[EVENTO] - L’oro dei Lepricani

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    l'oro dei lepricani

    Diagon Alley si preparava a affrontare una nuova, intensa, domenica di shopping. L’aria frizzante dell’inverno mitigava il caldo sole che in quelle ore si era affacciato dalle nuvole, diradandole fino a ridurle a una leggera velatura che intaccava appena il brillante turchese della volta celeste. Nelle strade della cittadina si avvertiva già il profumo di pane tostato e croccante proveniente dal carrettiere che aveva iniziato la consegna a domicilio, le imposte del Paiolo Magico rivolte sul mondo magico avevano iniziato ad aprirsi per rischiarare le stanze degli ospiti con la luce del mattino e le serrande dei negozi cominciavano ad essere sollevate e i lucchetti incantati a essere tolti.
    Jared O’Neal, irlandese d’hoc, aveva aperto le porte dell’Emporio del Gufo per dare, come tutte le mattine, il mangime ai volatili che erano indispensabile mezzo di comunicazione. Prese il sacco del mangime, tanto profondo che doveva infilare quasi tutto il braccio per poter raccogliere nel pugno della mano i chicchi di mais, e estrasse un’abbondante porzione con la quale riempì la prima ciotola, destinata a un maestoso barbagianni dal manto di rame. Lo sbattere d’ali e il raspare nelle altre gabbie aveva lo scopo di intonare una frenetica marcia per gli altri volatili affamati, una melodia nota alle orecchie dell’irlandese che si era già immerso fino quasi alla spalla nel sacco per riempire altre sue ciotole. Ma il tubare contrariato di Fred, così chiamava il barbagianni fulvo, lo allarmó interrompendo le operazioni di consueta colazione. Si avvicinò alla gabbia del volatile per scoprire che non stava mangiando e che con disprezzo aveva rovesciato la sua colazione dentro e fuori dalla gabbia. Inizialmente fu stupito di questo comportamento, quasi addolorato da questa reazione così sprezzante, ma un esame più attento rivelò la causa di questo disprezzo: mescolati con i semi di mais vi erano monete d’oro. Sul subito O’Neal si disse di aver bevuto troppo idromele la sera precedente, tuttavia avvicinandosi al sacco ed estraendo una manciata di mangime poté constatare che era vero, toccando con mano la moneta dorata che spiccava tra i semi sfusi di mais. La osservò con maggiore attenzione notato immediatamente che non si trattava di un Galeone ma la presenza di un quadrifoglio in bassorilievo su entrambe le facce della moneta era un segnale inequivocabile. Corse fuori dal suo negozio, in mezzo alla strada dove altre persone avevano notato la presenza di monete dorate qua e là sparpagliate per la via principale di Diagon Alley. «Lepricani! Oro dei Lepricani!» da irlandese sapeva perfettamente cosa questo significasse, ma anche il resto del mondo magico sapeva bene che l’oro dei lepricani non aveva valore, se non per la ricompensa che sarebbe scaturita dalla sua restituzione.
    Nascosto nelle strade di Diagon Alley c’era un piccolo calderone, con un quadrifoglio simile a quello delle monete, che andava trovato e riempito di tutte le monete che erano rintracciabili per poter ricevere una ricompensa dal popolo fatato d’Irlanda.
    La caccia al tesoro era appena cominciata!
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    Informazioni varie ed eventuali:
    - Possono partecipare tutti: nessun turno o limite di tempo. La fine del evento sarà annunciata con qualche giorno di preavviso.
    -Questo tipo di evento è una caccia al tesoro: vince chi raccoglie più oro, ovvero chi in questa stessa discussione farà il maggior numero di post ( all’inizio di ogni post dovrete indicare il numero, in modo da poter facilmente tenerne traccia): in ogni post potete trovare una moneta.
    - I post possono essere anche consecutivi, ma devono restare separati e quindi a distanza di almeno 2 minuti, potete ambientarli nelle vie principali di Diagon Alley o nei negozi, non nelle abitazioni che non siano le vostre. E comunque sempre in questa stessa discussione.
    -Tra le prime cinque persone che risponderanno ne sarà assegnata una (da me con metodi del tutto random) che troverà il Calderone dei Lepricani e vincerà quindi una piccola ricompensa.
    -Per i negozianti e commessi di Diagon Alley che parteciperanno, se farete almeno 5 post in questa discussione e ne aprirete una nel vostro negozio per cercare le monete, riceverete un premio speciale per il vostro negozio.

