[INCANTESIMI] - lezione 1

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    Ghiaccioli
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    Stephanie


    Sistemò con cura la frangetta, spettinandola con un movimento veloce delle dita. I due ciuffi di capelli più lunghi, quelli che decretavano la fine della frangia e l'inizio del taglio a caschetto della strega furono sistemati con grande cura dietro alle orecchie, svelando orecchini di perla attaccati ai lobi. Aveva optato per un'impostazione classica, indossando un vestito molto lungo, con il colletto bianco a forma di cuore, di un blu zaffiro. Voleva essere sobria ed elegante, ma al tempo stesso professionale, senza sembrare però troppo ingessata. Era un equilibrio difficile da trovare, ma era qualcosa a cui lei era particolarmente affezionata. In Francia le prime impressioni contavano molto di più che non tutto il resto del tempo per conoscerci. Stephanie in London, doveva abituarsi a molte cose, soprattutto ad abbandonare il bonjour come saluto iniziale e la r francese che faceva fare le fusa alla sua gola. L'aula di incantesimi era al secondo piano, illuminata dalle ampie vetrate che davano sulla tenuta esterna del castello, con un gradevole aroma di vaniglia che si diffondeva grazie ad alcuni stecchi d'incenso che volteggiavano a mezz'aria in diversi punti strategici dell'aula. Madam Stephanie era scesa dall'ufficio, soprelevato sull'aula, percorrendo la scala a chiocciola di marmo che portava dritta alle spalle della sua cattedra. Era una sensazione nuova, ma era come se quello fosse stato il posto in cui era sempre appartenuta. Inspirando a fondo, il primo studente aveva varcato le porte dell'aula. Era poi arrivato un secondo, un terzo e così via.

    - Goodmorning, ragazzi. Vi chiedo scusa per l'accento francese, se qualche neologismo vi suona strano o incomprensibile, non abbiate paura di chiedermi di ripetere.

    Eravamo arrivati al dunque, alla domanda che assillava la mentre della Belcourt da quando aveva superato il colloquio con il Preside Black: che tipo di insegnante sarebbe stata? Nel corso della sua carriera di studentessa aveva visto sul banco della cattedra diversi tipi di professori. Alcuni li aveva amati con tutta se stessa, altri li aveva odiati ma rispettati, altri ancora semplicemente disprezzati. Aveva giurato di non essere mai come questi ultimi, sperava di essere ferma come i secondi e sperava di essere come i primi. Era consapevole di non poter essere apprezzata da tutti gli studenti, era un'impresa impossibile anche se avesse ammaliato tutti con un incantesimo confondente, ma sperava di rientrare per la maggior parte di loro nel secondo gruppo.

    - Mi chiamo Stephanie Belcourt, sarò la vostra insegnate di Incantesimi quest'anno.... e spero anche i prossimi!

    Voleva dare idea di continuità e sicurezza nelle sue qualità, ma voleva anche mostrarsi affine ai suoi studenti, non emotiva ma mostrare empatia con loro, era un sempre una strega, con dubbi e insicurezze, con la necessità di avere uno stipendio per garantirsi un tetto sulla testa.

    - Oggi affronteremo un discorso un po' teorico, ma non mancherà una parte pratica, per introdurci alla delicata arte degli incantesimi.
    Immagino che abbiate capito che per lanciare un'incantesimo è necessaria una formula magica, ma sapete dirmi quali tipi di incantesimi non la richiedono? C'è una risposta facile, che vi darà comunque 5 punti e una risposta articolata e complessa che ve ne darà ben 15 punti. Tutto quello che sta nel mezzo potrebbe fruttarvi dei punti, non abbiate paura di parlare ed esprimervi.


    Avrebbe atteso che gli studenti intervenissero, sottoponendo le proprie risposte in maniera ordinata e senza creare confusione nell'aula, dispensando commenti e punti a tutti coloro che fossero intervenuti con qualcosa di saggio e ragionato, possibilmente inedito, in merito alla domanda che aveva posto.

