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ALCHIMISTA | TASSOROSSO- 16 y.o. |
Uscire per strada in pieno pomeriggio era un vero e proprio atto di coraggio. Ero così fortemente convinta di questa che mi aspettavo da un momento all’altro vedermi comparire la spada di Godric tra le dita: no? Stavo trascorrendo parte delle mie vacanze estive a Diagon Alley, mentre i più furbi sfuggivano alla morsa del caldo riversandosi lungo le spiagge della Cornovaglia o andando su nelle Highlands, o ancora saggiamente fuggivano all’estero su qualche isola tropicale, io ero rimasta a Diagon Alley a cercarmi un lavoro. Ormai i galeoni erano un vero e proprio lusso, raramente potevo permettermi qualche spesa extra e dal modo in cui le spalle di mio padre si incurvavano al pensiero di dover sborsare un altro centinaio di preziosi galeoni per il nuovo anno scolastico capivo che eravamo in ristrettezze economiche. E poi avevo sedici anni, avevo deciso di affrontare quello che sarebbe stato il mio ultimo anno scolastico a Hogwarts, era un ambiente che mi piaceva molto e che ritenevo potesse darmi più possibilità per il futuro, quindi era anche giusto che iniziassi a cercarmi un lavoro per decidere cosa volevo fare da grande. O almeno iniziare a capire cosa mi piaceva e cosa no. Avevo lasciato qualche curriculum in giro, mi ero informata nei negozi che mi piacevano di più, almeno per fare shopping, se avevano qualche posizione aperta. Dopo un’ora a fare avanti e indietro per Main Street, dal lato nord a quello sud, l’apparizione della Gelateria Florian mi sembrava un miraggio. Era vero, non avevo galeoni extra da spendere, ma un frappé potevo anche prenderlo. Magari uno piccolo… entrai timidamente in gelateria, osservando il tabellone con i prezzi.
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| Un fottuto genio. Ecco cosa doveva essere. Un fottuto genio. G E N I O. Onestamente non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che non ci fosse stata una fila infinita di gente che volesse lavorare in una gelateria in piena estate. Insomma dove altro si voleva essere? Su una spiaggia tropicale a rischiare un’ustione di terzo grado, si, ma con quali soldi poi? L’afa estiva si era stretta molto prima di Agosto intorno all capitale inglese e O’Riley boccheggiava come un pesce appena pescato. Fortunatamente era un cazzo di genio. Con il suo carisma e la battuta sempre pronta era la persona maggiormente indicata a ricoprire il posto di commesso della Gelateria Florean e la concorrenza, costituita da un undicenne decisamente sovrappeso e che aveva tutta l’aria di finire il gelato di nascosto, era stata sbaragliata dal suo innato charm. Ma questo non riduceva la portata delle sue gesta che comunque lo consacravano a genio. Come nessun Corvonero fosse stato in grado di leggere le grandi opportunità che questa attività concedeva era ancora un mistero che avrebbe occupato un esiguo spazio nel cervello del ragazzo. Perché per quanto fosse geniale Connor poteva pensare solo una cosa per volta, con la giusta calma, senza che andasse in crash il suo sistema operativo.
Quello era il suo primo giorno di lavoro e poteva già dire di aver assaggiato alcuni gusti, giusto come ricerca professionale, un personale corso di formazione per poter consigliare con cognizione di causa eventuali clienti indecisi. Insomma, doveva conosce il prodotto per poterlo consigliare e gli sembrava un pegno esiguo il suo assaggio con il cucchiaino. « Benvenuta alla Gelateria Florean, Eve! Hai già avuto modo di vedere il nostro menù? Ti consiglio la nostra Stracciatella Caramella.. » Aveva riconosciuto la ragazza bionda appena entrata come una Tassorosso, si conoscevano abbastanza bene visto che condividevano la stessa sala comune ed era felice di poterla vedere anche in estate.
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ALCHIMISTA | TASSOROSSO- 16 y.o. | La gelateria doveva essermi apparsa proprio come un miraggio, stremata dal caldo e dalla maratona per i negozi, visto che non avevo riconosciuto chi ci lavorava. Connor O’Riley era uno dei Tassorosso che maggiormente apprezzavo. Sempre allegro e solare, dalla battuta pronta era un volto amichevole nella sala comune di Tosca. Eppure non ci avevo mai scambiato più di qualche parola, i soliti convenevoli, non avevamo mai avuto modo di presentarsi. Ma dovevo forse abbandonare questa idea obsoleta di pretendere che la gente mi si presentasse in forma privata per poter dire che eravamo amici o comunque che lo conoscessi. Conoscevo abbastanza di Connor da poter dire di conoscerlo. Ciao Connor! Non sapevo lavorassi qui, è da poco che ha aperto la Gelateria vero? ricambiai il saluto con un sorriso sinceramente entusiasta. Di colpo la spossatezza accusata prima sembrava essere svanita un po’ come se avere a che fare con qualcuno di famigliare mi avesse ridato energia. Ascoltai i suoi consigli e annuii. No ancora non avevo visto, ma penso mi fiderò di te e ti chiedo una coppetta alla Stracciatella Caramella, grazie!
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