Posts written by James Kennegan

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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    Qual era l’esatta funzione di uno spazzacamino?
    Era questa la domanda che si stava ponendo il nostro esemplare di James Kennegan, al bancone del Ghirigoro, invece che fare i conti che le avrebbero permesso di chiudere il registro di cassa di quella giornata. La sua spalla era guarita completamente, ogni scusa per restare a casa era purtroppo finita e avrebbe dovuto incolpare la sua pigrizia se anche in quel banale martedì non fosse andata a lavoro, cosa che non avrebbe mai ammesso. Nemmeno sotto la micidiale tortura del solletico alla quale veniva sottoposta quasi settimanalmente dal malefico McNeal, incredibile come possono cambiare le persone quando le conosci nel privato. Aveva dato un po’ di tregua a Max che aveva lavorato in doppio turno per coprirla in quei giorni e era rimasta incastrata al Ghirigoro per tutta la giornata. Con il Natale alle porte non c’era stato un solo attimo di tregua al Ghirigoro. La cassa traboccava di galeoni e ne aveva trovai anche un paio nella carta che usava per incartare i pacchetti dei regali quando qualcuno glielo chiedeva ed aveva sinceramente perso il conto di quante copie avesse venduto di “'Elf on the Shelf: storia di un elfo domestico adottato dai babbani.” il libro rivelazione di quelle vacanze. Insomma era una negoziante indaffarata, in bilico tra libri da rimpiazzare e clienti da servire, che era stata entusiasta come suo solito di accogliere qualcuno in negozio. Abel era un goblin, anche se aveva qualche parentela umana di cui non ricordava più il buffo retroscena, che si occupava di caminetti. Aveva riempito la Kennegan di domande: se avesse un caminetto o una stufa, se controllasse la canna fumaria e se sapesse accendere nel migliore dei modi un fuoco alimentato a legna. Un sacco di domande che avevano confuso la Kennegan ben più dei conti della sua cassa e dell’Aritmanzia. Ma soprattutto: qual era l’esatta funzione di uno spazzacamino? Perché era questo che faceva - o vendeva, non aveva ben capito cosa esattamente fosse - Abel: lo spazzacamino. A quanto pareva il rischio di incendi era estremamente elevato nelle case dei maghi perché non si faceva attenzione a questo. E in effetti poteva proprio essere questo il motivo per cui quando aveva provato a fare i biscotti la cucina si era riempita di fumo. Doveva scoprire se loro avevano uno spazzacamino nascosto in qualche armadio della casa.

    << Ma noi, magari in cantina, abbiamo uno spazzacamino?>> domandò con incuranza di quello che stava dicendo mentre si accompagnava sottobraccio al McNeal per le vie di Hogsmeade. Era il loro appuntamento fisso che consisteva in un giro per le vie innevate e piene di spirito natalizio, fermata al grande Calendario dell’Avvento e cena ai Tre Manici di Scopa.

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    Mi iscrivo come Battitore (o in altro ruolo se serve)
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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan

    James Kennegan era una gran fifona.
    A dispetto di quello che si poteva pensare quando si osservava la bionda calare in mezzo al campo di Quidditch con la cattiveria di uno squalo mentre scagliava con precisione bolidi omicidi ai suoi avversari, lei era estremamente paurosa. Non vedeva il pericolo e questa era un’altra cosa. Non riusciva a percepire che se un bolide le fosse arrivato addosso sarebbe finita dritta al San Mungo con qualche ossa rotta - sebbene questo si fosse già verificato innumerevoli volte- e questo la spingeva a mettersi in sella senza la minima traccia di paura per la propria incolumità. Era il tipo di persona che se avesse vissuto in una casa dotata di tecnologie babbane avrebbe potuto morire fulminata perché aveva toccato le prese elettrice con le mani bagnate. E una serie di altri episodi avrebbero descritto questo lato totalmente privo di considerazione verso situazioni pericolose, eppure c’erano alcune cose che la Kennegan temeva profondamente. Non poteva ad esempio leggere un libro dalla trama horror nelle ore dove era già buio o sarebbe finita con il fare un’incubo per tutta la notte. Ed era proprio quello che era successo quella notte quando si era svegliata di soprassalto e con la schiena sudata, scossa da immagini terribili di mostri che la inseguivano e graffiavano…Si era voltata in tempo per affondare la faccia nel petto del McNeal per ricercare un po’ di conforto, non riuscendo comunque ad addormentarsi era finita per infastidire talmente tanto il povero mago da svegliarlo e pretendere che ascoltasse il suo sogno, per quanto assurdo e improbabile, e che venisse rassicurata sul fatto che nella stanza non vi erano mostri… o qualcosa del genere.