    - Ma la formula non è la sola cosa importante per un lancio d'incantesimi. Oltre alla formula vi servirà PACE.

    Postura
    Attitudine
    Concentrazione
    Enfasi


    Volete provare a descrivermi queste quattro fasi? Una per studente, 20 punti in palio, per quattro di voi fortunati.


    p4Tw05F Aspetto riposte entro il 18/04/2021 alle ore 23.59 del giorno indicato.
    Possono partecipare anche gli studenti di Ilvermorny.

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    Edited by Stephanie Belcourt - 9/4/2021, 08:41
     
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    Incantesimi le piace molto come materia. Quella mattina durante la colazione non vede l'ora di arrivare in aula ed estrarre la sua bacchetta. Vuole anche fare bella figura con la professoressa e imparare qualcosa per poter vincere al Club dei Duelanti. La scorsa volta non le è andata bene e la trova una vera ingiustizia. Lei è una Corvonero, pensa di essere una delle più brave e crede che ci sia stato qualcosa di truccato la scorsa volta nel duello. Quella di Ilvenmorny non poteva essere più brava di lei.
    Cerca di dimenticare questo fastidio, la pessima figura fatta davanti a Vincent, e raggiunge l'aula tra le prime. si affretta a sedersi in prima fila, scoraggiando una stupida Grifondoro dal rubare uno degli ultimi posti disponibili con un occhiataccia.
    Buongiorno. saluta cordialmente la professoressa che entra in aula. Ha già tirato fuori il libro per studiare e i quaderni su cui prendere appunti. L'accento francese la infastidisce un po', ma continua a sorridere perchè vuole fare buona figura, anche se si domanda perchè in Inghilterra non siano riusciti a trovare un professore e siano andati a prenderlo in Francia. Che se ne stia a Bubatones. Alza subito la mano per rispondere alla prima domanda. Gli incantesimi non verbali non richiedono che la formula sia pronunciata ad alta voce, basta solo evocarla come pensiero nella propria mente spiega, stringendo le labbra in un sorriso quando la professoressa le permette di rispondere.
     
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    Tess.


