Primo appuntamento?

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  1. Draven.
     
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    Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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    Draven Shaw

    16 yo – Slytherin


    Anche se non era il tipo da fare affidamento sulle parole, quelle di Christelle lo avevano messo improvvisamente un po’ più di buon umore e aveva capito in quel momento che, se avesse continuato a ripetersele nella mente, non le avrebbe dimenticate e lo avrebbero aiutato a portare avanti quel ‘qualsiasi cosa fosse che stavano facendo’. Sapere chiaro e tondo che voleva stare lì con lui, che addirittura aveva avuto premura di farsi più carina per lui – anche se era sempre bella – lo aiutavano a sentirsi meno inebetito davanti a lei; non di certo a suo agio, ma meno in imbarazzo. Voleva che continuasse a parlare, perché avrebbe in qualche modo riempito la distanza tra loro… E pensare che la prima volta che gli aveva rivolto la parola con quel suo modo saccente di fare aveva sperato per tutto il tempo di riuscire a zittirla. Non ci sarebbe mai riuscito per davvero, perché non era come le altre ragazze che aveva conosciuto, e non aveva mai sperato così tanto come in quel momento di sentirla parlare; data la scarsa propensione alla conversazione, era diventato bravo ad ascoltare. Ma non poteva dire di conoscerla ancora. Non voleva crearsi un’idea di lei basata su anni di occhiatacce: voleva una possibilità, anche solo una, per capire.
    Si inumidì di nuovo le labbra, forse per la decima volta in pochi secondi, perché quello era il suo modo di manifestare il nervosismo, e si impose di tenere il contatto visivo con lei. Mantenne un mesto sorriso nell’attesa di avviare quella loro vera e propria conoscenza, perché aveva visto dai suoi occhi che la rassicurava vederlo sorridere e voleva ricambiare il favore, facendola sentire un po’ più a suo agio.
    Ma non appena si decise a parlargli, si sentì improvvisamente di nuovo nervoso e quel tentativo di sorriderle con tranquillità emotiva gli sparì dal viso: poteva scegliere chissà quanti argomenti di conversazione, lei che era abituata ad averne, o avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, tipo quelle stronzate sul colore o il cibo preferito, ma era partita da una domanda di cui sapeva già la risposta. Insomma… Lo aveva visto scappare davanti agli innumerevoli tentativi di sua sorella di mettersi con lui; lo aveva visto parlare al massimo con qualche concasato o durante le partite di quidditch; aveva assistito alla facilità con cui a Hogwarts parlavano di lui perché era sempre in disparte e appena gli succedeva qualcosa diventava, quindi, subito d’interesse comune. Se avesse avuto delle vere relazioni lo avrebbe saputo, a meno che non avesse mai prestato attenzione a lui al punto da accorgersene.

    “No.” – rispose secco, tirandosi indietro con la schiena e appoggiando le mani sul pavimento, ai lati dei propri fianchi. Non si distanziò da lei con l’intento di farlo, ma fu un gesto automatico; comunque, rimase a guardarla negli occhi senza mai abbassare lo sguardo.
    Avrebbe dovuto argomentare la risposta? Non sapeva che dirle, a parte chiarirle che quello con Isla non era stato proprio ‘un bacetto’, ma era meglio non dirle questo.
    Aveva avuto più ragazze nell’ultimo paio di anni, che nel resto della sua vita; se a Hogwarts, ad un certo punto, Isla gli aveva fatto campo minato intorno, a Londra era stata tutta un’altra cosa. Ma non aveva mai avuto una vera fidanzata… Non si era mai affezionato a nessuna da volerlo diventare e ogni sua ‘relazione’ era sempre finita prima di poter cominciare.
    Ma doveva dirle qualcosa o l’avrebbe rimessa di cattivo umore.

    “Tu?” – le chiese di getto, perché in quel breve lasso di tempo non gli era venuto nient’altro in mente da chiederle e aveva dovuto in tutti i modi spezzare il silenzio… Ma la conosceva la risposta a questa domanda riflessa e, sinceramente, non ne voleva conoscere i dettagli. Voleva sapere di lei, non delle sue esperienze con altri ragazzi.

    “No, cambio domanda…” – si affrettò, quindi, a dirle subito dopo. Tirò la testa indietro, sospirando, e corrucciò lo sguardo e arricciò le labbra in un’espressione concentrata che rivelò di nuovo le fossette sulle guance. Non voleva chiederle niente di banale, ma nemmeno qualcosa di troppo serio; gli serviva una via di mezzo che, non avendo termini di paragone con altre conversazioni di quel genere, non sapeva quale fosse. Fissando il soffitto, provò a rifletterci, ma gli venivano in mente solo stupidaggini o domande sulla scuola; poi, l’illuminazione improvvisa. Di lei, non sapeva proprio niente.

    “Da dove vieni? Dove stai, quando non sei a Hogwarts.” – le chiese, ributtandosi in avanti con la schiena. Abbassò le gambe piegate, quasi ad incrociarle in una postura simile alla sua che – involontariamente, ma piacevolmente – lo avvicinarono molto di più a lei.


    Slytherin will help you on the way to greatness.
    code made only for wizarding world gdr
     
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11 replies since 18/6/2020, 00:18   146 views
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