{ Biblioteca} - bookshell

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    Max Lynch
    divinatore

    wampus15 y.o.bored05.12.1926


    Tra tutti i posti di Hogwarts la Biblioteca non era certo tra i più affascinanti. Max non avrebbe mai deciso di recarsi in un luogo tanto pieno di libri e di polverosi volumi di sua spontanea volontà. E, come sempre quando faceva qualcosa controvoglia, cea lo zampino materno. La Preside di Ilverorny aka laterribilearpiacherasuamadre non ce la faceva proprio a non stressarle l'anima anche oltreoceano. Così aveva iniato alal figlia un lungo messaggio con la sua civetta, raccomandandosi che studiasse e bla bla bla. Sbuffò. Come minimo doveva risponderle, aveva concordato pe run messagigo di lughezza della metà di quello della madre, giusto per tenerla buona e dimpedire che piombasse ad Hogwarts costringendola ad allontanarsi dal castello.
    Aveva raggiuinto la biblioteca e nel gelido silenzio aveva preso posto a un tavolo, con il capo chino su un foglio di pergamena bianca.
    Poche idee, nesusna voglia di mettere giù qualche parola.
    Ottimo.
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    Arctus Ametista Lestrange
    Grifondoro – 16 anni - scheda

    Fortunatamente tutte le lezioni erano già finite, doveva solamente studiare, Arctus amava andare in biblioteca a studiare da solo, infatti cercava sempre di starsene da solo. Era diverso da tutti gli altri Grifondoro, infatti non si direbbe proprio che lui appartenesse ai Grifoni, anzi… Era solitario, freddo e non amava la confusione.
    Entrò in biblioteca cercando di fare il meno rumore possibile, era pur sempre una biblioteca e lì si ci andava per cercare la concentrazione, proprio come Arctus. Dopo aver passato il corridoio della sezione di erbologia andò a sedersi ad un tavolo vuoto, nella sezione di incantesimi. Prese i propri libri dalla cartella insieme alla penna d’oca, l’inchiostro blu per scrivere e dei fogli di pergamena, dopo aver finito di prendere le cose necessarie posò la cartella sulla sedia accanto, iniziando a studiare, chinandosi sul libro mentre dondolava i piedi, non lo faceva per ansia o per nervosismo, come facevano molti, ma lo faceva per concentrarsi, era davvero un ragazzo strano, ma lui amava la sua stranezza, la sua stranezza lo faceva essere speciale, lui adorava essere speciale. Iniziò a scrivere il tema di incantesimi, non era proprio la sua materia preferita, ma c'era di peggio. Lui brillava in DCAO e in divinazione, ma non brillava per niente per materie dove ci voleva una scopa magica, quella non gli piaceva per niente, la considerava banale e non solo...Ma come in tutte le cose non si può brillare in tutto e Arctus lo sapeva davvero molto bene.
    Alzò il capo e non appena vide una ragazza si alzò avvicinandosi a lei, sorridendo *<<posso?>> *Chiese alzando un sopracciglio, aveva un tono di voce profondo e freddo, un tono di voce che a molte persone sembrava strano, come tutte le cose che faceva, ma poco gli importava. *



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    Max Lynch
    divinatore

    wampus15 y.o.bored05.12.1926


    Cara Mamma.
    Ok, era un inizio. Banale, ma era sempre meglio di nulla. Sì, era un inizio. Osservò le letterea allungarsi sul foglio di pergamena. Sua madre l'aveva sempre criticata per il suo modo dis crivere stretto e un po' disordinato.
    Come poteva proseguire? Aveva avvicinato la punta della piuma per scrivere, l'inchiostro aveva già macchiato la pergamena sottostante ma un ragazzo l'aveva interrotta.
    Sollevò lo sguarod incrociando i bei lineamenti del ragazzo. "Certo, siediti pure..infondo stavo solo scrivendo..." aggrottò le sopracciglia temendo di essere risultata troppo sarcastica, in realtà desiderava davvero che si accomodasse al suo stesos tavolo. "Io sono Max Lynch" si prensentò, allungando la mano verso il biondino in attesa di conoscere il suo nome.

