Londra, una delle poche città al mondo dove se esci senza un ombrello avrai la certezza matematica dell 100% che pioverà. Anche oggi piove, ma non una cosa normale, qualche goccia che scende dal cielo. No, uno di quei diluvi universali, dove anche le strade della Capitale, abituate a ricevere pioggia su pioggia, si trovano così invase da acqua che sembra di essere dentro al Tamigi. Così si sentono i suoi piedi, che dentro alle sue scarpe di tela navigano con pesci rossi e alghe. Ammetto che mettere le scarpe di tela in pieno autunno equivale a condannare i propri piedi a morte per assideramento, ma potete farmene una colpa? Sono così comode e si cammina così bene, a discapito dei fastidiosi tacchi che tutti vorrebbero far indossare alle donne. Femminilità, una delle molteplici cose che non mi si addicono. Cammino veloce, a passo spedito, voglio togliermi il prima possibile dalle strade di Londra, dove le ruote delle macchine passano implacabili e schizzano fango e acqua addosso: come se non ci bastasse quella che casca dal cielo. Sono vicino al Paiolo Magico, intravedo la strada a poche miglia di distanza, ma mi ci vorrà ancora qualche minuto buono di cammino. La strada su cui sono è un mezzo fiume in piena, anche sul marciapiede sopraelevato rispetto alla carreggiata stradale, e non riesco quasi a vedere dove metto piede. Abbasso la testa e proseguo. Ah, già. Chi è il genio che ha scordato di prendere l'ombrello nel giorno del giudizio universale? Ancora una volta i miei voti non saranno troppo alti.

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"Perché non cerchi di assomigliare un po' di più a tuo fratello?" Riesco quasi a sentire la voce di mia madre che mi rimprovera e, cazzo, ho 27 fottuti anni. 27 anni tormentata dalla perfezione di Chris, che stando a quanto è venerato da mia madre probabilmente caga oro. Invece a me non è stato dato il dono della perfezione, ma deve essere qualcosa di analogo perchè ogni cosa che viene toccata da me diventa merda. Sempre stando alla voce di mia madre. Comunque è assurdo che a 27 stracazzodianni mi ritrovo ancora a pensare a "adesso chi lo spiega a mamma?" come se avessi a che fare con un dittatore cinese, anzi peggio, preoccupandomi più delle lamentele e della reazione di questa donna che del problema in sè.
In vita mia ho collezionato una serie di incidenti e figure imbarazzanti che difficilmente sono eguagliabili, puntualmente ricevo il consueto sgridone materno con tanto di lamentele per non essere il gemello perfetto -e grazie al cazzo, aggiungerei- e una serie di altri improperi, dopo di che mi trovo a rimettermi in piedi, scusate i francesismi, sbattendomene le palle e proseguendo per la mia strada.
Ho un carattere ruvido, alle volte brusco, ma sono fatta così: i problemi me li risolvo da sola, tutto il resto scivola addosso lungo la mia scorza dura. Quasi non le sento nemmeno più le critiche, nel senso che non mi affliggono più come avrebbero fatto 10 anni fa, mia madre purtroppo non è possibile zittirla nemmeno lanciandole contro un incantesimo insonorizzante.
Ho perso la bacchetta E QUINDI? Quindi pazienza si va da Ollivander e se ne prende una nuova. Mamma non lo saprà mai e beh, cercherò di convincere il simpatico vecchietto a darmene una quasi dello stesso colore. La differenza non si noterà. Almeno io non la noterei. Sospiro, pensando già ai rimproveri di madre, mentre entro e mi avvicino al bancone. "Sarebbe possibile avere una bacchetta quasi identica alla precedente? Anche solo esteticamente, sa, mia madre non deve venirlo a sapere." E così ci faccio anche la figura dell'adolescente piena di acne. Ah, la bella vita del gemello nato male. Cioè: la mia bella vita.

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Chloe Walsh

Stato economico: benestante