the Sunday afternoon rebellion of rubber bands

affari tra bionde

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    Auror
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    Chloe Walsh
    Delle molte - troppe- cose fatte con il mantra del mia madre non lo deve venire a sapere quella di trovarsi nelle vie di Hogsmeade appariva come la più consueta fra tutte, ma non per questo andava abolito l'embargo verso la madre patria che mi ero imposta di applicare fino a data a destinarsi, potenzialmente un daspo che sarebbe perdurato nei secoli dei secoli amen. Avevo passato giorni chiusa nell'Accademia Auror, così mi piaceva chiamare il lurido scantinato sepolto sotto i piani del Ministero della Magia dove Wright ci faceva allenare per diventare qualcosa di più decoroso di semplici reclute Auror, contando il passare delle ore per un rapporto proporzionale tra bolli e lividi che affioravano sulla mia pelle, un tempo definita d'alabastro ma ora era più che altro in tonalità ametista, e il tempo che intercorreva prima che questi passassero in secondo piano per il sopraggiungere di altri. Avevo pensato, scioccamente, che essere Auror mi avrebbe portato a usare la bacchetta magica e a destreggiarmi in incantesimi difficili e modalità di difesa inedite, ma la verità era che non avevo messo mano sul mio catalizzatore di magia fino al giorno precedente. Wright aveva impostato un allenamento fisico, duro, spossante. Dopo la traumatica sveglia con tanto di secchiata di acqua gelida avevo dovuto guadagnarmi la colazione, se così poteva definirsi il porridge scotto, eseguendo un numero impossibile di flessioni. Mi ero guadagnata un giorno di libertà, una domenica pomeriggio da trascorrere per rimettermi in sesto e uscire da ghetto degli allenamenti, con le ossa a pezzi e le spalle dolenti. Ma anche in questo caso era una libertà effimera, avevo imparato quanto subdolo il Capo Auror potesse essere nei miei confronti. Non la sua allieva preferita, sicuramente una delle più disastrose degli ultimi anni. "Prenditi qualche ora di pausa, vai ad Hogsmeade e cerca di creare un profilo completo di più sconosciuti possibili, la socialità è importante..." Erano le subdole parole con la quale ero stata congedata. Sbuffai, sospirai e pensai addirittura di mollare tutto e mandare tutit quanti -leggasi J.A.W.- al diavolo, ma per Merlino mi ero ripromessa di resistere e a denti stretti e pugni serrati, avevo le nocche troppo indolenzite per sferrare veramente un cazzotto sul muso duro del Capo, mi smaterializzai nella via principale di Hogsmeade. Indossavo delle calze nere, con degli stivali che arrivavano poco più in su delle caviglie che mi avrebbero impedito di uscire dal sentiero tracciato e pulito di neve, ai lati alcuni decine di centimetri di neve accumulata si ergevano minacciosi, avvolta in un cappotto grigio e informe che nascondevano le mie curve femminili da sguardi indiscreti. Ancora portavo i capelli legati in una coda, che decisi di sciogliere per ricavare un po' di calore da essi ma l'elastico mi sfuggì dalle dita, rompendosi e lanciandosi verso un'ignara passante che venne colpita dal elastico nero lanciato ai mille allora. "Per Morgana, ti chiedo scusa!"

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    Ghiaccioli
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    - Oh dannazione. -

    Lo sguardo marino di Adeline era scivolato con enorme sconforto sulla chiazza color caffè che, senza alcuna pietà di lei, si era allargata a vista d'occhio su uno dei suoi pullover preferiti azzurro polvere:
    la tazza in ceramica che nel frattempo bianco su nero le ricordava “Keep calm and be magic” con un'ironia babbana tutta da ridere, era stata così posata con poca grazia sulla scrivania della sua camera, mentre il grande specchio ovale lì accanto rifletteva una Adeline tutto-un-programma che, esaurita come poche volte le era capitato nella vita, infine aveva gettato la spugna a fronte di una chilometrica pergamena – l'ennesima – di lavoro.
    - Per oggi basta. -
    Si era quindi detta decisa, abbandonando ufficialmente pergamene, piume, boccette d'inchiostro, lettere e post-it dei colleghi e tazza di caffè – ormai semi vuota.
    Aveva gettato il pullover nel cesto della biancheria, poi non contenta aveva gettato sé stessa sotto una lunga e rigenerante doccia bollente.
    Solo una volta uscita, avvolta in un ampio e morbido asciugamano bianco ed immersa in una fitta cortina di vapore, il primo timido sorriso della giornata era riuscito a far capolino tra le labbra rosee della ragazza: insomma, era domenica accidenti.
    Una splendida domenica pomeriggio, e lei adorava le domeniche pomeriggio accidenti, ancora di più se splendide.
    Un battito di ciglia quindi, e la giovane strega aveva stabilito il nuovo programma di quella splendida domenica pomeriggio.


    Si era materializzata all'inizio della via principale di Hogsmeade, avvolta nel suo cappottino grigio scuro preferito e in una morbida sciarpa che nascondevano un maglioncino di lana bianco e dei semplici jeans neri, con tanto di scarponcini del medesimo colore.
    Aveva espirato piano, appena oltre la sciarpa, e una nuvoletta di vapore si era formata e dissolta nel giro di qualche attimo.
    I capelli dorati, sciolti come piacevano a lei, si muovevano seguendo le brevi raffiche di vento che ogni tanto contribuivano a far rabbrividire la popolazione magica – come se la neve e le temperature gelide già non fossero state a sufficienza.
    Amava passeggiare, osservando le persone più che le vetrine, e dopo la settimana appena passata che l'aveva vista succube del lavoro e degli impegni, in fondo, qualche ora di svago se l'era più che meritata.. o almeno, questo era quanto si ripeteva ora mentalmente camminando piano tra maghi e streghe di ogni genere e tipo.
    “Perfezionista con tendenze preoccupanti allo stacanovismo” l'avrebbe ripresa sua zia Ada, se fosse stata partecipe di quei pensieri.
    Adeline sorrise, nascondendo il naso gelato sotto la lana calda e affossando le mani dentro le tasche del cappotto.

    Per Morgana, ti chiedo scusa!
    Persa per metà tra i suoi pensieri e per metà nel suo passatempo preferito – osservare le persone, dall'altra parte della strada una signora stava chiedendo informazioni su dove acquistare uova di Acromantula, uno sgargiante mantello verde sulle spalle ed un bizzarro gufetto iperattivo a gravitarle attorno alla testa come un satellite – si era a malapena resa conto di un estraneo oggetto che l'aveva colpita in effetti dritta dritta in fronte:
    - Figurati – rispose quindi istantaneamente la ex Corvonero, portando velocemente l'attenzione sulla figura che ora le si parava davanti.
    Era una giovane donna, all'incirca della sua età probabilmente e che - vedi la sorte che fece sorridere incuriosita la londinese – per certi versi le assomigliava: capelli dorati, anche se più lunghi rispetto al suo taglio sbarazzino, occhi di un magnetico azzurro, i lineamenti del volto erano fini ma decisi. Persino il vestiario, un cappotto grigio che lasciava intravedere in fondo solamente delle calze nere oltre alle scarpe, rimandava come un bizzarro riflesso della Walker: ad un primo colpo d'occhio, sembravano tanto simili le due streghe, quanto probabilmente si sarebbero potute rivelare diverse ad uno sguardo più approfondito. Ma la cosa divertì comunque la londinese.
    Sorrise, mentre lo sguardo bicromatico scivolava sino al marciapiede pasticciato di neve semi sciolta: -Immagino che questo sia tuo quindi – si chinò per raccogliere l'elastico della ragazza, cercando subito dopo il catalizzatore per poterlo ricomporre e quindi riconsegnare alla proprietaria – Io di questi affari ne perdo o ne rompo a decine, continuamente – aggiunse quindi cordiale, porgendo il piccolo oggetto alla strega per poi rabbrividire l'attimo seguente:
    -Accidenti, si gela oggi, non è vero?-
     
