[ESPERIENZA 2] something lost

Andrea Dumont, Irving Graham, Kimiya Pearson

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. _RoSs
     
    .
    Avatar

    The Way of the Sword

    Group
    Member
    Posts
    5,796

    Status
    Anonymous
    Misterioso come lo Yin; Veloce come il Tuono.
    ▬Irving Graham▬
    aZnEBdu

    Gli eventi che affrontiamo ogni giorno, passo dopo passo, sono sempre qualcosa di più macchinoso rispetto a ciò che i nostri occhi vedono e a ciò che la nostra pelle sente, svelando la loro ultima e vera intenzione solamente quando, ormai, il traguardo finale è già stato ampiamente raggiunto; dimostrando che, in fondo, non siamo altro che piccole pedine in una scacchiera molto più grande di quanto potessimo immaginare.
    Irving, dal canto suo, aveva trascorso interi minuti a cercare di spiegarsi il perché, quella mattina, si trovasse proprio lì, nella Grand Central Station, a quell'ora, in quei minuti, nel secondo esatto che sanciva la sua presenza in quel gioco complesso architettato da un volto senza lineamenti chiamato, comunemente, Fato. Pura casualità o semplicemente destino? La risposta non era mai sopraggiunta e quel vuoto, quella voragine, che si apriva proporzionalmente al trascorrere inesorabile dei secondi, riempiva ogni pertugio come un morbo, spazzando via tutto ciò che faceva parte di lui, che lo caratterizzava, che lo faceva essere Irving Graham in ogni suo più piccolo pregio fino al più grande dei difetti, annientando quel se stesso che un tempo splendeva fiero nelle tenebre dell'ignoranza; e chi diceva che diventare qualcun altro era una delle cose più difficili d fare nella vita..beh, non capiva proprio niente o non aveva mai vissuto addosso, come era accaduto a lui, qualcosa di tanto tremendamente drastico da condurti ad oltrepassare e addirittura ripudiare tutto ciò che, fino a qualche istante prima, era stato difeso a spada tratta e che da un certo momento non significava altro che un grande, immenso, mucchio di bugie e false convinzioni.
    Il viaggio in Inghilterra aveva, in effetti, cambiato radicalmente la percezione della realtà dell'Incantatore: il modo completamente diverso di gestire la vita e il rapporto con i NoMag avevano fatto riflettere il professore di Ilvermorny, trasportando la sua mente e la sua anima su di un piano d'angolazione maledettamente distante da quello che era proprio della società magica statunitense e, purtroppo per lui, non gli era stata affidata alcuna scialuppa di salvataggio. In effetti, da quando le sue cugine portarono alla sua attenzione l'operato del famoso Albus Silente, tutte le certezze che il trentaduenne aveva faticosamente, ma saldamente, costruito attorno a sé e ai suoi affetti, semplicemente...crollarono; come un castello di carta travestito da muro di cinta che viene investito da un lieve alito di vento.
    Cooperazione; accettazione; rispetto. Niente di tutto ciò ispirava l'operato delle alte cariche magiche americane ma lui, Irving, stava cercando di cambiare le cose: da quando era entrato a far parte del M.A.C.U.S.A., infatti, non si era mai stancato di provare a sensibilizzare le anime altrui; di provare a convincerli che, ormai, era tempo di cambiare registro. A volte col dialogo, a volte scontrandosi col corpo Auror al completo e con la Madama Presidentessa; ma ci avrebbe, comunque, sempre provato.
    La partita tra l'autorità magica, da un lato, e i NoMag e l'ignoto, dall'altro, proseguiva tra le urla incitanti dei signori e delle signore che riempivano la hall centrale e che sostavano di fronte al cancello magicamente chiuso, dando vita ad un brusio alquanto preoccupante per lui e tutto quanto, ai suoi occhi, pareva non avere un gran senso perché...perché sarebbe bastata un po'di cooperazione che, purtroppo, i suoi colleghi politici e non si rifiutavano categoricamente di prestare: e allora l'amarezza, il senso di essere perennemente incompreso, defraudato dal poco che prima possedeva, l'aveva ridotto a qualcosa di più simile ad un guscio che camminava solo perché doveva senza che lo volesse veramente, fregandosene dove tutto ciò l'avrebbe condotto, una volta raggiunta la fine. Si, era così che si sentiva perché sapeva di non avere neppure la forza di levare le tende e di tornarsene a Londra, lontano da New York e dagli Stati Uniti; da quel posto che tanto lo faceva star male ogni volta che qualcosa inerente a quella chiusura mentale riusciva a raggiungerlo. Vigliaccheria, quindi, unita ad un potente senso di colpa che gli faceva sempre più pensare che fosse giusto restare lì, in America, proprio per avere perennemente di fronte gli errori compiuti, come una lama di coltello conficcata nelle carni pronta a ricordargli di non commettere gli stessi errori degli altri. In un certo senso, dunque, forse si era autocondannato a restare in quella situazione. Se lo meritava per questo non voleva mettere alcuna distanza, continuando a soffrire senza poter dimenticare.
    << Va bene, cominciamo.>> sussurrò a se stesso, in un nuovissimo e genuino moto di autosostegno e motivazione, mentre con la mancina sfilava la sua Lancia d'Argento dal Mokessino legato all'altezza del polso destro e si limitava a seguire gli operai in blu lungo una scalinata che li avrebbe condotti, con ogni probabilità, dentro ad un tunnel. Era pronto a tutto e avrebbe usato di nuovo la magia se fosse stato necessario.
    Avrebbe guardato avanti; solo avanti e sempre avanti perché, malgrado tutto, chi si guardava indietro era perduto.

    .
    ©‎ do not copy! created by ban•shee only for wizarding world of ilvermorny
     
    .
15 replies since 5/8/2018, 17:32   334 views
  Share  
.