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    Era una piacevole domenica mattina, il sole splendeva alto nel cielo e io mi ero svegliata particolarmente presto quel giorno. Speravo di poter portare qualche curriculum nei negozi di Diagon Alley e iniziare a guadagnare qualche galeone, visto che mia mamma mi aveva ridotto la paghetta e si rifiutava di aumentarla anche se in quelle settimane avrei dovuto comprare altri libri e materiale scolastico che certamente mi avrebbero mandata in rosso. Realizzai di essere arrivata troppo presto quando le vetrine dei negozi erano ancora oscurate e le serrande abbassate. Decisi di passeggiare avanti e indietro un paio di volte in attesa che qualche negozio di mio interesse aprisse. Ero assorta in questi pensieri quando un uomo uscì da un negozio alla mia destra urlando circa l’oro dei Lepricani. Abbassai lo sguardo e notai, a pochi passi da me, una gemma dorata. La raccolsi: era una moneta con un quadrifoglio. Non aveva alcun valore economico ma potevo raccoglierne il più possibile e restituirle al elfo nel suo calderone per avere una ricompensa. Mi guardai attorno per cercare il calderone e nuove monete.
     
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    James Kennegan

    Uscì dal Paiolo Magico con indosso un elegante mantello color terra bruciata, con intarsi dorati che rifinivano i bordi e si attorcigliavano in ghirigori lungo la sua schiena, andando quasi a congiungersi con la chioma dorata che cadeva scomposta e sbarazzina sulla sue spalle. Gli anni passavano ma la figlia di Salazar restava convinta di dover tenere i capelli estremamente lunghi, nonostante invidiasse i tagli all’avanguardia dove il caschetto la faceva da padrone, lei non aveva mai avuto il coraggio di accorciarli sopra le spalle. Stretta tra i denti, teneva quello che restava della sua ciambella alla glassa viola, ovvero la sua colazione, perché con una mano reggeva le chiavi del Ghirigoro e con la sinistra il caffè ancora bollente che si era fatta mettere in un contenitore d’asporto da Tom, il gentile concierge del turno di notte che era sempre troppo stanco per controbattere alle sue richieste. Addentò un morso dalla ciambella, destreggiandosi in un impresa da giocoliere per non far cadere le chiavi con il fiocco verde del suo negozio, e bevve un sorso del caffè bollente - il caffè americano era un brutto vizio che aveva preso nel tempo trascorso nel nuovo continente e dal quale faceva fatica a staccarsi - rischiando di ustionarsi il palato e la punta della lingua. Troppo distratta dal disastro che era la Kennegan, a stento si rese conto di quanto stava avvenendo tutto intorno. Ma il richiamo d’Iralnda era forte e la cadenza di Dublino nelle parole del proprietario dell’Emporio del Gufo richiamò la sua attenzione. Lo sguardo di smeraldo danzò prima sulla figura del irlandese, come se riconoscersi in quel territorio ostile fosse un po’ come tornare a casa, poi sulla moneta che stringeva tra le dita. Luccicava abbagliata dal sole che in quella mattina occhieggiava su Diagon Alley, ma non scorse alcun simbolo su di essa. Ma davanti a lei, come a disegnare un percorso dorato, avvistò altre monete e le bastó abbassarsi - dopo aver finalmente finito la ciambella- per raccoglierne una per poter osservare il quadrifoglio inciso su entrambe le facce della moneta. Oro. Oro d’Irlanda. Prese la moneta dei Lepricani e la mise nella tasca dei suoi pantaloni, mentre con lo sguardo, come un cercatore sul campo, andava alla ricerca del prossimo bagliore dorato.
