Benissimo e pronta, andiamo.>> Chiudendo alle sue spalle la porta della stanza 7, dando per scontato che anche il ragazzo stesse bene e fosse pronto, infilò il braccio sopra quello che gli veniva offerto dal ragazzo, ormai diventato uomo. << Sono molto felice che tu abbia accettato, non ci sarei andata con nessun altro. >> ci tenne a precisare, arrossando leggermente sulle guance, ma mantenendo fisso lo sguardo di smeraldo negli occhi del McNeal.

    Si materializzarono assieme davanti all'ingresso del locale di Hogsmeade, un nutrito gruppo di avventori si intravedeva dalle vetrate che davano sulla via principale del villaggio. James Kennegan si era mossa con decisione verso la porta d'ingresso, ansiosa di prendere parte a questo evento e di entrare nel locale dopo anni dalla sua ultima visita, ma il suo cavaliere la precedette, aprendo la porta dei Tre Manici di Scopa. Varcare quella soglia era come fare un salto nel passato, un passato bello e carico di dolci ricordi, ma fatto anche di fantasmi e soprattuto di persone perse in giro per il mondo. Le sembrava ancora di vedersi seduta nell'angolo con Niamh a scambiarsi doni prima di Natale, a discutere con la docente di Volo riguardo il suo futuro sul campo di Quidditch, o con la sua migliore amica a escogitare la prossima mossa con una tazza di cioccolata calda tra le mani. Sbattè le palpebre un paio di volte, le immagini del passato sfumarono fino al punto di lasciare spazio al tempo presente, al qui e ora con Brad. << Questo posto è sempre lo stesso eppure... è quasi irriconoscibile. Oh, buonasera Madama, il locale è addobbato in maniera squisita>> salutò la locandiera che era venuta ad accoglierli al loro ingresso. Seguì il ragazzo attraverso la folla di clienti, c'erano molte persone in piedi e altrettante sedute, furono abbastanza fortunati da trovare un grazioso tavolino per due ad angolo, che alla ragazza piaceva particolarmente perché il tavolo e gli sgabelli restavano più in alto delle classiche sedie del locale. << Qui è perfetto>> rispose alla silenziosa domanda che lesse negli occhi del suo accompagnatore, sedendosi su uno dei due sgabelli con una certa difficoltà per via del vestito che scivolava sopra le sue gambe e le impediva i movimenti fluidi con i quali era abituata a issarsi sul suo manico di scopa.
    << Devo forse aver preso troppi bolidi in testa, ma avevo proprio voglia di andare in un posto che non fosse il San Mungo o il Paiolo o il Ghirigoro. Questo posto è... speciale. E beh, mi serviva una scusa per uscire.>> rispose con sincerità, ma venando le sue parole, soprattuto la sua ultima frase, di quel sarcasmo e di quella malizia che sembrava suggerire che avesse approfittato di questo evento per poter uscire con Brad. E in effetti, a livello non completamente inconscio, era proprio questo il caso. Alla domanda successiva rispose con una scrollata di spalle e con un movimento della testa che fece danzare la chioma bionda intorno al suo capo, non sapendo bene come rispondere e prendendo tempo. << Beh, io... non ho altro posto dove andare. Non so dove andare. E tornare a casa dai miei sarebbe una tortura che non augurerei a nessuno...- rabbrividì, fingendo sdegno e orrore, anche se in realtà sapeva che la sua casa in Irlanda sarebbe sempre stato un porto sicuro nel quale tornare, ma le chiacchiere del padre e le apprensioni materne l'avrebbero fatta impazzire, rendendola pronta per il manicomio - Anche se preferivo il precedente vicino di stanza, alla fine non si sta così male... E tu? Dove stai ora?>> domandò con una certa curiosità, arricciando una ciocca lungo le dita della mano sinistra, con un'aria del tutto civettuola. La locandiera arrivò al loro tavolo per prendere le loro ordinazione e James si rese conto solo in quel momento di non aver affatto guardato il menù per quella occasione, trovandosi impreparata dinnanzi a questa scelta. Dopo un attimo di esitazione, dovuto anche al fatto che il ragazzo si fosse offerto di pagare anche per lei, si decise per ordinare quello che aveva scelto il ragazzo. << Cupid’s Challenge anche per me, grazie.>> sorrise rivolta alla donna per poi tornare a posare le iridi di smeraldo negli occhi blu del suo interlocutore. << Allora, come sta venendo il tuo pezzo editoriale?>> domandò, sussurrando le ultime due parole come se si trattasse di un complotto o di una riunione segreta, ma infondo era come se stessero parlando di qualcosa noto solo a loro due, e a lei piaceva condividere questo genere di cose.