    Quando mia madre mi aveva suggerito, praticamente imposto senza possibilità di scelta differente, di comperare una divida che fosse un po' più grande della mia taglia ero rimasta un po' interdetta, ma con il tempo avevo cambiato idea. I primi tempi mi stava larga, praticamente enorme, tanto che dovevo mettere una spilla da balia per chiudere la gonna e ripiegare su se stessa la stoffa di modo da recuperare quei centimetri di giro vita che altrimenti avrebbero fatto cadere a terra la gonna a ogni passo. Un vero imbarazzo. Ma ora che ero cresciuta, il mio corpo stava cambiando, ero contenta di poter indossare un maglione che fosse più largo del previsto, rendendo un aspetto informe e non meglio delineato. Così non dovevo imbarazzarmi per sguardi di troppo al mio decoltè, ne tanto meno mi dovevo preoccupare dell'orlo della gonna, che restava comunque abbondantemente sotto il ginocchio. Non ero mai stata una ragazza vanitosa, ma quella mattina, guardandomi nello specchio della stanza del dormitorio i miei capelli erano un casino. Avevo cercato di sistemarli, ma alla fine l'unica soluzione sarebbe stata fare una doccia e io non avevo assolutamente il tempo per farla, così dovetti legarli in una crocchia sopra la testa.
    Quel giorno avevamo Incantesimi con la Belcourt, come in tutte le materie con una componente pratica mi sentivo spesso in imbarazzo, più che altro per l'idea di fare un esercitazione davanti a tutti che non per delle pessime capacità magiche, ma sapevo di doverci lavorare a questa timidezza. Certo, la sconfitta al Club dei Duellanti non aiutava, così come la lettera successiva di mia madre (alla quale ancora non avevo risposto) mi facevano venir voglia di ritirarmi e rinunciare. Era più facile fuggire che affrontare questa cosa. Sovrappensiero, mi trovai davanti all'aula di Incantesimi al secondo piano in perfetto orario. Ebbi tempo di accomodarmi in seconda fila, di tirare fuori il manuale e le mie pergamene intonse. Riposi con cura quasi rituale il calamaio e la piuma d'oca sul banco, evitai le conversazioni futili che sentivo tutte intorno, tipiche prima dell'inizio di una lezione presi posto, sfogliando il volume di testo. Quando il brusio intorno cessò, sollevai lo sguardo, incontrando la figura elegante della professoressa. Parlava con accento spiccatamente francese, molto singolare e insolito, soprattutto per chi, come me, non era mai uscita dai confini Inglesi e Hogwarts era di fatto il posto più lontano da casa in cui fossi mai stata. Mi chiesi se provenisse dalla romantica Parigi, o da uno di quei campi in Provenza fatti esclusivamente di lavanda, se fosse invece più vicina al nord, alle orchidee di Monet o alla cattedrale di Rouen. aveva visto Notre Dame? La Senna? La Loira?
    I miei pensieri si zittirono appena la lezione entrò nel vivo, rilassandomi visibilmente quando la docente alluse al fatto che ci sarebbe stato un discorso teorico. Adoravo i risvolti teorici, speravo che potessero occupare l'intera ora di lezione fino al suono della campanella, segretamente covavo la speranza che la parte pratica saltasse.
    A una domanda rispose prontamente una Corvonero seduta in prima fila, scegliendo però quella da meno punti, motivo per cui, appena finì di parlare, mi accinsi a sollevare la mano in aria per chiedere la parola.
    Mi sarei presentata, se avessi ottenuto la possibilità di poter rispondere con un "Tessa Griffin, Corvonero" ancora non ero abituata a parlare in pubblico, con gli occhi dei compagni e del professore su di me, ma sapevo di doverlo fare se volevo portare a casa qualche punto per Corvonero e farla risalire in alto. "Oltre agli incantesimi non verbali che diceva la mia compagna, penso che un altro incantesimo per il quale non serve la formula magica sia la Materializzazione. Di fatto si tratta di un incantesimo molto complesso, comporta il disgregamento della materia corporea nel luogo in cui si trova e la sua comparsa in un punto noto, certo, ma distante potenzialmente centinaia di chilometri. Eppure per eseguirlo sono necessari alcuni passaggi chiave come la regola delle tre D, Destinazione, Determinazione e Decisione, ma nessuna formula magica è richiesta al mago che la compie. Addirittura non occorre nemmeno impugnare la bacchetta, basta semplicemente averla addosso. Io credo che questo sia perchè la magia non deve essere catalizzata in un unico punto, ma deve permeare ogni cellula del proprio essere. Quasi come se fosse un esternalizzazione della forza di volontà." Conclusi, tornando ad abbassare lo sguardo sui pochi appunti che avevo preso fino a quel momento.
     