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    Chloe Walsh
    Come in una delle migliori rappresentazioni del Grifondoro tipo, una sorta di vademecum di cose che tipicamente fanno soltanto i figli di Godric Grifondoro proprio come definizione di appartenenza a questa casa, non capitava giornata nella quale non mi accadesse un qualche casino. Era riuscita a rovesciarmi il caffè addosso qualche giorno prima, durante un appuntamento al Madama Piediburro ero riuscita a parlare con un sorso di acquavite in bocca e a sbrodolarmi addosso come una poppante, ero inciampata così tante volte che persino le mie caviglie avevano perso il conto, e una serie di altre problematiche che si risolvevano tutte con l’umiliazione - spesso accompagnata dal dolore fisico- della mia persona. Goffa e maldestra mi avrebbero potuto definire alcuni, portatrice di sfighe certi altri, ma la verità era che qualunque cosa facessi combinavo qualche guaio. Ma non mi era mai capitato in tutta la mia vita che facessi qualche disastro che avrebbe potenzialmente danneggiare l’incolumità altrui. Avevo osservato con occhi sgranati e pupille dense di terrore l’elastico che si era proiettato proprio contro la fronte di una sconosciuta, lasciandomi soltanto rabbrividire al pensiero che se le avesse centrato un occhio sarei stata nei casini. Ma per una volta la sfiga aveva chiuso un occhio pun intended e mi aveva evitato di fare una figura peggiore di quanto già non risultasse. Sorrisi rincuorata nel sentire la voce della strega non insultarmi, non era difficile da immaginare perché c’erano certi squilibrati mentali in giro in quel secolo da riempirci dodici reparto psichiatrici al San Mungo, e solo in quel momento osservai con maggiore attenzione la vittima del mio elastico. A un primo colpo d’occhio fu come osservarmi dinanzi allo specchio, lasciandomi un attimo interdetta di quella apparizione in carne ed ossa rassomigliante a me. Ero abituata ad avere un gemello, mio fratello Chris era nato quasi mezz'ora prima di me, ma eravamo così diversi sia nel aspetto fisico che nel carattere che non avevo mai avuto modo di provare il disagio di non sentirmi "unica e speciale" come spesso accade per chi ha una copia identica di se stesso. Per fortuna, perchè ad essere perfetta e imperturbabile come lo era Chris probabilmente sarei impazzita, anche se a ben pensarci questo avrebbe risolto molti dei miei problemi tra le quali un certo disprezzo di mia madre. Sbattei un paio di volte le palpebre, velocemente come se qualcosa si fosse infilato nel mio occhio, per mettere a fuoco le divergenze con la donna che inavvertitamente era stata raggiunta dal mio elastico, proprio mentre questa si prodigava con un colpo di bacchetta per aggiustarlo. Mi saltarono subito all'occhio i punti che non avevamo in comune, come i suoi capelli più corti o il fatto he sembrasse un po' più alta di me, il suo stile era più elegante-chic del mio sportivo da donna che ha appena finito di farsi il culo viola a forza di prenderle in allenamento con Wright. Ma un dettaglio mi paralizzò. Un dettaglio piccolo e caratteristico, ma facilmente individuabile da chi in famiglia aveva un gemello con lo stesso difetto cromatico agli occhi. Forse ci hanno scambiato nella culla. Pensai immaginando e invidiando la vita della sconosciuta senza quella lagna di mio fratello Chris. L'idea che anche Madame Blonde che avevo lì dinnanzi fosse fatta della stessa pasta di mio fratello gemello mi destabilizzò, nessuno sarebbe stato contento di conoscere mio fratello, ma avevo deciso di dargli una chances, soprattuto ricordandomi del piccolo -e molto poco facoltativo- incarico assegnatomi dal mio Capo Auror preferito. "Sono degli aggeggi infernali. Ho perso il conto di quanti ne ho persi e sinceramente non spreco nemmeno magia per aggiustarli sono... delle cause perse" sorrisi allo scambio di battute con la gemella perduta di Chris, così la stavo mentalmente chiamando, scuotendo il capo per sottolineare quanto poco mi piacessero e allo stesso tempo rivedendo un po' di me stessa all'interno della categoria cause perse, presente! Allungai la mano per prendere l'elastico, la mela della vergogna che aveva invaso gli spazi personali della donna "Ma devo ammettere che non mi era mai capitato che mi odiassero al punto di lanciarsi addosso alle altre persone. Ti chiedo ancora scusa e si... in effetti si gela, uff e io che speravo che quest'anno la Scozia fosse più clemente come inverno..." in vita mia non avevo mai inanellato così tante parole come quelle che uscirono dalla mia bocca in quel momento, nemmeno da ubriaca di Burrobirra e con la sbornia chiacchierona in circolazione. Infilai l'elastico riparato intorno al polso destro, rabbrividendo perchè si era bagnato a contatto con il nevischio, un brivido che fece scuotete il braccio lungo il fianco. Per dissimulare questo disagio decisi di allungalo verso la donna e presentarmi "Io sono Chloe Walsh, distruttrice d'elastici a tempo perso " gioendo di avere indosso dei morbidi guanti di lana a proteggermi dal gelido di quel giorno.

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    Ghiaccioli
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    Adeline, spirito quieto tanto quanto inquieto, aveva sviluppato questa – alcuni l'avrebbero persino definita quasi insana – passione per il genere umano:
    cresciuta tra le mura domestiche in compagnia unicamente di pile infinite di libri di ogni genere e sorta ed una stravagante zia dai dubbi gusti circa i valori e gli insegnamenti adatti ad una bambina ma certissimi circa le tipologie di whisky migliori sul mercato, spesso nel corso degli anni, la biondina si era chiesta come sarebbe stata la sua vita se affianco a lei, avesse avuto una sorella o un fratello, minore o maggiore che fosse.
    Amava osservare le persone, studiarle e sorridere dei loro piccoli o grandi dettagli, così come amava ancora di più relazionarsi con loro.
    Uno dei momenti più belli della sua vita, era stato il suo ingresso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ormai più di quindici anni prima: lì, tra i banchi e le comode poltrone della sua sala comune, aveva finalmente trovato quella famiglia che tanto aveva anelato nei suoi anni di sì autonomia, indipendenza, grande accrescimento culturale e bla bla bla – d'altronde non aveva voglia di riportare alla memoria le infinite tiritele di sua zia su quanto le era stato magnanimamente concesso nell'infanzia – ma anche di enorme.. solitudine.
    Da che aveva memoria, la giovane strega aveva sempre amato persone e creature, magiche e non, ma da altrettanto tempo, al di fuori di quelle dorate parentesi in cui era riuscita a intrecciare legami più o meno forti con diverse persone, aveva sempre avuto la triste impressione di porsi più come adorante spettatrice che come effettiva protagonista di quel magico mondo di relazioni.
    Non che Adeline non ci provasse: gli anni di scuola erano stati per l'appunto i più belli che avesse sino a quel momento vissuto, ma una volta diplomata ai M.A.G.O .. non era tornata nell'enorme – e vuota, come sempre – dimora inglese della zia, preferendo comprarsi un piccolo bilocale e dedicarsi a sé stessa lontana da quella sua strana quasi-mamma. In un modo o nell'altro però, così – complice il lavoro in cui si era buttata a capofitto anche se comunque per passione, complici le vecchie amicizie che per amore o per lavoro si erano tutte trasferite lontano – Adeline in conclusione si era ritrovata nuovamente da sola, per quanto ogni scusa per lei fosse buona per cercare di fare nuove conoscenze, chiacchierare o semplicemente passare il tempo in compagnia di qualcuno.
    Ma sola, di nuovo.
    Adorante spettatrice e non protagonista, di nuovo.

