[Arti Oscure] - Lezione 3

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  1. Theodore Skyfield
     
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    Theodore Skyfield
    Docente di Arti Oscure
    Per il bene superiore!


    L’anno della svolta era arrivato. Le voci su Grindelwald si facevano sempre più insistenti tra i vicoli che spesso e volentieri frequentava Theodore e, soprattutto, lui stesso aveva deciso di mettersi in gioco, rischiando anche qualcosa. Stava pianificando tutto, un progetto a lungo termine ovviamente, ma che andava definito nei minimi particolari. Ed era cominciato bene, a dir la verità, visto che era riuscito ad ottenere, contro le aspettative di tutti (non che avesse amici, ma nessuno avrebbe mai scommesso su di lui uno zellino), il ruolo da Docente di Arti Oscure nella Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny. Era stato fortunato ad ottenere la cattedra che più di tutte voleva perché il Professore precedente si era stabilizzato ad Hogwarts, prima chiusa per motivi di sicurezza. Theodore aveva così approfittato del posto libero per farsi avanti nel colloquio e le sue doti di buon mago non erano, probabilmente, passate inosservate. Il lato cupo non sembrava aver infastidito la Preside, né il suo modo conciso di parlare. Non era il tipo logorroico che poteva intrattenere una classe di giovani studenti per ore e ore, ma era il tipo che poteva insegnare loro l’essenza delle Arti Oscure, farli affascinare e farli appassionare alla materia. Era il tipo che poteva formare le loro menti, ancora immature e neutre, verso una verità che veniva repressa dal M.A.C.U.S.A., e che poteva far sì che loro, in futuro, potessero combattere lo Statuto Internazionale per un mondo libero e per il bene dell’umanità.
    Contento di presentarsi alla sua prima lezione, con già le idee ben chiare su come approcciarsi ai ragazzi, Theodore Skyfield arrivò presto a scuola, vestito di tutto punto, con la sua borsa da lavoro piena di fogli di appunti e con lo sguardo di chi aveva voglia di dare il meglio di sé. Entrò in classe per primo, nessuno studente era già dentro, e si guardò attorno, lasciandosi un attimo travolgere dall’odore forte di pergamene e di legno. Si diresse quindi verso la cattedra, per posare i suoi oggetti personali. Attese, dunque, l’ingresso da parte di tutti e poi prese parola.
    Buongiorno, ragazzi. Il mio nome è Theodore Skyfield e da quest’anno sarò il vostro nuovo Insegnante di Arti Oscure. - il primo pezzo era facile, adesso cominciava la parte più complicata. - Negli ultimi due anni avete cambiato due Professori, quindi avrete avuto dei metodi di insegnamento diversi, ma vi prego di abituarvi velocemente al mio, per non avere problemi di alcun tipo.
    Non voleva sentirsi dire che Brad McNeal spiegava in modo diverso o che le Arti Oscure andavano studiate sui libri. Lo Skyfield amava la pratica ed era certo che quella – e solo quella – potesse far diventare i ragazzi dei buoni maghi. In parte, Theo voleva diventare come Salazar Serpeverde. Nonostante non fosse britannico, aveva studiato la storia dei fondatori di Hogwarts ed era rimasto affascinato da come un unico mago era riuscito a dare delle impostazioni mentali alla propria casata che duravano da secoli. Se fosse riuscito ad imprimere nella testa dei ragazzi che il Bene Superiore non era un male, come il M.A.C.U.S.A. affermava, ma era qualcosa in cui credere e per cui combattere, allora il suo obiettivo di Docente si sarebbe concluso nel migliore dei modi.
    Ho bisogno che prestiate attenzione quando spiego, quindi non voglio sentire nemmeno una parola volare. Quando ve lo dirò io potrete rispondere alle mie domande o pormene voi alcune. Tutto chiaro?
    Si era alzato dalla sedia, per mettersi davanti alla cattedra ed essere ancora più visibile a ciascuno studente. Forse era diventato anche più pauroso, ma poco gli importava. Voleva essere innanzitutto rispettato. Si sarebbe fatto apprezzare con il tempo, non di certo alle prime parole.
    Oggi vi insegnerò a lanciare un Incantesimo.
    Disse subito con tono conciso, quasi per spiazzare gli alunni.
    Può sembrarvi banale, ma non lo è affatto. Tutti gli incantesimi che avete lanciato fino ad adesso sono sciocchezze, Incanti che farebbero ridere qualsiasi mago che si rispetti. Un Incantesimo potente, invece, ha bisogno di alcuni accorgimenti che dovrete apprendere e fare vostri da oggi fino alla fine dei vostri giorni. Gli aspetti da tenere in considerazione sono cinque e sono: concentrazione, forza di volontà, postura, movimento della bacchetta e pronuncia della formula magica. Cominciamo dal primo aspetto.