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    BEATRIX DIAMANTE BLACK
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    Inesorabile, dinnanzi al fitto orario scolastico, il sopracciglio della Black si era sollevato con aria che oscillava dallo scettico al perplesso.
    Non era la classica Serpeverde che snobbava la scuola, che cercava ogni sotterfugio che andasse dal ricatto al pagamento di un compenso per avere i compiti fatti da altri, voti più alti o un maggior numero di punti. Certo era ricorsa anche a questo, ma preferiva di gran lunga che i suoi successi fossero attribuibili unicamente a se stessa. E comunque la scuola appariva come un fine ultimo, un qualcosa che si doveva percorrere per ambire ai posti di lavoro più importanti. Non era una questione di retribuzione, quando si nasce in una famiglia schifosamente ricca come quella dei Black i soldi sono una cosa che fanno poca cosa, in più o in meno, si resta comunque miliardari, ma era una questione di potere. Il Diamante ambiva al potere con la stessa bramosia con cui un assetato nel deserto ricerca l'acqua, era una fiamma che ardeva attirandola, una guida nell'oscura mediocrità di cui era circondata. Vantava già un cognome importante, illustri parenti che potevano aprirle porte anche inaccessibili, ma ancora una volta avrebbe voluto che il successo fosse unicamente riconducibile a se stessa. Questo implicava che si impegnasse a scuola per avere una buona media in tutte le materie e per eccellere in quelle fondamentali per la carriera che desiderava intraprendere. Si vedeva a capo dell'Ufficio Misteri, a governare gli indicibili nelle missioni più disparate, in gran segreto mentre la gloria e la fama la circondavano. Vedeva anche una carriera politica, magari come primo Ministro della Magia donna, visto che la Picquery aveva già conquistato il primato femminile oltreoceano. Il sopracciglio comunque non aveva accennato a discendere vedendo che alcune materie inutili come Babbanologia e Cura delle Creature Magiche erano state inserite nel piano di studi a discapito delle ben più degne Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure. Stava pensando a questo mentre sedeva nell’aula di Incantesimi attendendo l’ingresso della professoressa, francese, seduta in una delle file centrali senza troppe pretese. Non appena la lezione cominciò presero la parola due Corvonero che ovviamente dovevano mostrare di essere delle saputelle perfette, la prima fu decisamente più incisiva della seconda, ma ugualmente irritante. La lezione proseguì arrivando al punto chiave e centrale che riguardava il lancio degli incantesimi, a livello ancora fin troppo teorico, ma i punti in palio erano davvero tanti. Anche la mano della Black, tra le altre, si levò per poter rispondere. -Beatrix Diamante Black, Serpeverde- si presentò, quando le fu concesso di parlare - Volevo parlare della Concentrazione. É un aspetto fondamentale del lancio degli incantesimi in cui il mago deve focalizzare tutte le proprie energie, la propria forza di volontà, per il raggiungimento dell’effetto desiderato dal lancio dell’incantesimo. Questa fase è molto delicata perché non sempre le condizioni sono ottimali per favorire la concentrazione, penso ad esempio in un duello o in una situazione di pericolo, ma è fondamentale che il mago riesca a focalizzarsi su quello che vuole che la magia faccia, deve imbrigliare questa forza e farla cooperare per il raggiungimento di un fine.-
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    Seduto al banco, in una fila non meglio collocata a metà classe, me ne stavo con la testa stretta tra le mani, le dita infilata nei riccioli neri tirati in avanti per non vedere nulla davanti a me, un disperato tentativo per coprire la luce del sole che filtrava in aula. Quella cazzo di r francese, così grattata, mi stava facendo venire un mal di testa assurdo, ma la cantilena francese non era male come cantilena. Avevo seguito a stento la lezione, così poco da non sapere nemmeno come si chiamava la professoressa e francamente non me ne importava un cazzo. Emisi un mugugno a denti stretti, per evitare di imprecare, quando Beatrix, che sedeva accanto a me, mi colpì al fianco con una gomitata per richiamare la mia attenzione. Era così noioso avere una cugina che cercava di essere perfetta in tutto quello che faceva. Mi misi un po' più composto, raddrizzando le spalle e cercando con lo sguardo assonnato e un po' arrossato la docente, quando mi accorsi che c'era un giro di domande in corso. Poco prima avevo sentito la voce della principessa di Corvonero rispondere in maniera saccente alla domanda sui tipi di magia che non richiedevano una formula magica. Aveva tirato fuori una pantomima sulla materializzazione che poteva anche essere corretta, ma con quell'aria da saputella che mi irritava incredibilmente. Osservai Beatrix, così impegnata e, quasi per farle un dispetto, alzai la mano per rispondere. "Direi anche la magia accidentale, in quanto incidente non richiede formule magiche per manifestarsi." dissi quando la docente francese mi diede il permesso di rispondere, poi all'arrivo di una nuova gomitata sottobanco della Black, capii di dover aggiungere un "Bellamy Black di Serpeverde"


