[QUEST 2021] - for the Greater Good - cap. I

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  1. crw
     
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    hedel anakin crawford

    C’era un non-so-che di catartico, quasi primordiale, nell’osservare il rosso del mio sangue nobile che imbrattava i geroglifici incisi sulla parete, macchiandone il candido bianco. La qui presente strega non aveva nulla di puro, ma il caotico inevitabilmente creato dal sangue era qualcosa che mi apparteneva davvero. Un ghigno aveva iniziato a formarsi sulla curvatura delle mie labbra, bruscamente interrotto da un grido che squarciò l’aria dell’ambiente in cui mi trovavo, addirittura causando una pioggia di calcinacci ancora pericolanti dopo la mia esibizione con il Bombarda, che fece drizzare anche i nervi di una scaltra come me. Non faccio tempo a voltarmi per scagliare una maledizione cruciatus, giusto per dare a chiunque ne sia il responsabile un valido motivo per urlare tanto da spaccare i timpani, che qualcosa di melmoso mi afferra per il polso. Con mio grade disgusto osservo quello che è a tutti gli effetti un arto cosparso di alghe e squame stringersi intorno a me, impedendomi di reagire nonostante opponga resistenza e conducendomi dentro al muro… Aspetta che? Sono sotto’acqua. Osservo le dense acque scure che mi circondano, non riesco a vedere ne la loro sommità ne i meandri più profondi, il blu petrolio si mescola al verde della vegetazione, lunghe alghe tutt’intorno risalgono. Mi sono quasi dimenticata della mano che mi tiene il polso, quasi. La stronza di una sirena mi costringe a stare ferma, osservare impotente, cerco la bacchetta e gliela rivolgo contro. Sento la melodia suonare tutt’intorno ma la ignoro, mossa da una furia ceca che si chiama istinto di sopravvivenza. Dovrebbe averne tenuto conto anche il pesce prima di pensare che sarei stata ai suoi giochi. Con la mano libera afferro la mia bacchetta di ebano, fidata e fedele compagna, mentre la magia inizia a sprigionarsi dalle mie cellule e corre risvegliata dal contatto con il catalizzatore: la lascio defluire e riprendere forma, un risveglio molto naturale eppure altrettanto veloce. Quello che mi serve. I pensieri corrono altrettanto veloce, facendomi trovare in fretta la concentrazione e la determinazione di fare quello che deve essere fatto. Una dei vantaggi di essere sott’acqua è quello di non dover prestare interesse alla postura, avrei solo fatto in modo di essere certa di mirare alla spalla della sirena. Avrei stabilito nella mente il risultato che volevo ottenere e poi avrei agito, con la freddezza che mi contraddistingueva. Una freddezza chirurgica. « Recido.» Avrei mosso la bacchetta come una spada del boia calata sulla testa del condannato a morte, facendo ben attenzione a mirare l’arto della sirena che mi costringeva a stare in quella scomoda posizione sott’acqua. Se tutto fosse andato come previsto il taglio avrebbe staccato di netto il braccio dalla creatura, liberandomi dalla sua presa.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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