Il Salotto degli Artisti - vol.1

Inaugurazione e Presentazione di "Scintille Nere"

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    Il Salotto degli Artisti - vol.1
    James Kennegan


    Avrebbe voluto mangiarsi le mani per non essere riuscita a trovare il nuovo indirizzo di Mike Pierce. Era brava a scovare le persone quando le interessavano, a indagare sul loro passato, stalkerarle ma nonostante i suoi sforzi, che avevano coinvolto anche vecchie conoscenze che la Kennegan aveva collezionato nel corso degli anni tra squadre di Quidditch e anni di Hogwarts, non era riuscita a scoprire il nuovo indirizzo del suo vecchio datore di lavoro. Erano anche passati più di dieci anni, ma dopo la rilevazione del Ghirigoro da parte della nuova proprietà il mago sembrava essere sparito dai radar, forse scottato dall'umiliante perdita del negozio dove aveva messo tanta passione. Di quella stessa passione ardeva la fiamma irlandese che aveva spinto la giovane strega a lavorare tanto duramente per riportare al vecchio splendore il Ghirigoro. La libreria di Diagon Alley aveva affrontato momenti peggiori, ma anche di gran lunga migliori, e il suo preciso intento era togliere le ragnatele che la vergognosa gestione della Flores aveva fato comparire su numerosi volumi del negozio, registro di cassa compreso. Ma si affrettò a cancellare il rancore per quella vicenda passata, non voleva che nulla guastasse il suo buon umore. Quella serata doveva essere perfetta, soltanto la mancanza del Pierce sarebbe stata l'unica pecca su quell'evento. << Deve essere tutto perfetto, Max!>> trillò con entusiasmo alla sua assistente e commessa, la piccola Lynch era un valido aiuto per la rifinitura degli ultimi dettagli della preparazione, mentre piroettava intorno a una delle poltrone in pelle con uno spolverino cattura polvere dai mille colori. Mancavano poche ore all'inaugurazione del Salottino degli Artisti, che coincideva con la presentazione di "Scintille Nere" di Brad McNeal. Era emozionata, una doppia emozione perché teneva al successo di entrambi in ugual modo, ma non vedeva l'ora di vedere i suoi sforzi concretizzati. Con il saggio di Brad questo si era in parte già avverato: proprio quel pomeriggio erano arrivate le prime copie stampate in negozio e lei aveva abbandonato i preparativi per correre da Accessori per il Quidditch, sventolando il libro in aria al grido di Eureka! per mostrarlo al suo autore. Aveva interrotto una vendita ma il biondo uragano non ci aveva fatto quasi caso e dopo aver stampato tutto il suo lucidalabbra sulla guancia ispida del Corvonero era corsa di nuovo fuori, ricordando che quella sera c'era un evento imperdibile. Non che temesse che il McNeal se ne dimenticasse. Nessuno poteva non aver notato i volantini che aveva sparso in giro per le strade di Diagon Alley, la pubblicità che aveva fatto sulla Gazzetta e sul Ghost - lo ricordava sopratutto il suo conto alla Gringotts che ne aveva pagato le cospicue spese- aveva persino chiesto a Max di portarne qualcuno a Ilvermorny e aveva convinto il McNeal a sponsorizzarlo anche a Hogwarts. Una vetrina del Ghirigoro era stata utilizzata per esporre un piedistallo, un cavalletto da artista a dir la verità, sul quale era stata appoggiata una tela, l'aveva dipinta personalmente di rosso e aveva scritto i dati della presentazione del libro e inaugurazione del Salottino. Aveva anche inviato un gufo a Lexa Jones, e ad altri commercianti di Diagon Alley, per avvisarla dell'evento e un volatile aveva raggiunto anche Adeline, estendendo l'invito ad Abe, perchè avesse modo di vedere il lavoro ultimato dopo che erano stati primi a saggiarne il potenziale.