    Si girò verso la cattedra e scrisse concentrazione accanto al numero 1. Era il primo aspetto, forse il più importante dal punto di vista personale, perché spesso e volentieri veniva dimenticato da molti per pressione psicologica, per ansia di dover agire o semplicemente per distrazione.
    La concentrazione, o Focus, è un processo mentale che ogni mago deve svolgere per incanalare il proprio potenziale magico dalla nostra testa alla nostra bacchetta. Ciò che bisogna fare, in poche parole, è liberare la mente da pensieri superflui rispetto all’Incanto che state per lanciare. Ogni sentimento dovrebbe essere lasciato, per un attimo, alle spalle, sia positivo che negativo ovviamente. Bisogna pensare all’obiettivo che si vuole raggiungere e all’effetto del proprio Incantesimo. È come se dovessimo dare indicazioni alla nostra magia e dirle cosa fare.
    Si zittì un attimo, per osservare i suoi studenti e verificare che tutti avessero capito. Cercò di pensare a degli esempi per far sì che fosse più semplice apprendere il concetto, ma l’avrebbe fatto fare ai ragazzi più avanti, dopo aver spiegato il secondo aspetto che scrisse alla lavagna accanto al numero 2.
    La forza di volontà è una componente più semplice rispetto alla concentrazione. Essa infatti vi viene e vi verrà naturale. Un esempio semplice è quando leggete un libro. Se avete voglia di leggerlo, le parole vi resteranno impresse nella mente, altrimenti sfoglierete pagine su pagine senza capirci nulla. Alcuni Incantesimi semplici vi chiederanno poca forza di volontà, perché banali. La maggior parte, però, vi chiederanno uno sforzo. Come serve lo sforzo fisico per compiere un’azione pratica, così vi serve lo sforzo mentale per compiere un’azione magica. Dovete volere che l’Incantesimo esca fuori dalla bacchetta, dovete voler vedere gli effetti. Se con la concentrazione istruite l’Incantesimo su cosa fare, con la forza di volontà lo convincerete a fare ciò che avete richiesto.
    Adesso era il momento di far intervenire gli studenti e di farli parlare, sia per chiedere eventuali dubbi, sia per rispondere al quesito che Skyfield stava per presentare alla classe.
    Secondo voi, quali sono gli Incantesimi semplici che richiedono poca concentrazione e poca forza di volontà? Perché? 10 Gemme a chi mi risponderà correttamente.
    Chiese con un sorrisino, come per provocarli. Non era una domanda scontata e anche l’Incantesimo più semplice del mondo poteva, in realtà, chiedere parecchia concentrazione. Insomma, era una domanda leggermente infida, ma Theo sperava di vedere ragionamenti logici nei suoi studenti. Dopo aver ricevuto qualche risposta, Theodore scrisse il terzo aspetto sotto gli altri due.
    La postura è invece un aspetto fisico fondamentale per prepararsi adeguatamente al lancio dell’Incantesimo. Una buona postura farà sì che il vostro Incantesimo sia più preciso e più forte e, oltretutto, permetterà a voi di ritirarvi, di mettervi in posizione di difesa o di attacco in relazione alla situazione e di non farvi male. Sembra banale, ma se doveste lanciare un Incantesimo particolarmente potente e non foste in grado di reggerlo, potreste farvi male, cadendo all’indietro o facendovi male al polso. Qual è, quindi, la miglior postura da tenere? Non ce n’è una in particolare, perché dipende da ciascuno di voi, ma in generale conviene portare una gamba leggermente in avanti rispetto all’altra e devono essere leggermente flesse. La rigidità può provocare errori di ogni tipo, quindi siate pronti a saltare, schivare, abbassarvi, eccetera. Il braccio destro (o sinistro se siete mancini) dev’essere piegato leggermente in avanti davanti a voi, con la bacchetta che punta in alto. Anche in questo caso gomito e polso non devono essere rigidi perché devono prepararsi a movimenti di ogni tipo. Infine, sarebbe consono cercare di dare meno volume possibile del proprio corpo (questo soprattutto in duello) per abbassare la probabilità di farsi prendere da Incantesimi avversari. Motivo per cui, mettersi leggermente di fianco è cosa assai intelligente.
    Aveva spiegato tutto ciò che andava spiegato e successivamente, con l’insegnamento di un Incantesimo da Duello, avrebbe fatto vedere praticamente quale postura mantenere prima del lancio. Ancora una volta, Theodore osservò i suoi ragazzi. Non era un aspetto complesso, ma andava praticato e corretto di persona. Teoricamente era una cosa piuttosto inutile.
    Quarto aspetto, movimento della bacchetta. Ogni Incantesimo ha un movimento preciso che va seguito con attenzione. La riuscita e la potenza dell’Incantesimo dipende molto da questo aspetto perché il movimento aiuta il mago o la strega a incanalare tutto il potenziale magico all’interno della bacchetta e a rilasciarlo al momento ritenuto opportuno. In Difesa Contro le Arti Oscure i movimenti sono piuttosto semplici e veloci, visto che bisogna essere reattivi nel castare gli Incanti, ma durante le lezioni di Incantesimi vedrete che i movimenti possono essere anche molto complessi.
