[MQ] - for the Greater Good - cap. II

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  1. Theodore Skyfield
     
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    Theodore Skyfield
    Cerchia di Grindelwald
    Per il bene superiore!


    Grindelwald riusciva ad affascinare Theodore in modo assai semplice. Bastava qualche parola giusta, qualche frase detta con il tono corretto e Skyfield crollava sotto la potenza dello charme del più grande mago del mondo. Forse era anche per quello che veniva considerato tale. La calma con cui Gellert riuscì a gestire una situazione che fino a poco prima l'aveva infastidito fu spiazzante. Nessuno sapeva che fine avesse fatto l'ultimo membro della cerchia, Raido per l'esattezza. Sì, perché non fregandogliene niente dei nomi di battesimo dei collaboratori di Grindelwald, ad eccezione di Hedel, Theo si era limitato a ricordarli per la Runa che era stata data loro. Fu proprio la consegna delle Rune che aveva spinto l'ex Professore di Ilvermorny a interessarsi seriamente alla materia che poi era andato a insegnare poco tempo dopo dall'altra parte del mondo. Dagaz era l'amico del Crawford (che aveva la fortuna di essere ricordato per essere il fratello della fabbricante di bacchette) ed era probabilmente in missione, o qualcosa del genere, perché era impensabile non rispondere a una chiamata di Grindelwald in persona per motivi meno seri. Raido, invece, chissà. Forse era stato catturato dagli Auror? Forse quegli stessi Auror che si erano ritrovati lì e che stavano loro alle calcagna erano stati inviati proprio da Raido che aveva confessato, probabilmente sotto interrogatorio con la pozione Veritaserum. Theodore comunque lasciò correre, perché era molto più attratto dal suo capo che da ciò che stava accadendo intorno. Forse era vero, stava perdendo il controllo di alcune cose, ma di una cosa era certo: il controllo l'avrebbe ripreso, in un modo o in un altro e non ci sarebbero stati cazzi per nessuno. Non sorrise, poi, anche se l'avrebbe voluto fare davvero, quando Grindelwald gli disse di aver gestito bene la situazione. Era contento di aver fatto bell'impressione sul suo capo e ancor di più di essere consapevole di aver fatto un buon lavoro. Non era lì certo per leccare il culo, anzi, voleva il bene superiore e non gli importava il prezzo.
    La parte più interessante arrivò poco dopo. La morte di Lena Aldea Lynch. L'Auror, sotto il controllo della Maledizione Imperius, stava per cantare tutto quello che sapeva. Il newyorkese lo osservò con attenzione, pendendo dalle sue labbra. Voleva sapere tutto di quella storia. Il modo di parlare freddo, senza sentimenti, dello sbirro lo fece rabbrividire. Era stata assassinata in un modo terribile, in una specie di rito particolare di cui, però, per il momento, Theo ignorava la provenienza. Lo sguardo dello Skyfield si incrociò per un attimo con quello dell'Auror. Schizzi di sangue che formavano Rune, ma non del Futhark Antico. D'istinto, il Professore annuì, come per confermare di aver compreso, anche se, anche in questo caso, non sapeva ancora dove sbattere la testa. Aveva delle piste, doveva indagare a lungo su questa storia. La vasta biblioteca di Hogwarts e magari proprio il reparto proibito poteva fare al caso suo. Un attimo dopo, tuttavia, Theodore si ritrovò a stringere la bacchetta nella mano, che era stata abbassata poiché Grindelwald aveva il pieno controllo dell'uomo sotto maledizione. Egli si stava ribellando. Noi. Parlava degli Auror e sapeva di appartenere ancora a quel gruppo. Stava combattendo e, non sapendo la sua potenzialità, era ancora un pericolo, nonostante la presenza di Gellert in persona. Rimase pronto a intervenire, qualsiasi cosa fosse successa, non avrebbe lasciato che facesse anche solo un passo. Sapeva troppo su di lui e aver preso una ciocca di capelli poteva essere stato un buon metodo per infiltrarsi all'interno del Quartier Generale degli Auror, al cospetto di Wright per estorcergli chissà quali altre informazioni.
    Ascoltò ancora, questa volta Grindelwald, che diede finalmente dei comandi, degli ordini, anche se sembrava esserci qualcosa sotto. Era davvero solo un problema di immagine? Era solo un problema di 'piano'? Raggelò, poi, quando sentì parlare di Maxine. Era ovvio che lui sapesse della sua presenza, ma sapere che lui si era informato su di lei lo aveva preoccupato. Voleva lasciarla fuori, per ora, da tutto questo.
    "Ci penso io."
    Si limitò a dire, annuendo poi, serio come sempre. Non si sbilanciò. Non disse una bugia, anche perché non era abituato a farlo, né disse però più di quanto doveva. Avere il controllo su Max, in un certo senso lo tranquillizzava. Se avesse lasciato quel compito a qualche altro membro della cerchia chissà cosa sarebbe potuto succedere.
    "Si tratta solo della nostra causa o c'è altro con Lena e Darren Lynch?"
    Domandò poi. Theo difficilmente poneva domande, ma quando lo faceva era perché voleva e doveva sapere di più. Quella questione lo riguardava a trecentosessanta gradi ormai e doveva sapere se Grindelwald stava nascondendo qualcosa, così come lo stava facendo proprio lo Skyfield sotto il naso di tutti sulla questione Maxine. Come potevano arrivare a Darren prima degli Auror? Darren lavorava al M.A.C.U.S.A., era impossibile trovarlo per primi. Quella missione era un suicidio. A meno che, come pensava il newyorkese, non ci fosse qualcosa sotto.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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