Un momento di tranquillo disturbo

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    Ghiaccioli
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    L’Ippogrifo scalpitò, seppur amabilmente, come a voler richiamare di nuovo la loro attenzione, ma i due ragazzi erano troppo impegnati a fissarsi negli occhi; lo sguardo di Christelle era in fiamme, guardava Draven in cagnesco come volesse sbranarlo. Aveva un caratteraccio, sua madre glielo diceva spesso e altrettanto spesso litigavano per quel motivo o simili: le voleva bene, tanto, d'altronde era un suo genitore, ma non c’era mai stata la chimica e comprensione che aveva con il padre. Grazie a lui non si era mai preoccupata di tenere troppo a freno la lingua, di essere educata, gentile e servizievole con tutti, di abbassare la testa e comportarsi come - solo in teoria -confaceva a una signorina della sua età, atteggiamento che la madre avrebbe di gran lunga preferito. La più piccola dei Jones si era presto trasformata anche nella più scalmanata, e il signor Jones si era sempre dimostrato fiero di aver cresciuto una figlia con un carattere così forte.

    Ancora una volta, le parole del Serpeverde la colpirono intimamente. Sapeva benissimo ciò che alcuni studenti pensavano di lei: popolare, con molti amici e amiche pronti a seguirla ovunque, Grifondoro, irrispettosa delle regole, audace, arrogante… Ma soprattutto, una privilegiata. Christelle era una purosangue da generazioni, ricca di famiglia, due genitori entrambi stimati e affermati nel mondo magico in quanto Auror e Curatrice. Suo padre, che prima di sposare la madre proveniva da una famiglia povera e poco in vista, le aveva sempre spiegato che non esisteva solo il mondo felice e traboccante di soddisfazioni come quello in cui era cresciuta, e che era molto fortunata esattamente come il fratello e la sorella: tuttavia la giovane strega non se ne era mai resa conto come il giorno in cui aveva messo piede a Hogwarts. Detestava la propria arroganza ma al tempo stesso in cuor suo sapeva che le piaceva esser ammirata, più di quanto volesse ammettere.

    « Smettila di supporre cose su di me! » provò a interromperlo ma lui continuò a parlare, prima della sorella Isla, poi disse una seconda cosa che la ferì. Era vero, aveva l’abitudine di muoversi in branco, ed era vero, alcuni dei suoi amici Grifondoro si ritenevano superiori nel farsi beffe degli altri, soprattutto se appartenenti a Case differenti. Ma non tutti, e soprattutto non lei. Quando e se aveva un problema con qualcuno, era molto facile sorprenderla a litigare sbraitando per i corridoi del Castello, perché era sempre stata un tipo fin troppo sincero e puro da potersi permettere di incanalare la rabbia. Tuttavia non rispose, quell'accusa la lasciò senza parole e non provò neanche a fermarlo quando fece per allontanarsi e andarsene.

    « Non vedo l’ora » borbottò sarcastica a quella sua ultima provocazione, ma a voce più bassa di diversi toni, sbuffando quando diede un paio di carezze all’Ippogrifo.

     
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