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    Brad era appena uscito di casa, per fare gli ultimi due acquisti che gli servivano per terminare a tutti gli effetti l'arredamento dell'appartamento, e si era lasciato trasportare dalla marea di maghi e di streghe che passeggiavano per Diagon Alley. Quando aveva deciso di prendere in affitto quel bilocale, aveva messo in conto baccano e trambusto, ma la realtà dei fatti fu completamente diversa. Certo, movimento c'era eccome, ma a Brad cominciava a piacere - e non poco - l'atmosfera incredibile che la via più famosa della comunità magica riusciva a trasmettere a ciascun passante. Anche aver trovato lavoro poco più avanti nella via, in fondo, da Accessori di Qualità per il Quidditch, era stata una benedizione perché, in brevissimo tempo, McNeal si era fatto il suo ristretto gruppo di amici e di conoscenti con cui passare il tempo libero (poco) che aveva. Tra le lezioni in America e il suo lavoro lì a Londra, non era facile gestirsi bene gli orari, ma Brad era un tipo piuttosto ordinato e aveva subito trovato il modo per non essere sommerso di impegni. Rigriel, il suo elfo domestico, lo stava aiutando notevolmente ed era, di fatto, diventato imprescindibile nella vita del giovane professore. Nonostante l'astio che lo Scozzese provava verso la propria famiglia, era grato alla madre e al padre di averlo obbligato a portarsi con sé 'Quattordici', come si chiamava un tempo.
    Mentre passeggiava per guardarsi attorno, McNeal sentì la voce di Jared, proprietario dell'Emporio del Gufo. Oro? Gli occhi del Professore si spalancarono, ingolosito avidamente dal luccichio dorato che vide per la strada. Raccolse una moneta per controllarla. Voleva velocemente studiarla per riuscire a riconoscerla e trovarne quante più possibili, senza però incappare in qualche falso. Non se lo sarebbe potuto perdonare. Doveva raccoglierne il più possibile per restituirlo e a quel punto sì che Brad sarebbe stato un ricco mago fortunato.
    Concentrato cercò di raccogliere quante più monete autentiche possibili, senza guardarsi troppo attorno, visto che c'era molta confusione e agitazione (ovviamente, dato l'evento straordinario). Tuttavia, con la coda dell'occhio, McNeal riconobbe una chioma dorata bella più dell'oro stesso che stava cercando.
    "Hey James!"
    Disse ad alta voce per farsi sentire nel trambusto.
    "Anche tu alla ricerca di un po' d'Irlanda?"
    Chiese subito dopo, ricordando delle origini della ragazza. In un modo o nell'altro, senza una vera e propria motivazione, i due si ritrovavano ad essere sempre compagni. Compagni di scuola, di avventure e chissà... Sorrise, come per darle la buona fortuna per poi riprendere a cercare le monete.