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    Arctus Ametista Lestrange
    Grifondoro – 16 anni - scheda


    Appena la ragazza si presentò ad Arctus quest’ultimo le sorrise ampiamente, era raro che lui sorridesse poiché era sempre serio, ma se sorrideva significava che aveva già capito come fosse quella ragazza, poi dipendeva da quest’ultima dargli ragione o torto su come l’aveva pensata Arctus, lui era un divinatore alle prime armi, ma era davvero bravo a scoprire cosa nascondesse il futuro degli altri.
    Quel cognome lo aveva già sentito da qualche parte ma non ricordava dove, sorrise stringendole la mano <<io sono Arctus Ametista Lestrange, chiamami solamente Arctus>> Disse quasi immediatamente, ne era consapevole anche lui che aveva un nome troppo lungo da ricordare, ma la madre che lo aveva partorito, per puro caso, gli aveva voluto dare quei due nomi che rivelavano il suo vero carattere.
    Alla fine era stato adottato dalla famiglia Lestrange, sotto ordine di qualcuno, non capiva ancora chi gli avesse dato quell’ordine ma fortunatamente, nonostante tutto, i genitori non gli avevano mai fatto mancare nulla e Arctus era sempre stato bene con loro.
    Si sedette accanto alla ragazza, guardando ogni suo minimo particolare, era davvero carina, se magari non fosse stato per i suoi “strani” gusti si sarebbe messo con una ragazza, molte gli avevano chiesto di farsi fidanzato con loro, ma Arctus aveva sempre declinato l’invito, inoltre, quasi per fortuna, i genitori non sapevano cosa preferisse davvero, se ne fossero entrati a conoscenza quasi sicuramente lo avrebbero cacciato da casa nonostante lo strano ordine ricevuto. <<cosa stavi scrivendo?>> Chiese alla ragazza, prima di andare a sedersi al suo fianco, la ragazza sembrava così occupata e concentrata su quel foglio…
    Oltre ad essere solitario, freddo e amante della biblioteca, era anche curioso




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    Quella giornata era stata stressante, Aveva alcuni compiti da correggere e preparare le lezioni successive, ma decise comunque di fare un salto in biblioteca per cercare nuovi incantesimi di protezione , era molto previdente e con i tempi che correvano non c'era da fidarsi di nessuno. Già era molto diffidente di suo ma con gli avvenimenti di New York sapeva nel profondo che qualcosa sarebbe successo…. Si! Era una sensazione e le sue non sbagliavano mai. L'unica cosa che la tirava su di morale erano i suoi studenti , adorava insegnare e poter far crescere nuovi maghi e streghe, certamente era molto difficile ma tutti i sacrifici la ripagavano sempre o quasi. Inoltre poter insegnare era un bel passatempo oltre che un lavoro. Varcata la soglia della biblioteca si rese conto che il silenzio solitamente assoluto era infastidito da alcuni voci . Accidenti! Non voleva togliere punti a qualcuno così si affrettò a raggiungere i due ragazzi che parlottavano tra di loro con un finto cipiglio alterato disse :"Lastrange ! Lynch ! Non per disturbare le vostre chiacchiere ma voglio ricordarvi che siamo in una biblioteca non è il caso di parlare a voce alta . Ci sono altri luoghi per conversare come meglio credete ! " . Poi aggiunse con un sorriso dolce: "Ma in fondo sono stata distratta anche io, qualche anno fa… e a dirla tutta non ero proprio una studentessa modello. " Poi alzando gli occhi al cielo aggiunse con un ghigno ribelle :"Ok ero una vera casinista … Ma voi due cercate di non farmi irritare ! Devo trovare alcuni Incantesimi di Protezione , per fare…. beh per ampliare la mia conoscenza e se sento altre chiacchere mi rovinerete il piano …." sperava che avessero inteso che non voleva togliere dei punti e magari che gli dessero una mano visto che aveva tante cose da fare , si riavvivò i capelli e li guardò in attesa .


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    Arctus Ametista Lestrange


    Divinatore- 16 anni- Grifondoro scheda


    Non appena finì di parlare e stava attendendo che la ragazza gli spiegasse cosa stesse scrivendo di così importante sentì una voce autoritaria, doveva essere una delle sue professoresse, lo aveva intuito da come lo aveva chiamato per cognome. Solo i suoi professori sapevano il suo cognome, almeno così credeva lui, nonostante fosse conosciuto anche da altri, ma la voce era troppo riconoscibile, difatti non appena alzò lo sguardo verso la fonte di quella voce riconobbe la professoressa di incantesimi. Le sorrise dolcemente come sapeva fare solo lui, in modo da conquistarla, in fin dei conti era quello il suo intento, sin da quando era arrivato ad Hogwarts. Si alzò come un ragazzo davvero educato, mentre continuava a sfoggiare il suo solito sorriso, e disse: “Professore, che piacere vederla qui… Non vedo mai nessuna professoressa qui in biblioteca, in realtà mi ero seduto accanto a Lynch per fare amicizia, lo dite anche voi che è importante fare amicizia e conoscere gran parte degli studenti, no? “Chiese con un tono confuso ma comunque continuando a sorriderle, era il sorriso che usava con tutti, non era un sorriso a trentadue denti né tanto meno falso, lui non sorrideva falsamente, soprattutto ai professori, non ne era capace. Deglutì per far sciogliere il nodo alla gola che si era andato a creare e riprese a parlare, rivolto alla professoressa: “vuole una mano? Magari riesco anche io a imparare qualche incantesimo di protezione…” Anche se non serve, pensò tra sé e sé.
    Lui era abituato a studiare incantesimi da solo, si presentava alle lezioni e poi andava in biblioteca a studiarle da solo, per poi recarsi nella SDN, dove poteva trovare la concentrazione e magari fare anche un po' di pratica, perché secondo Arctus era molto più importante la pratica della teoria.


