Primo appuntamento?

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  1. Draven.
     
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    Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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    Draven Shaw

    16 yo – Slytherin


    Dopo la partita di Quidditch non era nemmeno passato in Sala Grande per la cena. Era a pezzi, voleva solo dormire e, considerando che aveva la sveglia impostata atipicamente per l’una e mezzo quella notte, aveva bisogno di recuperare energie. Erano stati giorni sfiancanti e ringraziava le regole scolastiche che prevedevano solo una, al massimo due partite in caso di pari punteggio, con la stessa squadra di una Casa, perché ogni anno contro i Grifondoro era estenuante.
    Una serie di cose, però, avevano influito su quella stanchezza.
    Tutto aveva avuto inizio esattamente una settimana prima, quando di ritorno dalla conversazione con Christelle ~ aveva passato le seguenti ore al campo ad allenarsi. Il custode, che non aveva voluto credere che avesse perso la cognizione del tempo e non si era reso conto che fosse passato il coprifuoco, lo aveva scortato passo passo fin dentro la scuola e quasi oltre la soglia nascosta nei sotterranei che conduceva nella Sala Comune di Serpeverde, dove aveva trovato i Prefetti e il Direttore della Casa ad aspettarlo. Solo in quel momento aveva realizzato di aver passato al campo molte più ore di quante avesse creduto… Ma se l’era cavata con un’ammonizione e la punizione di pulire la sala trofei a partire da lunedì e finché non l’avesse resa completamente lucida. Gli era sembrato esagerato, ma non si era ribellato alla decisione: aveva davanti a sé quattro corposissime ore di sonno prima del provino. Il sarcasmo gli impose di pensare che non sarebbe potuta andare meglio di così. Quando si infilò nel letto, però, si addormentò con il sorriso, perché le ultime ore di allenamento erano state decisamente fruttuose.
    Il giorno dopo, al suono della sveglia, aveva desiderato di morire all’istante o di giacere in quel letto a baldacchino per il resto della vita. La realtà di ciò che lo attendeva di lì a poco lo aveva colpito con una brutalità tale da lasciarlo senza fiato. Non aveva forze. Nel tempo che ci aveva messo a prepararsi, praticamente i suoi compagni di stanza si erano già catapultati a fare colazione in Sala Grande; non aveva idea di quanto sarebbe durato il provino, ma non aveva voglia di mangiare nulla e si era tenuto sul vago. I suoi amici più stretti, per così definirli, sapevano del provino di Quidditch, ma non sapevano quando ci sarebbe stato… Quindi, aveva atteso che la Sala Comune dei Serpeverde si fosse quasi del tutto svuotata per passare inosservato e poi aveva corso a perdifiato per raggiungere in orario il campo. Si era cambiato alla velocità della luce ed era uscito dallo spogliatoio giusto in tempo per veder arrivare colei che, una volta atterrata, si presentò come Theresa Hardy. Dopo averle stretto la mano e ascoltato le sue indicazioni…
    Un buco nero.
    Non aveva idea di quanto tempo fosse passato o di cosa avesse realmente fatto durante quel colloquio pratico, ma ad un certo punto gli era stato chiesto di fermarsi e scendere dalla scopa.