    Era con questo sguardo così, che la ex Corvonero scrutava la sconosciuta di fronte a lei: così simili e così diverse, come sarebbe stata la sua vita se accanto a lei, nel Manor di famiglia ci fosse stata anche quella strega?
    Avrebbero condiviso gli hobby e le passioni oltre alle colazioni e gli armadi?
    A quella sconosciuta piacevano i libri, le persone e gli animali come a lei? E le lunghe passeggiate, il thè caldo al limone con vagonate di biscotti, era sbadata e continuamente con la testa fra le nuvole come lei? Era magari allergica alle arachidi?
    - Sono degli aggeggi infernali. Ho perso il conto di quanti ne ho persi e sinceramente non spreco nemmeno magia per aggiustarli sono... delle cause perse -
    Persa come suo solito nella miriade di pensieri che nel giro di qualche secondo le avevano invaso la testolina dorata, le parole della giovane di fronte a lei la riportarono velocemente alla realtà, mentre scrollando lievemente la testa, Adeline sorrideva a metà tra il cordiale e l'imbarazzato all'idea di essersi persa così in fretta tra i suoi pensieri, apparendo così enormemente tra le nuvole.
    Quell'incontro così casuale sembrava averla destabilizzata più di quanto mai avrebbe potuto immaginare.
    -Beh, per me niente e nessuno è una causa persa - rispose quindi sincera, spinta da una convinzione per lei inscalfibile - Tuttalpiù, rimane una questione di prospettiva, o di tempistica. -
    Aggrottò un poco le sopracciglia, trattenendosi dall'iniziare un'infinita e sconfinata elucubrazione filosofica sul suo personale concetto di “prospettiva, tempistiche e condizioni di contesto” che probabilmente l'avrebbero fatta passare ancora più per matta/stramba, più in effetti di quanto non fosse già probabilmente.. considerato soprattutto il fatto che si stava parlando di semplici elastici per capelli.
    -Figurati comunque, davvero - ridacchiò, dondolando un poco sulle gambe mentre il freddo le intirizziva i muscoli e affondava ancora un poco le mani gelate nelle tasche del cappotto -E si, anche quest'anno non sembriamo salvarci da queste temperature.. mia zia Ada direbbe che è uno degli ennesimi tentativi da parte del mondo di raffreddare un po' la mia testolina fumante perchè iperattiva! - scherzò ricordando una delle frasi più celebri della vecchia strega, quando un pomeriggio d'inverno di parecchi anni prima la streghetta era tornata a casa talmente congelata dal collo in giù che alla zia erano servite diverse ore di aria calda dalla bacchetta, fuochi magici e tazze di cioccolata per farle recuperare una temperatura corporea quantomeno sufficiente. In compenso, la testolina bionda della nipote era rimasta così stranamente bollente che la omonima zia non si era trattenuta dal dare voce al sarcastico – e in effetti piuttosto azzeccato – pensiero.
    Ma forse anche questo l'avrebbe fatta ricadere sotto l'etichetta di – stranaleièpropriopropriostranaa - ed Adeline così si ritrovò a sorridere ancora, stringendosi un po' tra le spalle.
    Sarà che il troppo lavoro delle ultime settimane e quell'incontro/scontro con quella sconosciuta per certi versi così simile a lei, l'avevano mandata momentaneamente in tilt.
    -Io sono Chloe Walsh, distruttrice d'elastici a tempo perso.-
    Quella mano tesa in sua direzione però, sembrò salvarla dalla marea sempre più alta di pensieri e turbolenze emotive di quegli ultimi attimi:
    -Adeline Walker, speranzosa credente di elastici a tempo pieno.-
    Rispose quindi, pensando che intanto in un modo o nell'altro, era stato proprio quel piccolo elastico ad offrirle quella che alla giovane ex Corvonero, all'improvviso sembrava una nuova possibile parentesi della sua vita.. una parentesi dorata, in tutti i sensi.
    La mano che nel mentre era uscita dal rifugio caldo dato dalla tasca del cappotto, andò a stringere quella guantata della ragazza:
    -Ti.. ti andrebbe per caso di fare due passi in compagnia?-
    Aggiunse in ultimo, tutto d'un fiato: d'altronde se da spettatrice voleva diventare protagonista.. da qualche parte avrebbe pur dovuto iniziare.
     
