Niente e tutto

Fascicolo X00431

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    Ghiaccioli
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    Sarà stata sin troppo buona di cuore, come le ripeteva in media tre o quattro volte al giorno sua zia, spesso di fretta anche se in anticipo su tutti i suoi appuntamenti e persa nei suoi pensieri quando troppo attenta al mondo circostante, ma Adeline Walker era stata comunque cresciuta da brava signorina inglese, pronta a tutto anche di fronte al niente.
    Niente. Quello che in effetti, si stava palesando di fronte alla sua modesta scrivania al quarto livello del Ministero, nel suo amato Dipartimento.
    La strega novellina-alla-prova aveva già infatti svolto tutti i compiti dovuti – alcuni persino semi inventati o arruffianati a dei colleghi nella sua entusiasmante smania di volersi mettere sul serio alla prova e dare il meglio di sè –.
    Aveva svolto le sue ore allo sportello, trascritto diversi fogli, aveva fatto su e giù per tutto il Ministero all'inseguimento prima di un “capo dei capi” di cui le serviva una firma per un atto “urgente”, così come era segnato sulla busta, poi per cercare un piccolo schiopodo sparacoda fuggitivo che era stato infine ritrovato al settimo livello rannicchiato sotto la scrivania di una terrorizzata dipendente ministeriale, in piena crisi isterica dopo aver visto prendere fuoco il lavoro di metà mattinata per un “mostriciattolo di natura non meglio identificata VI PREGO VENITE SUBITO QUI VOI DEL QUARTO” aveva concluso la Strilettera arrivata in ufficio.
    Per il resto, niente.
    E Adeline, per la prima volta da quando aveva varcato le soglie di quel Dipartimento.. si annoiava.

