Chris Walsh vs Stephanie Belcourt

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  1. Stephanie Belcourt
     
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    Ilvermorny era diversa. Non riusciva a percepire quella sensazione magica di famigliarità, quella elettricità nell'aria che tipica della scuola scozzese. L'aria era frizzante, ma troppo umida per ricordare quella famigliare della vicina Edimburgo. Era come se in quel castello, tanto simile a Hogwarts e ad esso ispirato, ci fosse qualcosa di differente. Se avesse dovuto descrivere come e in cosa lo era, avrebbe fatto appello alla geografia. Era come l'inverno in Australia, con temperature bollenti mentre nell'altro emisfero c'erano neve e freddo. La Belcourt si sentiva piuttosto spaesata, come quando in alta montagna ti manca l’ossigeno e il recupero dopo un esercizio fisico è decisamente più lungo del previsto. Si sentiva pesante, come se durante la notte avesse guadagnato dei kili di troppo, e la sensazione che le cose non fossero al proprio posto la attanagliava. Partecipare al Club dei Duellanti restava comunque un grande onore e un impegno che sentiva fortemente sulle proprie spalle, in qualità di docente di Incantesimi si sentiva in qualche modo responsabile della preparazione dei suoi studenti, che sperava facessero tutti buona figura. Le divise di Hogwarts spiccavano per colore su quelle color mirtillo della scuola Americana, mentre la professoressa si faceva strada per raggiungere il docente Skyfield.

    - Bonjour!
    Sono Stephanie Belcourt, docente di Incantesimi a Hogwarts. È un piacere fare la sua conoscenza.


    Si presentò a quello che era un suo corrispettivo americano, un collega. Si chiese se anche il docente di Incantesimi di Ilvermorny fosse li presente, era molto curiosa di conoscerlo e scoprire se tutte queste differenze che a pelle sentiva fossero in qualche modo verificabili a livello empirico.

    - I miei complimenti per questa bella iniziativa, è molto utile per gli studenti mettersi alla prova da un punto di vista pratico, con un avversario di fronte. E sono certa che anche molto adulti apprezzeranno di poter rispolverare qualche bacchetta, non si duella certo tutti i giorni senza finire nei guai con la giustizia

    Una conversazione molto lunga per gli standard della ex-Tassorosso che pure un tempo era particolarmente timida, aspetto del suo carattere che in qualche modo era riuscita a levigare ma che comunque la bloccava nei momenti di presentazione con sconosciuti, che spesso le impediva di fare il primo passo. Ma la stima e l’ammirazione per questo tipo di iniziativa la portavano a superare le sue paure per porgere meritati e giusti complimenti al suo ideatore.

    Conosceva molto bene il rituale del duello, per cui non fu stupita di vederlo svolgersi davanti ai suoi occhi dai primi sfidanti. La competizione era accesa, anche se come era immaginabile si assisteva a un abuso di Stupeficium che trovava alquanto fastidioso, per quanto efficace esistevano molti altri incantesimi interessanti da sfruttare durante una competizione di questo tipo. Quando fu chiamata salí sul palco, giungendo al centro di questo e piegandosi in un inchino profondo rivolto al suo avversario. Si voltò e percorse dieci passi in direzione opposta, si voltò di nuovo verso il suo avversario. Essendo professoressa di Incantesimi si sentiva in dovere di compiere una postura che fosse magistrale.
    Avrebbe rilassato i muscoli del collo e della schiena facendo una lunga inspirazione, rilassando così anche spalle e e addome, raddrizzando la colonna vertebrale e mantenendo la testa in stato eretto sul collo, in modo che lo sguardo fosse fisso su quello del suo avversario. Avrebbe allungato la gamba destra facendola scorrere lateralmente e così avrebbe fatto anche con la sinistra, piantando i piedi in modo parallelo alle spalle, così che il baricentro del suo corpo cadesse esattamente su quella retta immaginaria che univa i suoi piedi nel settore centrale. Un buon equilibrio era fondamentale per il lancio dell’incantesimo. Ripiegò il braccio sinistro sulla schiena, posandolo sul settore lombare. Non voleva avere un peso morto al fianco.
    Assunta la postura corretta maggiormente avrebbe iniziato a fare appello a tutta la sua concentrazione e forza di volontà: ogni frammento di energia presente nel suo sangue doveva essere attivato e condizionato in modo tale che la magia confluisse in un unico punto -la bacchetta magica- con un unico scopo -la riuscita del suo incantesimo. Come spesso diceva in classe l’unione faceva la forza. Infine appena prima che scattasse il via, si sarebbe concentrata con volontà su quello che voleva fare, ovvero impedire al suo avversario di vedere. Avrebbe scatenato una congiuntivite talmente purulenta che il suo avversario sarebbe stato pressoché cieco da regalarle tempo prezioso per poter lanciare qualche incantesimo offensivo che fosse definitivo.

    Quando il via risuonò nell'ambiente, avrebbe iniziato a disegnare con la punta della bacchetta un movimento in aria che ricordava quello di un'occhio, un'occhio egizeo. Partendo dall'altro a destra avrebbe tracciato un semi cerchio, poi a metà avrebbe tracciato un'altro semicerchio da sinistra a destra, con la pancia rivolta verso il basso, in una specie di ovale che sembrava proprio un'occhio stilizzato e poi, avrebbe concluso il movimento senza chiudere i due ovali, ma allungando leggermente quello sottostante, tracciando una lineetta verticale e verso il basso.

    -Conjunctivitus

    Avrebbe concluso il suo lancio d'incantesimi con solennità, come se avesse appena finito di siglare un contratto con la sua firma. Nei movimenti e nella pronuncia della formula avrebbe impresso tutta la sua volontà, facendo in modo che tutte le sue particelle magiche cooperassero per quel fine ultimo.
    " La couleur est mon obsession quotidienne, ma joie et mon tourment. "
    code made only for wizarding world gdr
     
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2 replies since 17/5/2021, 12:44   39 views
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