Primo appuntamento?

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  1. Draven.
     
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    Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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    Draven Shaw

    16 yo – Slytherin


    Detestava il modo in cui lo faceva sentire impacciato e inetto ogni volta che si trovavano faccia a faccia o a parlare da soli, perché era evidente che per lei stare in mezzo alle persone era una cosa naturale, mentre per lui era l’esatto opposto, ma che al di là delle divergenze caratteriali abissali c’era qualcosa che la frenava; tirava su un muro di insolenza e aggressività che non avrebbe mai potuto sfondare con le proprie (in)capacità colloquiali e affettive. Non si era mai spinto a chiedere a una ragazza di uscire con lui, tanto meno assecondarla a infrangere le regole o a mettere da parte i compiti pur di imparare un maledetto incantesimo di disillusione: era tutto sbagliato… Ne valeva la pena?
    Il punto era che non si era mai dovuto spingere oltre i propri confini caratteriali, perché non aveva mai avuto quel tipo di interesse per qualcuno. Con le ragazze non c’era mai stato dialogo, non aveva mai avuto una vera relazione. Le uniche amicizie che aveva, si erano create nel tempo e senza forzature grazie a caratteri che, completamente opposti al proprio, lo avevano aiutato ad aprirsi un po’. Disinteressandosi dei rapporti sociali, si era sempre lasciato trascinare dai comportamenti altrui, decretando chi gli piaceva frequentare e chi no; ritrovarsi, invece, a fare il primo passo era maledettamente difficile. Aveva paura di toccarla, aveva paura di dire la cosa sbagliata, aveva addirittura paura di incrociare il suo sguardo. Quando mai era stato così vigliacco nella vita?
    Il cuore prese a battergli così forte nel petto che per un istante gli sembrò di non riuscire più a respirare. Non voleva più stare lì, non aveva senso… Ma no, invece. Era proprio dove doveva essere. Non poteva lasciarsi intimorire dai giochini psicologici e dalle stupide sfide che gli lanciava una ragazza per vedere fin dove si sarebbe spinto per lei. Se era questo il problema, glielo avrebbe dimostrato. Non si era mai tirato indietro davanti a nulla, perché provare e fallire era sempre meglio di rinunciare a prescindere… E lasciarsi andare al pensiero che non ne valeva la pena o che lasciarla stare sarebbe stata la cosa migliore, era sbagliato. Migliore per chi, poi? Isla? Se ne sarebbe fatta una ragione, era pure ora.
    Il fulmineo cambio di rotta dei suoi pensieri e, soprattutto, il flusso di coscienza – come spesso gli succedeva nei momenti depressivi – lo riportarono con i piedi per terra. Gli piaceva Christelle? Si. A tutto il resto ci avrebbe pensato a tempo debito.
    Di nuovo nervoso, ma per lo meno risoluto, lasciò il polso destro rimasto in ostaggio fino a quel momento delle sue dita pressanti, umettò le labbra e riportò lo sguardo ad incrociare quello di lei; mascella tesa, palpebre serrate, massima concentrazione.
    Fisso con lo sguardo di nuovo su di lei, si limitò ad ascoltarla, con un’espressione indecifrabile sul viso… Niente risposte a tono? Niente scatti d’ira?
    Aveva toccato il nervo scoperto. Il mattone che sorreggeva quel dannato muro che si metteva davanti per ripararsi da lui. Il pezzo del puzzle mancante.
    Era solo intimorita dalle circostanze… tanto quanto lo era lui.
    Egocentricamente, aveva dato per scontato che una persona così espansiva non potesse provare una simile emozione.
    Era anche parecchio confusa, ma di questo si sentì completamente responsabile, vista la poca chiarezza con la quale le parlava ogni volta… Un passo dopo l’altro, però. Sarebbe arrivato a migliorarsi anche nella comunicazione verbale. Prima o poi.
    Come ormai gli capitava in continuazione con lei, erano tante le cose che le avrebbe voluto dire: che non gli importava di quelle stupidaggini, che nemmeno lui era chissà quale esperto, anzi, tutt’altro; che se lo vedeva come uno scoiattolo spaventato gli faceva perdere ogni briciola di appetito sessuale; che se non sapeva lei come si facevano quelle cose, figuriamoci che ne poteva sapere lui, asociale com'era… Ma, come sempre, non disse niente. La lasciò in silenzio per qualche istante, con il proprio sguardo fisso sul suo viso mentre nella testa si godeva il fatto che avesse atteso per giorni quel momento insieme. E che si era fatta carina per lui.
    Era più che soddisfatto di quella risposta.

    “Di che vuoi parlare?” – furono le uniche parole che gli uscirono dalle labbra dopo l’ennesimo immenso silenzio, ma si aprì a un sorriso che diede mostra senza timidezza alle fossette sulle guance.

    Slytherin will help you on the way to greatness.
    code made only for wizarding world gdr
     
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11 replies since 18/6/2020, 00:18   146 views
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