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    Tra le mani stringo il cocktail Arlecchino, sento il cuore che mi batte nel petto e sono un po’ agitata: questa si che è una scommessa con se stessi. Guardo Charlotte, mentre entrambe paghiamo i nostri cocktail, poi torno a guardare il drink che tengo tra le dita. Insieme? le domandò alludendo ad entrambi i nostri cocktail di carnevale. O San Valentino. Uno due tre conto rapidamente portandomi il bicchiere sulle labbra e bevendo il primo sorso. Osservo la mia amica fare lo stesso e subito la sua faccia si colora di azzurro. Charlie, la tua faccia... sei azzurra! rido di lei, ma poi capisco che anche la mia avrà assunto un colore uno specchio mi serve uno specchio... oddio di che colore sono? domandò a Charlotte, cercando superfici riflettenti per potermi specchiare. Do un altra occhiata alla mia amica e noto che la sua faccia ora è anche viola e blu, rido ancora, è uno scherzo molto divertente.
     
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    Cheyenne Luna Black
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    In mezzo alla confusione, al chiacchiericcio crescente che si mescolava con il rumore del sassofono che iniziava a dare inizio a una nuova melodia per permettere a chi avesse voluto di ballare, Cheyenne Luna Black decise di fermarsi, solo per un istante, per assaporare con calma quel momento. Agli ospiti dei Tre Manici di Scopa veniva offerto il pacchetto finito, incartato nelle decorazioni in cartapesta e glitter, con cocktail scintillanti e cibi gustosi, ma non avevano idea del lavoro che stava dietro a tutto questo. Era come procurarsi rari ingredienti per una pozione magica, non bastava raccoglierli o procurarseli, bisognava anche prepararli e trattarli, non c'era una ricetta da seguire, nessuna dose era indicata ma una carenza o una presenza eccessiva di un elemento avrebbe rischiato di mandare tutto al macero. Inconsciamente, ringraziava la sua poca inesperienza per questa ingenuità, aveva creduto che sarebbe bastato mettere insieme due cuori e qualche maschera, aggiungere un po' di zucchero e colorante per alimenti al solito menù per organizzare un simile evento. Forse, con la consapevolezza degli sforzi e dei mal di testa che le aveva procurato questa organizzazione, non si sarebbe imbarcata in una simile impresa, ma era proprio grazie ai complimenti ricevuti che si era convinta di poter organizzare con frequenza più assidua simili eventi. Il flusso temporale tornò a scorrere davanti ai suoi occhi, in tempo per poter schivare una frecci di cupido mente consegnava altri due concktail e una fetta di torta a alcuni avventori, tornando verso l'ingresso per dare il benvenuto a una coppia. Riconobbe l'uomo come Brad, il mago che cercava notizie su Ilvermorny con il quale lei era stata piuttosto sgarbata, e un volto famigliare, da vip, nella strega dai capelli biondi con la quale era entrato. « Benvenuti al Carnival Love! Vi ringrazio per i complimenti, ma è merito anche dei miei assistenti in cucina... accomodatevi dove preferite, porto questa fetta di torta e sarò subito da voi per le ordinazioni. Il menù speciale è su ogni tavolino...» spiegò sorridendo con cordialità ai due, decidendo di evitare interazioni troppo personali con il mago per evitare di metterlo nei casini con la sua donna. Anche se si era trattata di una semplice conversazione aveva avuto a che fare con donne e fidanzate estremamente gelose. Inglesi, erano tutti strani. Recapitò una fetta di torta a Lord Lucas, un vecchio nobile inglese che stava annoiando un gruppo di ragazze che avrebbero tutte quanti essere sue nipoti con racconti di guerra, sfrecciando poi accanto alle due ragazze che avevano ordinato l'Arlecchino e che ora si trovavano con le facce dipinte di mille colori. «Comunque quel colore vi dona. Tutto okay? Se posso portarvi altro fermatemi senza problemi. » si assicurò rivolta alle due studentesse, per poi andare alla ricerca della coppia di prima. Li individuò in un tavolino appartato intenti a conversare, era come se fossero racchiusi in una bolla nella quale il resto del mondo non era ammesso. Attese un attimo, prima di intromettersi tra i due. « Vi chiedo scusa, sapete già cosa ordinare?» accanto a lei una piuma blu e il taccuino volavano a poca di stanza per annotare le ordinazioni. Entrambi ordinarono lo stesso cocktail, lo trovò davvero molto dolce, e il mago si offrì di pagare anche per la sua dolce metà. Annuì con il capo e si congedò con un saluto.
