Divinazione nel cuscino

X Charlotte

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    Ghiaccioli
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    ARTEMISIA OPAL ROSIER
    ilvermorny

    L’ultima lezione di quel giorno era stata Divinazione con il professor Tommilson e la Rosier era arrivata nella sala comune di Pukwudige esausta. Non era mai riuscita a prendere troppo seriamente la Divinazione, per lei così simile agli oroscopi di quelle riviste patinate che leggono le vecchie signore mentre si fanno sistemare la permanente sotto al casco del parrucchiere che non a una vera e propria materia da studiare. Era più forte di lei, nonostante vivesse nel mondo magico da sufficiente tempo da essersi abituata a vedere bigliettini che volano e a preparare delle pozioni che somigliano agli intrugli di fango e erba che faceva da piccola, la Divinazione era ancora di una accezione troppo astratta, per non dire frivola, perché la mente razionale della Rosier potesse afferrarla. E quando, come in quel martedì pomeriggio, la lezione sulle previsioni del futuro era l’ultima della giornata lei ne usciva fisicamente e mentalmente spossata. Devastata. Era uscita dall’aula tra le ultime, raccogliendo con movimenti di una lentezza degna di una moviola in campo tutti gli oggetti che aveva sparso sul banco per prendere appunti, i libri, la bacchetta, poi si era mossa con lo stesso entusiasmo di un automa lungo i corridoi del castello, trascinando i piedi lungo gli scalini e sbadigliando al quadro di ingresso alla sua Sala Comune. Aveva attraversato lo spazio comune, un poso dove tutti si riunivano finito le lezioni o dopo cena per scambiare quattro chiacchiere, e si era buttata sul suo letto a pancia in giù, lasciando cadere lo zaino in terra, affondando la faccia nel cuscino e esternando tutto il suo malessere. Stupide foglie di tè. Le odio! si lasciò andare a uno sfogo impetuoso tra le piume del suo cuscino, ignara vittima.
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    Charlotte Winters

    Puckwudigie
    Avevo controllato più volte il mio orario per essere sicura eppure il buco vuoto tra le 16 e le 18 nel mio orario scolastico non si era riempito con una lezione di Pozioni o peggio ancora Aritmanzia. Due ore libere al pomeriggio era qualcosa per cui chiunque lì ad Ilvermorny avrebbe fatto carte false. Avevo deciso di occupare il tempo portandomi avanti con il saggio sul corretto uso di un Bezoar che ci era stato assegnato dalla professoressa di pozioni, Madame Poison, che era molto severa e puntigliosa. Pozioni era comunque da sempre la mia materia preferita è ci tenevo particolarmente a prendere un bel voto e ad essere notata dalla professoressa, che nonostante fosse nota per essere una delle più severe della scuola era una delle persone che maggiormente mi aveva ispirata. Avevo ancora alcuni giorni prima che scadesse il termine della consegna ma non volevo ridurmi alle ultime ore disponibili per scrivere quel saggio, perché avevo imparato che un lavoro frettoloso e approssimativo sarebbe stato un vero disastro per la mia media scolastica e non avrei potuto sopportarlo arrivati a quel momento dell’anno. Mi ero recata così nelle sale studio, circondata dal silenzio dei libri e dal lieve sfogliare delle pagine, certa che avrei trovato dei volumi che mi sarebbero stati utili. Infatti non fui delusa nelle mie aspettative. Oltre al mio libro scolastico che avevo acquistato a inizio anno al Ghirigoro e che era sottolineato e scritto in ogni angolo possibile, ne trovai altri due che mi furono molto utili e interessanti. Iniziai a raccogliere le informazioni necessarie su un foglio di pergamena, scrivendo con cura le nozioni e trascrivendo alcune frasi, anche se avrei dovuto elaborarle perché fossero accettabili.

    Erano trascorse molto velocemente le mie due ore di libertà, prima che il sopraggiungere del imbrunire mi facesse realizzare quanto fosse tardi, compreso il mio stomaco che brontolò in un verso che mi fece quasi spavento. Osservai le mie mani sporche di inchiostro nero, trascinato lungo i fogli che avevo scritto, e realizzai di dover passare in sala comune prima di poter scendere per cena. Dovevo riporre libri e appunti prima di tutto e lavarmi le mani in seguito. Arrivai in Sala Comune del Pukwudige con tutte le intenzioni di sbrigarmi e andare a mangiare il prima possibile, stavo già sognando lo stufato di agnello, riponendo in seguito le cose con cura. Ma quando stavo entrando nel dormitorio delle ragazze fu sorpresa nel ascoltare le lamentele di una ragazza che aveva dei problemi con la divinazione. Sorrisi, comprensiva, verso la sconosciuta che aveva la faccia infilata nel cuscino in preda alla depressione. Mi sedetti sul letto accanto al suo, non era mio ma non pensavo che nessuna si sarebbe offesa per questo fatto, anche perché c’eravamo solo io e la povera studentessa in quel momento, tutti gli altri erano sotto a cena. Le detesto anche io risposi alle lamentele della ragazza, non c’era un modo più o meno delicato di infilarsi in una conversazione con qualcuno che stava parlando nel cuscino certe volte fanno delle previsioni proprio odiose, vero? proseguii se la ragazza non avesse cercato di colpirmi a cuscinate per scacciarmi e farmi gli affari miei. Non me ne sarei stupita. Io sono Charlotte. mi presentai all fine, come se conoscere il mio nome fosse una questione di secondo piano rispetto alle foglie di te e forse forse per la ragazza era proprio così.
    code made only for wizarding world gdr
     
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