in the wave of nos·tal·gia

- Lexa Jones

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  1. James Kennegan
     
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    Tre Manici di Scopa
    James Kennegan


    Da quando era tornata a sedere dietro al bancone del Ghirigoro, aveva sviluppato il vizio - certo, non brutto come poteva essere quello del fumo o dello scaccolarsi il naso anche in pubblico- di osservare dalle vetrine le persone che passavano nella via principale di Diagon Alley. Solitamente lo faceva quando la pausa tra un cliente e l’altro le permetteva di perdersi con lo sguardo oltre la vetrina e i libri, spaziando all’esterno e lasciando che la fantasia galoppasse priva di ogni briglia. Le era capitato di assistere alle cose più strane: bambini che lasciano cadere a terra il proprio gelato e si mettono a piangere, giovani maghi che divano baci segreti a qualcuna che non è la loro ragazza e poi si guardando attorno con l’aria colpevole, studenti di Hogwarts che passeggiano schierati osservando le vetrine, streghe con così tante buste appese alle braccia da sembrare delle teste volanti, un giorno aveva persino visto uno snaso infilarsi sotto il cappotto di un signore e uscirne con una collana di perle. Era un qualunque pomeriggio della settimana, il turno scorreva lento e calmo con qualche vendita importante, mentre davanti agli occhi di smeraldo della Negoziante vi era la bozza del libro di prossima pubblicazione scritto dal McNeal. La penna d’aquila aveva tracciato qualche segno con l’inchiostro rosso, aggiungendo qualche annotazione ai lati, ma si trattava di correzioni sporadiche e di contorno, rispetto a un lavoro davvero eccellente. Si era però distratta, richiamata dalle grida di un bambino capriccioso e di una madre che lo implorava di tacere e seguirla senza fare storie. A questa vista aveva scosso il capo, contrariata dall’atteggiamento assunto dal bambino, confermando ancora una volta a se stessa di non permettere mai che una simile cosa uscisse da dentro di lei, soltanto per portare lamenti e capricci. E mentre un brivido scuoteva le sue spalle e la chioma bionda, l’iride d’Irlanda colse di sfuggita il profilo di una strega che si avviava con posso fermo nelle vie della cittadina inglese. Il volto, in particolare lo sguardo che per pochi secondi aveva rivolto verso la vetrina del Ghirigoro, colpirono la Kennegan con un ricordo dal passato. Nella mente della Serpeverdesi fece strada la convinzione di conoscere quella persona, di conoscerla da molto tempo e per il resto del pomeriggio aveva rivangato su questa faccenda. A volte le capitava, se si fissava su qualche enigma doveva risolverlo o non sarebbe riuscita a toglierselo dalla sua testa, era una sfida con se stessa che è doveva vincere a costo di uscire fuori pazza. Ci aveva pensato, scorgendo quello sguardo tra una riga e l’altra del manoscritto che andava a leggere senza però davvero assimilare, e ripensato quando l’illuminazione la colse all’improvviso. A quell’ora aveva già rivisitato tutte le compagne di squadra che aveva avuto nel corso degli anni, di qualche tifoso che aveva incontrato più volte dopo le partite, di qualche conoscenza in qualche modo legata al Quidditch e poi, quasi senza sforzarsi a pensare, il nome era comparso nella sua mente. Lexa Jones. Era lei. Corvonero, avevano avuto una conoscenza superficiale, ma per una come James questo bastava e avanzava per sentirsi autorizzata a scriverle una lettera.

    Cara Lexa,
    Ho avuto modo di vederti a Diagon Alley negli scorsi giorni e questo mi ha ricordato dei bei tempi di Hogwarts. Sono tornata da poco in Inghilterra e sei una delle prime persone che conosco che ho incontro. Che meravigliosa coincidenza, non trovi?

    Ti andrebbe di vederci per bere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa, in memoria della carica vecchia Hogwarts?
    Fammi sapere quanto ti farebbe più comodo.


    -James Kennegan



    Non aveva aspettato più di un paio di giorni per spedire il vecchio gufo dal piumaggio legnoso alla ricerca della Jones, per consegnarle la missiva. Era sempre rimasta affascinata dalla capacità dei volatili di trovare un mago anche quando non se ne conosce l’esatta ubicazione, chiedendosi se in qualche modo questo non fosse un problema per fuggitivi e ricercati. La risposta non era tardata ad arrivare e dopo un breve scambio epistolare le due streghe si erano trovate a concordare sulla data e ora dell’appuntamento: Sabato alle diciotto.


    Un lieve crack aveva accompagnato la materializzazione della Kennegan, avvolta in un vestito grigio polvere da quella mattina, con un chiodo arancione per aggiungere quel tocco di estro e creatività che possedeva da anni e anni passati a combattere contro l’austera divisa scolastica. Ora era passata a indossare divise sportive, non un grande cambiamento, ma sfruttava ogni occasione fuori dal campo di Quidditch per dare spazio alla sua creatività. Incerta se entrare o meno - era incredibilmente in anticipo, nuvole cariche di neve sembravano già essere pronte ad accogliere questo eccezionale avvenimento- decise di fermarsi all’entrata dei Tre Manici di Scopa, osservando come il cielo iniziasse velocemente a cambiare colore, virando dal rosso del tramonto verso un più deciso blu, la golden hour del tramonto stava finendo per dare spazio al quieto imbrunire. Le iridi di smeraldo erano rivolte verso il cielo, affascinate da quello spettacolo, mentre il peso si spostava da una gamba all’altra, da quella che aveva subito un trauma a quella che era ancora sana e integra. Era insolito per lei aspettare, non sapeva nemmeno come si facesse.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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3 replies since 24/4/2020, 16:14   112 views
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