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    CAR20 • COS10 • DES20 • FOR10 • INT20 • SAG20


    Alla vista della sua stessa tecnica di conquista quasi inorridì. Ma guarda un po che tipo! Lo guardò con sguardo fintamente minaccioso:"Lastrange non usare queste tattiche di persuasione potrei insegnarle anche in questo caso. Comunque è vero !E' molto importante fare conoscenza ma si ricordi anche del luogo . " detto ciò si girò verso una pila di libri in disordine su un altro banco , prese il volume interessato e girando appena la testa guardò verso lo studente, con sarcasmo disse .:"Beh se vuole darmi una mano, si sbrighi !". Attese che anche il ragazzo si fosse seduto e gli mise subito tra le mani il libro e aggiunse :" Con i Tempi che corrono non dobbiamo trovarci impreparati e un bene conoscere potenti incantesimi di difesa. Non si sa mai" . avvicinando il viso alla pagina e leggendo il nome dell'incantesimo piantò lo sguardo verso l'alunno e disse con voce profonda :" Spero sappia produrre un buon protego perché gli incantesimi che imparerà oggi sono di alto livello e richiedono una forte concentrazione". Si rese conto che i loro visi era molto vicini e si allontanò subito, la gente intorno avrebbe sicuramente frainteso e non era il caso. E' vero non era un insegnante ordinaria anzi spesso veniva considerata una figura originale addirittura strana ma questo semplicemente perché gli insegnanti che l'avevano guidata erano decisamente noiosi e lei odiava la monotonia. Si rese conto che il suo gesto era stato brusco così accennò un sorriso sincero .



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    Arctus Ametista Lestrange


    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Arctus alzò gli occhi al cielo sorridendo alla professoressa, annuendo quasi subito mentre prendeva i libri “A me non mi uccideranno...” disse tra sé e sé guardando la professoressa e i suoi modi strani di fari, la trovò strana soprattutto quando si avvicinò troppo alle proprie labbra, Arctus si allontanò prima di lei, quasi disgustato deglutendo <<non sono etero>> Disse quasi subito, sulla difensiva per poi sorridere alla professoressa, come si conveniva fare.
    Possibile che quella professore, come molte persone, lo aveva scambiato per etero? Lui preferiva altro, non gli piacevano per niente le donne, gli sembravano troppo stupide per stare con lui. Lui aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse testa, non voleva un’oca o una gallina al suo fianco, solo per fare vedere alla propria famiglia che magari anche lui faceva scelte davvero intelligente, lui le scelte le aveva sempre fatte per sé stesso, come quando aveva scoperto di essere diverso dagli altri, ovvero omosessuale, poco gli importava di ciò che potesse pensare la gente di lui, tutti dovevano sapere che lui non fosse etero, non perché non ci tenesse al cognome della famiglia, ma perché teneva più a sé stesso che alle aspettative di altri, magari di qualcuno che non conosceva. Iniziò a leggere il libro che gli era stato dato dalla professoressa, leggendolo senza alcun interesse, lui non aveva bisogno di proteggersi, non dalle arti oscure almeno… Lui ormai si era tuffato nei meandri quella magia antica e oscura, ma nessuno ne era a conoscenza e di certo non sarebbe stato così stupido da farlo capire. Alzò nuovamente lo sguardo verso di lei, sorridendole <<certo, professoressa. So già usare un Protego infallibile, non si preoccupi>> Disse semplicemente, un po' annoiato ma senza darlo a vedere, doveva essere l’alunno perfetto e lo sarebbe stato, in un modo o nell’altro.



