Posts written by Peter Storme

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    Non c’è luce senza oscurità
    ▬Arctus Ametista Lestrange▬
    Divinatore

    SDMiGgX

    Quel giorno Arctus sarebbe dovuto andare ad acquistare un libro che gli serviva urgentemente, non era per la scuola ma gli serviva per cose molto più private perciò, chi meglio del Ghirigoro poteva fornirglielo?
    Aveva pensato ovviamente alla possibilità di uscire fuori da Hogwarts, fuori faceva veramente molto freddo ma, forse, se si sarebbe coperto non avrebbe preso freddo, inoltre quel libro gli serviva a tutti i costi, doveva studiarlo prima di poter tornare a casa quell’estate, voleva imbattersi in altri esperimenti che avrebbe fatto lui stesso, per lui fare esperimenti era diventato come un secondo obiettivo nella sua vita, magari avrebbe imparato a inventare anche pozioni nuovi nonostante i suoi esperimenti si basassero tutti sugli incantesimi, ma dipendeva anche dal libro stesso, doveva essere il libro ad interessarlo, ad esempio a casa aveva molti libri che non usava nemmeno per scherzo, non era interessato a quei libri. A casa nessuno sapeva che lui faceva esperimenti, gli aveva chiesto al padre solo di fargli costruire un piccolo laboratorio e il padre, senza fare domande, gli aveva fatto costruire quel laboratorio, il figlio ovviamente lo aveva rassicurato dicendogli che gli serviva per poter fare pozioni, per diventare molto più bravo rispetto ad altre persone della sua casata, il suo desiderio era quello di superare chiunque e i genitori lo sapevano anche troppo bene per questo motivo il padre non aveva chiesto altro, voleva, come ogni genitore, che suo figlio fosse il più bravo di tutti e perciò aveva deciso di assecondarlo. Quel piccolo laboratorio era la cosa che di più prezioso Arctus possedesse, nonostante possedesse già moltissime cose, cose che molte persone potevano solo desiderare, ma che a lui non importavano veramente, le aveva acquistate solo per un suo capriccio perché ovviamente anche lui era un ragazzo, nonostante sembrasse molto più maturo della propria età, e di conseguenza anche lui desiderava cose “normali”, se così si potevano definire le sue cianfrusaglie.

    Quel pomeriggio, dopo esser stato molto tempo in biblioteca, Arctus aveva deciso che aveva studiato abbastanza e che poteva andare a posare i libri, si alzò dal suo posto portando i libri nelle sezioni, posandoli al proprio posto per poi uscire dalla biblioteca, andando nella sua sala comune, disse la parola d’ordine e andò verso il dormitorio dove iniziò a prepararsi alla meglio per combatter quel gelo tagliente, si mise il mantello blu notte sulle spalle, mettendosi il cappuccio, la sciarpa di Grifondoro e dopo essersi preparato uscì dalla scuola, andando a Hogsmeade, sperando che non ci fosse troppa gente.
    Una volta arrivato a Hogsmeade iniziò a girare per i negozi, guardandoli tutti con molta attenzione, vedendo che la neve di quei giorni aveva completamente imbiancato i negozi, fortunatamente le uniche cose rimaste illese dalla neve furono proprio i vetri, da dove si potevano vedere le esposizioni. Si sfregò le mani, mettendole dentro alle tasche dei jeans, continuando a camminare da solo, non aveva paura di uscire da solo da Hogwarts, anche se per molta gente potesse essere triste vedere una persona totalmente da sola mentre quelle persone camminavano con amiche, amici, genitori o anche figli… L’unica cosa che avevano in comune era proprio il fatto di andare con passo spedito verso quei negozi che li interessavano, anche lui, Arctus, stava andando con passo spedito verso il Ghirigoro, ma prima aveva ben pensato di andare a fare un salto a Hogsmeade, magari per andare a prendere una burrobirra, la sua bevanda preferita o magari anche una tazza di tè da Madama Piediburro, altra bevanda tipica inglese che da quando era in Inghilterra amava veramente molto bere, era la sua seconda bevanda preferita, ma la bevanda più comune tra i maghi non rimaneva altri che la burrobirra, Arctus aveva anche provato a farla a casa e dopo svariate ricette di prova c’era riuscito, sapeva anche com’era fatta e poteva elencare gli ingredienti se qualcuno gli chiedeva come si faceva. La sua attenzione fu catturata da un uomo, un ragazzo, sembrava avesse 20/22 anni, decise di avvicinarsi a lui sorridendogli giovale:

    <<buongiorno, penso che chi l’ha persa non se ne sia reso conto e penso anche che ormai sia andato via, perciò… visto che è di Hogwarts, posso cercarlo io stesso>>

    Si propose con uno smagliante sorriso, in modo da avere la fiducia dell’uomo, doveva conquistare la fiducia di chiunque e quell’uomo non lo avrebbe fermato di certo, nessuno poteva fermare nel conquistare i suoi obiettivi, quando voleva portarli al termine era abbastanza testardo nel farlo e i genitori ne sapevano qualcosa.



