Il Salotto degli Artisti - vol.1

Inaugurazione e Presentazione di "Scintille Nere"

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  1. Adeline Walker
     
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    Tornando a casa da lavoro, un vivace rapace aveva preso ad inseguirla negli ultimi metri di strada che la separavano dal suo portone d'ingresso, sulle soglie di una High Street semi deserta quel pomeriggio.
    Confusa, Adeline aveva notato solo in un secondo momento la pergamena stretta tra le zampe del volatile: chi Merlino le aveva mai potuto scrivere?
    Pochi secondi dopo però, salendo le scale verso il suo appartamentino, un sorriso aveva fatto capolino tra le labbra della londinese.
    Il Salotto degli Artisti aveva ufficialmente aperto i battenti, con tanto di presentazione di un nuovo libro a completarne l'inaugurazione, e l'invito della Kennegan era esteso anche al suo Abe.
    Varcata la soglia di casa Adeline di fatto sembrava galleggiare sull'aria: -Abe, stasera si va a Diagon Alley!- aveva trillato entusiasta.

    Aveva impiegato non poche ore a convincere il suo elfo a rinnovare il suo guardaroba: in realtà era un argomento particolarmente delicato per la sua specie, e Adeline lo sapeva bene, lei stessa era rimasta intrappolata in mille e uno dubbi al riguardo.
    Da quando ne aveva fatto richiesta – al suo Dipartimento per altro, aveva essenzialmente svolto da sola la sua pratica – non aveva mai considerato Abe una mera proprietà, trattandolo sin da subito come un suo pari.. ma era anche vero che, di fatto, quell'elfo era considerato dal resto della società e soprattutto anche dalle leggi in vigore, quasi allo stremo di un oggetto, ora da lei posseduto a tutti gli effetti.
    E quell'idea, alla Bronzo Blu non era mai piaciuta.
    Dopo svariati rigiri di pensieri, dubbi, ipotesi, alla fine Adeline aveva quindi scelto di risolvere così la questione: non poteva liberare la creatura, perchè considerati gli anni in cui vivevano, sarebbe probabilmente tornata sotto le regole vigenti del Ministero e da lì acquistato da un altro proprietario, chissà di che genere poi.. non voleva perdere un amico e soprattutto metterlo così in un potenziale pericolo.
    Ma, se per vie legali e formali era meglio non abbandonarlo a se stesso.. per quelle informali, tutto era concesso: così, da qualche settimana a quella parte, Adeline aveva informato il giovane elfo che avrebbe iniziato a pagarlo per i lavori e l'aiuto che quotidianamente le forniva nei più svariati modi.
    Avrebbe avuto un suo salario mensile e un giorno libero la settimana come lei, e con i suoi galeoni avrebbe potuto comprare ciò che più gli sarebbe piaciuto.
    Gli aveva in realtà – prolissa e apprensiva qual'era – anche accennato i suoi ragionamenti circa il liberarlo effettivamente donandogli un qualunque capo di abbigliamento, ma – al di là della prima crisi isterica ottenuta dall'elfo – erano infine convenuti entrambi che in un mondo com'era quello che li circondava non era probabilmente la scelta più sicura, nè di certo la più astuta – e Merlino si parlava ancora di una ex Corvonero accidenti.
    Così, adesso, il grande dilemma: Adeline aveva già dato diversi galeoni al suo elfo, che nelle giornate libere erano stati spesi per curiosi alambicchi magici, diversi dolciumi ( di cui Abe era ghiotto, così come la londinese) e un'incredibile quantità di tele e colori dato che, dopo quella prima visita proprio nell'ancora in costruzione Salotto degli Artisti, all'idea della pittura Abe aveva voluto provare a cimentarsi in quell'arte.. scoprendosi poi un gran appassionato.
    Ma niente vestiti. Non sino a quel momento, quanto meno.

    -Abe, stai benissimo!-
    Un enorme sorriso albeggiava tra le labbra della strega, dopo che - vinta la sua battaglia - aveva infine convinto il suo elfo a farsi fare con la sua paga rimasta qualche abito su misura – dato che in effetti, in commercio c'era tutto meno che vestiti per elfi domestici.
    Adesso, rimirandosi mesto allo specchio, Abe stava facendo conoscenza con le gioie – e con le fastidiose torture – degli abiti eleganti: -Quasi quasi a questo papillon preferivo il mio comodo straccetto signorina Ad..- aveva infatti accennato la creatura, passando un lungo dito tra il collo ed il colletto di una comunissima camicia bianca sotto il piccolo e classico completo nero che lo fasciava in quel momento.
    -Puoi fare a meno del papillon se credi, saresti comunque molto elegante.-
    Aveva risposto quieta la strega, mentre a qualche passo di distanza concludeva anche lei i suoi ultimi preparativi.
    Per quella sera Adeline aveva dato il meglio di sé: con spalle e braccia nude, un lungo vestito bianco le fasciava il corpo partendo da uno scollo a cuore che le avvolgeva il seno, stringendosi in vita dove era adornato da una piccola catenella d'oro, e allargandosi poi morbido lungo tutta la sua altezza.
    Ai piedi calzava dei tacchi aperti del medesimo colore del vestito, e i cui lacci riprendevano il dorato della catenella in vita.
    I capelli, per una volta erano legati in una acconciatura semplice ma per Adeline efficace: un elegante mugno li teneva in alto infatti, mentre il viso, per concludere, riprendendo i colori che la adornavano, mettevano in risalto lo sguardo bicromatico e le labbra dipinte di un rosso caldo e scuro.
    -Anche lei è molto elegante signorina Ad. E se può sopportare quei tacchi per tutta la sera, io sopporterò questo papillon.-
    Era scoppiata a ridere scuotendo leggermente la testa, mentre un attimo dopo con ancora il riso sulle labbra, presa una piccola borsa e la bacchetta, si era smaterializzata insieme al suo elfo.. anch'egli con qualcosa sotto braccio.