    << Secondo te ci sono più fantasmi o licantropi?>> aveva chiesto a B. solo qualche ora più tardi, immergendo nella cioccolata calda un biscotto di Natale, quelli di forma umanoide che si era portata a casa dall’ultima incursione ai Tre Manici di Scopa, durante l’ora del the. Una persona normale avrebbe anche potuto comprendere lo sguardo perplesso che il ragazzo le rivolse, uno sguardo reso ancora più penetrante dai solchi violacei di una notte insonne per gli incubi, mentre ora si stava parlando di mostri poco raccomandabili e di quale specie fosse maggiormente diffusa. << Alla Stamberga, dico. - addentò la testa del biscotto - Avevo scommesso con Lee Glover, una Grifondoro, che erano di più i licantropi, ma poi non avevamo mai verificato- e lei detestava perdere, si ricordò mangiando un altro paio di arti del povero Zenzy - Potremmo farci un salto, dopo essere stati al Calendario>> suggerì, come se stesse proponendo di andare a bere una burrobirra. Insomma la Stamberga Strillante era un’emblema di pericolo e avventure che aveva sempre affasciato e attratto la Kennegan, la stessa ragazza che si era svegliata nel cuore della notte per un’incubo.

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    James Kennegan

    Dopo l’esperimento fallito dei biscotti si era guardata bene dall’avvicinarsi ancora alla cucina del numero ventitré di Diagon Alley. Non tanto perché ammettesse il fallimento o anche solo il fatto che lei e la cucina fossero due cose lontane anni luce e che era bene che non si incontrassero più, ma perché aveva scoperto che i biscotti che faceva la Black nei Tre Manici di Scopa erano di gran lunga molto meno complessi da preparare. E poi bastava chiedere alla cameriera e in pochi minuti potevi già gustarli. Invece lei avrebbe dovuto innanzitutto uscire di casa a comperare l’impasto, cercandolo per mezza Londra, poi avrebbe dovuto effettivamente impastare. E qui già si sarebbe infilata mezza farina e burro sotto le unghie. Poi l’impasto doveva riposare quasi un’ora. E la Kennegan già a sto punto si era annoiata di leggere la ricetta, figurarsi se doveva stare ad aspettare. La pazienza non era proprio qualcosa che potesse allinearsi con la natura da uragano dell’irlandese. Poi doveva prendere gli stampini e far uscire la forma umanoide dei biscotti. E qui forse sarebbe stata anche in grado, ma con qualche difficoltà e dopo i primi due, magari usciti con teste mozzate e mani amputate, si sarebbe scocciata degli scarsi risultati. Fatto questo veniva poi la parte difficile, quella che aveva rischiato di mandare a fuoco le fondamenta di casa McKennegan: infornare. E poi aspettare che raffreddassero e spendere altro tempo per decorare… un pomeriggio speso in cucina a lavorar era qualcosa di inconcepibile per la Serpeverde. Si era trascinata dietro il McNeal perché il desiderio di biscotti natalizi si era impossessato di lei con la violenza di un poltergeist vendicativo: se non avesse messo sotto i denti qualcosa di dolce, sarebbe finita per mordere il docente. Che non amava particolarmente le effusioni violente e che lasciavano il segno.
    Si era cimentata in una nuova materializzazione, questa volta piuttosto certa di non cadere grazie a un recente regalo ricevuto al calendario dell’avvento, proprio davanti al locale dei Tre Manici di Scopa. Prima di trascinare entrambi nel locale, caldo e accogliente e pieno di biscotti già pronti, però si avviò proprio verso la piazza centrale per ricevere il premio del giorno: sapeva che una volta entrati nel antro di zucchero della Black sarebbero riemersi diverse ore dopo e soltanto rotolando.
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    James Kennegan