    Non passò molto tempo che la Black si presentò con un vassoio fluttuante accanto al tavolo che aveva ribattezzato dei due innamorati. « Ecco a voi. Due Cupid’s Challenge CAR +6 viene 8 Galeoni, ciascuno. Quindi se paghi per entrambi il totale è di 16 Galeoni.» GuKiRTw Nel cocktail di Brad i cherubini versano due gocce di Amorentia, in quello di James invece coriandoli. ricevuto il pagamento la negoziante si affretta ad allontanarsi e andare a ricevere nuovi ospiti e a prendere altre ordinazioni.

    GuKiRTw off topic: se volete potete già fare le vostre ordinazioni, al prossimo mio post dirò che sono passata a prendervele e ve le porto.

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    Essere seduto al tavolo con una celebrità come James Kennegan, faceva sentire leggermente osservato Brad che, un po' imbarazzato per le parole della ragazza, si era ritrovato un colore rosso accesso sulle guance. James era bellissima. Si era vestita per l'evento e aveva lasciato completamente spiazzato lo Scozzese, così com'era successo all'ultimo dell'anno. Era sempre stato abituato a vederla in divisa, scolastica o sportiva, e con quell'abito nero addosso sembrava quasi un'altra persona. McNeal aveva provato un brivido lungo la schiena, aveva cominciato a sentire un po' di soggezione e aveva cominciato a non essere più così sicuro di sé come pensava. Di ragazze ne aveva avute, eppure quelle sensazioni erano del tutto nuove. La fama della Kennegan lo spaventava, purtroppo. Era sempre stato gentile, eppure quel giorno non era riuscito nemmeno a complimentarsi direttamente con la ragazza, anche se con gli occhi, probabilmente, aveva detto tutto (e anche di più). Cercò, quindi, di riprendersi, perché aveva capito che quella soggezione non era da lui e che si sarebbe perso un appuntamento che qualsiasi altro mago in quel locale avrebbe voluto. Sorrise d'istinto, pensando a quanto fosse stato stupido a farsi prendere dall'ansia e posò lo sguardo sugli occhi di James. Osservò i lineamenti del viso, le labbra, la chioma bionda. La vita privata delle celebrità era sempre sulla bocca di tutti, ma quella dell'ex Serpeverde sembrava essere un mistero. Era brava a nascondersi ai giornalisti. Magari, l'indomani, avrebbero parlato della giocatrice di Quidditch più famosa d'Irlanda uscita a San Valentino con un Professore di Ilvermorny. Avrebbero potuto scrivere di tutto pur di vendere qualche copia in più.
    Comunque, Brad tornò a concentrarsi sul suo appuntamento. Voleva goderselo e voleva viversi a pieno quelle belle sensazioni che stava provando. La compagnia della Kennegan, dopotutto, era sempre piacevole e, ormai, l'aveva potuto appurare nel corso dei mesi da quando avevano riallacciato i rapporti. Diventò ancora più rosso quando J se ne uscì con una frase maliziosa - forse lo era stato solo nella sua mente, ma Brad non sembrò preoccuparsene - e d'istinto si strinse il ginocchio con la mano destra, come per svegliarsi. Fortunatamente, sotto il tavolo nessuno l'avrebbe potuto vedere o avrebbero pensato fosse pazzo.
    "Hai trovato la miglior scusa, perché questo evento non me lo volevo assolutamente perdere! - iniziò sincero. - Ma non ti serve nessuna scusa per chiedermi di uscire."
