Primo appuntamento?

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  1. Christelle ~
     
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    Ghiaccioli
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    Non riuscì a fare a meno di pensare a cosa le avrebbero detto, o urlato, Isla e Oliver nel vederla lì con Draven. Anche se, tecnicamente parlando, non li avrebbero mai scoperti sul serio, erano nascosti sotto quel mantello… Ma lei avrebbe potuto raccontarglielo, fosse stata abbastanza onesta per farlo. Non lo era. Codarda, invece. O forse troppo spaventata all’idea di perdere definitivamente una sorella e amica. Non si parlavano ormai da quanto? Un mese? Persino Oliver aveva rinunciato con i tentativi di far fare loro pace, secondo lui il fatto che riuscissero a tollerarsi nella stessa stanza era un grande traguardo. Il problema stava proprio nel fatto che se fino a pochi giorni prima Christelle aveva portato avanti le sue idee, convinta di avere ragione, da quando Draven le aveva confessato – sì, insomma, si era dichiarato, se quelle quattro parole biascicate e i silenzi tombali erano abbastanza da definirsi “dichiarazione”… - di provare sentimenti non meglio identificati per lei, i sensi di colpa erano riaffiorati insieme alla confusione. Draven mi piace? Cosa mi piace di lui? È solo attrazione fisica? Mentale? Impulso infantile di conquistare ciò che è proibito? Amore? Cotta adolescenziale? Quelle domande le vorticavano in testa da più tempo di quanto le piacesse ammettere, con la differenza che se prima le ignorava e fingeva di non essersi mai sentita confusa nei confronti del Serpeverde, adesso era stata costretta ad ammetterlo a sé stessa. Nel momento peggiore, oltretutto, perché lo schiaffo di Isla, seppur in via del tutto metaforica, le bruciava ancora sulla guancia. Pessimo segno.

    «Non ho niente..» avrebbe voluto aggiungere: non ho niente, ma noi cosa stiamo facendo? Perché siamo qui? È una messinscena inutile. Non funzionerà mai. E se dovesse funzionare, non potremmo dirlo a nessuno. Non potrei presentarti neanche a mia madre e mio padre. Isla non era innamorata di Draven, forse ossessionata da adolescente qual’era, si era presa una bella sbandata a dir tanto, ma il problema stava alla base: c’erano così tante cose non dette tra loro, da sempre, fin da bambine, che aggiungerne un’altra così grossa sarebbe stato pressoché letale. Non poteva permetterselo.

    «Oh già, avete perso» lo disse con voce un po’ vacua, quasi distratta, di certo pensierosa. In effetti aveva pensato sarebbe stata una bella occasione di prenderlo in giro, ma aveva visto la partita, e lui era stato così bravo che non se la sentì. Draven parava tutte le pluffe alla perfezione. Nel fare il tifo per i Grifondoro si era sforzata più volte di non guardarlo, non voleva destare sospetti considerato che Isla si era seduta a pochi metri da lei. Ciò non significava fosse passato inosservato ai suoi occhi.

    «Sì, l’ho conosciuta ad Hogsmeade, perché?» quando notò la sua espressione stizzosa, non poté fare a meno di indurire la propria, come se ormai le fosse diventato automatico. Draven si innervosiva o, almeno, sembrava nervoso? Lei alzava le difese e diventava più scontrosa di lui. Un meccanismo malsano da cui chissà se si sarebbero mai liberati. Gli parlò, al tempo stesso, come fosse normale che lei e sua cugina si conoscessero, quasi non ci vedesse niente di strano. In realtà era alquanto inusuale e lo sapeva benissimo, la coincidenza era stata a dir poco assurda, ma per chissà quale ragione non voleva ci desse troppo peso.

     
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11 replies since 18/6/2020, 00:18   146 views
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