    Regnava un’innaturale quiete al numero ventitré di Main Street. Quel tipo di selezione che precede una tempesta, che preannuncia il barbaro omicidio dei coinquilini oppure di una tranquilla domenica sul divano. Al numero venticinque e ventuno, i loro vicini, c’erano pochi dubbi che sarebbero stati più propensi a credere nelle prime due opzioni che non nell’ultima. L’aria gelida tuttavia aveva fatto desistere la Kennegan dall’uscire di casa e alla fine si era accoccolata sul divano accanto a Brad. Ecco accanto non era il termine migliore per descrivere il groviglio delle loro gambe intrecciate e accoccolata non era esattamente rappresentativo del suo tormentare il McNeal con solletico, morsetti sul collo e altre cose che il mago aveva più e più volte additato come molesto.

    Era stato un bel pomeriggio, anche se Brad si era lamentato più del dovuto avevano riso tanto, era stato rilassante e molto caldo, ma non caldo da James ha dato fuoco alla casa. E questo già era considerabile un successo. La bolla del loro pomeriggio privato venne rotta solo per uscire a Hogsmeade, la loro tappa fissa, l’appuntamento quotidiano a cui non potevano mancare e che agli occhi dell’irlandese gli faceva tornare ancora di più a doppietta sdolcinata. Ma andava bene così, perché quel lamentone del McNeal le piaceva più di qualunque altra persona al mondo. Ma non glielo avrebbe mai confessato, consapevole di quanto si sarebbe vantato. Cercò con la mano quella del mago, mentre si avviavano a ricevere il regalo della casella di quel giorno.



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    A posto così, grazie!

    -J.
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    James Kennegan

    Se uno si sforzava di annusare con un fiuto quasi canino, si poteva quasi cogliere il sentore di bruciato che ancora aleggiava nel salotto e soprattuto nella cucina di casa McKennegan. E visto che il rischio incendio non era stato abbastanza elevato, l’irlandese aveva pensato bene di accende alcune candele - gusto cannella, biscotti natalizi e vischio- per mascherare ancora di più quel poco di residuo di fumo che era rimasto. Gli sforzi dell’elfo domestico Rigriel erano stati davvero esemplari, quando lei e Brad erano tornati a casa dopo il consueto giro serale in quel di Hogsmeade non c’era quasi più traccia dell’incidente domestico. Quasi perché quel precisino di un professore non si era levato dalla testa il modo particolare in cui era stato accolto dalla battitrice e nonostante i grandi sforzi di James per distarlo, quando erano tornati a casa si era messo a ispezionare casa alla ricerca dell’incendio. Spento, ma lo aveva trovato.
    Non si era profusa in scuse, oltre a non essere nel suo baratte e nel non aver fatto oggettivamente nulla di male, era stato per un valido scopo. Se solo avesse avuto successo ora ci sarebbero dei buonissimi biscotti Zenzy con cannella e cioccolato da gustare. Aveva comunque promesso che avrebbe fatto la brava il giorno seguente e che si sarebbe tenuta lontana dai fornelli della cucina.

    Nulla era stato detto sulle candele vicino alle tende del salotto e la Kennegan, che avrebbe infilato la mano in bocca a un drago pur di accarezzarlo, non ci aveva visto nulla di male. Tornata da allenamento, con la scopa ghiacciata e ancora fiocchi di neve impigliati nella chioma dorata, aveva abbandonato borsone e scopa appena varcata la soglia e si era sdraiata sul divano ad aspettare il ritorno del McNeal. << Sono stata bravissima, visto?>> si era eccezionalmente alzata dal divano solo per ribattere al mago, poggiandosi le mani sui fianchi, e sorridendo con aria di vittoria. E visto che non aveva combinato danni - i possibili-o-quasi-danni che poteva causare con le candele accese vicino alla tappezzeria non contavano- potevano andare a cuor leggero a Hogsmeade, questa volta avrebbe lasciato al McNeal il compito di smaterializzare entrambi così non sarebbero finiti con il culo a terra un’altra volta, dove quella bambina-amante-del-Natale che era la Kennegan avrebbe potuto ricevere per il nono giorno consecutivo un bel regalo.