    L'aggiunta finale fu un modo diretto per confermare di aver apprezzato l'invito e che, se ci fossero state altre volte, Brad non si sarebbe tirato indietro. Onesto con se stesso, James gli piaceva. Era inutile negarlo ed era altrettanto inutile perdersi occasioni per uscire insieme e conoscersi meglio. Ed infatti la domanda posta da Brad era stato un modo per capire le intenzioni della ragazza e... buttarsi. Sì, si sarebbe buttato. L'occasione era quella giusta e non aveva nulla da perdere: difficilmente James si sarebbe arrabbiata. Conoscendo la pazzia della ragazza era quasi certo che avrebbe potuto fargli la stessa proposta, come un auto-invito.
    "Ti capisco molto bene! - rise. - I genitori sono una bella rottura."
    Brad voleva molto bene alla madre, ma lo trattava come un bambino nonostante l'età. Con il padre, invece, non aveva ancora fatto pace e non aveva intenzione di farla fino a quando lui non avesse chiesto scusa al proprio figlio per il comportamento da egoista che aveva avuto.
    "Come vicino di stanza sono una bomba, ma sono anche meglio come coinquilino. - lanciò la bomba, pronta per esplodere. - Io sto abbastanza vicino a te devo dire. Di fronte a Ollivander, su Diagon Alley. Il bilocale è squisito! Pensavo ci fosse più casino, ma sono sempre fuori per lavoro e quando torno a casa la sera la via è quasi deserta e si sta davvero bene. Poi basta uscire di casa per trovare tutto quello di cui hai bisogno. Ammetto che è stata una bella fortuna trovare casa lì."
    Cercò di fare una buona pubblicità al suo appartamento per le intenzioni che aveva. Fu interrotto dalla Locandiera che prese le ordinazioni. Entrambi presero un Cupid's Challenge, così da provare il cocktail e sfidare un po' la sorte giocando con i sapori. Non appena tornò con i bicchieri, Brad tirò fuori dalla tasca i galeoni necessari e li porse gentilmente alla locandiera, sorridendole e ringraziandola. Cupido fece cadere nel suo cocktail due gocce, mentre in quello di James dei coriandoli. Gioì quasi come un bambino davanti a quella scena.
    Il discorso precedente era stato interrotto, ma McNeal sapeva come ritornarci. Era pur sempre una richiesta gentile, no?
    "Il saggio dici? - chiese sorridendo, divertito dal tono usato dalla Kennegan. - Non è facile, è il mio primo scritto e devo ammettere che riordinare le idee e buttarle giù per renderle comprensibili a tutti non è cosa da poco. Però sono fiero di come sta procedendo. Spero di fare in tempo. Tu, invece? Di cosa ti stai occupando in questo periodo? Come sta andando al Ghirigoro?"
    Domandò a sua volta, curioso di sapere se ci fossero eventi da lì a breve con qualche ospite speciale magari. Bevve un sorso di cocktail e il suo palato venne travolto da un gusto di biscotto, come quelli che Rigriel gli preparava ogni giorno.
    "Per Merlino! Ma sono i biscotti del mio elfo! Vuoi provare?"
    Chiese, spostando il bicchiere verso la ragazza, inconsapevole che lei non avrebbe sentito lo stesso sapore. E a proposito di elfi, a McNeal tornò in mente la domanda che voleva fare alla Kennegan.
    "Senti un po' J. Il mio elfo sa cucinare dolci buonissimi, anche se è un po' pasticcione impara in fretta. E con la premessa di un fantastico vicino di stanza, ti volevo proporre una cosa. Ci ho pensato da quando mi hai mandato l'invito. - gli occhi si posarono su quelli della ragazza e lo sguardo si fece serio. - Dato che sei ancora al Paiolo, non è che ti va di venire a stare da me? Puoi fermarti per quanto ti pare, ovviamente. Sei comunque molto vicina al Paiolo e avresti un po' più di privacy... Credo."
    Voleva aggiungere un po' di cose, ma le tenne per sé. Dire che anche lui l'avrebbe voluta come coinquilina, dopotutto, sarebbe stato un po' ambiguo. E starsene per mesi in una stanza di una locanda non doveva essere così bello.