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    Arctus Ametista Lestrange


    divinatore – 16 anni - scheda

    Non gli aveva dato nemmeno il tempo di rispondere che la professoressa era andata via… Rimase interdetto scuotendo il capo, come poteva una professoressa parlare così ad un alunno? Lui se fosse stato un professore non avrebbe mai parlato in quel modo a un suo alunno, non lo avrebbe mai provocato ma si vedeva che magari lei era molto diversa dagli altri, magari non sarebbe nemmeno stato in grado di conquistarla, ma poco importava, doveva conquistare gli altri professori con i suoi modi di galanteria e per una professoressa che non lo amava non avrebbe rinunciato al suo piano, era un problema di quella professoressa se lo odiava, di certo non era un suo problema…
    Fece un sospiro profondo, scuotendo il capo per poi andare via, dopo aver salutato la ragazza, andando via dalla biblioteca, era stanco di stare lì e inoltre era preso da mille pensieri, a causa della discussione avuta con la professoress.
    Andò nel proprio dormitorio, andando a buttarsi sul letto, mettendosi sotto alle coperte pensando alle parole di quella professoressa davvero strana, sperava solo che il suo piano di farsi amare dagli altri non sfumasse in quel modo, doveva vincere lui, costi quel che costi e ci sarebbe riuscito, ne era certo, in fin dei conti era un ragazzo angelico che se esisteva il marcio in lui, allora si trovava in fondo a lui, lontano dagli occhi degli altri



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    Arctus Ametista Lestrange
    Grifondoro
    Non esiste luce senza oscurità

    Arctus aveva deciso di andare a Hogsmeade, magari si sarebbe potuto divertire andando in giro per i negozi, sperava di vedere molti negozi, voleva anche vedere i tre manici di scopa, forse la locanda più famosa nel mondo magico…
    Andò a Hogsmeade, dopo essersi vestito con vestiti pesanti: un maglione verde scuro, un paio di jeans e un paio di scarpe nere.
    Non appena si trovò a Hogsmeade andó a dare al professore il foglio del permesso, la cosa più importante per stare ad Hogsmeade rispettando le regole, perché per lui le regole erano fondamentali: << ecco a lei>> Disse educatamente al professore, sorridendogli in modo davvero angelico per poi andare dal Tassorosso che aveva conosciuto un giorno fa, Sorrise guardando il ragazzo, senza dire nulla, semplicemente osservandolo, amava osservare la gente, era piacevole per lui, soprattutto quando quella persona la conosceva da poco. Sperava vivamente di divertirsi e di comprare diverse cose prima di tornare alla scuola di Hogwarts, se avesse comprato molte cose ne sarebbe stato soddisfatto, poiché lui amava fare compere, soprattutto perché poteva permetterselo, essendo abbastanza ricco, o meglio benestante e i genitori gli davano i soldi ogni mese, per non fargli mancare nulla ad Hogwarts, erano i genitori migliori del mondo, le uniche persone che riuscivano a capire Arctus e che lui amasse veramente, forse perché non aveva mai amato nessuno, o almeno per il momento non aveva amato nessuno, oltre ai genitori.



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    Arctus Ametista Lestrange