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    In strada era scesa più gente, richiamata dal suono delle voci che si erano accumulate, a donando ad alzare il brusio in una chiacchiera forte e continua. Non doveva essere il massimo per coloro che abitavano sopra i negozi della via principale. Mi domandai come fosse vivere lì, affacciarsi per strada e poter essere subito nel centro della città. Guardare giù dal balcone di casa e vedere i clienti con le braccia piene di borse entrare e uscire dai negozi. Doveva essere bello e immaginai che potesse essere qualcosa a cui aspirare. Mi abbassai per raccogliere una moneta finita nel vado di fiori di un negozietto che vendeva profumi e trucchi per donna, decisamente non il tipo di negozio nel quale sarei entrata. Raccolta la moneta la misi in tasca insieme all’altra. Per la mi casa in centro città.
     
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    Charlotte Winters

    Puckwudigie
    Il sole del mattino mi scalda il volto, è molto caldo e forte e non ricorda per niente il classico sole invernale. Si sente che l’aria sta cambiando e che la primavera è alle porte. Una delle mie stagioni preferite senza dubbio, anche se il mio cognome invece potrebbe far pensare diversamente. Una figlia del inverno che ama la primavera era un controsenso, ma a me piaceva questa contraddizione. Arrivo a Diagon Alley utilizzando il sistema di metro polvere di Ilvermorny e arrivo subito al paiolo magico. La situazione è decisamente insolita e anche se sono abituata a vederlo così pieno di vita, al weekend è qui che noi studenti ci riversiamo in massa, quella mattina sulla bocca di tutti viaggia la stessa notizia. Oro. Intravedo un uomo con in mano un mucchio di monete così tante che quasi eguagliano il suo stesso peso. Alle sue spalle altre persone entrano con altrettante monete dicendo che moltissime sono ancora per strada. Esco di corsa e mi metto subito a cercarne una. La trovo per terra, incastrata in una fessura del porfido rosso con cui è fatto il manto stradale della città.
    Eve! Eve! vedo la chioma bionda della mia amica e le corro incontro, una scintillante moneta d’oro tra le mie dita.
    cacciatrice di tesori
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    Nella tasca del mio giubbotto le monete dorate, ma senza valore reale, tintinnavano ad ogni passo, dettando una marcia da seguire. Il mio sguardo era rivolto verso terra, sulla punta delle mie scarpe da ginnastica, alla ricerca di scintilli d’oro che mi avrebbero indicato una nuova moneta da raccogliere. Fui fortunata perché dopo pochi passi trovai la mia mia terza moneta, in bella vista quasi al centro della strada. La raggiunsi velocemente, abbassandomi a raccoglierla prima che un altro ragazzo, sembrava già essere adulto, facesse lo stesso. In quel momento mi sentii chiamare dalla mi amica Charlotte, la sua voce l’avrei riconosciuta tra molte. Charlotte! Ciao! Come stai? Domando rimettendomi in piedi e avvicinandomi a lei, infilando la moneta appena raccolta nella tasca. Mi domando se anche lei abbia iniziato a raccoglierle e a che punto sia.
     
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    James Kennegan

    Diagon Alley quella mattina si era scoperta inaspettatamente irlandese e James Kennegan si era trovata catapultata in una ballata gaelica, nostalgica e malinconica delle praterie verdi. Tra le dita teneva la moneta dei Lepricani, dorata e con un quadrifoglio inciso su entrambi i lati, la cui fattezza irlandese era inconfutabile. Assorta con la mente che vagava per verdi campi si accorse solo in un secondo istante della voce che la stava chiamando. Una voce nota, che lei conosceva, ma alla quale assegnò un volto soltanto quando quest’ultimo le si parò davanti. Brad McNeal era poco distante da lei, con alcune monete che già stringeva tra le dita, sorridente e cordiale come di consueto. << Brad! Ciao! Io sono sempre a caccia d’Irlanda, ma non mi aspettavo di trovarla qui.>> rispose con un sorriso raggiante rivolto in direzione del Corvonero. << Incredible che i Lepricani si siamo spinti fino qui... hai già trovato molto denaro?>> domandò abbassandosi a raccogliere una moneta che si era infilata proprio sotto la suola delle sue scarpe.
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    ilvermorny

    POST 1
    Per chi come lei era nata nel mondo no maj, babbano come avrebbero detto gli inglesi, non ci si abitua a mai alla visione della magia, anche se ormai faceva parte della vita di Artemisia, di Artemisia stessa, da diversi anni era sempre accolta con stupore quando questa si palesava alla sua vista. Con il tempo aveva iniziato a farci l’abitudine, a non mostrarsi sorpresa ogni volta che un gufo recapitava una lettera o che qualcuno spariva o compariva all’improvviso. Si era abituata a vedere scintille di diverso colore sprigionarsi dalla punta della sua bacchetta, al odore acre di certe pozioni, ma ad alcune cose ci si abitua a con maggiore difficoltà. Come entrare nel camino e lasciarsi avvolgere dalle verdi fiamme della metropolvere. In qualche modo temeva sempre di finire a fuoco, o nel posto sbagliato, è la sua mente ancora non si era abituata a colorare di verde le fiamme. Piccole cose che le ricordavano sempre e comunque le sue origini, una coltellata al cuore nel ricordo del tradimento che la sua famiglia, composta unicamente da lei e da sua madre, avevano dovuto sopportare per mano dei Rosier. Li odiava, odiava avere il loro cognome, se lo sarebbe strappata di dosso anche a costo di amputarsi un braccio. Questo rancore avevo preso la vivida forma delle fiamme della metropolvere, ardendo nel suo petto. Quella mattina il bruciore allo stomaco si era fatto più intenso e si era decisa ad andare a Diagon Alley per svagarsi.
    Ma arrivata nella cittadina magica capì subito che le cose non stavano come si ricordava: frenesia tutto intorno a lei. Vide persone con le mani piene di monete d’oro, gente chinata a terra a raccoglierne altre, altri ancora che cercava compulsivamente nei vasi di fiori dei negozi. Si abbassò a raccoglier d’una moneta senza capire.

