Out beyond the lights of Birmingham

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  1. 'wildfire
     
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    Chloe Walsh
    Fun fact sul Quartier Generale degli Auror: era tappezzato di mappe di tutti i tipi e di tutti i luoghi. Per qualcuno con un senso dell’orientamento pessimo quanto il mio poteva anche essere una bella cosa, però io detestavo le mappe e le cartine, quelle normali, con le strade segnate e dove ci stanno fiumi, laghi, mari e… se già parlavamo di mappe stradali, delle metropolitane e Merlino sapeva cos’altro. Insomma un vero casino, almeno per me. Ma il caro vecchio James Wright ci era proprio fissato, al punto che avevo iniziato a sospettare che ne fosse un po’ feticista. A qualcuno piacciono i piedi, ad altri le mappe. Non sono certo qualcuno che può permettersi di giudicare, soprattuto vicino all’esame conclusivo come recluta, soprattutto di qualcuno che spererei diventasse il mio capo. Mi trovavo in piedi davanti a una di queste suddette cartine, dentro al Quartier Generale, quando il Capo degli Auror mi diede la mia prossima missione. Recarmi a Birmingham l’indomani per scortare uno del Ministero della Magia, uno di quelli che stava al di là del muro davanti a una scrivania, sommerso da scartoffie in uno di quei noiosissimi lavori statali, fatti di timbri e firme, da verso sfigato… comunque la mia missione era scortare questo burocrate a un incontro con un’altro burocrate, ma babbano, perché doveva fare una cosa burocratica che interessava anche Londra. O qualcosa del genere. L’importante era assicurarsi che non ci fossero problemi e ”soprattuto Walsh, vedi di non causarne tu di problemi.” era stato il ferreo avvertimento e monito del mio stimatissimo capo.

    Avevo indossato un cappotto grigio con delle grandi tasche foderate di pelliccia, a quanto pare era all’ultima moda nel mondo babbano, dentro le quali avevo messo un paio di guanti di lana e la mia bacchetta magica. Avevo raccolto i capelli in una comoda coda, sistemato la frangetta e indossato un paio di scarpe comode, anche se non erano molto eleganti. La prima cosa della quale mi resi conto materializzandomi come da istruzioni nel punto stabiliti era che Birmingham puzzava di pesce, eppure dalle mappe di Wright avevo visto che non era sul mare, anzi era nel cuore che più interno non si poteva della Gran Bretagna. Come mesi di addestramento mi avevano insegnato perlustrai e pattugliai la zona, con discrezione certo, ma anche con grande cura. All’apparenza non c’erano potenziali minacce e mi veniva anche da chiedere a quale tipo di malvivente potesse interessare un noioso incontro tra scribacchini. Mi voltai velocemente quando il crac di una seconda materializzazione mi colse alle spalle. Mi avvicinai con discrezione, con un buon passo, pronta a snocciolare con professionalità le mie generalità. Ma mi trovai davanti a un volto noto, un po’ scocciato, ma famigliare. ”Avrei portato una bacchetta più piccola, se avessi saputo che il culo da proteggere era il suo, Crawford.” commentai schietta alla sua stessa frase, poco delicata sul fatto che gli auror sono sempre in ritardo. Uno auror non è mai in ritardo. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo. E c’è bisogno che arrivi.




    made by zachary

     
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5 replies since 14/3/2022, 07:47   107 views
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