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    Chloe Walsh
    Eppure non riuscivo a togliermi dalla mente la caratteristica bicromica che accomunava la bionda sconosciuta al fratello gemello. Cercavo negli occhi della donna qualche dettaglio che potesse suggerire una qualche parentela, come se il difetto genetico non fosse un esempio già lampante, che potesse iscriverla nella famiglia Walsh. Mia madre aveva raccontato fino allo sfinimento la storia della mia nascita, o meglio della nascita di Chris, che doveva per forza includere, anche se in maniera del tutto sbrigativa, a fine storia dopo la lunga descrizione di quanto perfetto fosse il bambino dai boccoli dorati e dagli occhi di colore diverso, di come dopo più di mezzora venni al mondo io. Una comparizione di pochi minuti, soltanto per paragonare quanto fossero già diversi i gemelli Walsh e come fosse evidente che la secondogenita mancasse di grazia e qualunque altra qualità riscontrati fin dai primi istanti di vita del figlio maschio. Vista la significativa differenza di carattere, che aveva tracciato un confine netto tra me e mio fratello, non avevo mai messo in dubbio di poter essere effettivamente sua sorella gemella. A meno finché non avevo trovato la strega bionda con il medesimo tratto distintivo delle iridi di Chris. Dinnanzi a questa rivelazione, beffarda la natura che se ne esce quando a 27 anni di vita non si può far altro che rassegnarsi alla propria famiglia, alle continue lamentele di mia madre sulla mia inadeguatezza e al costante paragone con il dio della perfezione Chris Walsh, eccola che lei ti instilla nell'orecchio una pulce dubbiosa. Avrei forse potuto evitare tutti questi anni di disagi e paragoni? Questa è la domanda che affligge il mio cervello appena sotto alla chioma bionda, quasi quanto quella della mia interlocutrice. A questa domanda non posso fare ameno che invidiare la creatura che ho davanti per essere sfuggita alle grinfie di Diana Walsh e al tempo stesso di nutrire un certo riserbo nei suoi confronti perchè...cavolo avrei potuto avere una vita decisamente meno complicata. Mi domando dove sarei finita a questo punto della mia vita se non fossi stata guidata dal mio continuo mia madre non deve venirlo a sapere, mantra che ha condizionato quasi tutte le mie scelte e che mi ha portato sulla via della ribellione. Mi sono persa nei miei pensieri, nel fitto tracciato genetico che potrebbe unirmi alla sconosciuta e slegarmi dall'asfissiante presenza di Chirs, quando la mia quasi-sorella parla di tempistiche e prospettive. Chissà quale tempistica ci ha portato ad essere lì, così simili eppure così diverse, dopo una vita che ignoravo l'esitenza di una gemella più gemella di me con Chris. Mi sono incasinata, lo ammetto. " Solo Merlino sa quanto si diverta a far accadere questo tipo di cose con tempistiche totalmente assurde per creare il massimo imbarazzo. Se non altro è una storia divertente da raccontare " seguii il filo del discorso intrapreso dalla bionda, trovando un certo velo di serietà nella sua frase, come se fosse un principio al quale credeva e che non mi sembrava il caso di infangare con la mia linguaccia impertinente. Non potei fare a meno di ridacchiare un po' sull'argomento metereologico e in particolare sulla presentazione di questa misteriosa zia Ada, che avrebbe avuto molto da ridire anche sulla mia testolina, cercando comunque di non unire due famiglie che per quanto ne sapevo non avevano nulla in comune se non nelle mie mere e del tutto astratte congetture che tutt'al più potevano essere definite come fantasie. Ma la linguaccia di cui sopra non seppe trattenersi e così mi uscì una frase che suonava in tutta la sua inquietante declinazione con un "Mia madre Diana direbbe la stessa cosa anche su di me, quindi, piacere di conoscerti compagna di testa calda" sorrisi cercando di mitigare un po' l'imbarazzo di quanto appena avevo detto con quello che a me sembrava essere un sorriso amichevole. Non avrei saputo dire se stavo facendo colpo o se invece stavo semplicemente facendo la figura della pazza del paese, della tipa stramba che importuna la gente con gli elastici e poi cerca di attaccarsi come una zecca alle famiglie altrui. Se il Wright avesse visto questo mio comportamento da psicopatica, o avesse anche solo immaginato la natura perversa della mia ribellione alla madre e come questo mi facesse credere di avere più in comune con una sconosciuta che non con la mia famiglia, beh probabilmente sarebbe bastato a farmi giocare per sempre il distintivo auror.
    Finalmente il neurone sano si mise in moto riuscendo a farmi fare una presentazione accattivante e per nulla inquietante, almeno secondo gli standard di cui sopra, con tanto di una stretta di mano salda e precisa. Ringraziai la presenza del guanto, perchè con tutte le vampate - si come una vecchia in menopausa- causate dall'imbarazzo che mi ero auto inflitta probabilmente avrei culminato la mia persona umiliazione con una stretta di mano appiccicosa e sudaticcia. Ma anche questo ingombro scivolò via come bile di troll, permettendomi di constatare una reciproca simpatia con la domanda che mi venne rivolta in seguito "Si, mi farebbe molto piacere!" risposi con decisamente troppo entusiasmo alzando troppo l'acuto della voce sul finire della frase. Cercai di recuperare affrettandomi ad aggiungere "Se sto ancora un po' ferma inizierò a trasformarmi in un pupazzo di neve. Ho i piedi già gelati... temo sia una quale pecca ereditaria, pessima circolazione" commentai, concludendo la spiegazione con uno sbuffo che si trasformò in una nuvoletta bianca davanti al mio volto. Mi mossi verso la ragazza, in modo da affiancarla, poi indicai il centro del villaggio, dove vi erano negozi e pub. "Di qua?" domandai per sincerarmi che volesse dirigersi in quella direzione. "Tuto questo mi ricorda i weekend ai tempi di Hogwarts, aspettavo tutta la settimana per fare scorta da Mielandia, ma chissà come finivo tutte le cioccorane prima della cena di domenica." mi lasciai trasportare da un ricordo, buttato a casaccio in quella che ormai mi ero rassegnata essere una conversazione fatta di mie uscite stravaganti e probabilmente una pessima impressione. Ma finchè la Walker non fosse camminata, grazie a Morgana non poteva sentire le mie pessime battute che non facevano affatto ridere, lontana a gambe legate non vedevo motivo di mitigarmi.

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    Adeline del proprio passato e delle proprie origini sapeva poco e niente.
    Tutto ciò che nel corso degli anni era riuscita a raccogliere, lo doveva alle scarne informazioni fornitele da sua zia Ada, e da qualche commento che di sfuggita era scappato dalle rugose boccucce di rosa delle alcoliste non poi così anonime che attorniavano l'unica suddetta parente in vita della londinese.
    Sua madre, tal “Ameliè Walker” veniva descritta dalla sorella maggiore come una giovane donna gentile, strappata alla vita troppo presto e troppo crudelmente. Fine.
    Suo padre, un certo “Logan” il cui cognome non era sufficientemente importante - a detta della zia - perchè fosse degno di nota, la sera prima del parto della moglie era misteriosamente scomparso – rapito, morto, fuggito – alla cognata questo non era mai davvero importato per cui in 26 anni di vita della nipote, non aveva speso neanche un briciolo del suo preziosissimo tempo per cercare di chiarire la questione. Fine.
    L'enorme patrimonio monetario e territoriale che le Walker attualmente in vita potevano vantare, lo dovevano esclusivamente alle facoltose professioni dei nonni materni dell'inglesina: il nonno, Genophilius Walker, aveva accumulato ricchezze lavorando per importanti banche di tutto il mondo.
    La nonna, Lilien Shaw, aveva proseguito e proficuamente coltivato la professione di mercante di preziosi tessuti dei propri genitori. Entrambi i nonni tuttavia, erano scomparsi parecchi anni prima, senza aver mai avuto l'occasione anche solo di immaginare di avere una nipote. Avevano lasciato Adeline – la zia – appena diciassettenne, ad occuparsi della sorella minore, di quasi otto anni. Fine.
    Questo era tutto ciò che la ex Corvonero sapeva rispetto alla propria famiglia e le proprie origini.
    E a nulla erano valse le sue ricerche, nelle più disparate biblioteche, a scuola, ai party della zia dove rabboccando magari qualche bicchiere qua e là, aveva cercato di estorcere nuove informazioni alle amiche – amiche, parliamone – storiche della zia.
    E poi, nessun documento, nessun cimitero, nessuna tomba su cui piangere neanche la propria madre.
    Una volta l'anno, la sera di Natale, zia Ada le permetteva di appendere una corona di fiori bianchi alla porta del Manor.
    Ma solo a Natale, perchè alla vecchia strega non piaceva ricordare sul serio quella fatidica mattina del primo dell'anno, quando dopo ore e ore di un travaglio estenuante, mentre la vita riempiva i polmoni e la gola della neonata nipote, contemporaneamente lasciava il petto e le gote bianche della sorella.
    E poi il Natale, a zia Adeline non era mai piaciuto.

    [“..beffarda la natura che se ne esce quando a 26 anni di vita non si può far altro che rassegnarsi alla propria caratteristica assenza di una vera famiglia..”
    "..Avrei forse potuto evitare tutti questi anni di disagi e ricerche? Questa è la domanda che affligge il mio cervello appena sotto alla chioma bionda, quasi quanto quella della mia interlocutrice. A questa domanda non posso fare ameno che invidiare la creatura che ho davanti per essere sfuggita alle grinfie del destino, della morte, e soprattutto di zia Adeline Walker e al tempo stesso di nutrire un certo riserbo nei suoi confronti perchè...cavolo avrei potuto avere una vita decisamente meno pregna di solitudine e di una libertà eccessiva, un vuoto straziante attorno. Mi domando dove sarei finita a questo punto della mia vita se non fossi stata guidata dal mio continuo qualcuno mi dia dei veri confini, una vera casa, una vera famiglia mantra che ha condizionato quasi tutte le mie scelte e che mi ha portato sulla via della ricerca costante di una quotidianità, abitudine e familiare calore.." ]

    Adeline non poteva saperlo, ma in questo le due streghe sembravano più che il riflesso l'una dell'altra, parti vicendevolmente complementari.
    Tanto simili in superficie, quanto differenti le loro radici.. ma di fatto, il risultato finale di queste due storie qual'era?