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    James Kennegan

    Sopracciglio arcuato e sguardo perplesso potevano significare soltanto una cosa: una nuova sfida si stava offrendo alla Kennegan. Ben più terribile di un esame M.A.G.O., più difficile di una materializzazione e più pericoloso di un drago. Aveva incrociato le braccia, cercando uno sguardo di conforto nel suo elfo domestico. Tecnicamente di McNeal, ma questo era un dettaglio burocratico che non avrebbe impedito alla Kennegan certo di assumerlo come suo personale assistente. Sfoderò la sua arma, agitandola in aria come una bacchetta magica ma non produsse alcunché. Tornò ad osservare con cipiglio contrariato la creatura e poi ancora la strana bacchetta. << Non vedo come questa cosa possa fare dei biscotti…>> Continuava a nevicare copiosamente dalla sera precedente e gli allenamenti di Quidditch di quel pomeriggio erano stati sospesi, mentre il turno al Ghirigoro era di Max e piombare a caso in libreria non le sembrava carino. Così aveva deciso che avrebbe fatto dei biscotti homemade, ma non dei qualsiasi biscotti ma quelli a forma di zenzy. Aveva richiesto a Rigriel di procurarle tutto il necessario, soprattuto gli stampini e il colorante per decorarli. Quest’ultima parte era quella che immaginava fosse più nelle sue corde, ma tutto il resto…

    Una cucina piena di fumo e una teglia di biscotti bruciati dopo la Kennegan si arrese all’evidenza: era negata per fare i biscotti. Stava sventagliando uno strofinaccio davanti alla finestra aperta - nella speranza di convogliare il fumo fuori dalla stanza ma riuscendo solo a far entrare un grande gelo - quando sentì la serratura di casa scattare. Il docente di Difesa Contro le Arti Oscure trovava sempre il momento meno opportuno per tornare. Lanciò uno sguardo d’intesa all’elfo domestico << Pensaci tu!>> mimò con le labbra, prima di lanciarsi fuori dalla stanza e lungo il corridoio, piombando addosso al mago prima che potesse anche solo percepire il sentore di bruciato e si smaterializzò dopo essersi spalmata su di lui.

    Non fu una grande idea. Arrivarono in un groviglio confuso, ruzzolando in un cumulo non meglio precisato di neve nella piazza centrale di Hogsmeade. In tutto questo la Kennegan perse l’equilibrio, aggrappandosi al compagno e tirandolo giù nella neve, atterrandoci sopra. Si mise a ridere, la chioma bionda che sapeva di fumo era mezza sulla faccia del povero mago e mezza coperta di neve. Era una scena estremamente divertente e continuò a ridere finché gli addominali non le fecero male.
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    James Kennegan

    Raramente l’energia della Kennegan era acquietata. Eppure quello era uno di cui giorni in cui uscire dal letto sembrava un’impresa titanica. Nemmeno Rigriel era riuscita a tentarla con il profumo di biscotti appena sfornati e questo era un vero e proprio segnale d’allarme. Oltre ad essere un evento unico ed eccezionale che avrebbe garantito abbondanti nevicate fino a Natale. Restò a letto un po’ di tempo, domandandosi se alzarsi o meno, quando finalmente si alzò con uno scopo, andare a Hogsmeade per ricevere il regalo del giorno. Non era stata una bella giornata ma avrebbe rimpianto il giorno dopo di non essere andata a prendere come tutti gli altri giorni un regalo dal Calendario dell’Avvento. Hogsmeade la metteva sempre di buon umore, soprattuto quando era così imbiancata e pronta per il Natale.
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    James Kennegan

    E alla fine Brad McNeal era arrivato. << Mi si stanno congelando le chiappe.>> e buona sera principessa, fu il saluto che gli diede la Kenengan dopo averlo avvistato. Certo gli regalò un rapido e fugace bacio a stampo, trascinandolo poi verso il punto esatto in cui stavano già distribuendo secchiello e paletta: erano già in ritardo. << C'è un concorso. E dobbiamo vincere, oh che peccato che Rigriel non sia qui: ci sarebbe stato d'aiuto e si sarebbe anche divertito. Comunque...-aveva iniziato ad assumere quel tono autoritario che aveva imparato a tirare fuori durante i suoi anni da Capitano di Serpeverde o come diceva il docente quando rompeva il cazzo - pensavo che dovremmo fare una struttura centrale, con almeno quattro torri agli angoli - forse non aveva a disposizione l'elfo domestico Rigriel- o Rigirel come lo chiamava lei- ma si sarebbe accontenta del suo personalissimo elfo domestico Brad -e voglio fare una muraglia, con ovviamente delle torri di vedetta e un fossato attorno- disse, dirigendosi verso un punto della piazza che le sembrava potesse essere abbastanza congeniale alla realizzazione del loro progetto - direi qui.>> decretò, osservando il McNeal per un segno di assenso che anche se non ci fosse stato avrebbe palesemente ignorato. Avrebbe iniziato a dare vita al progetto così come descritto, con l'intento di vincere il concorso.