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    James Kennegan


    Più di una volta aveva permesso al suo sguardo di smeraldo di sorvolare sul locale e sui suoi addobbi per poterne liberamente cogliere sfumature e sfaccettature. Osservava con una certa preoccupazione gli angeli alati che sfrecciavano da una parte all’altra del locale, versando coriandoli o gocce d’amore nei bicchieri degli avventori. Si domandò se sarebbe stata abbastanza fortunata da poter evitare di scoprire il profumo del suo vero amore, qualcosa di cui raramente aveva voglia di parlare perché infondo al cuore temeva di non aver la possibilità di trovarne uno. La sola cosa più vicina ad esso che aveva avuto era stata con un ragazzo ai tempi di Hogwarts, Stephan, ma lei aveva rovinato tutto con un colpo da maestra e si era rifugiata nel gioco del Quidditch come scusa alle sue azioni. Da allora non aveva più cercato l’amore e ne era stata ben lontana, avvolta in un’invisibile armatura che era in grado di respingere qualunque bolide Cupido le scagliasse contro. Ecco perché era così strano che avesse voluto entrare nella tana del lupo, una sfida personale, che aveva deciso di affrontare in compagnia di Brad . Seduti in uno dei pochi tavoli liberi avevano fatto le loro ordinazioni alla locandiera, Madama Black, che in un battito di cilia fu di nuovo da loro. Ringraziò con un sorriso il Corvonero per essersi offerto di pagare anche per lei e dopo aver visto che nel suo bicchiere erano stati aggiunti solo dei coriandoli un sospiro di sollievo uscì lieve e inascoltato dalle sue labbra appena socchiuse. Era forse il caso di fare un brindisi a qualcosa sì domandò per un breve istante prima che la curiosità di provare il suo drink vincesse sul trovare una risposta affermativa e ne assaggiò un generoso sorso. Era molto buono!
    La conversazione proseguí piacevole anche dopo la breve interruzione per l’arrivo dei cocktail, stava ascoltando una breve descrizione del appartamento che il ragazzo aveva appena trovato in affitto sopra le vie di Diagon Alley quando la locandiera era arrivata con le loro ordinazioni, proseguendo lungo il viale del saggio che il ragazzo le aveva confessato da qualche tempo che stava scrivendo. James, che adorava i libri quasi quanto il Ghirigoro, era stata ben più che contenta di accettare la proposta per pubblicare come suo editore il saggio, per lei quello era un grande lavoro e un onore. Ascoltò con attenzione quello che il mago le disse, cercando di scucire quante più informazioni dalle labbra del Corvonero e di tessere un’idea più precisa del contenuto. << Sono così curiosa di poterlo leggere, premetto che non sono molto ferrata sulla materia, ma controllerò ortografia e grammatica questo sono in grado di farlo...- inizió a commentare con entusiasmo non appena avuto maggiori informazioni dal ragazzo circa il lavoro che stava svolgendo - e poi dobbiamo decidere la pergamena su cui vuoi stamparla, c’è italiana che è di un bianco che sembra marmo di Carrara, ma anche quella inglese non è male, eviterei quella egiziana che è troppo gialla per i miei gusti e oh, dobbiamo poi decidere i caratteri: del corpo, dei capitoli o quello che è e ovviamente del titolo del saggio. E poi dobbiamo scegliere la copertina, rigida, morbida, in pelle o in cellulosa. Ho avviato dei contatti con un conciatore di pelli di drago che può farmene di qualunque tonalità... tipo blu con riflessi verdi o rosse con sfumature d’oro!- si interruppe bevendo un sorso del cocktail, stava divagando, facendosi prendere dal suo animo d’artista che l’aveva subito portata a pensare all’aspetto estetico del saggio sorvolando la parte più difficile e impegnativa che toccava al Corvonero, con studio ricerca e stesura delle sue idee - ma per questo avremo tutto il tempo dopo...