    Avvolta in eleganti calze nere, le sue gambe non rivelavano alcun segno degli incidenti subiti sul campo di gioco, compreso un ematoma blu che si era procurata quella mattina sbattendo sul nuovo tavolino di mogano del Ghirigoro. Indossava anche un attillato abito nero, con tantissimi bottoni di madreperla che correvano dall'orlo della gonna, appena sopra le ginocchia, fino allo scollo a cuore, proprio al centro di questo, qualche centimetro di stoffa bianca aggiungeva un tocco di colore alla figura della Kennegan, che stranamente aveva abbandonato il suo stile eccentrico e multicolore. Guardandosi nella superficie riflettente della vetrina quasi stentava a credere che la donna che la fissava riflessa, con rossetto rosso e tacchi a spillo, era la stessa ragazzetta di diciassette anni che arrivava con la divisa scolastica trasandata e la cravatta di serpeverde allentata, con fili d'erba del campo di quidditch tra i capelli e le mani sporchi d'inchiostro per i compiti svolti. James Kennegan era cresciuta, chi lo avrebbe mai detto, diventata finalmente un'adulta responsabile nel mondo del lavoro, ma nonostante tutto lo sguardo di smeraldo non aveva attenuato l'ardore dell'impeto che lasciava solo intuire quanto caos avrebbe potuto scatenare nelle vite altrui. Si voltò, attratta dal bagliore dei calici già riempiti di raffinato prosecco, le cui bottigliere erano state importate dall'Italia, il cui gusto avrebbe ricordato il vivace sapore dello champagne senza assuefare in maniera eccessiva le menti dei suoi ospiti che avrebbero così potuto godersi ogni sfaccettatura della serata, senza trovarsi piacevolmente brilli. Aveva previsto che ci fosse una variante analcolica, la famosa Burrobirra dei Tre Manici di Scopa, per eventuali minorenni che avessero voluto unirsi alla serata, insieme con pizza e focaccine che erano sempre l'accompagnamento migliore per la Kennegan, che avrebbe anche potuto vivere nutrendosi esclusivamente di pizze. Il Salotto degli Artisti si presentava come una stanza adiacente all'entrata e al classico bancone al quale i clienti erano abituati trovare lei o Max per essere assistiti nelle loro compere, una stanza di forma rettangolare con un'ampia vetrata che dava sull'esterno. Lì era stata messa una gigantografia di McNeal che ammiccava ai passanti sulla strada, mente le copie del libro erano state disposte ordinatamente in colonne più o meno alte. Era previsto che in quella serata i clienti potessero acquistare il libro e vederselo autografato dallo scrittore in carne e ossa. Una piccola libreria stava all'angolo, James aveva selezionato alcuni dei volumi che avrebbero interessato maggiormente i suoi ospiti, quando si fossero recati successivamente nel Salottino per godersi una buona lettura. Poltrone di varie dimensioni e colori comparivano come margherite colorate - color cuoio, altre senape, altre ancora azzurro carta da zucchera, l'immancabile smeraldo e persino un paio scarlatte - sulla moquette verde, in realtà si trattava del panno da biliardo con cui i babbani rivestivano questo tavolo da gioco ma lei non ne aveva idea, pensava che fosse semplicemente molto morbido e facile da pulire, con diversi tavolini da thè, compreso quello in mogano sul quale aveva sbattuto la mattina stessa, e almeno cinque lunghi divani, Chesterfield di colore marrone, che avrebbero potuto accogliere almeno quattro persone, su ogni lato della stanza. Nella parete di fronte alla vetrina la Kennegan aveva fatto allestire la zona buffet per le pizze e focacce, mentre su un tavolo rotondo accanto alla gigantografia del suo autore si sarebbero potuti trovare i calici di prosecco e i boccali di burrobirra. Era tutto pronto, si poteva dare il via alle danze!

    p4Tw05F Benvenuti al primo evento del Salotto degli Artisti!
    In questa serata si presenterà "Scintille Nere": sarà possibile acquistarlo e chiedere all'autore Brad McNeal che lo firmi per voi. Questo vi garantirà inoltre l'accesso alla sezione dedicata ad esso dove potrete leggerlo e sfogliare il suo lavoro. Seguirà poi una piccola presentazione del libro e una breve intervista, con la possibilità di fare domande al nostro scrittore.


    L'ingresso all'evento è gratuito: potete trovare pizze e focacce da mangiare, prosecco per gli adulti e burrobirra analcolica per gli studenti!

