Era da almeno quattro anni che non entrava nel negozio di Ollivander e non pensava che gli sarebbe toccato farlo a poche ore dalla partenza per una scuola sperduta negli Stati Uniti. Ma erano tempi strani, quelli, per i mezzosangue... Sua madre era terrorizzata all'idea che la loro famiglia, conosciuta in Inghilterra, potesse in qualche modo essere perseguitata e aveva chiesto per lui un trasferimento temporaneo da Hogwarts all'Ilvermorny. Draven non ne era affatto entusiasta, ma non aveva fatto storie, non voleva essere causa di preoccupazione per sua madre; nel corso degli anni aveva capito che, senza il pensiero di doversi occupare di lui, se la cavava meglio, da sola. Così, aveva impacchettato le sue cose e aveva raggiunto Diagon Alley, senza passare da casa. Era anche un po' triste come fuga, ma non gli era stato offerto di meglio. Gli era stato concesso almeno di portare con sé tutti i suoi libri, ma non la scopa e nemmeno l'animale, il suo gatto Donut che era rimasto a Hogwarts, dove qualcuno si sarebbe preso cura di lui.
Fermo ad osservare l'insegna del negozio, si chiese se fosse una buona idea. Era ancora in tempo per andare via. Il Preside gli aveva consigliato di munirsi di una bacchetta americana per evitare problemi di espatrio, ma dopotutto sarebbe tornato presto ad Hogwarts e comunque la sua non poteva più usarla... Avrebbe davvero rischiato di raggiungere l'altra parte del mondo senza una bacchetta con cui proteggersi?
Senza ulteriori indugi, si decise ad entrare. Venne accolto da un familiare tintinnio all'ingresso, che si fermò non appena si chiuse la porta alle spalle.
Indeciso sull'attirare o meno ulteriore attenzione per avvisare del suo arrivo, si avvicinò al bancone in silenzio.. Poi, si schiarì la voce, nell'attesa che qualcuno arrivasse a servirlo.