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    POST DUE

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    Aver incontrato James lì a Diagon Alley tra tutta quella gente aveva fatto sorgere un dubbio nella mente di McNeal. Cominciava a chiedersi se non fosse destino o chissà cosa. Entrambi erano negozianti, sì, ma quante probabilità c'erano di beccarsi nello stesso punto, nello stesso momento, per lo stesso scopo? Era buffo, ma i due ragazzi non avevano nemmeno più bisogno di una scusa per vedersi, ormai era diventata una prassi fortunata e divertente. Con la sua moneta in mano, luccicante e dorata, Brad si guardò attorno nella ricerca di altre, sempre facendo attenzione ad evitare i falsi. Le orecchie, ovviamente, erano ben aperte per sentire la voce della Kennegan, ma l'attrazione che lo scozzese provava per quelle monete, al momento, lo distraeva un po' dall'essere completamente concentrato sulla titolare del Ghirigoro.
    "È incredibile davvero. Magari avevano voglia di metterci un po' alla prova."
    Sentenziò Brad, convinto che quello non potesse essere solo un fortunato evento.
    "Ho trovato solo questa, ma se mi dai un po' di tempo troverò un bel gruzzoletto."
    Spavaldo e sicuro di sé, come spesso aveva dimostrato, McNeal lanciò una sorta di sfida alla ragazza. Nella sua vita, da ragazzo, aveva cercato per conto della società del padre molte piante medicinali e aveva affinato il suo fiuto e la sua vista. Era diventato bravo e, nonostante si trattasse di cose totalmente diverse, era piuttosto convinto che ce la poteva fare. Infatti, un luccichio dorato proprio in quel momento venne individuato dal ragazzo che si abbassò verso la strada per raccogliere la moneta. E due!
    Subito dopo, i suoi occhi si posarono su figure ben conosciute. Era assurdo il caso: trovare a Diagon Alley delle studentesse di Ilvermorny era piuttosto improbabile, eppure eccole là.
    "Buongiorno ragazze!"
    Disse il Professore a voce alta per farsi sentire, sventolando anche la mano per farsi individuare con più facilità. Sorrise, contento di vedere come tutta la comunità magica fosse davvero impegnata alla ricerca di quell'oro leggendario. Forse i lepricani avevano trovato un modo simpatico per riunire streghe e maghi di tutte le età.

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    Tassorosso
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    Sono in piedi davanti a Charlotte, anche le a Diagon Alley e anche lei impegnata nella raccolta delle monete. Le sorrido dopo un rapido saluto e vorrei conversare e scambiarci qualche gossip come siamo solite fare, ma c’è troppa gente e continua ad aumentare, richiamata dalla presenza delle monete. Saluto la Pukwudige con la mano, agitandola in aria, e mi allontano per cercare una nuova moneta, avremo occasione di parlare con maggiore calma quando saremo rientrare al castello. Buongiorno professore McNeal riconosco l’uomo adulto che ci salita come il docente di Arti Oscure e mi domando se ci abbia assegnato dei compiti che non ricordo. Dovrò controllare sul mio diario. Anche lui si perde nella folla e mentre cerco di seguirlo con lo sguardo noto una nuova moneta dorata, questa volta in terra vicino a un altra ragazza (Artemisia) Ciao! Sei di Ilvermorny anche tu? saluto e domandò alla ragazza che ha un volto che mi è familiare.
     