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    Era una novità assoluta, per Brad, essere invitato ad un evento come protagonista di esso. Era capitato, alle volte, di andare a feste importanti come ospite, per merito della società del padre, e di intervenire in alcuni momenti della serata, più per brindisi che per reale importanza delle sue parole. Quello del Ghirigoro, invece, era tutto per lui e per il suo saggio appena uscito. James aveva fatto le cose in grande e come Editrice era stata magnifica: non gli aveva messo pressioni, aveva scelto con cura tutti i particolari senza dimenticarsi però di rendere complice anche, ovviamente, lo scrittore stesso. Brad aveva apprezzato moltissimo la professionalità della ragazza, anche perché, conoscendola un poco, si aspettava molto peggio. Già s’immaginava la Kennegan che entrava nel suo appartamento senza bussare per dirgli di muoversi, incapace di attendere una pubblicazione che portava anche il suo nome. Invece, niente di tutto quello successe e, anzi, al McNeal, ogni tanto, era mancato uno sprono che lo aiutasse a fare di più e a accelerare i tempi. Alla fine ce l’aveva fatta, in linea con i tempi previsti dal programma scolastico – che era la cosa che più gli interessava – e anche con la scadenza che aveva comunicato all’Editrice ormai diversi mesi prima. Ce l’aveva fatta ed era fiero, molto fiero, di come fosse uscito il risultato finale. Era un bel libro dal suo punto di vista: utile, ma anche interessante. Univa la diatriba tra differenti linee di pensiero a aspetti più teorici che avrebbero potuto davvero aiutare la comunità magica. Il suo obiettivo, dopotutto era quello: lasciare un segno nella società per farla crescere e diventare migliore di quella spocchiosa fetta di persone che si autoproclamava superiore ai babbani.
    Già dalla mattina, comunque, Brad poté notare l’effetto Kennegan su Diagon Alley. I volantini dell’evento serale erano sparsi ovunque e spiccava proprio nella bottega una sua gigantografia che ammiccava ai passanti. Se non fosse stato così sicuro di sé, McNeal probabilmente se la sarebbe presa con lei per non avergli chiesto il permesso. Peccato che Brad, sotto sotto, fosse un po’ egocentrico e vedere la sua immagine così in grande lo fece sentire ancora più importante e fiero. Chiunque, quindi, avrebbe saputo del Salotto degli Artisti, anche perché lui stesso aveva affisso fuori dai suoi due uffici a Ilvermorny e a Hogwarts un invito personale a tutti gli studenti desiderosi di conoscere di più e ai suoi colleghi di cattedra. Inoltre, aveva deciso di spedire qualche lettera qua e là per essere più sicuro della presenza di alcune persone che teneva vedere presenti. Innanzitutto, invitò la madre – scrivendo per iscritto quanto la presenza del padre non fosse gradita – poi, Brad, scrisse alla Preside di Ilvermorny che aveva patrocinato l’opera ed era dunque parte fondamentale dell’opera. Due lettere d’invito vennero mandate anche a Madeline, la sua commessa da Accessori per il Quidditch di Qualità, e a Nate, quello sconosciuto con cui aveva bevuto e condiviso pensieri in un triste momento dell’intero sport mondiale. Infine, Brad decise di invitare anche la squadra di Quidditch con cui aveva giocato la partita di beneficenza, perché si era divertito e perché poteva essere un modo per conoscersi di più. Tutti dovevano esserci quella sera, a rischio di far esplodere l’intero Ghirigoro per l’enorme quantità di persone presenti.
    McNeal, dopo aver sorriso alla sua gigantografia, si diresse quindi a lavoro con il piccolo Rigriel attaccato alla gamba sinistra. Quel giorno dovevano lavorare molto di più perché avrebbero dovuto chiudere prima per prepararsi all’importante evento. Forse furono proprio i volantini, ma quel giorno entrarono in bottega più clienti del solito e, proprio mentre Brad ne stava servendo uno, arrivò la bella notizia. James si presentò da Accessori con un’immensa gioia, sventolando una copia di “Scintille Nere” e dando poi un bacio sulla guancia al Negoziante che, un po’ in imbarazzo, osservò il cliente che stava servendo. Dopo aver ringraziato l’amica, si concentrò sulle vendite, anche se nella sua testa già non vedeva l’ora di poter prendere parte all’evento serale perché dopotutto quello era il suo libro e presentarlo doveva essere qualcosa di unico e indescrivibile. Voleva essere al centro dell’attenzione, sì, ma voleva soprattutto avere approvazione dagli invitati. Era importante per lui osservare le persone e trovare uno sguardo di consenso. Se fosse stato un flop difficilmente sarebbe tornato a scrivere e anche la sua stessa autostima ne avrebbe di certo risentito. Ma, comunque, era qualcosa a cui non pensò molto, troppo entusiasta e intrepido per la serata.
    Dopo aver chiuso il negozio, McNeal corse nel suo appartamento per prepararsi a dovere. Nonostante un piccolo battibecco con Rigriel che aveva combinato un altro disastro dei suoi – aveva versato una bottiglia intera di succo di zucca nel pollo, pensando che fosse una salsa – Brad riuscì a ritrovare la calma. L’Elfo aveva infatti pulito benissimo il suo abito e la sua cravatta: tutto era limpido e con un buonissimo profumo.
    Allora… Come sto?
    Chiese al piccolo Domestico, dopo essersi guardato indefinite volte allo specchio. Voleva risultare impeccabile sia perché quell'evento significava molto per lui, sia perché c’era James Kennegan. Insomma, quando c’era lei di mezzo lui doveva ricercare sempre la perfezione. Dopo la risposta di Rigriel, positiva fortunatamente, McNeal uscì con l’Elfo dall’appartamento per dirigersi lentamente al Ghirigoro. Era in anticipo di qualche minuto e non voleva arrivare troppo presto. Se avesse interrotto James nei preparativi sarebbe stato scortese. Tuttavia, la voglia di arrivare per primo alla serata era molto alta. Voleva passare un po’ di tempo da solo con la sua Editrice e voleva chiacchierare con gli invitati anche prima dell’inizio dell’evento vero e proprio.
    Entrò al Ghirigoro con un Permesso delicato, sbirciando prima un pochino per capire a che punto fosse la Kennagan. Ancora una volta, Brad rimase sorpreso: tutto era già pronto e il negozio aveva aggiunto un tocco di classe che non aveva ormai da molti anni.
    James! - disse a gran voce, emozionato e felice. - Ma è magnifico! Complimenti!
    Il Salotto era stato costruito tutto dalla mente geniale della ragazza ed era squisito. Era molto fine e raffinato, ma manteneva sempre il tono formale e genuino della libreria. Un posto da intellettuali di classe, fantastico. Gli occhi si posarono su tutto l’arredamento, passando dai tavolini alle colonne dei suoi libri. E, impossibile da non notare, si concentrò poi sul buffet: salati e drink per tutti, dal prosecco per gli adulti a della sfiziosa burrobirra per i più giovani. Gli occhi dello Scozzese si girarono ancora verso la Negoziante e lì si fermarono. Ancora una volta McNeal rimase bloccato dalla bellezza della ragazza. Elegante, ma estremamente affascinante, James era una vera bomba quella sera. Brad avrebbe dovuto tenere a mente tutto ciò che doveva dire perché poteva essere semplice distrarsi con lei lì, davanti.
    Stai d’incanto.
    Disse, sfiorandole la guancia per spostarle dietro l’orecchio una ciocca di capelli che, forse per i preparativi, aveva deciso di spostarsi sul volto. Un po’ imbarazzato per il suo gesto, del tutto spontaneo, Brad si girò un po’ intorno, forse con secondi fini, ma non lo lasciò a vedere.
    Quindi, qual è la scaletta di stasera?
    Domandò poi, un po’ per mantenere la calma, un po’ perché doveva effettivamente capire come comportarsi durante l'evento, dando infine un colpetto a Rigriel che stava già cominciando a curiosare all'interno del negozio.