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    CAR20 • COS10 • DES20 • FOR10 • INT20 • SAG20


    Bene! Con la fortuna che aveva quel ragazzino pensava sul serio che ci stesse provando …. Per Merlino ma possibile che dava sempre un'impressione sbagliata ? :"La cosa è del tutto irrilevante …. E la sottorscritta è un insegnante, il tuo commento è fuori luogo. Sa signor Lestrange perché ho deciso di farmi aiutare da lei? Non perché cercassi una relazione proibita ma perché in lei vedo una me stessa più giovane " lo disse con un ghigno infastidito e poi aggiunse :"Tutti le diranno di scegliere , le diranno quello che è giusto e quello che è sbagliato , io non lo farò perché non mi interessa minimamente sei lei abbia o meno gusti diversi. E adesso mi dica a cosa serve l'incantesimo Protego Horribilis … Sempre se conosce questo incantesimo." si appoggiò con non curanza con il gomito sul banco e lo guardò in attesa , studiandolo con attenzione …. Questo ragazzo aveva molto potenziale ma era convinto veramente che essere diverso significava essere oscuro ? Si aveva notato un'aura negativa intorno a lui, non servivano conferme .Inoltre anche lei aveva attraversato un periodo simile ma poi aveva cambiato idea , aveva capito che la diversità poteva essere utilizzata anche per il bene ."Tieni alto l'onore della nostra famiglia " queste erano state le parole di suo padre lei lo aveva fatto ma a modo suo , il che andava contro le parole del suo vecchio.




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    Arctus Ametista Lestrange

    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Alzò lo sguardo verso la professoressa, sogghignando, chi non sapeva a cosa servisse quell’incantesimo? Era forse il più semplice tra tutti gli altri. Si inumidì le labbra prima di parlare e poi iniziò a spiegare, guardandola dritta negli occhi, senza scomporsi minimamente, dicendo: <<È l’incantesimo di protezione, utilizzato per proteggersi dalle maledizioni senza perdono…>>
    Un sorriso trionfante gli si dipinse in volto, ne era a conoscenza, sapeva come si ci dovesse proteggere dalle maledizioni senza perdono, forse le sue preferite ma che non aveva mai utilizzato, era ancora solo uno studente e non voleva essere espulso per nessuna ragione al mondo, almeno non per una sciocchezza come l’essere più potenti di altri, Arctus sapeva che era molto più forte di altri, avevano già provato molte volte a fargli del male eppure nessuno c’era mai riuscito, questo perché era molto guardingo, soprattutto se si trattasse di proteggere sé steso da altri, se doveva proteggere gli alti poco gli importava, a meno che non toccassero la propria famiglia adottiva, a loro li avrebbe protetti senza battere ciglio, era pur sempre la famiglia che lo aveva cresciuto e perciò meritavano di essere protetti da lui, lo meritavano forse più di altra gente.
    Nel mentre si era perso nei suoi pensieri, ma rinvenne quasi subito, tornando a guardare la professoressa con un dolce sorriso, lui non voleva assomigliare a nessuno, soprattutto non voleva assomigliare a una professoressa, sarebbe stato alquanto imbarazzante assomigliare a qualcuno dei suoi professori, almeno per lui. Lui avrebbe fatto le sue scelte senza chiedere a nessuno il loro parere, lui sapeva cosa doveva fare e aveva già deciso di usare il proprio potere per servire il male, non poteva, anzi non voleva cambiare idea.


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    Arrivata la risposta sorrise in automatico :"Bene, Molto Bene sono contenta del fatto che lei si applichi, sono sicura che sarà un mago eccellente ma mi chiedo cosa proverà signor Lestrange nel lanciare una maledizione senza perdono. Riesce a darmi una risposta?" Si aveva fatto centro! Era bastato cogliere alla risposta dello studente seduto di fronte a lei per capire tutto , il ghigno malvagio appena accennato gli aveva aperto gli occhi come un secchio di acqua gelida. Ma era davvero convinto che Mia non se ne sarebbe accorta? :"Si, lei è bravo a nascondere le sue emozioni ma mi creda che per una strega che lo fa da una vita è facile cogliere anche le piccolezze …. Comunque non ho intenzione di convincerla a cambiare idea visto che è molto sicuro. Ma mi chiedo riuscirà veramente a provocare del male e rimanerne emotivamente illeso? Perché questo è ciò che vuole o forse no?" aggiunse tornando a guardare il libro senza aspettarsi una risposta… Il suo scopo era quello di farlo innervosire a tal punto da farlo esplodere solo così avrebbe veramente capito se valeva la pena diventare un mago oscuro. Anche quello era il suo lavoro nel bene e nel male.