    Competitiva come pochi la Kennegan si era rigirata nel letto per tutta la notte pensando a cosa potesse migliorare del suo castello o. a cosa invece era perfetta così com'era. << Colazione a Hogsmeade?>> aveva proposto con quel tono fintamente candido di chi voleva scroccare un croissant caldo e sapere se avesse vinto il concorso. E ovviamente portarsi avanti e ricevere il premio della casella di quel giorno.
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    Fosse stato per lei, avrebbe iniziato a festeggiare Natale subito dopo Halloween. Non c’era nulla da fare: il periodo natalizio le metteva addosso una gioia e un’allegria che poche altre cose riuscivano a trasmetterle. Si era preparata con largo anticipo alle festività, iniziando a canticchiare jingle natalizi che il mese di Novembre non era ancora finito e aggiungendo i primi addobbi in casa allo scattare del nuovo mese. Ma c’era una cosa su cui il suo largo anticipo falliva sempre: i regali. Per un motivo o per un’altro rimandava sempre le compere per quella persona o quell’altra, riducendosi all’ultimo minuto a sgomitare per le vie di Diagon Alley per riuscire a completare le compere. Finora ci era sempre riuscita a portare a termine i regali da fare, nonostante il rush finale e la grande pressione, ma quest’anno voleva fare le cose per bene. Approfittando di qualche impegno del McNeal, non aveva capito cosa avesse borbottato mentre era uscito di casa che lei era ancora immersa nella nuvola di piumone imbottito, aveva deciso di darsi allo shopping. Si era avvolta in un mantello di un gradevole azzurro ghiaccio, indossato un berretto di un rosso sgargiante e con un pom-pom così egocentrico da essere grande quanto la sua testa ed era uscita con tutte le cattive intenzioni di svaligiare la Gringott prima - nello specifico la sua camera blindata, prima che vengano a cercarla gli auror- e il resto dei negozi poi. Rischiò di lasciare un sopracciglio a Londra, ma si smaterializzò con successo nel villaggio di Hogsmeade, che imbiancato da un fresca nevicata appariva decisamente più natalizio della capitale inglese. Ovviamente si diresse da Mielandia e Zonko per alcuni acquisti, poi ai Tre Manici per la pausa pranzo. Ovviamente il sistema di compere era gestito per ruotare intorno al cibo. E forse avrebbe dovuto aspettare la sera per prendere il suo regalo dal Calendario dell’Avvento, ma non era certa che McNeal sarebbe arrivato a casa presto quel giorno. Sperava di poter tornare insieme a lui, quindi si limitò a sbirciare la piazza nella speranza di scoprire cosa ci fosse nella casella del giorno, curiosa come poche altre persone al mondo.