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    Edited by Brad McNeal - 17/5/2020, 12:22
     
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    Tornando a casa da lavoro, un vivace rapace aveva preso ad inseguirla negli ultimi metri di strada che la separavano dal suo portone d'ingresso, sulle soglie di una High Street semi deserta quel pomeriggio.
    Confusa, Adeline aveva notato solo in un secondo momento la pergamena stretta tra le zampe del volatile: chi Merlino le aveva mai potuto scrivere?
    Pochi secondi dopo però, salendo le scale verso il suo appartamentino, un sorriso aveva fatto capolino tra le labbra della londinese.
    Il Salotto degli Artisti aveva ufficialmente aperto i battenti, con tanto di presentazione di un nuovo libro a completarne l'inaugurazione, e l'invito della Kennegan era esteso anche al suo Abe.
    Varcata la soglia di casa Adeline di fatto sembrava galleggiare sull'aria: -Abe, stasera si va a Diagon Alley!- aveva trillato entusiasta.

    Aveva impiegato non poche ore a convincere il suo elfo a rinnovare il suo guardaroba: in realtà era un argomento particolarmente delicato per la sua specie, e Adeline lo sapeva bene, lei stessa era rimasta intrappolata in mille e uno dubbi al riguardo.
    Da quando ne aveva fatto richiesta – al suo Dipartimento per altro, aveva essenzialmente svolto da sola la sua pratica – non aveva mai considerato Abe una mera proprietà, trattandolo sin da subito come un suo pari.. ma era anche vero che, di fatto, quell'elfo era considerato dal resto della società e soprattutto anche dalle leggi in vigore, quasi allo stremo di un oggetto, ora da lei posseduto a tutti gli effetti.
    E quell'idea, alla Bronzo Blu non era mai piaciuta.
    Dopo svariati rigiri di pensieri, dubbi, ipotesi, alla fine Adeline aveva quindi scelto di risolvere così la questione: non poteva liberare la creatura, perchè considerati gli anni in cui vivevano, sarebbe probabilmente tornata sotto le regole vigenti del Ministero e da lì acquistato da un altro proprietario, chissà di che genere poi.. non voleva perdere un amico e soprattutto metterlo così in un potenziale pericolo.
    Ma, se per vie legali e formali era meglio non abbandonarlo a se stesso.. per quelle informali, tutto era concesso: così, da qualche settimana a quella parte, Adeline aveva informato il giovane elfo che avrebbe iniziato a pagarlo per i lavori e l'aiuto che quotidianamente le forniva nei più svariati modi.
    Avrebbe avuto un suo salario mensile e un giorno libero la settimana come lei, e con i suoi galeoni avrebbe potuto comprare ciò che più gli sarebbe piaciuto.
    Gli aveva in realtà – prolissa e apprensiva qual'era – anche accennato i suoi ragionamenti circa il liberarlo effettivamente donandogli un qualunque capo di abbigliamento, ma – al di là della prima crisi isterica ottenuta dall'elfo – erano infine convenuti entrambi che in un mondo com'era quello che li circondava non era probabilmente la scelta più sicura, nè di certo la più astuta – e Merlino si parlava ancora di una ex Corvonero accidenti.
    Così, adesso, il grande dilemma: Adeline aveva già dato diversi galeoni al suo elfo, che nelle giornate libere erano stati spesi per curiosi alambicchi magici, diversi dolciumi ( di cui Abe era ghiotto, così come la londinese) e un'incredibile quantità di tele e colori dato che, dopo quella prima visita proprio nell'ancora in costruzione Salotto degli Artisti, all'idea della pittura Abe aveva voluto provare a cimentarsi in quell'arte.. scoprendosi poi un gran appassionato.
    Ma niente vestiti. Non sino a quel momento, quanto meno.

    -Abe, stai benissimo!-
    Un enorme sorriso albeggiava tra le labbra della strega, dopo che - vinta la sua battaglia - aveva infine convinto il suo elfo a farsi fare con la sua paga rimasta qualche abito su misura – dato che in effetti, in commercio c'era tutto meno che vestiti per elfi domestici.
    Adesso, rimirandosi mesto allo specchio, Abe stava facendo conoscenza con le gioie – e con le fastidiose torture – degli abiti eleganti: -Quasi quasi a questo papillon preferivo il mio comodo straccetto signorina Ad..- aveva infatti accennato la creatura, passando un lungo dito tra il collo ed il colletto di una comunissima camicia bianca sotto il piccolo e classico completo nero che lo fasciava in quel momento.
    -Puoi fare a meno del papillon se credi, saresti comunque molto elegante.-
    Aveva risposto quieta la strega, mentre a qualche passo di distanza concludeva anche lei i suoi ultimi preparativi.
    Per quella sera Adeline aveva dato il meglio di sé: con spalle e braccia nude, un lungo vestito bianco le fasciava il corpo partendo da uno scollo a cuore che le avvolgeva il seno, stringendosi in vita dove era adornato da una piccola catenella d'oro, e allargandosi poi morbido lungo tutta la sua altezza.
    Ai piedi calzava dei tacchi aperti del medesimo colore del vestito, e i cui lacci riprendevano il dorato della catenella in vita.
    I capelli, per una volta erano legati in una acconciatura semplice ma per Adeline efficace: un elegante mugno li teneva in alto infatti, mentre il viso, per concludere, riprendendo i colori che la adornavano, mettevano in risalto lo sguardo bicromatico e le labbra dipinte di un rosso caldo e scuro.
    -Anche lei è molto elegante signorina Ad. E se può sopportare quei tacchi per tutta la sera, io sopporterò questo papillon.-
    Era scoppiata a ridere scuotendo leggermente la testa, mentre un attimo dopo con ancora il riso sulle labbra, presa una piccola borsa e la bacchetta, si era smaterializzata insieme al suo elfo.. anch'egli con qualcosa sotto braccio.