     
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    Stephanie


    Soltanto Corvonero e Serpeverde intervennero durante la prima fase della lezione di incantesimi della Belcourt, che attraverso il leggero sipario castano della sua frangia spiava gli studenti compostamente seduti ai banchi. Fino a questo momento era felice di non aver sentito risolini sciocchi, battutine o un fastidioso brusio di sottofondo, appena era entrata in classe, dopo una serie di cordiali saluti, gli studenti si erano acquietati e il silenzio era stato interrotto soltanto da interventi richiesti con la formula della mano alzata o dai suoi commenti ai medesimi.
    Prima a intervenire fu una ragazza, che dai colori della sua cravatta era Corvonero, ma che non si era presentata come la prassi avrebbe richiesto. Non piaceva alla Belcourt non avere un cognome da associare alla bionda che sedeva in prima fila, ma cercando di tenere a bada questa sensazione di disagio, prestò attenzione alle parole della ragazza.

    - Oui! Questa era la risposta semplice che stavamo cercando. Sono 5 punti per Corvonero.
    Gli incantesimi non verbali sono il tipico esempio che non richiede una formula magica, ma per questo motivo ci si deve focalizzare ancora di più sui quattro punti del PACE, uno in particolare. Qualcuno di voi vuole provare ad individuarlo?
    Vorrei ricordare di indicare sempre nome, cognome e casa quando rispondete, in modo che possa segnare correttamente sul registro, grazie.


    Ci tenne a fare un inciso finale, non voleva riprendere la prima studentessa che le aveva risposto, ma avrebbe sicuramente agito di conseguenza se in seguito ancora qualcuno le avesse risposto senza dichiararsi. Era sì una questione formale, ma anche di rispetto e per quanto le regole non piacessero troppo dovevano essere rispettate. Il suo carattere da Tassorosso avrebbe voluto farla apparire buona e gentile con tutti, ma non poteva permetterselo come neo-insegnante.

    - Eccellente Miss Griffin! La sua risposta è davvero ben esposta ed articolata, i 15 punti a Corvonero sono più che meritati.
    Qualcuno riesce a trovare punti in comune tra le tre D citate dalla collega e il sistema PACE?


    Gli spunti forniti dalle due Corvonero erano ottimi, tanto che le sembrava giusto proseguire su questo aspetto per stimolare la conversazione e l'avanzamento della lezione a seconda degli interventi che creavano gli studenti, in modo che non fosse qualcosa di pre-impostato e fisso, ma una continua evoluzione che era creata da loro stessi. Questo approccio le sembrava il migliore quando si trattava di una indigesta parte teorica.

    - Sono 10 punti a Serpeverde per questa risposta carica di intuizione, Black. Sarebbe arrivato al punteggio massimo articolando maggiormente la risposta, ma se vuole provare a farlo ora potrebbe comunque farcela.

    Era un vero peccato che il Serpeverde dall'aria annoiata avesse avuto una simile intuizione geniale ma non fosse riuscito a mettere in fila due righe di argomentazione per supportare questa sua risposta. Un vero peccato, tanto che il buon cuore della Belcourt decise di dargli una seconda possibilità per aggiungere altri cinque punti.

    - Per la Concentrazione della signorina Black sono 20 punti a Serpeverde. Restano ancora tre punti del PACE da analizzare per altri tre fortunati che possono aggiudicarsi il bottino. Forza, non siate timidi.

    Sulla lavagna la scritta mutò, lasciando i tre punti ancora in sospeso. Sperava che qualcuno volesse occuparsene senza buttare al macero venti punti piuttosto succulenti da acciuffare.

    Postura
    Attitudine
    Concentrazione
    Enfasi


    Ma se nessuno si fosse fatto avanti avrebbe proseguito lei stessa la lezione, perché non potevano restare incagliati ancora a lungo nella parte teorica. Magari Grifondoro e Tassorosso potevano tirare fuori gli artigli e unirsi al banchetto.

    p4Tw05F Aspetto riposte entro il 27/04/2021 alle ore 23.59 del giorno indicato.
    Possono partecipare anche gli studenti di Ilvermorny.

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    WebStudent/Design all'infinito. E Jolly di una scuola di Lingue della mia zona.

