Aperta la casella postale di Maverick Bristol.

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Grazie!

Avevo apposto il mio nome sulla pergamena per richiedere un colloquio come commesso del Madama prima ancora che la mia mente nevrotica avesse il tempo di formulare strane teorie per cui sarebbe stato meglio che non lo facessi. Troppo tardi.
Alcuni giorni dopo avevo ricevuto la convocazione di Drusilla Laurent , la proprietaria, proprio presso il negozio per svolgere il colloquio.
Avevo perso il conto delle volte in cui, soprattutto da bambino, avevo rubato le riviste di moda a mia madre per sfogliarle e ammaiare i vestiti delle pagine patinate. Non era qualcosa che si addicesse a un maschio, era stato il rimprovero che mia mamma mi aveva rivolto in una delle poche volte in cui mi aveva scoperto. Ma questa passione non era mai venuta, meno, con il tempo avevo anche preso coraggio a mostrare un mio stile, sebbene a Hogwarts cercassi di mantenere un profilo basso perché non era nel mio carattere mettermi in mostra. Quel giorno però volevo fare bella figura: avevo indossato un paio di pantaloni di velluto viola, così intenso da sembrare blu, una camicia di un giallo slavato e una cravatta azzurra con richine fini gialle, e infine un blazer quasi della stessa tonalità dei pantaloni, anche se appariva più chiaro. Entrai dalla porta con il cuore in gola: il locale era ampio, il pavimento era di legno chiaro e i mobili erano invece di rovere, così rosso che sembravano essere quasi infuocati. Stoffe e vestiti sbuffavano fuori dagli armadi, manichi mostravano i lavori conclusi dalle abili mani della sarta. Buongiorno signora Laurent, il suo negozio è bellissimo! salutai quando mi scossi dall’emozione di vedere il negozio, uno dei miei preferiti di Diagon Alley. Le ampie vetrine facevano entrare una bella luce, che metteva in risalto le stoffe di varia foggia arrotolate dietro al bancone, ma soprattuto le creazioni della sarta. Non solo le classiche divise di Hogwarts o i più standard completi eleganti per mago o strega adulti o i risonanti abiti da cerimonia, ma soprattutto le opere commissionate su misura. Alcuni erano in mostra sui manichini, altre riposte con cartellino sulle grucce, ma risaltavano all’occhio immediatamente. Dopo una breve conversazione la Laurent mi mostrò il magazzino, con altre stoffe persino più pregiate di quelle nel negozio, altri vestiti completi e in fase di lavorazione, una zona dedicata esclusivamente alle divise scolastiche e ai completi di lavoro, che scoprii erano il pezzo maggiormente venduto nel negozio.
Buongiorno e benvenuto al Madama McClans! Sono Maverick: prenderemo immediatamente le misure per apportare le modifiche richieste dissi al cliente appena entrato, cercando il metro sartoriale che però era dotato di propria magia e aveva iniziato a prendere le misure, mentre una piuma stava già scrivendo le misure su un taccuino La sua taglia dovrebbe essere questa dissi porgendo un abito dello zodiaco del segno del Leone che sembrava della giusta misura. Il suo totale per l’abito è di 80 GaleoniDES +40 mentre per le modifiche sartoriali una volta apportate le potrà pagare alla consegna del camice. Ne desidera per caso uno nuovo per 12 Galeoni?
Entrò una nuova cliente, una tale Carol, che era una studentessa di Hogwarts. Benvenuta al Madama McClans! Io sono Maverick Bristol, di Corvonero. Vado subito a prendere quello che hai chiesto. dissi avviandomi nel magazzino dove la Laurent mi aveva mostrato poco prima dove si trovavano le divise scolastiche, già divise secondo sesso, taglia e casata. Recuperai il tutto e tornai da Carol. Uniforme DES +10, Cappello DES +5e Sciarpa DES +3 tutto di Tassorosso.
Il tuo totale è di 30 Galeoni.