    Il battito di ciglia seguente, aveva messo a fuoco un Ghirigoro in festa.
    Adeline, accompagnata da Abe al suo fianco, era estasiata: -Considerala una serata libera in più Abe, puoi fare quel che più ti aggrada.-
    Ed il secondo successivo, i due erano entrati.
    Lo sguardo verde azzurro, prima ancora dell'autore il cui libro sarebbe stato presto tra le sue manine da appassionata lettrice, andò alla ricerca dell'organizzatrice dell'evento, della cui personalità, stile e gusti – totalmente apprezzati dalla londinese - l'intero ambiente e serata parlavano a gran voce.
    In realtà di fatto, trovò James accanto al mago la cui immagine ingigantita ammiccava ai clienti all'ingresso: Adeline sentì appena il cenno di una sua domanda rivolta alla ex Serpeverde, ma non riuscì a trattenersi dal fiondarsi immediatamente dopo da quella che lei considerava già a pieno titolo un'amica a tutti gli effetti.
    -James questo posto è fa-vo-lo-so.- iniziò quindi entusiasta -E accidenti, anche tu lo sei, stai benissimo!- cercò la mano più vicina della Negoziante la quale – se l'avesse seguita nei movimenti –avrebbe fatto una piccola giravolta su se stessa di fronte al mago lì accanto e al suo sguardo verde azzurro che ammettilo Ad oltre al sincero entusiasmo..in una piccola percentuale stava anche controllando lo stato di salute – stabilità, mobilità e fluidità nei movimenti - di una delle sue pazienti preferite, rimessa di fatto in piedi qualche tempo prima e guarda che se non giri neanche su te stessa questo va a finire nella tua cartella clinica e domani di primo mattino mi ritroverai ad assediarti casa con nuove cure e trattamenti mh.
    -Favolosa. Tu, il Salotto e questa serata lo siete - sorrise smagliante, sinceramente contenta per la strega - Non lo sono?- chiese quindi subito dopo rivolgendosi a McNeal, voltandosi apertamente verso il mago: -Piacere, ad ogni modo, Adeline Walker. Non vedo l'ora di acquistare una copia del suo libro.-
    Sorrise sincera all'ex Corvonero, porgendogli la mano, mentre l'attimo seguente un mesto schiarirsi di voce le ricordava.. Abe. Intimidito dalla serata e da quei suoi nuovi elegantissimi panni, l'aveva seguita sino a lì ed ora.. -Assolutamente magnifica, avete fatto magie strabilianti per questo posto e questa serata.-
    Le lunghe orecchie da pipistrello gli tremavano un poco, mentre da sotto il magro braccio destro, prendeva porgendo alla Negoziante quella che – seppur incartata con cura – era inconfondibilmente una tela.
    -Ho pensato che potesse.. che potesse farle piacere come piccolo pensiero per questa inaugurazione.- spiegò quindi l'elfo, la vocina carica di tensione per l'imbarazzo che stava evidentemente provando in quegli attimi -L'ho dipinto io. E' un semplice paesaggio ma.. ecco, mh, spero che le piaccia, in altro modo può gettarlo senza problemi o darlo via o..-
    Si ammutolì, in preda all'agitazione, per abitudine cercando di nascondersi dietro l'ampia gonna del vestito di Adeline.
    -Beh, ad ogni modo vorrò sicuramente un autografo dell'autore per la mia copia.-
    La londinese aveva sorriso rassicurante alla sua creatura, non volendo però intromettersi troppo in una libertà a cui in fondo, quella creatura doveva in qualche modo abituarsi imparando a maneggiarla: così, riprendendo da dove si era interrotta, aveva finito di rivolgersi all'autore del nuovo libro in uscita.
    Li avrebbe disturbati Sarebbe stata in loro compagnia ancora per poco, per dargli poi modo e maniera di godere della presenza degli altri invitati, di quell'atmosfera in generale e .. beh, per dare modo e maniera anche a lei, di raggiungere il tavolo delle bevande.
    Da quegli scintillanti bicchieri di prosecco infatti, niente e nessuno l'avrebbe intralciata.
    E poi.. chissà chi avrebbe ancora incontrato, quella sera.
     