    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Era davvero convinta che Arctus non avesse avuto mai il coraggio di uccidere nessuno? Ne era davvero certa? Beh, si sbagliava e anche di grosso, ad Arctus non faceva alcuna differenza se era un amico o meno colui che avrebbe dovuto uccidere, la cosa importante era che non avrebbe ucciso il ragazzo che un giorno avrebbe amato, o la sua famiglia, la cosa più importante che aveva nella vita.
    Fece un sospiro profondo, sorridendo alla professoressa riprendendo subito dopo a leggere, mettendo da parte il libro che lei gli aveva dato, non aveva capito il motivo preciso perché glielo avesse dato, non gli importava, gli importava solo di finire quel tema e di andarsene da quella biblioteca, per la prima volta troppo affollata per uno come lui che aveva sempre amato la biblioteca e che era un posto sacro, quel giorno sembrava forse un luogo alquanto pesante per lui.
    Tossì schiarendosi la gola, magari aveva pensato che non fosse educato non dare una risposta alla professoressa, sorrise nuovamente in modo cordiale, dicendo: <<non importa se lei ha avuto troppa paura e ha deciso di mollare, non importa a me… A me importa solo di diventare qualcuno di importante, infondo in un modo o nell’altro… prima o poi bisognerà combattere, voi avete già iniziato a combattervi, ma io appena uscirò da qui saprò cosa vorrò davvero, forse ora sono solo un ragazzo… non importa, ma là fuori è tutto completamente diverso da qua, qui si può sbagliare e rifare tutto da capo, correggere i propri errori, ma là fuori è diverso, totalmente diverso>> Parlò con voce pacata, non era riuscita nel suo intento di innervosire il ragazzo, lui non si innervosiva molto facilmente, lui era intelligente.


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    Arctus Ametista Lestrange

    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Alzò lo sguardo verso la professoressa, sogghignando, chi non sapeva a cosa servisse quell’incantesimo? Era forse il più semplice tra tutti gli altri. Si inumidì le labbra prima di parlare e poi iniziò a spiegare, guardandola dritta negli occhi, senza scomporsi minimamente, dicendo: <<È l’incantesimo di protezione, utilizzato per proteggersi dalle maledizioni senza perdono…>>
    Un sorriso trionfante gli si dipinse in volto, ne era a conoscenza, sapeva come si ci dovesse proteggere dalle maledizioni senza perdono, forse le sue preferite ma che non aveva mai utilizzato, era ancora solo uno studente e non voleva essere espulso per nessuna ragione al mondo, almeno non per una sciocchezza come l’essere più potenti di altri, Arctus sapeva che era molto più forte di altri, avevano già provato molte volte a fargli del male eppure nessuno c’era mai riuscito, questo perché era molto guardingo, soprattutto se si trattasse di proteggere sé steso da altri, se doveva proteggere gli alti poco gli importava, a meno che non toccassero la propria famiglia adottiva, a loro li avrebbe protetti senza battere ciglio, era pur sempre la famiglia che lo aveva cresciuto e perciò meritavano di essere protetti da lui, lo meritavano forse più di altra gente.
    Nel mentre si era perso nei suoi pensieri, ma rinvenne quasi subito, tornando a guardare la professoressa con un dolce sorriso, lui non voleva assomigliare a nessuno, soprattutto non voleva assomigliare a una professoressa, sarebbe stato alquanto imbarazzante assomigliare a qualcuno dei suoi professori, almeno per lui. Lui avrebbe fatto le sue scelte senza chiedere a nessuno il loro parere, lui sapeva cosa doveva fare e aveva già deciso di usare il proprio potere per servire il male, non poteva, anzi non voleva cambiare idea.


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    Arctus Ametista Lestrange


    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Arctus alzò gli occhi al cielo sorridendo alla professoressa, annuendo quasi subito mentre prendeva i libri “A me non mi uccideranno...” disse tra sé e sé guardando la professoressa e i suoi modi strani di fari, la trovò strana soprattutto quando si avvicinò troppo alle proprie labbra, Arctus si allontanò prima di lei, quasi disgustato deglutendo <<non sono etero>> Disse quasi subito, sulla difensiva per poi sorridere alla professoressa, come si conveniva fare.
    Possibile che quella professore, come molte persone, lo aveva scambiato per etero? Lui preferiva altro, non gli piacevano per niente le donne, gli sembravano troppo stupide per stare con lui. Lui aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse testa, non voleva un’oca o una gallina al suo fianco, solo per fare vedere alla propria famiglia che magari anche lui faceva scelte davvero intelligente, lui le scelte le aveva sempre fatte per sé stesso, come quando aveva scoperto di essere diverso dagli altri, ovvero omosessuale, poco gli importava di ciò che potesse pensare la gente di lui, tutti dovevano sapere che lui non fosse etero, non perché non ci tenesse al cognome della famiglia, ma perché teneva più a sé stesso che alle aspettative di altri, magari di qualcuno che non conosceva. Iniziò a leggere il libro che gli era stato dato dalla professoressa, leggendolo senza alcun interesse, lui non aveva bisogno di proteggersi, non dalle arti oscure almeno… Lui ormai si era tuffato nei meandri quella magia antica e oscura, ma nessuno ne era a conoscenza e di certo non sarebbe stato così stupido da farlo capire. Alzò nuovamente lo sguardo verso di lei, sorridendole <<certo, professoressa. So già usare un Protego infallibile, non si preoccupi>> Disse semplicemente, un po' annoiato ma senza darlo a vedere, doveva essere l’alunno perfetto e lo sarebbe stato, in un modo o nell’altro.