    “Le faremo sapere.” – gli aveva detto, stringendogli di nuovo la mano.
    E il resto della settimana, da quel momento in poi, era andato avanti più o meno con lo stesso offuscamento mentale.
    Lezioni, allenamenti in previsione della partita contro Grifondoro, lavoro da Ollivander, pulizia della Sala Trofei per punizione.
    Non aveva avuto il tempo di finire i compiti, cosa che gli metteva non poca ansia, ed era ben lungi dal rendere splendente la Sala Trofei, dato che ci si era dedicato troppo svogliatamente. Infine, come ciliegina sulla torta, non solo era passata una settimana dal provino e ancora nessuno gli aveva fatto sapere, ma durante la partita contro Grifondoro aveva giocato divinamente: non era entrata una singola pluffa nei suoi anelli. Nonostante la stanchezza mentale e fisica di quella settimana che lo aveva messo a dura prova, aveva eseguito una performance eccellente… E avevano perso, perché i Grifondoro erano stati più veloci a prendere il boccino d’oro.
    Una conclusione avvilente per una settimana avvilente.
    Dato che l’incontro con Christelle era stato decretato da lei all’una e mezza di quella notte, poteva non rientrare nel resto della terribile settimana appena passata; aveva deciso, quindi, di attribuire l’evento all’inizio di un fine settimana che non prometteva di essere il massimo, ma che – tenendo le dita incrociate – sarebbe almeno cominciato bene.
    Erano stati giorni talmente pieni e stressanti che non aveva avuto modo nemmeno di pensare a lei, a quello che si erano detti o a quell'incontro, sebbene durante le ore di lezione le avesse lanciato qualche occhiata e qualche rado sorriso di tanto in tanto.
    In quella baraonda di cose da fare, però, era riuscito a racimolarsi del tempo per praticare l’incantesimo di disillusione, necessario per l'appuntamento - se così lo si poteva definire.
    Quando giunse il fatidico momento, si alzò dal letto più sveglio e vigile di quanto avesse creduto di poter essere solo poche ore prima, quando la stanchezza lo avevano reso svogliato e avvilito. Eseguì l’incantesimo di disillusione sul lenzuolo e ci si nascose sotto, sia per raggiungere i bagni e darsi una sistemata senza essere beccato dai Prefetti, sia per raggiungere poi la meta dell’appuntamento: la torre di astronomia. Uno dei luoghi più distanti dai sotterranei che c’erano a Hogwarts. Aveva puntato la sveglia con mezz’ora di anticipo perché sapeva che gli ci sarebbe voluta una vita per arrivarci. Era certo che Christelle avesse scelto apposta quel luogo per metterlo in difficoltà.
    Non potendo accendere la bacchetta sotto quell’improvvisato e a malapena efficiente mantello dell’invisibilità, gli ci volle anche più del previsto… Ma raggiunse il punto d’incontro in perfetto orario.
    Si mise a sedere nell’insenatura tra le scale e l’ingresso all’aula di astronomia, sempre protetto dal lenzuolo disilluso, finché non la vide salire le scale verso di lui.
    Non sapeva dire cosa, di preciso, gli avesse dato determinate certezze con lei, ma nemmeno per una volta aveva preso in considerazione l'ipotesi che non si sarebbe presentata.

    “Vieni qua. Fai piano.” – le disse, spalancando un braccio per aprire la breccia protettiva creata dal lenzuolo incantato e potersi mostrare a lei. Non esordì con un tono brusco, ma nemmeno accogliente; dentro di lui era in atto un dissidio profondo, stava lottando tra il nervosismo per aver acconsentito di infrangere le regole della scuola per accontentare una ragazza – cosa che pensava che lui non avrebbe mai fatto – e l'inaspettata adrenalina, che lo faceva sentire su di giri e felice, per la situazione.

    “Mia cugina lavora al Ministero… Le ho chiesto di procurarmi un mantello dell’invisibilità per muovermi liberamente anche di notte in biblioteca e in guferia, ma sono tremendamente costosi e rari. Nell’attesa che riesca a trovarne uno, mi ha consigliato di imparare incantesimi di disillusione. Non credo che questo durerà più di un paio d’ore. È stato l’incantesimo più difficile che abbia mai eseguito. Ma meglio di niente…” – le spiegò subito, forse anticipando una domanda che non sarebbe mai arrivata. Fece spallucce e, con assoluta disinvoltura, le sistemò addosso il lenzuolo. Mentre si accomodava a sedere di fronte a lei, piegando le ginocchia che circondò con le braccia, accavallò una caviglia sull’altra in un equilibrio forse un po’ precario, ma che lo faceva stare comodo, e alzò lo sguardo a incrociare il suo.



    Slytherin will help you on the way to greatness.
    code made only for wizarding world gdr


    Edited by Draven Shaw - 19/6/2020, 12:10
     
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