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    << Non è vero che ho l'alimentazione di una bambina.>> Erano di nuovo a Hogsmeade e questa volta lei stava meglio del giorno precedente, ma Brad aveva comunque insistito perché non si smaterializzasse da sola. E a lei piaceva quando veniva coccolata, non riusciva proprio a resistere a un esemplare di McNeal gentile. Stavano comunque discutendo del fatto che l’alimentazione della Kennegan si componeva principalmente di pizza e gelato, o come l’aveva definita lui “l’alimentazione di una bambina nel corpo di una trentenne”. Che poi doveva andarci piano qui con le età, perché lei era una giovanissima strega appena uscita da Hogwarts e… e insomma negava ogni cosa. Erano appena passati davanti al Calendario dell’Avvento di Hogsmeade, loro quotidiana tappa fissa anche se non avevano detto esplicitamente nulla e la Kennegan aveva approfittato del fatto che fossero passati in orario di aperitivo-quasi-ormai-cena per chiedere al docente di Hogwarts che si fermassero ai Tre Manici di Scopa per mangiare qualcosa assieme, sfruttando anche il buono ricevuto come premio il giorno prima proprio durante la casella di quel giorno, visto che quel giorno non avevano portato con loro l’elfo domestico e che l’irlandese gli aveva lasciato la serata libera dopo averla accudita per un sacco di ore consecutive dopo che lei era tornata dall’allenamento con la spalla lussata. E qui, dopo aver ritirato il premio del giorno, era iniziata di nuovo la conversazione, lasciata in sospeso a casa qualche sera prima, e riproposta all’ennesima richiesta della ragazza di fermarsi per mangiare e in particolare di una serata burrobirra e pizza. Aveva puntato i piedi e incrociato le braccia sul petto, sfilandosi dal braccetto con cui erano solito passeggiare insieme e osservando con aria di sfida il McNeal. << É che le cose verdi fanno schifo. Le cose verdi che non sono Serpeverde, preciso. >> si era affrettata a ribadire, tracciando con la punta del piede un segno sulla neve che era rimasta ancora intonsa dalla nevicata odierna sul selciato dinnanzi all’ingresso del pub dove si stavano dirigendo. << Tutto questo parlare di cibo mi sta mettendo fame, entriamo?>>

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    Per tutta la notte non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto, finché non era rimasta sdraiata supina con gli occhi spalancati e sbarrati a fissare il soffitto. Era stata una vera fortuna che Brad avesse deciso di tronare a dormire al castello, aveva lezione al mattino presto ed era piuttosto certa che avesse in mente di fare qualche cosa con il cioccolatino vinto. Dopo che lei aveva mangiato il suo in tempo zero e regalato una generosa slinguata sulla guancia del povero McNeal per vedere se il colore si traferiva - nel caso ve lo steste chiedendo si, si trasferiva - lui non aveva ceduto a mangiare il suo per ripagare la Serpeverde della sua stessa moneta - anche se James avrebbe trovato diventerete diventare effettivamente verde persino sulle guance, lo trovava una pittura tribale che aveva quasi l'aspetto di una tifoseria irlandese o per l'appunto dei figli di Salazar- e la cosa le era apparsa sospetta. Tuttavia la spalla le doleva ancora particolarmente, motivo per cui aveva trascorso l'intera giornata a letto, facendosi portare da Rigriel alcuni biscotti con gocce di cioccolato, diventati poi il suo unico pasto, e leggendo riviste dal dubbio gusto in fatto di utilità. Brad era tornato la sera, con l'intenzione di portarla a Hogsmeade e lei aveva sorriso - sotto i baffi per non farsi vedere - conscia del fatto che il suo diabolico piano iniziava a dare i suoi frutti. Brad Grinch McNeal iniziava ad apprezzare le piccole cose del Natale. Raggiunse con una rinnovata vitalità il centro del villaggio magico, raccontando di quanto le fosse piaciuta la sua giornata di totale pigrizia e relax - evitando accuratamente di parlare del suo spuntino nel letto, prima che Brad si mettesse ad accusarla delle briciole fatte nel letto- e ridendo di gusto dello scherzo che il docente aveva provato a tirare ai suoi studenti. << Mi devi due biscotti al cioccolato Rigriel - disse voltandosi vero l'elfo domestico e scoccandogli un'occhiolino che aveva l'aria complice - Avevo scommesso che non avevi mangiato il tuo cioccolatino già ieri sera perché avevi in mente qualche losco piano. E... avevo ragione.- spiegò in fretta a Brad mentre si stavano avvicinando al grande calendario dell'avvento per ritirare il premio odierno - Come. Ti. Conosco. Io.>> puntualizzò ogni singola parola insistendo a picchiettare il dito indice sulla spalla del McNeal, prima che una smorfia per il fastidio della sua spalla la forzasse a sorridere, non voleva farlo preoccupare, anche se era ancora un poco ammaccata.
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    James Kennegan

    Ouch. Promemoria per James, non distrarsi mentre ci si allena. La mente dell’irlandese aveva preso a vagare alta sopra le torrette del campo di Quidditch quando un bolide vagabondo gli si era sfracellato sulla spalla. Questo le aveva assicurato un giro in ospedale, dove aveva dovuto fasciarsi il braccio… Brad si sarebbe sicuramente preoccupato e soprattutto si sarebbe lamentato perché era un po’ schizzinoso con questo genere di cose, malattie e ferite putride.