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    Arctus Ametista Lestrange


    Divinatore- 16 anni- Grifondoro scheda


    Non appena finì di parlare e stava attendendo che la ragazza gli spiegasse cosa stesse scrivendo di così importante sentì una voce autoritaria, doveva essere una delle sue professoresse, lo aveva intuito da come lo aveva chiamato per cognome. Solo i suoi professori sapevano il suo cognome, almeno così credeva lui, nonostante fosse conosciuto anche da altri, ma la voce era troppo riconoscibile, difatti non appena alzò lo sguardo verso la fonte di quella voce riconobbe la professoressa di incantesimi. Le sorrise dolcemente come sapeva fare solo lui, in modo da conquistarla, in fin dei conti era quello il suo intento, sin da quando era arrivato ad Hogwarts. Si alzò come un ragazzo davvero educato, mentre continuava a sfoggiare il suo solito sorriso, e disse: “Professore, che piacere vederla qui… Non vedo mai nessuna professoressa qui in biblioteca, in realtà mi ero seduto accanto a Lynch per fare amicizia, lo dite anche voi che è importante fare amicizia e conoscere gran parte degli studenti, no? “Chiese con un tono confuso ma comunque continuando a sorriderle, era il sorriso che usava con tutti, non era un sorriso a trentadue denti né tanto meno falso, lui non sorrideva falsamente, soprattutto ai professori, non ne era capace. Deglutì per far sciogliere il nodo alla gola che si era andato a creare e riprese a parlare, rivolto alla professoressa: “vuole una mano? Magari riesco anche io a imparare qualche incantesimo di protezione…” Anche se non serve, pensò tra sé e sé.
    Lui era abituato a studiare incantesimi da solo, si presentava alle lezioni e poi andava in biblioteca a studiarle da solo, per poi recarsi nella SDN, dove poteva trovare la concentrazione e magari fare anche un po' di pratica, perché secondo Arctus era molto più importante la pratica della teoria.


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    Arctus Ametista Lestrange
    Grifondoro – 16 anni - scheda


    Appena la ragazza si presentò ad Arctus quest’ultimo le sorrise ampiamente, era raro che lui sorridesse poiché era sempre serio, ma se sorrideva significava che aveva già capito come fosse quella ragazza, poi dipendeva da quest’ultima dargli ragione o torto su come l’aveva pensata Arctus, lui era un divinatore alle prime armi, ma era davvero bravo a scoprire cosa nascondesse il futuro degli altri.
    Quel cognome lo aveva già sentito da qualche parte ma non ricordava dove, sorrise stringendole la mano <<io sono Arctus Ametista Lestrange, chiamami solamente Arctus>> Disse quasi immediatamente, ne era consapevole anche lui che aveva un nome troppo lungo da ricordare, ma la madre che lo aveva partorito, per puro caso, gli aveva voluto dare quei due nomi che rivelavano il suo vero carattere.
    Alla fine era stato adottato dalla famiglia Lestrange, sotto ordine di qualcuno, non capiva ancora chi gli avesse dato quell’ordine ma fortunatamente, nonostante tutto, i genitori non gli avevano mai fatto mancare nulla e Arctus era sempre stato bene con loro.
    Si sedette accanto alla ragazza, guardando ogni suo minimo particolare, era davvero carina, se magari non fosse stato per i suoi “strani” gusti si sarebbe messo con una ragazza, molte gli avevano chiesto di farsi fidanzato con loro, ma Arctus aveva sempre declinato l’invito, inoltre, quasi per fortuna, i genitori non sapevano cosa preferisse davvero, se ne fossero entrati a conoscenza quasi sicuramente lo avrebbero cacciato da casa nonostante lo strano ordine ricevuto. <<cosa stavi scrivendo?>> Chiese alla ragazza, prima di andare a sedersi al suo fianco, la ragazza sembrava così occupata e concentrata su quel foglio…
    Oltre ad essere solitario, freddo e amante della biblioteca, era anche curioso




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    Arctus Ametista Lestrange
    Grifondoro – 16 anni - scheda

