[ESPERIENZA 7] - Duelling Club

Che ci fosse qualcosa che non andava era proprio il suo subconscio, sotto forma di una nausea ad altezza dello stomaco, che glielo suggeriva. La pulce del sospetto si era annidata nel suo orecchio con discrezione, attraverso la patina di indifferenza che nutriva verso il marito. Sentiva le parole del mago uscire dalla sua bocca, ma il loro contenuto non giungeva mai al suo apparato uditivo, come se fossero emesse ad una diversa frequenza, incapace di essere colto. Aveva smesso di ascoltare, colpa sua, ma qualcosa era stato colto attraverso lo spesso vetro dell'apatia. Discrepanze, sguardi assorti... la lettera. Episodi isolati ed apparentemente non legati tra di loro. Nulla di preoccupante. Ma qualcosa si era acceso nella mente della Lynch. Si era rigirata tutta notte nel loro letto, sbuffando e brontolando, senza trovare pace. La luce del giorno l'aveva accolta senza che lei fosse stata in grado di trovare pace e alla richiesta di spiegazione del marito aveva dato la colpa ai recenti avvenimenti, a Grindelwald, alla cena pesante. Tutto pur di non ascoltare il ronzio che frullava nella sua testa, uno scomodo ingombro che confondeva i suoi pensieri. - Ricordati che oggi abbiamo la dimostrazione alle 3. - si era limitata a comunicare con la solita aria di sufficienza al Lynch, prima di uscire e andare a spiegare qualcosa di più sui Bubotuberi ai Wampus.
La giornata era trascorsa senza che vi fossero altri intoppi, la pulce del sospetto schiacciata dalla quotidianità.
Alle 3 aveva fatto il suo ingresso nella Sala ottagonale, là dove solitamente si svolgevano gli smistamenti: le statue erano state rimosse, messe in sicurezza, mentre gli studenti erano stati invitati a salire sulle balconate, protette da alcuni incantesimi per impedire loro di essere feriti in alcun modo. In basso, vi erano soltanto Lena e suo marito. Era riuscito ad essere punutale.
- Benvenuti al Club dei Duellanti.
Oggi ci sfideremo io e il signor Lynch, per mostravi le corrette basi del duello.
Visto i duri tempi che corriamo, con la minaccia ancora attiva di Grindelwald, questi duelli sono aperti anche agli studenti delle altre scuole di magia e agli adulti. Vi prego dunque di mostrare integrità e rispetto che sono propri di Ilvermorny. Con queste premesse dichiaro ufficialmente iniziato il Club del Duello. -
Al centro si sarebbe posta frontalmente al marito, distanziandolo di dieci passi senza mai dargli le spalle.
- Stupeficium. - avrebbe pronunciato cercando di risultare precisa e concisa, puntando la bacchetta contro il corpo del marito, per colpirlo in pieno petto.

Aveva provato a convincere la moglie che non fosse una grande idea fronteggiarsi in un duello. Entrambi erano maghi molto forti e avrebbero dovuto cercare incantesimi poco noci per evitare grandi danni. Ma Lena era una donna caparbia, che era un modo elegante per definirla testarda, alla fine aveva ignorato le sue parole (ancora una volta si era sentito inutile e inascoltato) ed aveva fatto di testa sua. Per tutta notte la signora Lynch l'aveva tenuto sveglio, rigirandosi a lungo nel letto, contribuendo a creare anche in lui l'insonnia che si era infine trasformata in un sonno carico di incubi, con donne che lo inseguivano e minacciavano di sfidarlo in duelli all'ultimo sangue.
Sulla pedana, mentre la Preside Lynch spiegava agli studenti, si domandò se non sapesse di lui e Daphne...

Iniziamo

Replicò al termine del discorso, eseguendo dieci passi all'indietro come era consuetudine nei duelli regolamentati. Non fece tempo a prendere posizione che un incantesimo lo raggiunse, colpendolo in pieno petto. Si trovò scaraventato a terra, con il culo sul duro marmo del pavimento. Si alzò il più velocemente possibile, preparandosi a rispondere alla moglie.

Confringo!

Era il suo turno: credeva che avrebbero giocato in modo pulito e corretto, cercando di essere politicamente corretti, ma la Lynch aveva iniziato con l'artiglieria pesante, colpendolo duramente. Uno smacco che il dipendente del MACUSA non poteva tollerare.

Il raggio rosso saettava dinnanzi a lui, partendo con vigore dalla bacchetta e dirigendosi verso la moglie. Se fosse riuscita a pararlo tanto di cappello all Signora Lynch, ma sperava nel suo orgoglio virile che ciò non accadesse. Restò in trepidante attesa, mentre le immagini della notte concitata sembravano susseguirsi al ritmo della saetta, accompagnate da altrettante domande. Sapeva di Daphne? Aveva fatto abbastanza attenzione? Il loro elfo domestico aveva trovato del rossetto sui suoi indumenti? Preoccupazioni normali per un adultero marito, preoccupazioni che gli torcevano le budella in uno dei quei rari momenti in cui rimpiangeva la relazione clandestina con la Deveraux. La francesina spingeva perché lasciasse la moglie al più presto, avida di attenzioni del amante, ma lui non aveva ancora sentito questa necessità, anzi temeva che senza l’eccitazione del proibito sarebbe andato a cercare una nuova, più aitante, Daphne con il quale soddisfare i suoi piaceri carnali.
L’incantesimo impattò in pieno petto della Lynch, che barcollò al indietro senza però cedere. Era comunque una vittoria per Darren che considerava un successo aver colpito una strega tanto abile come la Preside di Ilvermorny. Non voleva cedere terreno e perdere ulteriore tempo, per questo motivo avrebbe prontamente approntato un nuovo assalto, forse io definitivo.

Expulso!

Avrebbe aggiunto con veemenza senza permettere alla consorte di riprendersi dal precedente colpo, avrebbe così eseguito l’incantesimo con un deciso colpo di bacchetta, puntandola suol figura ancora barcollante della Lynch. Un affondo che forse sarebbe valso la vittoria del marito... forse.