8 Dicembre 1926 the day after

Daphne Marion Deveraux

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    ▬DARREN LYNCH▬
    Aveva incontrato Daphne Marion Deveraux, non appena si era smaterializzato a qualche isolato di distanza, in un vicolo buio che era l’ideale per quel genere di operazioni nel mezzo del mondo No Mag. Sotto braccio reggeva un giornale, il New York Ghost di quel giorno, 8 Dicembre 1926. Non era una data importante, era soltanto il giorno dopo di una sta che sarebbe passata alla storia. “Deveraux, ha saputo immagino..certo che ha saputo il Ghost è arrivato a tutti stamane. Ebbene? Che cosa ne pensa?” gli occhi di ghiaccio del Lynch non potevano mascherare una qual certa soddisfazione per l’accaduto, sebbene la vicenda non presentasse elementi molto chiari. “Dobbiamo fidarci di quel” si guardò attorno, mentre svoltavano sulla ben più affollata Broadway dove un fiume di No Mag intenti a recarsi nelle loro sedi lavorative sembrava non averli nemmeno notati, come se qualcuno potesse sentirli ”Scamander?” sussurrò a voce più bassa, come se a quel nome potesse essere legata una maledizione, come se ripeterlo a voce troppo alta avrebbe potuto innescare una bomba pronta ed esplodere.
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    the day after▬Daphne Marion Deveraux▬Con la faccia di un gatto che aveva appena preso il topo, arricciò le labbra infuocate dal rossetto appena sistemato, mentre un familiare crack raggiungeva le sue orecchie. Le bastò reclinare il volto di lato per vedere la figura familiare di Lynch apparire nel lato più buoi del vicolo. Una consuetudine per chi come loro doveva recarsi al MACUSA tramite Materialzzazzione. - Buongiorno Lynch- fu la spiccata risposta che diede in seguito alla raffica di domande che le furono sottoposte da Darren Lynch - Ho saputo. Ebbene se è sul giornale dovrà pur essere vero.- non riusciva tuttavia a crederci appieno ed era per questo che si trovava lì, mentre i No Mag affollavano le strade, per dirigersi al MACUSA e scoprirlo di persona. Si era incamminata affiancando con passo svelto il suo collega, non solo perché entrambi lavoravano al Macusa ma anche per via del loro lavoro ad Ilvermorny - Scamander, dice?- aveva alzato il volume della voce, prendendosi gioco del riserbo che l’uomo sembrava voler far ruotare attorno a tutta questa questione. Un nome non poteva spaventare. Ed avvolti nei loro cappotti, con la sua sciarpa smeraldo ad avvolgerle il collo, nessuno No Mag avrebbe potuto capire che non erano della loro stessa razza. I tacchi a spillo risuonavano sul marciapiede lastricato, dettando loro una sorta di passo da mantenere. - Non mi sembra si siano verificati episodi di pazzia e… guardali. Non sono spaventati…- rivolse lo sguardo a destra e a sinistra, sorridendo affabilmente ad un uomo che per qualche istante le si era affiancato prima di svoltare sulla destra, sparendo ad uno dei tanti incroci della città. - Lo scopriremo arrivati, quando conosceremo il Livello di Rischio Smascheramento Magia… l’hai mai visto più alto del livello 4?- commentò mentre l’imponente figura del Woolworth Building, con la sua facciata gotica, appariva dinnanzi ai loro occhi, distante soltanto qualche centinaia di metro.