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    Brad aveva già due monete tra le mani e non si sarebbe di certo fermato lì. Anche se non avesse trovato un calderone pieno, si sarebbe accontentato di un po' di Galeoni come scambio oppure di tenere le monete irlandesi in esposizione nel suo negozio o nel suo ufficio ad Ilvermorny come pezzi da collezione. Erano piuttosto rare e un'occasione del genere non poteva essere sprecata.
    Sebbene ci fossero molte persone lì a Diagon Alley che provavano ad accaparrarsi quanti più soldi possibili, McNeal era piuttosto sicuro che la maggior parte di esse avrebbe chiesto la ricompensa per restituire le monete. Anche lui, d'altronde, l'avrebbe fatto se avesse trovato un buon numero di scintillanti spiccioli dorati.
    La presenza casuale di James e delle studentesse americane aveva provocato in Brad una sorta di sfida interiore: non voleva fare una brutta figura davanti a loro e, perciò, si sarebbe impegnato ancor di più. Cominciò a camminare per la via, così da allontanarsi un po' dall'Emporio del Gufo e avvicinarsi alla sua bottega, Accessori di Qualità per il Quidditch. E, infatti, con meno persone fu più facile trovare e quindi raccogliere una nuova moneta. McNeal controllò che fosse originale, per poi proseguire lentamente per la sua strada, spalancando gli occhi per non perdersi alcun dettaglio durante il tragitto.

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    Si era decisa, non senza qualche remora, di andare a Diagon Alley per alcune compere irrinunciabili. Aveva fatto un programma, una to do list da non completare mai più che altro, e nonostante i vari incastri e cambiamenti di idee non era riuscita a trovare un altro momento libero che non fosse la domenica mattina. E lei amava tanto dormire che non avrebbe voluto rinunciarci per nulla al mondo. Uno sbuffo era uscito dalle sue labbra carnose, rivolte verso il basso per via del disappunto e poi si era unità al testo della comitiva che dal castello di Ilvermorny avrebbe raggiunto la cittadina magica. Si strinse nel suo scialle verde muschio appena uscita dal paiolo, troppo freddolosa per il rigido clima inglese e per quell’accento così tanto snob. Cominciava a domandarsi se quelle compere fossero poi così fondamentali ma non aveva più inchiostro per scrivere e se non avesse voluto farlo con il proprio sangue avrebbe dovuto acquistare almeno una boccetta per sopravvivere alla successiva settimana di lezione. Qualcosa rimbalzò sulla punta del suo stivaletto e quando si chinò per vedere cosa fosse trovò una moneta d’oro. La raccolse.
     
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    l'oro dei lepricani

    Fu una luce sospetta ad attirare l'attenzione della Thunderbird Eve Moore verso la vetrina dello Speziale, proprio sotto di esso, tra i calderoni in peltro e rame esposti all'esterno del negozio, individuò una luce verde riflettersi sul sole mattutino. Avvicinatasi al punto esatto da quale proveniva la studentessa americana individuò un piccolo calderone fato di una lega che sembrava stagno, uno smalto color petrolio rendeva uniforme la colorazione del piccolo calderone sul quale era inciso lo stesso quadrifoglio che si poteva scorgere sulle monete dorate sparse per tutta la città. Era proprio il Calderone dei Lepricani!

    Eve Moore vince 🍀 Irish Pass buono di 26 Galoeni da usare in qualunque negozio (fino esaurimento del valore)
    Ogni post in questo evento varrà +15PE.

    La caccia al tesoro continua!



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    - Estrazioni del Calderone qui

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    Ghiaccioli
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    ilvermorny

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    Teneva stretto tra le dita una moneta d’oro che non sapeva riconoscere, a stento riusciva ad abituarsi ai Galeoni invece che ai molto più comodi dollari in banconote, e alla quale non sapeva dare un valore. In quel momento la raggiunsero due voci. Alla prima rispose in automatico con un for le e rigido Salve professore non perché ne avesse riconosciuto la voce, anche se poi ad osservare l’uomo lo collocò dietro alla cattedra di Arti Oscure, ma perché un’altra voce lo aveva salutato nel medesimo modo. E proprio quella stesa voce le si rivolse dopo poco. Apparteneva a una ragazza dal viso solare incorniciato da capelli biondi, gialli come il sole. Il tono era allegro e tra le mani aveva già alcune monete. Ciao! Si, sono Artemisia...Tu? allungò la mano che non teneva la moneta verso la ragazza sorridendole, alla ricerca di un carattere estroverso che non le apparteneva. Scusa, ma tu sai dirmi a cosa servono queste? domandò cogliendo do una moneta dalla strada e mostrandogliela.

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