    Theodore scrisse sulla lavagna il quarto aspetto e, subito dopo, il quinto, l’ultimo aspetto teorico che avrebbe affrontato per quella prima lezione.
    Ultimo aspetto: la pronuncia della formula magica. Ho scritto alla lavagna pronuncia, ma non è del tutto corretto. Qualcuno mi sa spiegare il motivo? In palio ben 20 Gemme!
    Attese una risposta prima di procedere con la spiegazione.
    La formula magica è fondamentale per l’esecuzione. La formula magica non solo classificherà l’Incantesimo, ma darà anche ragione alla concentrazione, alla forza di volontà e al movimento della bacchetta. Se gli aspetti appena citati, infatti, prevedono il lancio di una Fattura Gambemolli, ma la formula che pronunciamo è quella della Fattura dei Foruncoli, capite bene che l’Incantesimo non funzionerà. Tutto è quindi collegato per una buona riuscita dell’Incantesimo e per una buona potenza.
    Aveva finito l’aspetto teorico. Gli studenti, da quel momento, potevano lanciare Incantesimi con una base solida. Se fino a quel momento avevano dato per scontato quegli aspetti, da quel giorno ci avrebbero fatto sicuramente più attenzione e quindi la qualità della loro magia sarebbe probabilmente aumentata.
    È tutto chiaro? Avete domande? Altrimenti passerei all’aspetto pratico di oggi. Vi voglio insegnare uno degli Incantesimi da Duello migliori per cominciare: la Fattura Stordente.
    Non c’era molto da dire della fattura stordente, ma una presentazione, prima di far vedere gli effetti, era doverosa.
    La Fattura Stordente consente di spostare oggetti, animali di piccola taglia o, cosa più importante, di far cadere o provocare piccole ferite ai vostri avversari. È molto semplice, ma non sottovalutatela perché, essendo una Fattura, è considerata Magia Nera, seppur di basso livello. Per castarla correttamente non dovete mai perdere di vista il vostro obiettivo. Il movimento della Fattura è una V con un’ondina sopra l’estremità in alto a destra. La bacchetta comincia il disegno da sinistra e finisce appunto con l’ondina a destra. La formula da pronunciare è Flipendo.
    Theodore scese dal palchetto dov’era la cattedra e andò verso il fondo della classe, chiamando a sé tutti gli studenti. Prese un bersaglio mobile, una sorta di manichino sulla quale allenarsi, e si mise in posizione. Come spiegato precedentemente, avanzò la gamba destra leggermente in avanti rispetto a quella sinistra, ruotò il bacino leggermente per dare solo il fianco al bersaglio, mise il braccio destro in avanti mentre quello sinistro dietro la schiena (non l’aveva spiegato, ma piuttosto che essere d’intralcio per lui era meglio nasconderlo, anche se non era assolutamente necessario). Le gambe e il braccio destro non erano tese, bensì flesse, pronte a compiere il movimento necessario. Theodore si concentrò per un attimo, scacciando qualsiasi pensiero e concentrandosi solamente sul suo bersaglio. Sapeva cosa voleva far capitare e voleva farlo vedere a tutti i suoi studenti. L’effetto era ben chiaro nella sua mente. Adeguatamente, Theo mosse il braccio, disegnando con la bacchetta – e con l’aiuto del polso – una V con un’ondina sulla parte superiore destra tenendo sempre d’occhio il manichino e senza mai perderlo di vista. Alla fine del disegno, precisamente quando la bacchetta aveva finito di disegnare, dalla bocca del Docente uscì la formula magica, dettata con tono secco e deciso.
    Flipendo!
    Dalla bacchetta uscì un piccolo raggio che andò a schiantarsi contro il bersaglio mobile che cadde all’indietro. Soddisfatto della riuscita, lo Skyfield si girò verso la classe.
    Forza, chi vuole provare adesso? 30 Gemme a chi riuscirà a lanciare un buon Incantesimo!

    Ogni studente può rispondere ad un massimo di una domanda oppure svolgere solo una volta l'esercitazione pratica. Si può, inoltre, rispondere ad una domanda e, di seguito, svolgere l'esercitazione pratica. Per l'assegnazione delle Gemme verrà valutata la concentrazione dello studente e la precisione del lancio della Fattura (non autodeterminate la riuscita dell’Incantesimo, sarà il Professore a decidere se è riuscita o meno!).

    Per partecipare alla lezione e per svolgere i relativi compiti è necessario acquistare il libro di testo "Le Forze Oscure: guida all’autodifesa" di Dante Tremante.


    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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2 replies since 15/11/2020, 15:42   105 views
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