    -Mi sento meno sola così, grazie “compagna di testa calda”.-
    Ridacchiò Adeline, scossa nel petto da un lieve tremore per quelle prime quattro paroline che dette ad alta voce le facevano un effetto così strano.. ma, abituata com'era a reprimere certi pensieri e sensazioni, il sincero sorriso che stava rivolgendo alla strega non si distorse di un solo millimetro.
    Sorriso che, peraltro, alla risposta affermativa della bionda di fronte a lei si allargò a dismisura: -Pessima circolazione dici? A me più che i piedi, spesso e non volentieri si congelano le mani!- rispose iniziando a seguire la strega nella direzione da poco proposta, le mani gelide che affondando ancora un po' nelle tasche del cappotto, sembravano silenziosamente confermare le sue parole.
    -Tutto questo mi ricorda i weekend ai tempi di Hogwarts, aspettavo tutta la settimana per fare scorta da Mielandia, ma chissà come finivo tutte le cioccorane prima della cena di domenica. -
    Camminando accanto alla giovane donna, la biondina inizialmente sorrise al ricordo della sua vecchia adorata scuola.. per poi, come se una mazza da Troll all'improvviso l'avesse colpita facendo ricollegare i due neuroni che aveva, commentare -Anche tu di Hogwarts?! Non mi dire la casata, ti prego, voglio indovinarla.-
    Si, ecco, se questo era il risultato ..potevo anche lasciar perdere.
    -Dammi solo qualche indizio.- proseguì, incurante dello sbeffeggiamento e lieta dell'argomento in comune che peraltro le ricordava uno dei periodi più belli della sua infanzia e adolescenza.
    -Anche io ho frequentato lì.. Materie preferite: Pozioni, Erbologia e Cura delle Creature Magiche. Battitrice della mia squadra e .. beh, io ho sempre dato fondo alle loro scorte di Api Frizzole e Spumosi alla Fragola prima di buttarmi sul banchetto serale.- ridacchiò, con tanto di smorfia scherzosa sul volto.

    [Si, ecco, se questo era il risultato ..potevo anche lasciar perdere.]
    Decisamente.

    Edited by Adeline Walker - 29/4/2020, 15:09
     
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    Il fatto era questo: non avevo mai avuto un buon rapporto con mio fratello gemello e la colpa non era mia. O almeno non era soltanto mia. Mia madre aveva sin da subito prediletto Chris, nel momento in cui era nato come primogenito lo aveva amato e se fosse stato possibile terminare il travaglio e impedire che la gemella venisse al mondo lo avrebbe fatto. Era un dato di fatto. Molte persone, sopratutto tra coloro che hanno molti fratelli e sorelle, sono abituate a crescere convinti che i genitori li amino allo stesso modo, che non ci siano preferenze e che a ognuno di loro venga distribuito in maniera equa e indistinta il proprio amore. Nelle famiglie normali, ne ero convinta, era così. Ma non nella famiglia Walsh. Mentre mio fratello veniva alzato sul trono da principe di casa, viziato e venerato, io venivo messa in secondo piano, prendendo i vestiti dismessi di mio fratello e accontentandomi delle sporadiche attenzioni d'affetto di mia madre, che di solite mi erano rivolte quando Chris non c'era e sempre con la raccomandazione di essere un po' più come lui. A ripensarci, persino a parlarne con qualcuno, ci si poteva anche intristire per una simile infanzia, ma io ero stata, nonostante tutto, una bambina molto felice e ho sempre guardato con molta nostalgia ai tempi delle scorribande e delle marachelle da bambina. Giunta a Hogwarts avevo poi trovato la mia vera famiglia nelle file di Grifondoro. Ripensavo sempre con un sorriso stampato sul volto ai miei anni dell'adolescenza, lontana dalle occhiate trove di mia madre e in qualche modo anche libera dalla pressante presenza di Chris. E in qualche modo, quell'incontro tra teste calde, mi aveva fatto ricordare dei bei tempi in giro per il castello, soprattuto nei primi mesi scolastici dove quasi ogni giorno si conosceva una persona nuova e la si incontrava in Sala Grande, a lezione o persa per le scalinate a cui piace cambiare. Tornai a chiedermi se Adeline fosse veramente imparentata con noi Walsh, perchè il fatto della circolazione pessima in entrambe mi fece dubitare della mia teoria sullo scambio in culla. Forse eravamo sorelle. Oh, sarebbe stato un sogno poter avere una sorella maggiore che mi avesse difeso da Chris, sempre protetto dal benestare materno, o ancora meglio con cui fare squadra e mettere nei guai il prediletto di famiglia. Ridacchiai a quel pensiero e battei un paio di volte la suola delle scarpe per terra, come se quei brevi saltini potessero scaldarmi e alleviare la sensazione di gelo pungente che si stava infilando sotto i calzini. Dovevo ricordarmi di infilare delle calze pesanti e sopra questo almeno un paio in più di calzini: forse era meglio comprare degli stivaletti con una taglia in più per essere certa che ci stessero tutti gli strati. "Però quanto è divertente infilare le mani ghiacciate - o come nel mio caso i piedi- su qualcuno per scaldarsi e farlo rabbrividire. Più di una volta le mie compagne di dormitorio hanno giurato che fossi morta, vista la temperatura gelida" Brava Chloe, parla di cadaveri e di molestie quasi sessuali con l'aggravante su minorenne appena incontri qualcuno, così quando proverai a convincerla che siete della stessa famiglia ne sarà entusiasta. Mi maledissi per la poca capacità relazionale di quei tempi, rinchiusa nell'addestramento auror avevo subito troppi schiantesimi e ricevuto troppe botte per ricordarmi ancora come si portava avanti una conversazione decente. Deformazione professionale o cranica? Forse soltanto un medico, magari uno psichiatra bravo, avrebbe potuto rispondere a questa domanda. "Indovinelli eh? Penso di sapere in che casa eri..." ridacchiai, divertita da quella informazione fatta trapelare con così tanta leggerezza dalla bionda che quasi non realizzai subito le implicazioni che seguivano. Ero così contenta di aver colto un indizio che poteva già rivelarsi decisivo per lo smistamento della Walker, mentre passeggiavamo, se fosse stata una sfida di ricerca sarei già stata in vantaggio. Annuii per acconsentire a concederle qualche indizio quando l'illuminazione mi colpì, fermando la mia andatura. Corvonero, cazzo. Era proprio la gemella perduta di Chris. "Siamo acerrimi rivali di un'altra casa" fu l'indizio più stupido che mi venne in mente. Forse, se davvero la strega era Corvonero come mi faceva sospettare la sua predilezione per gli indovinelli, avrebbe preferito qualcosa di più articolato, magari in rima, ma non ero affatto brava a dare indizi criptici, preferivo scovarli - ennesima somiglianza di famiglia?- e fu la cosa meno immediata che mi venisse da suggerire. Così poteva restringere il campo a due case e mi sarei indignata fortemente se fossi stata smistata nell'altra. Nascosi un sorrisetto divertito, mentre mi apprestavo a recuperare la strada a passo svelto e rimettermi al fianco della strega. "Materie preferite... non si può dire nessuna?" chiesi, con una smorfia sul volto. "Ma se proprio devo... direi: Volo, Difesa contro le arti oscure e incantesimi" insomma le basi per essere un buon auror, anche se sapevo che il mio supervisore Wright sarebbe stato ben più contento se usassi più la testa della bacchetta sibilante incantesimi, ma nella vita non si poteva avere tutto. "Cacciatore e Cioccorane, già lo sai...uhm, burrobirra tutti i weekend, era un obbligo!" cercai di descrivere in poche parole una quindicenne Walsh, con i capelli scarmigliati dal vento e baffi di panna ogni volta che beveva dal boccale dei 3 manici.