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    Ronald Jean De Canard
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    Non servono i muscoli ma l'intelligenza anzi meglio tutte e due


    Ronald era in classe non aveva risposto alle domande anche se le sapeva era stato lento ad alzare la mano e quando la professoressa chiese del metodo PACE di cui qualcuno rispose sulla C e cioè della concentrazione. Ronald a causa del suo sangue Veela si arrabbiò con se stesso. Decise di far vedere che anche i Tassorosso potevano essere bravi studenti e quindi alzò la mano e quando la docente gli diede il permesso disse:


    SALVE SONO RONALD j. DE CANARD, TASSOROSSO.

    Aveva parlato ad alta voce, poiché avendo il sangue di Veela alcune volte gli veniva per arrabbiarsi per un nonnulla. Ronald si accorse che stava parlando ad alta voce e fece dei respiri profondi e si calmò e continuò:

    Vorrei dire la mia sulla postura, cioè di come mettersi e posizionare la bacchetta. Ci sono alcuni tipi d'incantesimi che per essere lanciati oltre a concentrarsi bisogna mettersi in una determinata posizione e fare anche dei movimenti specifici della bacchetta. Perché conoscendo la postura giusta potremmo indovinare l’incantesimo che il nostro avversario/sfidante ha intenzione di lanciarlo anche se lo lanciasse in mondo non verbale e quindi cosi noi dovremmo essere in grado di proteggerci e difendere i nostri amici.





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    Spero che cosi vada bene la primissima role di una lezione in questo gioco di Ruolo.

    PS:Non so come farla a fare diventare una immagine sola. Quindi è meglio che tolgo la foto finché non trovo una giusta al mio pg ?


    Edited by Ronald(Ron)/Jean De Canard - 30/5/2021, 17:17
     
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    Grifondoro
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    LEZIONE DI INCANTESIMI
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    Nadine Carroll

    15 - Gryffindor
    Nadine si era svegliata dal lato sbagliato del letto quella mattina. Ciocche di capelli svettavano in formi sulla sua testa e come se non bastasse una forte emicrania non le aveva fatto, quasi, chiudere occhio. Dire che era nervosa era dire poco e pensare che doveva frequentare chissà quante lezioni quel giorno la faceva rabbrividire. Le piaceva stare attenta, ma sapeva bene che con quel mal di testa non sarebbe stata la solita Nadine e che, verosimilmente, avrebbe dovuto chiedere gli appunti a qualche sua concasata. Con tutta la buona forza di volontà che aveva ancora in corpo, si era aggiustata un po' per risultare un minimo decente agli occhi dei compagni. Non che fosse troppo importante, ma ci teneva a non sembrare una senzatetto. Si era trascinata, quindi, in aula senza nemmeno sapere dove si trovava e aveva addirittura saltato la colazione talmente era stata lenta nel prepararsi. Per sua fortuna era arrivata nella classe di Incantesimi prima che la stessa docente potesse entrare, ma non riuscì a prendere posto come al suo solito nelle prime file. Si accontentò quindi di un banco non troppo in fondo e tirò fuori tutto il necessario. Nadine cercò per tutto il tempo di non far crollare la testa sul banco e quasi si concentrò più su quell'aspetto - tremendamente difficile - che sul primo argomento trattato. Per inerzia e per buona grazia di Merlino, un po' di studenti risposero alle domande della Belcourt. Fu un bene per la Carroll che così riuscì a prendere qualche appunto sensato e a capire, quantomeno, su cosa si stesse focalizzando la lezione. Tutti gli studenti che risposero sembravano essere bravi a scuola, non era la prima volta che cercavano di portare qualche punto per la propria casata, e Nadine li guardò con quasi aria di ammirazione. Lei, un disastro che non riusciva nemmeno a reggersi la testa, era decisamente più indietro rispetto a loro. Anche il Serpeverde che rispose in modo striminzito - almeno secondo la Professoressa - sembrava essere intelligente e sveglio, forse però troppo sicuro di sé per voler davvero partecipare attivamente alla lezione. Scacciò presto il pensiero, perché la seconda domanda dell'Insegnante rimase un po' in attesa di risposte. La Grifondoro, rintontita com'era quella mattina, ci mise un po' a capire che poteva avere l'occasione di prendere qualche punto, ma quando finalmente se ne rese conto, si fece coraggio e alzò la mano.

