Primo appuntamento?

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  1. Draven.
     
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    Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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    Draven Shaw

    16 yo – Slytherin


    Nel porgerle quella domanda così personale aveva pensato solo all’esigenza di non creare silenzi imbarazzanti – anche se a lui il silenzio piaceva un sacco e, sperava, in cuor suo, che una volta presa confidenza con Christelle, ammesso che fosse successo, si sarebbe sentita a suo agio in silenzio con lui – e al fatto che, avendo lui proposto quell’incontro, non poteva restare inerme e aspettarsi che facesse tutto lei; tutti avevano bisogno di input per agire e, indipendentemente dalle circostanze, che fossero sociali o meno, almeno questo era arrivato a capirlo nel corso degli anni di crescita. Ma non aveva minimamente pensato che quella domanda potesse ritorcerglisi contro: quando il pensiero finalmente affiorò, con qualche secondo di ritardo di troppo – perché se gli fosse venuto prima, avrebbe ben pensato a farle un’altra domanda – rabbrividì.
    Il suono della voce di lei, per fortuna, interruppe il filo dei suoi pensieri e si accorse di essere rimasto a fissarla per tutto il tempo… Alla gente non piaceva il suo modo di guardare negli occhi, si sentivano silenziosamente messi in giudizio ed era l’ultima delle cose che voleva che lei potesse pensare in quel momento. Ed erano veramente tanto vicini, perché lui si era sporto in avanti verso di lei. Cercando di apparire il più naturale possibile, deviò per un attimo lo sguardo quando si portò una mano tra i capelli per scuoterli un po’, dato che sotto quel lenzuolo gli si stavano appiccicando alla fronte, e in un gesto che sorprese anche lui, ripiegò le ginocchia davanti al petto così da annullare il resto della distanza tra loro, per quanto concesso stando comunque seduti. Riprendendo a tenersi le gambe tra le braccia e il polso destro nella mano sinistra, quasi le poteva sfiorare le dita. Aveva sempre pensato che la mania degli adolescenti di tenersi per mano fosse una stupidaggine: chiuse entrambe le mani a pugno.
    Riportò lo sguardo su di lei, anche se la vide abbassare il suo poco dopo, e l’ascolto, cercando di non far trasparire lo shock all’idea di vivere in una casa così affollata; sembrava orribile, ai suoi occhi, che quando stava nel suo appartamento londinese a malapena tollerava il via vai di sua madre.
    Ad ogni modo, cercò di incamerare l’informazione perché non voleva fare in futuro brutte figure con lei per non essersi ricordato dei nonni, degli zii e degli ippogrifi, se mai in futuro fosse riemerso il discorso…
    Comunque, pensava veramente troppo ed era veramente troppo agitato se aveva già iniziato a schematizzarsi nella testa le eventualità di un futuro presumibilmente inesistente solo per arrivare, nell’eventualità, preparato psicologicamente.
    Sospirò e nell’incamerare di nuovo aria nei polmoni quasi rischiò di strozzarsi perché la tanto temuta domanda riflessa lo colpì come un pugno nello stomaco: non si era preparato una risposta, lei se ne aspettava una e doveva pensare in fretta, perché lei lo aveva distratto. Lo aveva mai distratto, prima d’ora, con altrettanta facilità? Doveva fare più attenzione.

    “Ehm… Vivo a Londra, a South Kensigton.” – in mezzo ai babbani, avrebbe aggiunto per argomentare, ma decise che non era per niente il momento adatto per confessarle la sua mezzosanguità. Continuava a nascondere quel dettaglio di sé come se fosse la cosa più sporca che avesse addosso e fosse costretto a portarla ogni giorno; non era tanto un problema del sangue babbano in sé, piuttosto di quel babbano in particolare. Ma non gliel’avrebbe mai detto. Doveva pensare in fretta a cos’altro dirle, però, perché lei gli aveva raccontato con estrema semplicità della sua famiglia…

    “Con mia madre. Siamo solo lei ed io. E mia nonna, materna, a volte… Ma lei preferisce che vada a Hogsmeade a casa sua.” – riprese velocemente a dire, sperando che quella scarna condivisione di informazioni fosse sufficiente. Ma non appena si zittì, continuando a fissarla – in quel suo dannatissimo modo carico di giudizio perché non sapeva come altro si dovessero guardare le persone – cercando di incrociare il suo sguardo di rimando, ebbe un’altra illuminazione: considerando che era partito senza idee per quell’incontro, non potè fare a meno di sentirsi un po’ orgoglioso per i riflessi della propria mente lucida, pronta a intervenire in suo soccorso.

    “E sto con Adeline, mia cugina, che dici di conoscere…” – disse semplicemente, lasciando appesa l’affermazione mentre le labbra si distendevano in un sorriso più furbesco, accentuando inevitabilmente le fossette sulle guance.


    Slytherin will help you on the way to greatness.
    code made only for wizarding world gdr


    Edited by Draven Shaw - 26/6/2020, 02:25
     
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