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    Adeline stava semplicemente passeggiando.
    I piedi vagamente intirizziti dentro agli scarponcini neri che tanto le piacevano e le gambe fasciate nei semplici jeans del medesimo colore, un passo dopo l'altro la stavano conducendo verso un punto non meglio precisato di quella magica Hogsmeade ormai non più innevata.
    Le piaceva quella sensazione, lo stringersi nel suo maglioncino bianco sotto al cappotto e all'ampia e morbida sciarpa che la avvolgeva, quel freddo insistente che cercava di intrufolarsi, dentro alle tasche dove le mani strette in pugni serrati cercavano di scaldarsi, tra le pieghe di lana della sciarpa sino al collo, persino su per il piccolo naso che si ritrovava, pizzicandole pungente sino alla gola.
    Il punto era che, per quanto insistente fosse quell'aria gelida, per quanto anelasse ad insinuarsi silenziosa in ogni più piccolo anfratto lasciato scoperto dalla londinese.. mai sarebbe riuscito a battere quel tiepido calore emanato dalla pacifica quiete che stava pervadendo in quel momento la ex Corvonero.
    Ex Corvonero, che “ex” in quei momenti non si sentiva davvero: il camminare per quelle strade, con a fianco sì una sconosciuta, ma ad ogni modo una strega che, come lei, aveva studiato su quei banchi legnosi, si era magari persa tra gli infiniti corridoi, aule, scale, passaggi segreti, aveva mangiato nella Sala Grande quegli squisiti banchetti, aveva chiacchierato nella sua Sala Comune, perso tempo nel Cortile interno tra una lezione e l'altra o passeggiato lungo le rive del Lago Nero come lei..
    Quei ricordi, affiancati alle scorribande più divertenti mai sino ad allora vissute proprio nelle gite in quel paesino durante i weekend, quelle immagini, quelle eco lontane di casa, famiglia e affetto... ecco, tutto ciò originava nel petto della londinese un calore tanto intenso da battere qualsivoglia spiffero gelido che subentrasse nel suo cappotto.
    E la avvicinavano in una maniera talmente inspiegabile a quella a dir poco nuova conoscenza, che la Walker non riusciva a fare a meno di sorridere, continuamente, a quel suo quasi riflesso allo specchio.
    -A me invece, più di una volta le mie compagne hanno giurato che sarei morta, se non avessi smesso di cercare calore proprio da loro!-
    Scoppiò a ridere, scrollando un poco la testa mentre cuscini di un'altra epoca, lanciati contro di lei in un dormitorio e in una scuola ormai lontani nel tempo, le sfilavano dietro lo sguardo marino.
    -Indovinelli eh? Penso di sapere in che casa eri... -
    Adeline sgranò un poco gli occhi, arcuando le sopracciglia con fare sorpreso: incastrata in pieno, da sé stessa e dall'arguzia di quella strega.
    -Un ingegno smisurato, per il mago è dono grato.- cantilenò contenta, confermando l'ipotesi della bionda -E posso vantare con orgoglio di essere sempre riuscita ad entrare nella nostra Sala Comune senza aspettare l'aiuto di nessuno- proseguì trasportata da quel tiepido miscuglio di nostalgia e contentezza nel rivivere certi ricordi -Se non trovavi soluzione all'indovinello posto dal battente alla porta, non potevi entrare.- si spiegò poi l'attimo seguente facendo spallucce.
    Oltre a non essere note le ubicazioni dei vari ingressi alle Sale Comuni delle rispettive case – eccezion fatta in effetti proprio per la loro, facilmente raggiungibile in cima alla scalinata della torre Ovest ma la cui difficoltà stava proprio negli indovinelli posti dal batacchio incantato in bronzo a forma di corvo i cui ingegnosi indovinelli erano alla portata unicamente delle menti bronzo blu - la Walker sapeva che ognuna di loro era caratterizzata da un peculiare modus operandi per avere effettivo accesso: durante i suoi anni scolastici per pura curiosità le era capitato di chiedersi dove e come i suoi compagni di altre casate entrassero nelle loro Sale Comuni e dormitori.. ma alla fine, confortata dai suoi spazi blu trapuntati di stelle, non ne aveva mai fatto una questione capitale.
    -Siamo acerrimi rivali di un'altra casa.-
    Mh. Beh, questo riduceva del cinquanta percento le possibilità di risposta, calcolò la strega.
    La casata dei Corvonero non si era mai lasciata trascinare da guerre – piccole o grandi che fossero – tra case, troppo presa dai suoi libri o dalle sue astruse fantasticherie.
    I Tassorosso d'altronde.. troppo gentili, leali e disponibili per le guerriglie fra compagni.
    Quindi rimanevano.. -Materie preferite... non si può dire nessuna? Ma se proprio devo... direi: Volo, Difesa contro le arti oscure e incantesimi -
    Adeline sorrise, ridacchiando: -Audacia, fegato, cavalleria! E' forse Grifondoro, la vostra via?-
    D'altronde se non erano Volo, DCAO e Incantesimi materie che richiedevano audacia e fegato.. quali altre? Nessun Serpeverde poi avrebbe mai scelto Difesa contro le Arti Oscure come materia preferita, né – soprattutto - a fronte di una proposta da parte di una completa sconosciuta, avrebbe accettato di fare due passi in compagnia.
    -La Burrobirra, Merlino, era la fine del mondo! E l'Emporio degli scherzi di Zonko?!-
    Ridacchiò poco dopo, le iridi verde azzurre dirette in avanti lungo la strada principale percorsa ma lo sguardo rivolto indietro nel tempo: -Durante il mio quinto anno insieme ad una compagna comprammo due interi set di tazze da thè mordinaso, per smuoverci un po' dallo stress pre esami sai.. le spargemmo in giro tra i tavolini nella nostra Sala Comune e la tavolata in Sala Grande. Non ti dico il caos dei giorni seguenti!-
    - Nessuno scoprì mai i colpevoli di quelle settimane da incubo, e solo al settimo anno ci rivelammo al nostro capo casata che per la furbizia nel celare la nostra colpevolezza.. ci assegnò 20 punti a testa! -

    Merlino, quanto le mancavano quelle giornate. La divisa, i libri, i compagni, le lezioni.. considerando poi ciò che la attendeva a casa, aveva passato anche tutte le festività possibili sempre in quella scuola.
    -Cacciatrice eh.. ma in quali anni hai frequentato?- chiese quindi incuriosita poco dopo, considerando che l'età della strega che aveva al fianco, sin'ora l'aveva unicamente approssimata.
    -Perchè ricordo diversi bei bolidi assestati contro voi cacciatori, durante le partite tra Casate.. e se avessimo frequentato nello stesso periodo, beh, mi auto sollevo da ogni responsabilità per eventuali spalle dislocate o polsi fratturati.-
    Alzò le mani in segno di resa, ridendoci su: le sembrava di essere tornata una quindicenne, in una delle parentesi dorate che più aveva amato del suo passato.
    E il cuore, a quel pensiero, sembrò farsi leggero come una piuma all'interno del suo costato.
     