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    ▬DARREN LYNCH▬
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    Le sopracciglia del Lynch si erano accartocciate su se stesse, rivelando tre rughe profonde a solcare la sua fronte verticalmente, segno dei suoi ormai 40 anni che pesavano sulle sue spalle. Era contrariato dall’atteggiamento mostrato dalla Deveraux, ed in oltre non ne comprendeva il motivo. Era una questione importante e loro erano circondati da NoMaj che sicuramente non avrebbero compreso e che anzi si sarebbero allarmati maggiormente. Lasciò vagare lo sguardo di ghiaccio sulla folla che placidamente scivolava loro accanto: non sembravano diversi dal solito, avvolti nel grigiore mattutino e concentrati sulla loro carriera. Sembrava una vera ossessione per le persone non dotate di Magia quella di costruirsi una carriera lavorativa di successo, come se dal mero lavoro traessero tutte le soddisfazioni della loro vita infelice. Daphne forse non comprendeva l’importanza degli eventi? ” Deve essere vero si.” picchiettò duramente il dito indice sulla prima pagina del Ghost, scoprendo solo per qualche istante l’immagine animata del Tuono Alato sul profilo della città, per poi nasconderla nuovamente nelle pieghe del suo cappotto color caramello. La linea delle sue labbra si era stretta ancor più duramente nel sentire quel nome pronunciato tanto forte. ” Infrangerai un protocollo di segretezza con questo tuo comportamento sconsiderato!” la rimproverò alla pari di una bambina dispettosa. Non la capiva, quel giorno proprio non la capiva. Eppure si erano subito trovati, tanto che era stato impossibile negare la tensione sessuale che era nata tra di loro, quell’elettricità che si scatenava ad ogni loro contatto. Studiò l’incurvatura del collo che reggeva il capo della donna come se esso potesse fornirgli una risposta. Aveva fatto qualcosa che non andava? Era stata Lena a parlare con lei?
    Tornarono alla questione dei NoMaj, agli eventi del giorno precedente, quando ad Ilvermorny tutti i membri del M.A.C.U.S.A. erano stati richiamati ai loro posti con massima urgenza. Non era mai successo prima. Scosse il capo in un movimento che indicava una negazione ”Mai. Mi stupisce che non sia stata tu a far balzare l’LRSM sopra il quarto, visto come ne parli con tranquillità in mezzo a loro...” un’espressione di sguardo accompagnò il movimento di sufficienza con il quale la sua mano aveva sottolineato la presenza di NoMaj, anche se. vicino al Woolworth Building la folla stava diminuendo, svoltando negli incroci e dirigendosi agli uffici. Si fermò ancora piuttosto distante dalla loro destinazione, allungando il braccio per afferrare il gomito della donna ed arrestare la sua camminata. ”Sei arrabbiata con me. Che ti ho fatto?” affermò e poi domandò, non era un ragazzino e si accorgeva se qualcosa non andava. Tanto più non aveva voglia di andare a lavoro, che già si prospettava una giornata intensa, con il broncio della Deveraux a distrarlo dalle sue occupazioni.


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  4. - daphne.
     
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    the day after▬ Daphne Marion Deveraux ▬532ec00b0a3c305a99a7bf77af475ab6
    Il cipiglio che già imbronciava la pelle diafana della Deveraux si fece ancora più accentuato, portando il sopracciglio destro a farsi ancora più arcuato ed appuntito al vertice di questa campata. - Comportamento sconsiderato! - sbottò senza trattenere una risata fragorosa, eccessivamente forzata che fece voltare un paio di passanti ad osservare l fonte di tanto trambusto nel primo mattino grigio e carico di sonnolenza della grande mela. Fu un occhiataccia glaciale quella che trafisse successivamente l’uomo che continuava a rimproverarla al pari di una bambina viziata. Certamente Daphne non poteva negare di avere un animo volubile e capriccioso, che la portava a desiderare cose nuove prima ancora di possedere il vecchio oggetto delle sue brame, ma non era una bambina. - Non capisco cosa ci sia di eccezionale nel parlare. Preferiresti stessimo zitti? È per questo che il tuo matrimonio è fallito, voi non parlavate...- raramente portava lo spettro della precedente relazione nelle loro conversazioni un po’ per paura che l’affetto per la figlia nata dal quel matrimonio lo riavvicinasse alla madre, un po’ perché desiderava cancellare quel evento dalla vita del Lynch - Non sto lanciando fatture per far comparire code di maiale alla gente e confido nella stupidità dei NoMaj: anche se andassi in giro urlando di essere una strega non mi crederebbe nessuno.- parlava, lasciando che quelle parole rompessero la diga come un fiume in piena, senza nemmeno che si rendesse conto che si erano fermati ancora lontani dal M.A.C.U.S.A. e dalla sua colossale sede. - Lungimirante Darren. Davvero... - scosse il capo, questa volta sospirando lei esasperata come dinnanzi ad un bambino immaturo - Mi tratti come una bambina. IO. NON. SONO. UNA. MOCCIOSA. - sibilò a denti stretti scadendo ogni singola parola, mentre tratteneva a stento l’impulso di schiaffeggiarlo per un simile affronto. - È il caso che ci diamo una mossa. - continuò superando con una falcata l’uomo.
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