>> si affrettò a dire perché non voleva dare al suo autore più preoccupazioni di quante già non ne avesse in merito al suo libro, portando ai suoi occhi altri problemi e altro lavoro che avrebbe dovuto fare prima ancora che avesse portato una bozza a stesura. Fu grata di avere ancora un paio di domande alle quali risponde per deviare l’argomento e riportare l’attenzione su toni più leggeri e meno lavorativi di quanto fatto in precedenza. << Quidditch e Ghirigoro, mi sembra di essere tornata ai tempi di Hogwarts, molto più impegnativo e con molte responsabilità ma è davvero emozionante! Sto guardandomi intorno per scegliere una squadra per il prossimo campionato, ho avuto già diverse offerte e si tratta solo di decidere...e per ora ho te come autore più un altro paio di libri in traduzione: uno dall’Italia e uno dalla Germania.>> mosse la mano in aria in uno svolazzo, come a voler sottolineare che fosse una cosa da nulla, sciocchezze di poco conto. Tornò a bere il suo cocktail, che era stato tempestato di coriandoli tanto che faticava a vederne la superficie, gustando il buon sapore che aveva. Anche quello di Brad doveva avere un sapore ottimo e sorrise alla sua proposta di assaggiarlo. << Oh, non potrei mai! Quell’Amorentia è destinata a te.>> declinò con gentilezza l’invito ad assaggiarlo, non tanto perché era convinta che le gocce versate dal Cupido non avrebbero funzionato se assaggiate da lei, quanto perché era terrorizzata dal contrario. Si era sempre tenuta ben alla larga dall’Amorentia e da tutti i suoi derivati, anche se dubitava che nel bicchiere del Corvonero si trattasse davvero di quella pozione decise di tenersi alla larga.
    Nella sua vita come giocatrice professionista di Quidditch, pure di un certo talento, aveva ricevuto in dono le cose più strane. Alcuni erano sponsor che speravano di associare i loro prodotti al volto dai lineamenti riconoscibili della Kennegan: le erano stati inviati cappelli da cawboy, sciarpe dalle più assurde fantasie, un cappello che ogni volta che qualcuno diceva una complimento applaudiva e ogni volta che James o il giornalista o chiunque altro diceva bolide si metteva a urlare Kennegan fa la pazza se non ti prende con la mazza uno slogan che l’aveva accompagnata per tutto il campionato giocato con i Kenmare Kestrels; aveva ricevuto alcuni snack e prodotti commestibili tra cui insipide e innumerevoli barrette energetiche ma ben presto era stato evidente che la dieta dell’irlandese non corrispondeva al canone tipico del atleta e nessuna pizzeria o pasticceria aveva mai inviato i loro prodotti gratis alla battitrice. Certe volte le era capitato di ricevere lettere e regali non propriamente graditi da alcuni fan che avevano decisamente dei problemi mentali. Qualcuno le aveva mandato delle mutande, persino un paio di reggiseni, alcuni poster risalenti al tempo in cui era stata Capitano di Serpeverde, piccole rappresentazioni di coppe o di scope da corsa. Ma mai, mai, le era stato offerto un appartamento. Una convivenza con la stessa naturalezza che aveva accompagnato la richiesta fatta da Brad McNeal. Sorrise, un sorriso ampio che fece gonfiare gli zigomi della Serpeverde e illuminare lo sguardo facendolo risplendere di smeraldo, perché la proposta che le veniva fatta non poteva che essere piacevole - e ovviamente accettata. Ma si trattava pur sempre di James Kennegan, una a cui piacciono le sfide e le cose semplici non sono affatto nel suo stile, così, rapida e fulminea - riuscendo miracolosamente a non rovesciare nessuno dei due cocktail presenti sul tavolo- si sporse in avanti e stampò un così veloce bacio da non poter nemmeno essere definito un vero e proprio bacio sulla guancia del ragazzo, così vicino al angolo delle sue labbra da essere quasi un mezzo bacio. Baciarsi per davvero avrebbe complicato la convivenza e la Kennegan ne era abbastanza consapevole da non cedere come suo solito a impulsi primordiali. << Ma certo che vengo a stare da te, temo solo che il tuo elfo domestico vorrà chiedere il trasferimento dopo aver capito quanti biscotti mangio per colazione.>> rispose una volta tornata composta al suo posto, come se nulla fosse, giocando con la cannuccia del suo bicchiere e rigirando il liquido che vi era contenuto. << Sei sicuro di voler condividere il tuo appartamento con- un disastro come - me?>> domandò confusa e perplessa realizzando quando quella proposta potesse essere stette da un qualche impulso o dal cocktail troppo ghiacciato e non da un ragionamento formulato con un senso compiuto.

