double trouble

x Hedel

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  1. crw
     
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    La trama lignea davanti ai suoi occhi sembrava illuminarsi magicamente nel percorso dal quale avrebbe estratto la bacchetta magica. Il pezzo di legno in questione era di larice, la richiesta di bacchette provenienti da questa pianta era estremamente elevata, a stento riuscivano a produrne una che già era stata venduta. Si trattava di una bacchetta molto capricciosa, quando deve scegliere il suo proprietario, necessariamente un mago dalle grandi abilità. Aveva sperato che la sua bacchetta fosse fatta di questo particolare legno, ma si era ricreduta molto presto ed aveva imparato ad apprezzare le qualità del ebano, che apparteneva a persone testarde e che non si fanno distogliere dai loro obiettivi. Pensava a questo mentre incideva con precisione il legno e dava forma alla bacchetta, una dodici pollici. All’anima avrebbe pensato Ollivander, visto che lei era una semplice commessa e non aveva ancora appreso questa difficile arte.Impara l’arte e mettila da parte aveva sentito dire un vecchio proverbio da una persona anziana quasi quando lo stesso. Hedel non era troppo esperta nel dare significato a quei modi di dire un po’ troppo coloriti per la sua mentalità scientifica ed analitica, più aggrappata alle cose empiriche che non a tutte quelle stranezze metafisiche. Non aveva una grande stima dell’arte, preferiva di gran lunga la ferrea logica matematica. Ma questo lavoro di creazione delle bacchette si collocava a metà strada e non sembrava affatto male come prospettiva futura. Troppo concentrata sull’estrapolare la bacchetta dalla sua anima di legno aveva perso la cognizione del tempo, non notando che aveva oltrepassato l’orario del suo turno. Aveva chiesto a Dean di incontrarla alla fine del suo turno, perché voleva parlargli di Nathaniel. La madre non faceva altro che tempestarla di lettere, recapitate dalla bisbetica Gertrud, la civetta di famiglia, che non era mai troppo contenta di doversi spostare così lontana da Londra, preoccupata dello “stile di vita scellerato” del fratello. C’erano state anche raccomandazioni su non diventare come lui, che il suo povero cuore non avrebbe retto allo stress di due figli degeneri e che un Crawford era più che sufficiente per riempirle delle rughe, “come se già non ci fosse la vecchia ad attendermi!”.
    « E voi Lawrence accorrete sempre, da bravi lacchè» rispose punta sul vivo dalle lamentele di Dean, che probabilmente non vedeva da diversi mesi ed osava accoglierla con un rimprovero. Come faceva a non capire che non era più la bambina alla quale nascondevano le bambole di pezza? Certo, aveva messo il broncio proprio come una poppante, ma questo era tutto un altro discorso.
    « Dobbiamo parlare» aggiunse velocemente terminato l’abbraccio, caldo ed avvolgente nel quale il Lawrence l’aveva avvolta soltanto per scusarsi del rimprovero. Lo conosceva abbastanza. Germi di Grifondoro, ugh. « Sono preoccupata per Nate... »
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5 replies since 12/2/2019, 17:40   158 views
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