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  4. Lexa Jones
     
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    Strano a dirsi, Lexa adorava le festicciole: amava intrattenere conversazioni piccanti, catturare lo sguardo degli ospiti, volteggiare con un bicchiere di vino nella mano, circondata da persone influenti da cui farsi notare; anche se quella non sarebbe stata la sua serata.
    A quanto pareva l'oggetto di tante attenzioni sarebbe stato un certo Brad McNeal, autore di 'Scintille Nere', testo che la Recluta avrebbe acquistato per capire se tanto clamore fosse sensato o meno.
    Quella sera aveva deciso di lasciare il Serraglio un'ora prima, così da avere tutto il tempo di rendersi presentabile e raggiungere il Ghirigoro come richiesto dalla Kennegan nella sua missiva, sperando che si ricordasse in futuro dell'impegno messo dall' ex Corvonero.
    Non avendo mai preso parte alla Presentazione di un libro, ci mise del tempo a decidere cosa indossare, chiedendosi se un vestito lungo fosse fuori luogo.
    Alla fine cadde nella tentazione di sentirsi provocante per la prima volta, da quando le sue giornate si erano riempite di allenamenti Auror ed escrementi di gufo. Optò dunque per un vestito nero lungo, con scollo a 'v' profondo, schiena scoperta con dettaglio fibbia, tacco a spillo nero con dettagli in argento ed una pochette anch'essa in argento, la bacchetta infilata nella giarrettiera. Come al solito non avrebbe osato con il trucco, concentrandosi maggiormente sugli occhi e sulle labbra, alle quali avrebbe applicato un rossetto rosso scuro, infine avrebbe acconciati i capelli in una coda alta e vaporosa, con volume frontale.

    Si materializzò a pochi passi dalla libreria, fermandosi ad osservare l'uomo che ammiccava nella sua direzione, nonostante lo scetticismo dovette ammettere la bravura di James nel promuovere quella serata; la settimana prima il Serraglio Stregato era stato invaso da streghe super eccitate per la Presentazione del libro e sopratutto per l'opportunità di conoscere il 'fantastico' Brad McNeal, persino le ragazzine sembravano euforiche e guardando il poster in vetrina la Jones riuscì quasi a capirle.. Quasi.
    Fu leggermente sconvolta di scoprire che la nuova area del Ghirigoro l'affascinava più di quanto avesse mai pensato avrebbe potuto fare, la donna sembrava averci lavorato su molto ed era fortemente convinta che questo aggiornamento del locale, frullasse già da parecchio tempo nella mente dell'ex Serpeverde, forse da anni.
    Raggiunse il Salottino, dove vi era presente già un piccolo gruppo di persone, i suoi occhi scandagliarono gli ospiti alla ricerca di volti conosciuti e tra questi individuò una sua cliente, a cui aveva venduto un gufo non molto tempo prima.
    -"Adeline Walker,il lavoro al Ministero richiede una bella dose di alcolici mi dicono, permetti?". Raggiunto il tavolo delle bevande nello stesso momento della donna, recuperò due flute che si riempirono all'istante di prosecco, ne passò uno alla sua interlocutrice e mentre portava il bicchiere alle labbra il suo sguardo ricadde sulla Kennegan all'altro lato della stanza, alla quale mimò poi un brindisi, come a voler sintetizzare, in un solo gesto, i propri complimenti.
    -"Spero che il nostro Gufo non ti stia dando troppi grattacapi."
    Tornò a rivolgere la propria attenzione alla bionda davanti a sé, chiedendosi se ciò che l'avesse portata lì quella sera, fosse la conoscenza o la contemplazione di un bel faccino come quello del McNeal.
     
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    Draven Shaw

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    Era stata una giornata parecchio faticosa al negozio di Ollivander; a quanto sembrava, un gruppo di ragazzini del secondo anno aveva giocato a distanza troppo ravvicinata con dei Fuochi d’Artificio Freddi che erano ricaduti su di loro e molto del loro materiale scolastico, bacchette comprese… Il professore d’incantesimi di Hogwarts era arrivato al negozio con una manciata di bacchette rovinate e la richiesta di ripararle. Dopo una prima perizia, aveva potuto constatare che non fossero ridotte troppo male, per fortuna, ma per potersene accertare aveva bisogno di parlarne a Hedel. Ma dove diamine si era andata a cacciare? Non la vedeva da giorni e non aveva sue notizie, sperava che fosse solo impegnata a procacciare materiale per fabbricare altre bacchette. Ad ogni modo, si era preoccupato del negozio praticamente da solo e aveva alternato il lavoro a diversi momenti di pulizia maniacale, perché per diverse ore alcuni volantini avevano preso la terribile abitudine di interrompere il loro magico svolazzare in giro per Diagon Alley proprio sotto lo stipite della porta malconcia dell’Ollivander. Draven non si era preoccupato o interessato di vedere che roba fosse; aveva preso ogni volta quei volantini per buttarli via. Un paio di volte aveva avuto l’istinto di farli Evanescere, ma aveva pensato che fosse meglio non praticare magie in orario di lavoro e fuori dai confini scolastici. Quando, però, sentì il becco di un gufo picchiettare sulla porta con la richiesta educata di entrare nel negozio per consegnare la posta e, in assenza di Hedel, si permise di aprirla per lei (dato che era indirizzata genericamente al negozio), capì a che cosa fosse dovuta la presenza esagerata di tutti quei volantini sparsi per Diagon Alley: la posta indirizzata all’Ollivander era un invito per i negozianti a partecipare ad un evento al Ghirigoro. Si trattava della presentazione di un nuovo libro, scritto da nientepopodimeno che da uno dei suoi professori preferiti: Brad McNeal. Non vi erano segnate avvertenze comportamentali o di abbigliamento o, ancora, sull’eventuale partecipazione riservata agli adulti, così, prese la decisione su due piedi.
    Posò l’invito e si mise a frugare nella borsa scolastica in cerca di biscotti gufici o qualche noce da regalare al gufo, ancora fermo sul bancone del negozio.

