Un Intoppo IMPpossibile - parte terza

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  1. Maverick Bristol
     
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    Passai una mano nei capelli, sentendo il gel che avevo applicato la mattina, con un gesto che esprimeva tutta la mia frustrazione. Il lancio dell’incantesimo era andato bene, piuttosto bene direi, ed avevo percepito l’energia magica uscire dalla bacchetta come un fiotto, piegato alla mia volontà di cercare tracce. E quindi l’incantesimo era riuscito, non si poteva mai esserne certi al cento percento soprattutto perché eravamo ancora studenti, ma ero abbastanza sicuro che fosse riuscito. Ma nessuna traccia si colorò del tipico scintillio glitterato, un po’ bianco, un po’ argentato e un po’ dorato, che doveva rivelare la presenza di tracce nascoste. Nulla accadde. Da qui il mio gesto di esasperazione, non volevo disturbare la ricerca della mia compagna di casa con sbuffi o con parole che avrebbero solo portato a nulla. Già ero abbastanza timido da parlare solo quando interpellato, e in più l’ansia di aver a che fare con Theresa Griffin, perfetta di Corvonero, mi paralizzava ancora di più. Fu lei a trovare qualcosa, questo mi sottolineava ancora di più perché fosse stata scelta come nostro prefetto a differenza del sottoscritto, che conduceva nei sotterranei: la creatura che stavamo cercando non si trovava più nelle cucine. Un brivido scese lungo la mia schiena: detestavo i sotterranei. Regno incontrastato dei serpeverde era tra le altre cose il luogo abituale del peggior nemico di moda e di acconciature varie, nemmeno un kilo di gel avrebbe potuto combatterlo: l’umidità. Percepii l’olezzo della muffa, quel odore sgradevole e pungente, appena mettemmo fuori piede dalle cucine. Andai davanti, volevo mostrarmi utile anche se mi sentivo assolutamente terrorizzato, e non per la muffa stantia di secoli. L’idea di fallire ancora mi dava il tormento, rendendo mostri vivi le mie paure, che mi mordevano l’intestino con disgustosi crampi. Sei stata molto brava a trovare quelle tracce. parlai, poiché la paura di fallire era maggiore di quella di conversare, mi aiutava a stemperare la tensione e mi trovai insolitamente logorroico, almeno secondo quelli che erano i miei standard. Spero che troveremo presto quel Imp. I sotterranei mi rendono nervoso. Che era un modo elegante per dire che mi facevano paura. Ma secondo la società maschilista di quel 1920 un ragazzo non poteva dire certe cose, come il fatto che provasse paura o tristezza che lo portava alle lacrime, così ero costretto a vestire i panni della persona coraggiosa che non ero.
    Cercai di calmare i nervi, mentre osservavo con attenzione il corridoio dei sotterranei, con la bacchetta pronta in mano se si fosse rivelato necessario. Avrei detestato dover attaccare una creatura magica, ma questa poteva essere considerata ostile e non volevo certo scompigliarmi la pettinatura o rischiare di avere una cicatrice permanente sul volto. Theresa si era raccomandata di essere vigili, quindi lo avrei fatto. Facendo addormento sul mio Istinto del segugio avrei cercato tracce che potevano condurci al luogo in cui l’Imp si stava celando.

    Brad McNeal Tessa Griffin
     
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4 replies since 25/5/2022, 16:15   81 views
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