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    Camminavamo, una accanto all'altra, come due amiche di vecchia data, come se fossimo state due sorelle che non si vedevano da diverso tempo. Le coincidenze non esiste, avrebbe detto il Wright con la usa voce seria, ma io era di tutt'altro avviso: le coincidenze esistevano e probabilmente io e Adeline ne eravamo la prova più tangibile. Forse il mio addestramento come auror avrebbe dovuto rendermi più sospettosa, maggiormente incline a individuare nelle coincidenze indizi che potevano formare una prova, ma la verità era che non ero una recluta auror da così tanto tempo da avere una mente ormai deviata professionalmente e, come testimoniava il volto segnato di cicatrici e rughe corrucciate di James Archie Wright ; mi mancava anche l'esperienza che rendeva il Capo Auror sospettoso anche del suo stesso fratello. Sempre che ne avesse uno. Avevamo passato così tante ore insieme, chiusi nella lugubre stanza degli addestramenti, con enigmi da risolvere e schiantesimi a colpirmi il petto, che non c'era mai stata una reale occasione di fare una conversazione personale. Era a questo che mi sarei ridotta una volta diventata Auror a tutti gli effetti? Un'automa senza altre missioni all'infuori di quella di catturare i nemici degli auror. Vista così era un immagine deplorevole e desolante, una di quelle in grado di far dubitare anche il mio animo testardo su quello che stavo facendo. Ero forse troppo esuberante per essere un'auror? O avrei dovuto rinunciare alla mio essere spontanea ed estroversa al fine di essere un buon auror? Non era qualcosa a cui potevo rinunciare, era parte del mio essere, ma dall'altro lato indossare la spilla da sceriffo della giustizia era sempre stato il mio sogno anche quando a Hogwarts disprezzavo le cariche scolastiche e facevo impazzire i docenti. Uhm, qualcosa su cui riflettere magari non durante una passeggiata dove si parlava di essere freddolose per colpa della stessa genetica bacata. "E nel letto con qualcuno cercare un po' di tepore sui loro polpacci facendoli saltare per aria. Più di una volta hanno creduto che fossi uno zombie, in effetti..." scossi il capo, arrossando leggermente perchè parlare di essere a letto con qualcuno, implicava un certo tipo di informazione che forse era troppo riservata da condividere con un'estranea. Come se fossi una manica che andava in giro a chiedere alle persone a che età avessero perso la verginità. Imbarazzante. Se il compito di Wright fosse stato ufficiale, quello di entrare in confidenza con degli sconosciuti e fare un profilo di quanta più gente possibile, avrei fallito miseramente. Adeline Walker, sospetta Walsh perduta, freddolosa e probabile Corvonero. Insomma non uno dei migliori risultati che potessi ottenere, anche se era stato peggio quando avevo rischiato di chiamare il burbero J.A.W., mascella era un soprannome carino a pensarci bene, papà dopo aver preso una tremenda botta alla testa all'ennesimo duello fallito. "Nemmeno con un bel bombarda? È un'incantesimo che risolve un bel po' di problemi, se si escludo i danni collaterali." Avrei personalmente usato il bombarda su qualunque cosa, ma avevo troppa paura di essere derisa da Wright per poter confessare il suo amore per le esplosioni, perchè il passo verso essere incarcerata per essere una piromane era troppo breve, e così avevo deciso di confessarmi a una perfetta estranea. Chloe Walsh, sospetta Walker perduta, freddolosa e Grifondoro. Bombarda-lover. Ecco le informazioni lasciate qua e là in giro alla strega che aveva appena incontrato. "Animo rossoro, mi hai scoperta!" ridacchiai, conscia di aver fornito un'indovinello troppo semplice da risolvere per una figlia di Corvonero che doveva risolvere enigmi per poter anche solo andare a dormire. Doveva essere piuttosto impegnativo, io mi spazientivo soltanto nel dover sorbire i concerti della Signora Grassa, con tanto di ovazioni e applausi finali, e le prime settimane ero anche capace di scordarmi la nuova parola d'ordine, confondendola con quella dell'anno precedente. Acclimatarsi a un nuovo anno scolastico era particolarmente complicato, eleggendo settembre come mese peggiore dell'anno. La conversazione mi portò con la mente all'Emporio per gli Scherzi di Zonko, un regno del terrore che corrispondeva al paradiso terrestre per ogni indisciplinato Grifondoro che si rispetti. Caccabombe, pasticche vomitose e frisbee zannuti erano solo alcuni degli oggetti di cui avevo abusato nel corso degli anni scolastici, per saltare le lezioni o per creare il caos. Mi fermai, stupita dal racconto che usciva dalle labbra della Corvonero con la quale stavo passeggiando. "Aspetta!" un flashback si riaccese nella mia mente a menzionare quello specifico episodio. Ricordavo bene del caos che si era scatenato in Sala Grande, con i Corvonero e qualche Serpeverde che si era trovato con il naso pizzicato durante l'ora del thè, e di come subito i Grifondoro furono sospettati del fatto, se non fosse stato anche per l'incidente nella Torre di Corvonero. "Io mi ricordo di questo episodio! Era stato incolpato Paxton, un Grifondoro che usciva con una Corvonero se non sbaglio... e invece avevano i colpevoli sotto il naso! Ah, una serpe nel giardino. Avete creato un bel casino, ammetto, sono stata invidiosa di non averci pensato prima io..." ci pensai su, lasciando quel ricordo alle spalle, era successo un putiferio nel dormitorio di Godric alla ricerca del responsabile perchè erano stati coinvolti i Serpeverde, e mi ricordai di come mio fratello ci avesse deriso per essere proprio la peggior casata di Hogwarts. Ah, non vedevo l'ora di sbattergli in faccia che la colpa fu proprio loro. Di una ragazza che somigliava terribilmente a Chirs, tra le altre cose. Forse era la mia gemella e non la sua, anche se la differenza cromatica delle iridi poteva portarmi a pensare il contrario. La conversazione si era spostata sul quidditch, un nuovo tuffo nel passato. "Ero al sesto anno all'epoca del tuo scherzo." risposi cercando di inquadrare gli anni, dovevano avere un anno di differenza quindi. Veniva a crollare l'idea che fossero gemelle, un vero peccato, ma restava valida l'ipotesi che fossero in qualche modo imparentate. Cercai nei lineamenti del volto un indizio che potesse avvalorare la mia tesi, anche se nel complesso eravamo abbastanza simili da poter richiedere un'esame genetico. "Sono stata Cacciatore per un po', ho smesso al settimo anno per i MAGO, imposizione di mia madre non mia scelta, poi sono tornata a giocare come Cercatore. Insomma devo avere una predilezione a prendere i bolidi." sfregai istintivamente la spalla sinistra, dove ancora si faceva sentire il bollo dell'addestramento auror. Dovevo avere una vena masochista a quanto sembrava, anche se non me ne ero mai accorta prima di quel momento. Ripresi a camminare, con passo leggero, come se quella conversazione mi avesse alleviata del peso del mio piccolo compito come auror, rituffata nella spensieratezza adolescenziale. " Ricordami di non farmi mai offrire del thè da te, al massimo una Burrobirra." risi, mettendola in guardia sulle sue abitudini di Zonko. Ma visto che accusare la gente non era molto carino decisi di alleggerire subito l'atmosfera "Hai più giocato a Quidditch dopo Hogwarts?"domandai, la prima cosa che mi era venuta in mente, visto che io invece avevo continuato, non hai mai smesso di giocare mi aveva ripreso più volte mia madre, intimandomi di trovare un vero lavoro. Se solo fosse venuta a sapere del mio addestramento auror.