    Il battito di ciglia seguente, aveva messo a fuoco un Ghirigoro in festa.
    Adeline, accompagnata da Abe al suo fianco, era estasiata: -Considerala una serata libera in più Abe, puoi fare quel che più ti aggrada.-
    Ed il secondo successivo, i due erano entrati.
    Lo sguardo verde azzurro, prima ancora dell'autore il cui libro sarebbe stato presto tra le sue manine da appassionata lettrice, andò alla ricerca dell'organizzatrice dell'evento, della cui personalità, stile e gusti – totalmente apprezzati dalla londinese - l'intero ambiente e serata parlavano a gran voce.
    In realtà di fatto, trovò James accanto al mago la cui immagine ingigantita ammiccava ai clienti all'ingresso: Adeline sentì appena il cenno di una sua domanda rivolta alla ex Serpeverde, ma non riuscì a trattenersi dal fiondarsi immediatamente dopo da quella che lei considerava già a pieno titolo un'amica a tutti gli effetti.
    -James questo posto è fa-vo-lo-so.- iniziò quindi entusiasta -E accidenti, anche tu lo sei, stai benissimo!- cercò la mano più vicina della Negoziante la quale – se l'avesse seguita nei movimenti –avrebbe fatto una piccola giravolta su se stessa di fronte al mago lì accanto e al suo sguardo verde azzurro che ammettilo Ad oltre al sincero entusiasmo..in una piccola percentuale stava anche controllando lo stato di salute – stabilità, mobilità e fluidità nei movimenti - di una delle sue pazienti preferite, rimessa di fatto in piedi qualche tempo prima e guarda che se non giri neanche su te stessa questo va a finire nella tua cartella clinica e domani di primo mattino mi ritroverai ad assediarti casa con nuove cure e trattamenti mh.
    -Favolosa. Tu, il Salotto e questa serata lo siete - sorrise smagliante, sinceramente contenta per la strega - Non lo sono?- chiese quindi subito dopo rivolgendosi a McNeal, voltandosi apertamente verso il mago: -Piacere, ad ogni modo, Adeline Walker. Non vedo l'ora di acquistare una copia del suo libro.-
    Sorrise sincera all'ex Corvonero, porgendogli la mano, mentre l'attimo seguente un mesto schiarirsi di voce le ricordava.. Abe. Intimidito dalla serata e da quei suoi nuovi elegantissimi panni, l'aveva seguita sino a lì ed ora.. -Assolutamente magnifica, avete fatto magie strabilianti per questo posto e questa serata.-
    Le lunghe orecchie da pipistrello gli tremavano un poco, mentre da sotto il magro braccio destro, prendeva porgendo alla Negoziante quella che – seppur incartata con cura – era inconfondibilmente una tela.
    -Ho pensato che potesse.. che potesse farle piacere come piccolo pensiero per questa inaugurazione.- spiegò quindi l'elfo, la vocina carica di tensione per l'imbarazzo che stava evidentemente provando in quegli attimi -L'ho dipinto io. E' un semplice paesaggio ma.. ecco, mh, spero che le piaccia, in altro modo può gettarlo senza problemi o darlo via o..-
    Si ammutolì, in preda all'agitazione, per abitudine cercando di nascondersi dietro l'ampia gonna del vestito di Adeline.
    -Beh, ad ogni modo vorrò sicuramente un autografo dell'autore per la mia copia.-
    La londinese aveva sorriso rassicurante alla sua creatura, non volendo però intromettersi troppo in una libertà a cui in fondo, quella creatura doveva in qualche modo abituarsi imparando a maneggiarla: così, riprendendo da dove si era interrotta, aveva finito di rivolgersi all'autore del nuovo libro in uscita.
    Li avrebbe disturbati Sarebbe stata in loro compagnia ancora per poco, per dargli poi modo e maniera di godere della presenza degli altri invitati, di quell'atmosfera in generale e .. beh, per dare modo e maniera anche a lei, di raggiungere il tavolo delle bevande.
    Da quegli scintillanti bicchieri di prosecco infatti, niente e nessuno l'avrebbe intralciata.
    E poi.. chissà chi avrebbe ancora incontrato, quella sera.
     
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