    - Ehy Ad, qualcosa per te! -
    La voce del collega, il suo preferito d'ora in avanti visto che le stava portando qualcosa di nuovo, richiamò l'attenzione della strega dalle sottili venature del legno della sua scrivania, ad una ingiallita e alquanto rovinata lettera, ora posta a galleggiare nell'aria proprio sotto il suo naso – E' arrivata poco fa dall'Egitto pare, rinvenuta dalla sabbia del deserto e ..beh, non si capisce niente e io voglio andarmene a casa. Occupatene tu visto che oggi eri ad un passo dall'offrire galeoni per un incarico. -
    Adeline ridacchiò senza vergogna salutando poco dopo l'uomo, e immediatamente dopo iniziò con lo studiare minuziosamente il nuovo misterioso oggetto.
    Lo fece levitare con la bacchetta di fronte a sé, sopra la scrivania ma senza toccarlo mai, per il timore di rovinarlo più di quanto già non fosse ma soprattutto per assicurarsi che non fosse tramite di qualsivoglia tipo di maledizione o merlino sa cos'altro: come prima cosa, infatti, fece alcuni semplici incantesimi di rivelazione per essere certa di poter maneggiare (pur senza contatto diretto, comunque) e studiare con cura ogni dettaglio.
    Il materiale della lettera di fatto, a partire dalla busta, era parzialmente strappato, sbiadito probabilmente dalle intemperie cui era stato sottoposto, - Luce intensa e calore – suppose la ragazza, considerandone la provenienza citata dal collega – e probabilmente anche la sabbia ed il vento avranno contribuito a consumarlo e a portarlo a queste condizioni - .
    Lasciando l'oggetto a levitare sempre di fronte a lei perchè rimanesse ben in vista, Adeline con un colpo di bacchetta prima lo fece aprire, poi fece dispiegare delicatamente il foglio al suo interno ed infine prese a studiarne il contenuto: la busta aveva in parte salvato la pergamena in esse racchiusa così come le scritte sopra riportate, il cui significato tuttavia le rimaneva oscuro.
    Immediatamente così, la giovane prese un piccolo foglio e richiese l'aiuto di un interprete ministeriale, che l'aiutasse con il comprendere la lingua con cui era stata scritta la lettera, e quindi con il significato di quelli che per ora sembravano solo eleganti ghirigori agli occhi dell'inglese: un secondo colpo di bacchetta, e il promemoria schizzò via in direzione del suo destinatario, portando con sé una copia magica del documento.
    Nell'attesa di una risposta, l'ex Corvonero non iniziò di certo a girarsi i pollici: prese un secondo foglio e, intingendo nuovamente la piuma nella boccetta d'inchiostro lì vicino, iniziò ad annotarsi le indicazioni che di quel caso aperto riteneva fondamentali come le modalità d'arrivo dell'oggetto in questione, in cosa effettivamente consisteva questo e quindi la descrizione accurata delle condizioni e caratteristiche con le quali si presentava di fronte a lei.
    Tutto riportato ordinatamente sul foglio, accanto la strega prese quindi a segnare anche le prime sue supposizioni: partendo dalla descrizione della busta e del suo contenuto, il come e perchè effettivamente si presentasse così, considerando perciò le condizioni climatiche del paese di provenienza, ma anche una sua ipotesi riguardante il tempo - questa lettera si presentava generalmente usurata per via unicamente delle intemperie da cui era stata abusata, o vi era anche la possibilità che fosse stato il tempo trascorso a renderla così? Giorni, settimane, anni?
    L'inglese annotò anche la rchiesta già effettuata di un interprete e sotto lasciò lo spazio per la traduzione che - sperava - sarebbe arrivata a breve.
    Fortunatamente, una manciata di minuti dopo – spesi ad osservare con più meraviglia di quanto si fosse concessa sin'ora questa busta misteriosa – la risposta tanto attesa dell'interprete arrivò, sotto forma di uno dei tanti promemoria volanti che sfrecciavano quotidianamente tra gli uffici dei vari livelli.
    Islandese.
    “Lasciamo molta felicità o all'angolo, il più recente sono andato giù, ho raccolto le rune, urlato, sono caduto da lì.”
    ...ah.
    Sul foglio già pronto appena preparato, Adeline trascrisse la lingua rilevata dal suo collega, sottolineandola, e la traduzione ottenuta dei glifi.
    Islandese. Già solo la natura della lingua, faceva pensare la ex Corvonero: era un islandese giunto in Egitto? Per quali motivi? O era una lettera il cui mittente ma anche destinatario parlavano islandese, lì in Egitto?
    Il vero obbiettivo era effettivamente l'Egitto dove la pergamena era stata ritrovata o lì era stata semplicemente dispersa, magari l'Egitto era il paese di partenza di quella busta, e non d'arrivo, ed il destinatario quindi si trovava in Islanda o dove? O ancora, partenza ed arrivo erano magari sconosciuti e l'Egitto solo uno sfortunato “incidente di percorso”?
    Troppe ipotesi, troppe domande, e questo senza ancora considerare il contenuto effettivo del messaggio, pressapoco incomprensibile.
    Sicuramente, era accaduto qualcosa, le rune citate, le urla e la caduta indicavano pericolo.
    Passato o presente che fosse, magari persino futuro se questo qualcosa o qualcuno, luogo magari, poteva far cadere nella sua trappola qualche altro ignaro avventore.
    Adeline scrisse ordinatamente tutta la sequela di ipotesi che le erano passate per la mente, impotente di fronte alle mille e uno possibilità che si diramavano da quel semplice pezzo di carta, che poteva essere tutto come poteva essere niente.
    E a lei, di fronte a quel niente che tanto l'aveva annoiata solo che poche ore prima, adesso preoccupava enormemente quel possibile tutto.
    Aggiunse in fondo alla pergamena alcune possibilità di affiancamento, con l'idea di un lavoro di equipe, se si fosse reso necessario sarebbero potuti intervenire altri livelli del Ministero, magari persino gli Auror.
    Chissà. Raccolse tutto ordinatamente in un fascicolo, gli appunti, le ipotesi, la traduzione, una copia magica di busta e lettera, chiudendo poi magicamente la cartellina e assicurandosi che anche la lettera originale si riponesse al sicuro dentro una bassa e robusta scatolina in acciaio, accuratamente sigillata e protetta da un paio di incantesimi d'ordinanza.
    Prese il tutto, e uscendo dall'ufficio, si diresse prontamente da chi di dovere.
    In fondo, di fronte a questo tutto potenziale.. da sola, per adesso, non poteva fare altro.
     
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