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    Divinatore – 16 anni - Grifondoro scheda

    Era davvero convinta che Arctus non avesse avuto mai il coraggio di uccidere nessuno? Ne era davvero certa? Beh, si sbagliava e anche di grosso, ad Arctus non faceva alcuna differenza se era un amico o meno colui che avrebbe dovuto uccidere, la cosa importante era che non avrebbe ucciso il ragazzo che un giorno avrebbe amato, o la sua famiglia, la cosa più importante che aveva nella vita.
    Fece un sospiro profondo, sorridendo alla professoressa riprendendo subito dopo a leggere, mettendo da parte il libro che lei gli aveva dato, non aveva capito il motivo preciso perché glielo avesse dato, non gli importava, gli importava solo di finire quel tema e di andarsene da quella biblioteca, per la prima volta troppo affollata per uno come lui che aveva sempre amato la biblioteca e che era un posto sacro, quel giorno sembrava forse un luogo alquanto pesante per lui.
    Tossì schiarendosi la gola, magari aveva pensato che non fosse educato non dare una risposta alla professoressa, sorrise nuovamente in modo cordiale, dicendo: <<non importa se lei ha avuto troppa paura e ha deciso di mollare, non importa a me… A me importa solo di diventare qualcuno di importante, infondo in un modo o nell’altro… prima o poi bisognerà combattere, voi avete già iniziato a combattervi, ma io appena uscirò da qui saprò cosa vorrò davvero, forse ora sono solo un ragazzo… non importa, ma là fuori è tutto completamente diverso da qua, qui si può sbagliare e rifare tutto da capo, correggere i propri errori, ma là fuori è diverso, totalmente diverso>> Parlò con voce pacata, non era riuscita nel suo intento di innervosire il ragazzo, lui non si innervosiva molto facilmente, lui era intelligente.


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    CAR20 • COS10 • DES20 • FOR10 • INT20 • SAG20


    Lo guardò attentamente e poi come se niente fosse :"Ahahahahahahhahahhaah Oh Merlino! Non dica più niente o potrei veramente morir dal ridere" rispose asciugandosi gli occhi con un dito per il troppo ridere, ancora scossa per le risate aggiunse :" Era da tanto che non ridevo cosi grazie Actus" utilizzò volontariamente il suo nome, la sua reazione fu automatica dopo il suo breve monologo cosi esilarante... Però che coraggio a dirle che aveva mollato! Tornando seria ma sempre con il sorriso stampato in faccia disse:"Sa non mi sono mai tirata indietro in vita mia e non credo di aver mollato ho cambiato la mia vita come meglio credevo e mi è andata bene forse molto più di quanto speravo... E anche se in maniera totalmente diversa anche lei sta facendo la stessa cosa... Quindi le auguro buona fortuna perché ne avrà bisogno. Comunque viste le sue elevate capacità di conoscenza credo che possa continuare da solo." Detto questo si alzò con eleganza gli mise una mano sulla spalla facendo un po di pressione e si avviò alla porta di ingresso con un ghigno divertito alla fine anche se in poco aveva ottenuto quello che voleva. Adesso però era ora di correggere quei compiti.


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    Non gli aveva dato nemmeno il tempo di rispondere che la professoressa era andata via… Rimase interdetto scuotendo il capo, come poteva una professoressa parlare così ad un alunno? Lui se fosse stato un professore non avrebbe mai parlato in quel modo a un suo alunno, non lo avrebbe mai provocato ma si vedeva che magari lei era molto diversa dagli altri, magari non sarebbe nemmeno stato in grado di conquistarla, ma poco importava, doveva conquistare gli altri professori con i suoi modi di galanteria e per una professoressa che non lo amava non avrebbe rinunciato al suo piano, era un problema di quella professoressa se lo odiava, di certo non era un suo problema…
    Fece un sospiro profondo, scuotendo il capo per poi andare via, dopo aver salutato la ragazza, andando via dalla biblioteca, era stanco di stare lì e inoltre era preso da mille pensieri, a causa della discussione avuta con la professoress.
    Andò nel proprio dormitorio, andando a buttarsi sul letto, mettendosi sotto alle coperte pensando alle parole di quella professoressa davvero strana, sperava solo che il suo piano di farsi amare dagli altri non sfumasse in quel modo, doveva vincere lui, costi quel che costi e ci sarebbe riuscito, ne era certo, in fin dei conti era un ragazzo angelico che se esisteva il marcio in lui, allora si trovava in fondo a lui, lontano dagli occhi degli altri



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