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  1. Draven.
     
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    Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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    Draven Shaw

    16 yo – Slytherin/Thunderbird

    Era certo che qualcuna di quelle schegge di legno, che gli erano rimbalzate addosso nel tentativo di sfondare la porta, gli si fossero infilate nel golf, perché non appena si mosse, per mettersi chino davanti alla serratura, sentì chiaramente la pelle graffiarsi all’altezza del petto. Approfittando dell’improvviso disinteresse di Christelle – che se solo fosse arrivato due minuti prima, magari, avrebbe fatto in tempo a lasciarla al suo destino e a tornare al proprio – si infilò una mano sotto la maglia e cercò di liberarsene. Il tentativo di scassinare la porta alla vecchia maniera si rivelò totalmente inefficace; non credeva che avrebbe funzionato davvero una tecnica babbana su di una porta palesemente affatturata, ma ci aveva sperato… Viveva a Kensigton da tutta la vita, aveva perso le chiavi di casa e gliele avevano rubate innumerevoli volte; o imparavi qualche trucchetto da strada, o restavi fuori. Non era come a Hogwarts…

    “Ti dispiace?” – disse, irritato, quando la ragazza deviò altrove il fascio di luce. Ma si rialzò subito dopo, lasciando andare ogni speranza, quando il fermaglio di Christelle si spezzò all’interno della serratura. Un po’ divertito, nonostante la situazione, glielo porse, o meglio, le porse l’inutile metà rimasta illesa, sollevando le spalle con disinvoltura. Aveva pronta una battutina mordace per la triste dipartita del suo ferma capelli, ma la voce gli si mozzò in gola: non erano soli. Dei rumori, dapprima lievi, poi leggermente più forti rimbombarono per un istante in quel vuoto oscuro. Istintivamente, avanzò di un passo verso l’oscurità, distaccandosi dalla porta e superando Christelle, impugnò di nuovo la bacchetta.

    “Lumos maxima!” – esclamò e dalla bacchetta si sprigionò un fascio di luce maggiore rispetto al precedente che, unito a quello della bacchetta di Christelle, riuscì ad illuminare una grossa porzione di quello che era…

    “Un corridoio…” – bisbigliò, mentre le parole della Grifondoro sovrastarono la sua voce e gli entrarono nel cervello come lame affilate. Un corridoio proibito? Il corridoio proibito? Ne aveva sentito parlare, ma era una leggenda. Poteva esserci qualsiasi cosa là dentro, avrebbero potuto rimanere chiusi lì per giorni, settimane, chissà per quanto prima che qualcuno potesse accorgersi della loro presenza lì. Ma soprattutto… Avrebbero potuto espellerli per un’azione del genere. Quattro anni di fatica e dedizione per lo studio, per portare onore alla sua famiglia, essere un orgoglio di quella scuola… e… finire… espulso… PER ESSERE ENTRATO NEL CORRIDOIO PROIBITO CONTRO LA SUA VOLONTÀ?!
    Accadde qualcosa, in Draven, che nemmeno lui stesso aveva mai sperimentato prima: il panico. Rimase a fissare la vuota oscurità oltre la luce delle loro bacchetta per parecchi secondi, forse un paio di minuti; se Christelle disse qualcosa, nemmeno la sentì. Doveva uscire da lì prima che chiunque potesse anche solo supporre che Draven avesse avanzato un solo passo verso il terzo piano. Guardò l’orologio che portava al polso: mancavano 20 minuti alla lezione di pozioni. Oddio… I libri in biblioteca. Non avrebbe mai fatto in tempo ad andarci dopo la lezione di pozioni – perché, ok il panico, ma non era nemmeno contemplabile l’ipotesi che non sarebbe riuscito ad andare a lezione di pozioni – quindi il piano d’azione per i compiti era completamente da rivedere… Il suo cervello si rimise in moto. Ottimo segno, stava riacquistando un briciolo di lucidità. Ma lo sguardo, senza che se ne accorgesse, si era abbassato, a fissare comunque il vuoto, ma adesso era un vuoto illuminato. Quando se ne rese conto, comunque, era passato talmente tanto da fargli bruciare gli occhi e fargli apparire macchioline scure attraverso le palpebre ogni volta che chiudeva gli occhi. Si sfregò le palpebre chiuse con due dita della mano destra, mentre quelle dell’altra si strinsero con parecchia forza intorno alla bacchetta, al punto da irrigidire tutta la muscolatura del braccio sinistro, dalle nocche della mano alla spalla… quasi faceva male, ma in qualche modo, quella sensazione lo riportò alla realtà.

    “Troviamo una via d’uscita o ti uccido.” – furono le prime parole, con voce incrinata, che riuscì a pronunciare dopo chissà quanto tempo passato in silenzio a riflettere. Non la guardò; stava ritrovando lucidità e aveva bisogno di concentrarsi sul da farsi. Se quella maledetta porta aveva deciso di non farli uscire, doveva essere perché era settata magicamente solo per consentire degli ingressi: si, era una supposizione valida, molto logica. Quindi, da qualche parte lì tra ombre e rumori sinistri, dove esserci un’uscita.
    Slytherin will help you on the way to greatness.
    code made only for wizarding world gdr
     
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15 replies since 11/5/2020, 23:23   277 views
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