    - Nadine Carroll di Grifondoro. - disse timidamente, abbassando poi la mano quando le fu concesso di parlare. - Vorrei provare a descrivere una fase, l'Attitudine. Secondo me l'attitudine è la capacità di un mago o di una strega di entrare e sentirsi dentro ciò che sta facendo. Credo che ciascuno debba sentire scorrere la propria magia dentro di sé, capendola e conoscendola. Bisogna quindi essere un tutt'uno con la bacchetta, semplicemente come un prolungamento di un arto, perché è da noi stessi che deve uscire la magia. Il mago o la strega devono sapere e volere cosa vogliono fare prima ancora di farlo ed è per questo che devono sentirsi loro stessi magia.

    Chiuse quindi la bocca, insicura di ciò che aveva detto e piuttosto imbarazzata. Forse aveva detto una cavolata senza né capo né coda, ma avrebbe dato la colpa al mal di testa, così da non sentirsi troppo in difetto con se stessa. Distolse poi lo sguardo dalla docente, incapace di reggerlo ancora e, leggermente rossa in volto, abbassò gli occhi verso il foglio di carta pieno di appunti. Non voleva girarsi nemmeno verso i compagni: quella mattina era cominciata male e si prospettava un continuo ancora peggiore.
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    Stephanie

    Sperava di assistere a una maggiore partecipazione da parte degli studenti, ma comprendeva anche che essere nuova, straniera e giovane non giocasse a suo favore. Alla sua domanda rispose per primo un Tassorosso, che tuttavia aveva idee poco chiare e confuse.

    - Mio caro, mi dispiace ma non è con questo che si intende per Postura. O comunque non solo questo. Sono comunque 5 punti per Tassorosso. per il tentativo.
    Con Postura si intende il modo in cui va impostato il nostro corpo. Forse in Difesa Contro le Arti Oscure ve ne hanno parlato come posizione da battaglia: piedi ben distanti tra loro, gambe tese con le ginocchia leggermente flesse, schiena dritta e spalle rilassate.


    Constatò con un sorriso teso sulle labbra di rosa che anche Grifondoro si era unito all gruppetto a caccia di punti grazie all'intervento di Nadine Carroll. La mente della francese fu immediatamente condotta sul sentiero sconnesso del Paese delle Meraviglie e la tentazione di chiedere alla bionda studentessa se fosse in qualche modo imparentata con il noto scrittore era tanta, ma decisamente poco professionale. Si ravvide scostando con un rapido movimento del capo la frangia sbarazzina che le solleticava le sopracciglia, concentrandosi e prestando attenzione alle parole della studentessa.

    - Magnifique! Non c'è altro d'aggiungere sull'Attitudine e pertanto sono 20 punti per Grifondoro..

    Tassorosso e Grifondoro si erano uniti al banchetto ma poi nessun altro aveva approfittato dell'ultima fase, l'Enfasi per sbilanciarsi oltre. Un vero peccato ma la docente non si perse di animo.

    - Enfasi, nessuno di voi ha voluto provarci ma era anch'essa piuttosto intuitiva. Si parla del tono in cui la formulamagica viene pronunciata. Deve essere chiaro e preciso, senza errori di pronuncia. Non è necessario gridarlo, basta che nel tono di voce imprimiate tutta la vostra determinazione per la buona riuscita. Anche negli incantesimi non verbali deve esserci Enfasi mentre lanciate l'incantesimo.

    In lontananza i rintocchi della Torre dell'Orologio si fecero sentire con forza, facendole svolgere lo sguardo oltre la vetrata della finestra della sua aula.

    - Approfondiremo la messa in pratica delle quattro fasi nella prossima lezione. A bientot!

    p4Tw05FLezione terminata.
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