Un Intoppo IMPpossibile - parte terza

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  1. Tessa Griffin
     
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    Tess.


    A mia madre sarebbe venuto un’ infarto sapendo che in quella cucina venivano preparati i pasti per tutto il castello, considerandola sporca e non sufficientemente igienica. Per me era okay, ma anni passati ad assecondare questo disturbo ossessivo che era quasi maniacale, non potevano aver fatto altro che affinare il mio occhio critico (e quindi scettico) verso alcuni elementi. Sporcizia e sporco andavano debellati, per questo individuai quasi immediatamente alcune tracce sul pavimento. Contemporaneamente Maverick, mio compagno in quella strana avventura che ci aveva coinvolti, lanciava un “revelio” in una buona esecuzione che tuttavia non produsse nulla di concreto. Peccato, era un’idea ottima. A me sembra di aver trovato alcune impronte: guarda qui! dissi, cercando di alleviare la frustrazione per il mancato ritrovamento di tracce da parte di Bristol, che mi sembrava veramente molto insoddisfatto di quel risultato. Pensavo veramente che fosse stata una buona idea, una strada che io stessa avrei seguito se non fossi stata distratta da briciole e da quelli che sembravano essere resti di una colazione, forse elle succo di zucca, consumata velocemente. L’Imp doveva essere stato interrotto da qualcosa, o forse era semplicemente stato curioso e molto sbadato sul dove posava le sue zampette, perché queste sembravano creare una scia che conduceva proprio fuori dalle cucine. La mostrai a Maverick, che sembrò essere del mio stesso avviso, ovvero recarsi nei sotterranei, poiché mi superò in un attimo precipitandosi fuori. L’aria umida e fredda di quel posto mi percorsero provocandomi pelle d’oca su tutto il corpo, scosso da un brivido, mentre ci inoltravano nei bui cunicoli sotterranei. Non eravamo così in profondità da non avere più le fiaccole, disposte a cadenza regolare sulle pareti, ma se fosse servito avere più luce la mia bacchetta era già nelle mie mani pronta per un “Lumos”. La voce del Corvonero che mi precedeva mi strappò ancora una volta ai miei pensieri, mentre cercavo di non arrossire troppo per il complimento che mi era stato rivolto. Solo fortuna. cercai di liquidare con una lieve scrollata del capo, perché credevo davvero che si fosse tratto di un evento fortunato, dettato anche dall’ossessione di mia madre per il pulito e le pulizie, cosa che volevo dimenticare e della quale non mi sarebbe piaciuto prendere alcun merito. A nessuno piacciono i sotterranei… aggiunsi in fretta perché non volevo essere sembrata troppo brusca o chiusa con il mio gesto di prima, era piacevole parlare con qualcuno nell’aria umida dei sotterranei tranne ai Serpeverde. E a nessuno piacciono loro. Conclusi la frase nella mia mente, non ero ancora abbastanza in confidenza con il Corvonero da sentirmi libera di esprimere un giudizio tanto perfido e cattivo sui Serpeverde, sebbene stessi arrivando a detestarli in modo particolare, come mai mi era capitato di provare un sentimento così simile all’ira ogni volta che pensavo ai membri dei verdeargento. Avevamo un compito da portare a termine e desideravo farlo nel miglio modo possibile e nel minor tempo possibile, probabilmente McNeal si stava impegnato nello scoprire come la creatura potesse essergli sfuggita ma anche doveva essere piuttosto preoccupato ed agitato. Io lo sarei senza dubbio stata nei suoi panni, prima fosse stato ritrovato l’imp fuggitivo, meglio sarebbe stato per tutti quanti. Mi misi a cercare tracce nel corridoio così come avevo fatto nelle cucine, con maggiore attenzione e soprattutto sperando di trovare altre impronte appiccicate o segni di briciole.
     
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4 replies since 25/5/2022, 16:15   81 views
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