    “Posso chiederti il favore di recapitare una lettera a Hogwarts? Deve raggiungere il Preside.” – chiese il ragazzo, rivolgendosi al gufo, mentre si riempì il palmo di una mano con della frutta secca da regalargli e con le dita dell’altra prese ad accarezzargli la testa. Questo tubò, felice all’idea di eseguire il favore, e Draven lo lasciò per qualche istante lì a godersi il suo snack, mentre prese a scrivere fremente su una pergamena che sarebbe tornato a scuola più tardi per via di una commissione dell’ultimo minuto da eseguire per conto di Ollivander. La scuola conosceva i suoi orari di lavoro e li rispettava, sempre, per non mettersi nei guai; il fatto che avesse il permesso di muoversi dalla scuola a Diagon Alley e Hogsmeade per lavoro, non significava che potesse andarsene in giro quando o come gli pareva. Quell’evento, però, gli sembrò una valida scusante per fare un po’ di ritardo… Se si fosse presentata la necessità di spiegare meglio quella ‘commissione’ lo avrebbe fatto senza problemi, era certo che i presenti all’evento avrebbero potuto testimoniare per lui.
    Legò la lettera ad una delle zampe del gufo e, dopo un altro paio di carezze, lo vide spiccare il volo e uscire dal negozio per compiere la sua missione.
    Doveva assolutamente trovare i soldi per farsi un gufo suo… Ma al momento aveva bisogno di risparmi per ben altre urgenze.
    Dopo essersi dato un’occhiata addosso per essere sicuro di stare in ordine – indossava una camicia scura sotto il golf grigio topo con lo stemma di Serpeverde e un paio di pantaloni neri – e aver dato una sistemata ai capelli un po’ ribelli, si diede da fare per riordinare le ultime cose in negozio ed essere pronto e puntuale per l’evento.

    Quando raggiunse il Ghirigoro non si aspettava una simile accoglienza per l’uscita e la presentazione di un nuovo libro… Già dalla strada si poteva intravedere l’apertura di un’area che non aveva mai visto prima nel negozio, dalla cui vetrina faceva capolino una gigantografia del professore che ammiccava. Draven sorrise divertito… Se solo da adulto fosse riuscito a sviluppare metà dell’autostima di quell’uomo...
    Vedendo che la sala addetta alla presentazione era già gremita di un discreto gruppetto di persone, per lo più adulti, Draven si decise a entrare, cercando di passare inosservato, anche se in tenuta scolastica, con lo stemma Serpeverde che brillava alla luce della sala e un’altezza che superava almeno la metà di quella degli adulti presenti era difficile non farsi notare, andò diretto verso una delle poltrone più nascoste – o per meglio dire, meno in vista – e ci si accomodò. Guardandosi intorno, riconobbe subito il professor McNeal, ovviamente, ma anche la ragazza bionda del Ghirigoro (per lo più perché era difficile dimenticare una ragazza così bella, ma anche e soprattutto perché dall’inizio del suo quarto anno a Hogwarts aveva fatto parecchi via vai dal Ghirigoro e, non contento, si era trovato a seguire con una certa passione le sue partite di Quidditch) e, poco più in là, riconobbe anche sua cugina Adeline, alla quale rivolse un semplice sorriso educato, dato che la vide impegnata in una conversazione che non voleva disturbare.
    Si sentiva un po’ fuori posto e, allo stesso tempo, a suo agio… Era la prima volta che presenziava ad un evento del genere. Gli sembrò divertente, anche se non era ancora iniziata la parte più interessante.


