I Lezione di Pozioni

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  1. Tessa Griffin
     
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    Tess.


    Fui svegliata di soprassalto da un fischio forte. Non era la mia sveglia. Un gufo? La mia mente, ancora in dormiveglia, era in allarme e associò l'arrivo di pessime notizie con quello di una lettera e dunque con quello di un gufo. Ma i gufi non facevano quel rumore. Era stato troppo forte. Spalancai gli occhi, cercando di mettere a fuoco il dormitorio. Nessun gufo, solo tanti occhi sconcertati che cercavano di capire la fonte di tale casino. Non fui io a scoprire la risposta alla domanda che era iscritta sui visi di tutti quanti, ma una ragazza dai capelli castani ci mostrò il messaggio arrivato dalla professoressa Mars. Lo rilessi un paio di volte, dopo essermi stropicciata le palpebre per essere sicura. La foresta proibita non mi sembrava ideale, ma comunque non era questo che mi preoccupava. Vestitevi comodi. In tuta. Lo sport. Che schifo. Non ero pronta, non ero pronta psicologicamente, ad associare una materia tanto teorica, statica, come quella svolta nei sotterranei con qualcosa che implicasse l'aria aperta e peggio ancora il movimento. Indossai comunque la mia divisa, non avendo null'altro che fosse più comodo, rimarcando quanto poco fossi portata per il movimento e mi avventurai in Sala Grande per un'abbondante colazione.
    Nell'aria fredda del primo mattino, verificai che nelle tasche ci fosse tutto l'occorrente: un set di provette, fogli di pergamena intonsi, una matita per prendere appunti. Ai piedi portavo un paio di scarpe da ginnastica, che stonavano terribilmente con la divisa che indossavo, ma era la sola cosa comoda che possedessi e che rispettasse le indicazioni. Raggiunsi il limitare della Foresta Proibita osservandola con timore e rispetto, un limite imposto dalle regole che non avevo mai oltrepassato e che mi avrebbe fatto sentire sensi di colpa anche se lo avessi superato accompagnato dalla professoressa. La Mars stava seduta su un roccia, appollaiata come un magnifico esemplare di barbagianni, con i ricci arruffati e confusi a conferirle un elemento distintivo.
    "Buongiorno professoressa Mars" salutai con cordialità "Sono Tessa Griffin, di Corvonero. Non so se... sta facendo un appello." mi presentai, pensando che in qualche modo avrebbe dovuto tener conto di chi era presente a lezione, almeno per controllare che alla sua conclusione non si fosse perso nessuno. Speravo.
     
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12 replies since 8/6/2021, 23:36   326 views
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