    Con discrezione sarebbe passata da casa, dove se avesse trovato Brad in appartamento avrebbe dovuto convincerlo con doti di persuasione piuttosto convincenti per farsi accompagnare a Hogsmeade. Le piaceva fare la dura e non lo avrebbe mai ammesso davanti al mago, nemmeno sotto una tortura a base di solletico, ma l’idea di dover compiere una smaterializzazione in quelle condizioni non la entusiasmava particolarmente e sapeva che sarebbe arrivata spaccata. E poteva sempre far affidamento sulla minaccia di farsi portare da Rigriel, affronto che era piuttosto sicura che il McNeal non avrebbe seguito. Nemmeno una spalla lussata poteva tenerla lontano da un evento natalizio tanto entusiasmante quanto quello che si stava svolgendo a Hogsmeade.
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    James Kennegan

    Poche cose rendevano euforica la Kennegan quanto le feste di Natale. E il povero Brad McNeal ne sapeva qualcosa. Aveva iniziato a tirare fuori dal solaio, un tempo sgombro se non per polvere e ragnatele mentre ora regnava l’accumulazione seriale per cui era responsabile per l’ottanta percento l’irlandese, scatoloni contendenti le decorazioni già in prossimità della metà del mese e si era trattenuta dal riempire il numero ventitré di Main Street finché la fine del mese era stata prossima. Ovviamente il docente di era lamentato. E ovviamente la giocatrice di quidditch aveva alzato gli occhi al cielo e ignorato quelle proteste. Sapeva che lo faceva solamente per infastidirla, ma che sotto sotto gli piaceva avere la casa piena di luci e addobbi. Certo Rigriel aveva dovuto trascurare alcuni dei suoi compiti quotidiani per seguire le direttive delle decorazioni e aiutare la Kennegan per ben due giorni, ma il risultato finale era da togliere il fiato.

    Era ancora una delle discussioni che teneva banco nella casa McKennegan, quella riguardante il fatto che il loro appartamento sembrava essere stato investito da un’esplosione di Natale che nemmeno in Lapponia si era mai vista. << Che poi passi così tanto tempo ad Hogwarts - e sappiamo entrambi quanto maestosi siano gli addobbi lì - che non puoi certo lamentarti di com’è casa. - stava dicendo sotto braccio del mago la strega, passeggiando per le vie di Hogsmeade che sembravano essere uscite da una cartolina natalizia. Sorrise, senza alcun ritegno, fiera del fatto che persino la natura assecondasse la sua opinione, come a dirle che aveva perfettamente ragione. E poi non aveva mica fatto nevicare in casa sua, non ancora. - Oh è così bello qui. Devi portarmici più spesso>> aveva aggiunto in fretta con un sospiro che aveva formato una nuvola di condensa bianca appena il fiato era uscito dalle sue labbra. Labbra che poi cercarono la guancia del mago appena il tempo di un rapido bacio perché l’attenzione dell’irlandese era già stata deviata altrove. Inspirò così forte per la sorpresa da emettere uno strillo stridulo, a livelli di decibel che possono essere percepiti solo dai gufi o dai cani, mentre lo sguardo di smeraldo danzava sull’immensa impalcatura che riempiva la piazza vicino ai Tre Manici di Scopa, la loro meta. << É un calendario dell’avvento, vero?- domandò esprimendo un’ovvietà, come una bambina che ha bisogno della conferma del genitore per essere sicura di quello che le mostrano i suoi occhi - È proprio un calendario. É gigantesco!- la voce era ancora sopra di due ottave al livello che avrebbe dovuto avere in una normale conversazione, probabilmente la gente avrebbe iniziato a fissarlo -Andiamo a vedere, daiiiii- ovviamente mentre allungava l’ultima vocale della parola aveva iniziato a tirare per la mano il malcapitato McNeal, cercando di avanzare con questa zavorra a rallentarla - Chissà se ci daranno qualcosa, oggi è il primo Dicembre. Quasi Nataleeee !>> aveva proseguito nel discorso avanzando, un passo alla volta, soltanto la mano di Brad intrecciata alla sua le impediva di correre fin sotto il calendario dell’avvento per indagare oltre. Ma nulla le avrebbe impedito di arrivarci.
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176 replies since 27/12/2015
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