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    Ci tenevo ad invitarti personalmente
    Madeline rimirò quella frase per l’ennesima volta, fissando la pergamena con un’aria terribilmente compiaciuta. Arricciò le labbra, fiera che l’impegnatissimo negoziante avesse pensato proprio a lei. Ultimamente non l’aveva visto spesso, perché era stato impegnato con il suo saggio. La texana non aveva idea di cosa parlasse quella pubblicazione e, se non avesse imbrogliato l’elfo di McNeal per farlo parlare, probabilmente non ne avrebbe mai saputo nulla.
    Sistemò i capelli, affinché cadessero ondulati, bloccandoli ai lati della nuca con delle semplici mollette, decorate da perline bianche. L’abito a maniche lunghe, di un delicato colore rosa pastello, era uno dei suoi preferiti. Si voltò, ammirando il modo in cui si stringeva in vita e si passò una mano per lisciare la gonna, lunga appena sotto al ginocchio. Ridacchiò, osservando il proprio riflesso. Si sentiva carina e non era sorpresa che l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure l’avesse invitata. Di sicuro voleva vantarsi con gli altri di quanto fosse brava la sua commessa.
    Annuì al suo riflesso, prima di recuperare una borsetta, dove ripose con cura la lettera, ed uscire. Si era organizzata per cambiarsi direttamente al negozio, anziché al Castello, così che lo spostamento fosse più agevole. Era emozionata per l’intera serata e non sapeva bene cosa aspettarsi. L’immagine della negoziante del Ghirigoro le sfiorò la mente, accendendola di una curiosità ancora maggiore. Trattandosi della sua bottega, le sembrava logico supporre, che ci fosse anche la donna. Piroettò, incurante degli sguardi, sicuramenti invidiosi, dei passanti. Forse la Kennegan avrebbe potuto finalmente risolvere il mistero. L'idea del pettegolezzo sui due giocatori del quidditch la riempì di aspettativa. Voleva sapere se fossero ragazzo e ragazza e non perché dovesse fare una ricerca accademica. Semplicemente, la texana era il tipo di ragazza da amare ogni implicazione romantica. Sognava in grande. Tenersi informata per essere preparata, sapere cosa fare, se un giorno fosse capitato a lei.
    Giunta di fronte al luogo dell'evento, ritoccò il lucida labbra al gusto fragola, scelto appositamente per la serata. Si sporse in avanti, per specchiarsi nelle vetrine e controllare se fosse tutto apposto. Desiderosa di fare bella figura, perché era stata invitata personalmente.
    Superò l'ingresso, ostentando una certa delusione. Si aspettava che ci fosse qualcuno a controllare gli inviti, di modo che potesse sventolare il proprio. Firmato da Brad McNeal in persona. Il mento si sollevò, tradendo il compiacimento della giovane Thunderbird. Invero, non le erano sfuggite le gigantografie dell'insegnante. Era la sua festa ed il fatto che si fosse premurato di scriverle in prima persona, rendeva evidente che anche lei, per estensione, fosse importante. Sua ospite.
    Lo cercò con lo sguardo, sventolando una mano verso di lui, non appena lo riconobbe.
    "Professor McNeal" tubò, enfatizzando il rumore dei tacchetti sul pavimento della sala "Scommetto che era preoccupato che non venissi, vero? Non potevo certo mancare, non dopo che lei mi ha invitato. Sa, personalmente". Calcò la voce sull'ultima parola, sperando che i presenti, lì, nei paraggi, la sentissero distintamente. Portò indietro le spalle, raddrizzando la postura e, dopo una rapida occhiata ai presenti, tornò a focalizzarsi sul proprio capo.
    "Ho letto che autograferà il suo libro a chiunque lo compri. Io posso avere la dedica? Sa, in fondo...Rigriel" sorrise, distratta dall'elfo domestico del docente "Ma cosa ti sei messo? E' una festa! Forse potrei prestarti un po' di lucidalabbra, potrebbe aiutarti..." Si bloccò, distratta dalla persona, che aspettava di vedere. Si congedò, rivolgendo all'insegnante un delicato saluto con il cenno della mano.
    Gli occhi nocciola si posarono su James Kennegan, negoziante del Ghirigoro e possibile ragazza di Brad McNeal. Ammirata, osservò la sua scelta stilistica. Era bella, non era stupita che il produttore di scope avesse una cotta per lei. Sorrise, avvicinandosi. Non si curò di vederla in compagnia di altre persone, per lei non avrebbe fatto alcuna differenza.
    "Signorina Kennegan!" trillò, prendendosi gratuitamente tutta quella confidenza "Mi piace molto qui e anche il suo vestito. In realtà, è stato proprio il Signor McNeal a farmelo notare. Io, emh, sono sicura glielo abbia già detto" mentì, arrotolandosi una ciocca scura attorno all'indice. Non le piaceva dire bugie e, anche se l'avesse gradito, non sarebbe mai stata troppo brava a farlo. Troppo buona, troppo trasparente per riuscirci. In fondo, si disse, non stava facendo nulla di male. Ma se si fosse sbagliata? Cosa sarebbe accaduto se, in realtà, Brad e James non fossero stati una coppia.
    "Beh, in realtà...Ecco, non è che me l'abbia detto, così, con così tante parole. L'ho capito". Deglutì, vomitando l'intera confessione, per sentirsi meglio. Salutò altre due streghe, più grandi di lei, che non conosceva, prima di togliere il disturbo.
    Osservò di sottecchi i due negozianti e presunti innamorati. Ancora una volta, Maddie si perse in innumerevoli congetture, non credeva di essersi sbagliata, ma, se così fosse stato, avrebbe dovuto fare ammenda. Decise che, prima che la serata volgesse al termine, avrebbe comprato una copia della pubblicazione del proprio insegnante.
    Sentendosi subito meglio, lasciò che lo sguardo vagasse sull'intero negozio. Gli occhi si posarono, prima sul dessert e su una persona, che inizialmente non avevano notato, poi. Un ragazzo, apparentemente suo coetaneo, se ne stava in disparte da tutti gli altri. Aveva una faccia già vista, sebbene non lo conoscesse. Forse era uno studente di Ilvermorny, proprio come lei. La testa si mosse automaticamente a destra e a sinistra, accortasi dello stemma ricamato sul maglione di lui. Non lo riconosceva, inclinò la testa per studiarlo. Sembrava a disagio e la Thunderbirds non ne comprese il motivo.
    "Ciao" trillò, ondeggiando il capo verso il verde-argento "Sono Madeline e tu?". Sbatté le ciglia ripetutamente, cercando di fare colpo. Non si preoccupò di dargli fastidio, dopotutto, era un' ospite importante, invitata da Brad McNeal in persona.
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