    Fortunatamente tutte le lezioni erano già finite, doveva solamente studiare, Arctus amava andare in biblioteca a studiare da solo, infatti cercava sempre di starsene da solo. Era diverso da tutti gli altri Grifondoro, infatti non si direbbe proprio che lui appartenesse ai Grifoni, anzi… Era solitario, freddo e non amava la confusione.
    Entrò in biblioteca cercando di fare il meno rumore possibile, era pur sempre una biblioteca e lì si ci andava per cercare la concentrazione, proprio come Arctus. Dopo aver passato il corridoio della sezione di erbologia andò a sedersi ad un tavolo vuoto, nella sezione di incantesimi. Prese i propri libri dalla cartella insieme alla penna d’oca, l’inchiostro blu per scrivere e dei fogli di pergamena, dopo aver finito di prendere le cose necessarie posò la cartella sulla sedia accanto, iniziando a studiare, chinandosi sul libro mentre dondolava i piedi, non lo faceva per ansia o per nervosismo, come facevano molti, ma lo faceva per concentrarsi, era davvero un ragazzo strano, ma lui amava la sua stranezza, la sua stranezza lo faceva essere speciale, lui adorava essere speciale. Iniziò a scrivere il tema di incantesimi, non era proprio la sua materia preferita, ma c'era di peggio. Lui brillava in DCAO e in divinazione, ma non brillava per niente per materie dove ci voleva una scopa magica, quella non gli piaceva per niente, la considerava banale e non solo...Ma come in tutte le cose non si può brillare in tutto e Arctus lo sapeva davvero molto bene.
    Alzò il capo e non appena vide una ragazza si alzò avvicinandosi a lei, sorridendo *<<posso?>> *Chiese alzando un sopracciglio, aveva un tono di voce profondo e freddo, un tono di voce che a molte persone sembrava strano, come tutte le cose che faceva, ma poco gli importava. *



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    Non esiste luce senza oscurità
    ▬Arctus Ametista Lestrange▬
    1 anno

    SDMiGgX

    Quel giorno, dopo aver acquistato tutto il necessario per Hogwarts, aveva deciso di andare, con la madre, a comprare la sua prima bacchetta, non vedeva l’ora di prendere in mano quell’oggetto così potente che gli avrebbe conferito dei grandi poteri, sperava solamente che fosse una bacchetta rara, come lo era lui, voleva una bacchetta alla mano e il posto migliore dove comprarla non era altri che Ollivander, un fabbricante di bacchette fatte su misura per tutti i maghi. Aveva sentito parlare dai genitori di Ollivander e ne aveva sempre sentito parlare bene, in cuor suo sperava solo di non rimanerne deluso. Camminando e camminando per i negozi in mezzo alla folla che non si fermava, finalmente arrivarono al negozio. Arctus deglutì sentendo l’emozione farsi spazio in lui mentre i suoi occhi iniziarono a brillare come non avevano mai brillato in vita sua, era davvero pronto per avere una bacchetta? Questa era la domanda che si stava facendo, nonostante già conoscesse la risposta, ovvio che era pronto non poteva aspettare oltre. Insieme all’emozione arrivarono anche le preoccupazioni, e se la bacchetta non gli fosse piaciuta? E se non avesse obbedito? E se non fosse su misura. Fece un sospiro profondo chiudendo per un attimo gli occhi per poi riaprirli ed entrare in quel negozio, tossendo per schiarirsi la gola.
    <<ehm… sono qui per la mia prima bacchetta…>>
    Disse non riuscendo a stare fermo nemmeno un attimo, l’ansia era una cosa brutta e lui non era mai riuscito a controllarla, nonostante riuscisse a controllare tutte le altre emozioni, come: rabbia, tristezza e altri sentimenti che trovava troppo deboli per provarle anche lui, difatti le persone si meravigliavano ogni volta che lo vedevano e vedevano con quanta maestria riuscisse a non provare emozioni comuni agli altri.


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    Edited by Arctus Ametista Lestrange - 4/12/2018, 13:16
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    Con il presente messaggio dichiaro la mia volontà di essere abilitato alla sezione Incontri Piccanti, consapevole dei contenuti espliciti e vietati ai minori di 18 anni di tale sezione, assumendomi piena responsabilità di quanto leggerò al suo interno o di quanto vi scriverò, sollevando così lo Staff da ogni responsabilità riguardo i contenuti della sezione.

    In fede,
    Arctus Ametista Lestrange
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    scheda modificata
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    Finito
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    JamieCampbell is Artus Ametista Lestrange
17 replies since 9/4/2016
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