Ero ancora profondamente scosso da quanto avvenuto durante la lezione di Antiche Rune, proprio non riuscivo a spiegarmi come avessi fatto a non ottenere nemmeno un misero punto, nemmeno per averci provato. Non volevo certo sminuire i miei compagni di classe ma persino il più stupido dei Serpeverde era riuscito a guadagnare cinque punti e non ero così meschino da credere che il merito fosse del perché Skyfield era il loro direttore. Quell’uomo era troppo retto e attento ai suoi principi personali per scendere a simili azioni. Eppure quello zero mi dava il tormento. Avevo iniziato a mangiarmi le pellicine del pollice, maledizione a me che mi sarei rovinato la manicure, tanto ero nervoso per questo motivo. Mi fermai improvvisamente quando un urlo accanto a me mi fece sobbalzare. Qualcuno ce l’aveva con le scale e nel voltarmi, solo un po’ con la testa per non dare nell’occhio, nel campo visivo avevo ancora le mie scarpe, notai che era un Serpeverde. Se avessi saputo come scomparire in quel preciso istanti lo avrei fatto. Mi feci piccolo piccolo, stringendomi nelle spalle, ma non potei fare a meno di portarmi ancora il pollice alla bocca e continuare a dare il tormento alle mie pellicine e peggio, alle mie unghie.

Era davvero un peccato che quel Pix avesse distrutto gli addobbi di Natale. Oltre ad aver danneggiato diverse palline, ne avevo già trovate due frantumate al suolo, era stata una mancanza di rispetto per tutti coloro che avevano lavorato agli addobbi e per tutto il castello che non poteva più goderne nello splendore originale. Come sempre quando assistevo a questo genere di ingiustizie sentivo un fuoco di rabbia montarmi dentro, ma come sempre non potevo farci molto. Non era nel mio carattere quello di alzare la voce, o anche solo la testa, per farmi valere o per protestare quando notavo delle situazioni ingiuste. Tuttavia non potevo fare a meno di pensare a quelle povere creature che si erano impegnate tanto per sistemare gli alberi di Natale e che ora avevano dovuto assistere impotenti alla distruzione di ore di onesto lavoro per un mero capriccio. Animato da una nuova ondata di fervore mi rimisi a raccogliere con maggiore veemenza le palline che trovavo in terra.

Dirigendomi verso il pianerottolo del quinto piano, dove avrei preso le scale per abbassarmi e poi risalire sulla torre di Corvonero dopo la fine della giornata delle lezioni. Sulle mie era ancora ben visibile il rossore causato dal alcune pessime uscite fatte durante la lezione di Antiche Rune. Eppure avevo ripassato con attenzione il programma, ma qualcosa mi era sfuggito sull’attivazione delle rune e nonostante avessi provato a fare interventi degni di nota, un inflessibile Skyfield non mi aveva assegnato nemmeno un punto per averci provato. La cosa mi imbarazzava non poco. Con la testa bassa e piena di pensieri mi ero spostato sfilando davanti alle altre aule, cercando di non intercettare lo sguardo di nessuno. Per questo mi ero attardato dentro l’aula, per evitare di incontrare lo sguardo di altri Corvonero, come la Griffin che era il nostro Prefetto ed era una studentessa eccellente, prima di uscire. Cercai di guardarmi la punta delle scarpe il più possibile, mentre le scale giravano e scricchiolavano per il movimento di rotazione che andavano a compiere.

Cassian Zabini

Già sapevo che avrei trascorso anche quelle vacanze di Natale a Hogwarts. Mi ero ormai rassegnato all'idea di rimanere nel castello, anche e soprattutto perchè non avevo avuto cuore di ammettere con mia madre che la mia situazione di amicizie era davvero prossima allo zero e le avevo lasciato credere che sarei rimasto al castello circondato di amici e di persone con cui festeggiare, mentre probabilmente mi sarei ritrovato nelle cucine ad aiutare gli elfi domestici a preparare il pranzo di Natale. E non c'era nulla di male in questo, sentivo di avere alcuni aspetti del mio carattere molto più affini con gli esseri sfruttati che non con certi miei coetanei. Proprio ai poveri elfi delle cucine pensavo mentre Pix aveva distrutto tutti gli addobbi di Natale per puro capriccio e come tutti pensassero che la cosa andava bene, che tanto il poltegreist era fatto così, che non si poteva fare altro che riordinare, mentre il colpevole se ne andava impunito mi faceva davvero venire il nervoso. Ripensai allo studente che avevamo trovato io e Tessa nelle segrete... ora era comandato a bacchetta da Skyfield. Io mi resi utile e raccolsi qualche pallina, tanto non avevo nulla di meglio da fare.