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    Si faceva trasportare dalla voce, articolata in parole che andavano a costruire frasi, che a loro volta andavano a comporre racconti, come se la dualità che distingueva il suo sguardo si riflettesse in ogni suo aspetto: dualità nell'animo – quieto ed inquieto, sempre – dualità nell'attenzione che immersa piacevolmente nelle mille e uno storie nelle quali si faceva avvolgere, da una parte ricreava ambienti, personaggi, vicende, seguendoli come se prendessero nuovamente vita di fronte ai suoi occhi, dall'altra invece continuava a prestare attenzione a ciò che la circondava, l'aria pungente che incalzava cercando di intrufolarsi nel suo cappotto, la voce limpida della ex Grifondoro al suo fianco mentre poco dopo scuoteva leggermente la testa dorata, arrossendo vagamente.
    -Diciamocelo, l'idea di impedire soltanto ai ragazzi di accedere ai dormitori femminili e non anche viceversa, non è stata una grande pensata da parte dei fondatori!-
    Era scoppiata a ridere, cercando anche di scacciare così quella sottile venatura di imbarazzo che sembrava aver attraversato l'aria per qualche istante.
    -Con un bombarda?- aveva aggiunto poco dopo, rabbrividendo al pensiero non tanto dei possibili danni inflitti al rinomato accesso alla Sala Comune dei Corvonero – che d'altronde con un buon Reparo avrebbe ritrovato la sua forma originale - quanto piuttosto all'ira funesta che avrebbe scatenato nel loro Caposcuola dell'epoca.
    Con cui peraltro, tornado all'argomento di cui sopra, Adeline aveva avuto anche una storiella.
    -Daniel - il nostro Caposcuola - ci avrebbe appesi a testa in giù nelle segrete per poi buttarci tramortiti e senza bacchetta nel bel mezzo della Foresta Proibita.-
    Sgranò un poco gli occhi con fare divertito, al pensiero del suo ex tanto ligio su certi aspetti – tra cui "Mai e dico M A I infangare in alcun modo la nobile Casata dei Bronzo Blu, che sia per verbo, azione o ancora PEGGIO la sottrazione di punti".
    ... La londinese lo aveva lasciato dopo appena un mese di rapporto.
    E questo perchè la biondina era troppo dispiaciuta per finire la questione dopo due sole settimane, a fronte di mesi di corteggiamento da parte del mago – accidenti a lei che alla fine si era lasciata convincere ad uscirci assieme.
    Ma da certi ricordi e certe storie, forse, era decisamente meglio non lasciarsi avvolgere, cambiando bruscamente rotta di pensiero.
    -Aspetta!-
    Posto che stavano tranquillamente passeggiando l'una accanto all'altra, Adeline si era fermata di botto, vagamente confusa, come se ad un passo da loro la ex Grifondoro avesse individuato qualche mina anti-uomo.
    -Io mi ricordo di questo episodio! Era stato incolpato Paxton, un Grifondoro che usciva con una Corvonero se non sbaglio... e invece avevano i colpevoli sotto il naso! Ah, una serpe nel giardino. Avete creato un bel casino, ammetto, sono stata invidiosa di non averci pensato prima io... -
    Era a scoppiata a ridere, di nuovo, riprendendo a camminare a cuor leggero: -Ahahah accidenti, hai ragione! E se non erro usciva con la Bringly, e proprio per questo casotto i due si sono lasciati poco dopo.. credo che la Bringly avesse detto qualcosa a Paxton, e lui dopo essere stato incolpato volesse parlare.. mi pare di ricordare voci di corridoio su un Languelingua per zittirlo ma sono certa che nessuno della mia casata sia stato il colpevole, almeno di quello intendo.-
    Incrociò le braccia sotto al seno, con fare pensieroso – perchè non si può di certo tenere una Corvonero lontana da indovinelli e misteri da risolvere.
    -Probabilmente sarà stato un Serpeverde, dato che qualcuno di loro c'era finito in mezzo avranno pensato di vendicarsi a modo loro una volta iniziata a circolare la voce che la colpa fosse vostra.-
    Per qualche semplicissima tazza mordinaso una guerriglia fra casate, colpevoli e innocenti, punitori e puniti.. e poi lei e la sua compagna, premiate con 20 punti a testa anni dopo per non essersi fatte beccare.
    E premiatesi anche da sole, nel bel mezzo di quel caos tra case, mangiando biscotti trafugati dalle cucine grazie al supporto di un paio di Tassorosso.
    Accidenti si sentiva quasi in colp.. no.
    Era stato troppo divertente.
    -Tua madre non voleva che giocassi?-
    Le era sorta spontanea la domanda, con una venatura di ingenua curiosità e stupore: d'altronde, la londinese non sapeva cosa si potesse provare – nel bene o nel male – a fronte di un'imposizione genitoriale ..i”tu puoi – tu non puoi” nella sua vita non erano mai esistiti d'altro canto.
    -E – ehi, così mi offendi..!- sfoderò un sorriso divertito, guardando di traverso la strega -Cosa ti fa credere che non riuscirei a combinare qualcosa anche con una semplice Burrobirra?!-
    Certo, perchè minacciare le nuove conoscenze è proprio il miglior modo per fare amicizia Ad, complimenti!
    Ma la Rosso Oro sembrava di buon umore, anzi, forse persino in quella sua stessa altalenanza “ci siamo appena conosciute ma mi piaci ma io non so chi tu sia ma sembriamo un sacco simili ma accidenti non so neanche che lavoro tu faccia ma wow mi sembra così normale passare il tempo così”.
    Ma per fortuna, la domanda seguente catalizzò l'attenzione della Bronzo Blu sulla sua compagna: -No, dopo Hogwarts sin'ora ho appeso al chiodo mazza e bolidi..- ridacchiò, portandosi la mancina dietro la testolina dorata con fare vagamente imbarazzato: -La realtà è che avevo un'ottima mira, ma nessuna voglia di fare davvero del male alle persone.. con i miei bolidi le infastidivo e distraevo, ma se per sbaglio rompevo qualche osso, ero la prima a dispiacermene.
    Infatti, adesso lavoro al Ministero per prendermi cura delle creature magiche e mi sto preparando per un colloquio per essere assunta come Medimag al San Mungo.-

    Aggiunse poco dopo, pensando che in fondo fosse un buon modo per introdurre anche la sua immagine del presente, oltre che a quella passata di una sé sedicenne.
    -Tu invece di che cosa ti occupi?-

    "Cosa ti fa credere che non riuscirei a combinare qualcosa anche con una semplice Burrobirra?!"
    Ad una Auror, Ad.
    Beata innocenza..
     
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