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    Parlare del proprio saggio faceva solo che piacere a Brad McNeal che, dopo aver trovato la giusta motivazione, dopo aver avuto l’appoggio dell’editrice – proprio James Kennegan, col quale era seduto al tavolo – e della preside di Ilvermorny, aveva cominciato a darsi da fare per scriverlo. Non sarebbe stato facile, lo sapeva, perché non aveva mai avuto una vera e propria esperienza di scrittura, se non per il resoconto delle spedizioni che faceva per conto della società di suo padre per erbe curative o ingredienti per pozioni. Era però convinto che, una volta terminato, sarebbe stato motivo di grande orgoglio, perché in un certo senso significava inseguire il proprio sogno. Brad, sin da quando era uscito da Hogwarts, aveva sempre desiderato dare una mano concreta alla comunità magica e, con l’avvento di Grindelwald e delle sue teorie, voleva ancor di più uscire allo scoperto e dire quelle cose che, per paura, la maggior parte delle persone si teneva dentro o, addirittura, negava per quieto vivere. Voleva cominciare così, con un saggio che sarebbe diventata un po’ una guida per tutti quei maghi e per tutte quelle streghe che volevano imparare a difendersi e a salvarsi da una situazione complessa senza l’utilizzo di Incantesimi di difficile esecuzione perché, era giusto ricordarlo, non tutti erano allo stesso livello e McNeal era sempre più convinto che era proprio dai più deboli che si doveva partire.
    Parlare di pergamene, copertine e quant’altro, tuttavia, non gli interessava eccessivamente. Sapeva che per quello c’era James, Negoziante del Ghirigoro e sua editrice. Si fidava dell’esperienza e del buon gusto dell’ex Serpeverde e non aveva problemi a far scegliere tutto – o quasi – l’aspetto estetico a lei. Fosse stato per lui l’avrebbe consegnato a mano di porta in porta su fogli di pergamena normali duplicati con facilità.
    La materia, in effetti, è sconosciuta e sottovalutate. È per questo che vorrei provare a farla emergere, ritengo che sia molto importante, sia per i miei studenti sia per qualsiasi altro mago o strega della Terra.
    Disse serio, convinto pienamente delle sue parole. Non era la prima persona che gli diceva che non conosceva la materia ed era assolutamente normale viste le scuole di pensiero degli ultimi decenni e visto l’andamento della società che spingeva in direzione totalmente opposta.
    Mi fido, comunque, delle tue scelte. Ti manderò pezzo per pezzo, così potrai leggere e correggere e, nel frattempo, pensare a quale pergamena si adatta di più al testo. Che ne dici?
    Aveva notato l’imbarazzo della Kennegan nell’aver accelerato i tempi, ma non era un problema. Dopotutto lui era il primo che sperava di finire nei successivi mesi così da portare il libro prima della fine dell’anno scolastico.
    Il ricordo di James dei tempi di Hogwarts accesero una lampadina nella mente di Brad che aveva sepolto un po’ il suo passato, ma era pronto a rispolverare e riportare tutto alla luce.
    Oh, sì. Mi ricordo. La scuola era sempre al terzo posto per te, vero? Quidditch e Ghirigoro erano tanto importanti per te. Beh, direi che sei nata per questo, guardandoti adesso: negoziante e giocatrice professionista. Te lo saresti mai immaginata? - domandò curioso. - Ammetto che ti vedevo bene come giocatrice, ma l’aspetto più serio e tranquillo di te, dietro al bancone, ancora faccio fatica a credere sia vero.
    Sorrise. L’aveva presa un po’ in giro, ma l’uragano Kennegan dietro ad un bancone era quasi un ossimoro. “Traduzioni? Di che si tratta? Materie interessanti?
    Domandò infine Brad, curioso di sapere cosa stesse combinando James. Lei sapeva quasi tutto di lui, mentre lui era quello più ignaro della vita della compagna di tavolo. Non che fosse egoista, anzi, ma non amava il gossip e leggere i giornali per conoscere le ultime notizie dei personaggi famosi era impensabile per uno come lui. Avrebbe voluto chiederle anche di più sulla gamba, delle visite al San Mungo, ma preferì evitare per non metterla troppo sotto pressione. Dovevano divertirsi e lui non aveva alcuna intenzione di intristirla.
    McNeal annuì al declino dell’offerta del cocktail, anche se non se l’aspettava. Conoscendo la curiosità e la golosità della ragazza era piuttosto certo che si sarebbe lanciata, ma si dovette ricredere, scoprendo un altro lato che ignorava. Una valanga di sorprese: questo era James Kennegan.
    Comunque, aver proposto a James di andare a stare da lui, di essere, in poche parole, la sua coinquilina, aveva reso Brad un po’ agitato. Non sapeva spiegarne il motivo, perché dopotutto lui era sempre stato molto sicuro di sé e difficilmente permetteva alle emozioni di avere la meglio sulla ragione. Tuttavia, con la presenza della Kennegan qualsiasi certezza era andata a farsi benedire e l’ex Corvonero si era ritrovato a dover improvvisare totalmente. L’invito ricevuto inaspettatamente e l’atmosfera del locale, tra l’altro, rendevano il tutto decisamente più complicato. Brad non poteva sapere se la ragazza stesse bene dentro la locanda – lui, dopo una sola settimana, era stato ben contento di andarsene via – e non poteva sapere se avesse intenzione di allontanarsi da Londra per stare più vicina alla sua futura squadra di Quidditch. Ma era vero quello che le aveva detto: da quando aveva letto l’invito, McNeal aveva pensato a una James in casa, lì con lui, senza più scuse per sentirsi o vedersi, semplicemente lì, l’uno accanto all’altra.
    Senza neanche ricevere una risposta, si ritrovò un bacio sulla guancia – anche se la vicinanza alle labbra era davvero pericolosa – e, ammutolito, osservò la Kennegan riprendere posto, come se nulla fosse. Mille e più domande passarono per la testa dello Scozzese che, però, cercò di darsi un contegno. Di sicuro era arrossito, se lo sentiva. Aveva caldo e dubitava fortemente che era solo per colpa del cocktail. E quel gesto… Cosa significava? Il battito cardiaco era diventato più celere, la testa era partita in un viaggio senza ritorno e i neuroni, probabilmente, avevano cominciato a brindare. Quella ragazza gli faceva male, lo rendeva diverso da ciò che era sempre stato e, almeno al momento, questa cosa lo disturbava, ma al tempo stesso lo incuriosiva a tal punto da volerla sempre di più nella sua vita. Brad aveva fatto la mossa giusta: invitarla a stare da lui era stata la migliore delle soluzioni.
    E poi… Al locale qualcuno si sarebbe accorto del bacio dei due? Sarebbero finiti sulla prima pagina l’indomani? Imbarazzato, ma felice – oh, sì che lo era! - Brad guardò con occhi sognanti la sua compagna di appuntamento. Bella, bellissima, ma spaventosa, tremendamente spaventosa. Nemmeno si rese conto che la Serpeverde riprese a parlare, tanto era nel suo mondo. Solo quando lei gli pose una domanda, McNeal si accorse di essere stato fermo e zitto per un tempo indeterminato. Ancora più in imbarazzo, per aver dato la prova della potenza di quel bacio, bevve un sorso, riordinò le idee e cercò di ritornare in sé.
    Certo. Sono sicuro. - affermò, deciso. - E non ti preoccupare per Rigriel, così si chiama il mio elfo, adora cucinare e appena capirà che può stare ai fornelli un po’ di più comincerà ad adorarti, parola mia.
    Sorrise compiaciuto. Aveva davvero accetto? Cioè, Brad McNeal e James Kennegan sarebbero andati a vivere assieme? Brad allungò la mano sul tavolo, col dorso verso l’alto, in un gesto totalmente naturale, per farsela stringere dall’ex compagna di scuola.
    Ti va di venire a vedere casa quando usciamo di qui?
    Era forse una richiesta ambigua che presupponeva intenzioni poco ortodosse?! Forse sì, ma poco importava al Professore di Ilvermorny. Voleva presentarla a Rigriel, voleva farle vedere l’appartamento e voleva, già, farla ambientare in quella che sarebbe diventata casa loro.

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