La vergogna verde

accettazione

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. hawke.
     
    .

    User deleted


    33a4b5efadda2827efd1e93c1c6129c2
    h a w k e


    Materializzazione continuava a suonarmi come un nome strano e difficile da pronunciare. Quando avevo acconsentito a spostarci con questo sistema non avevo idea di quello verso cui stavo andando incontro. Non avevo un passato al quale aggrapparmi, questo rendeva il mio presente instabile ed incerto, mentre il futuro mi appariva indistintamente fumoso. Afferrata la mano di Nathaniel non sapevo che ne sarebbe stato di me, per questo mi ero aggrappata con tanta forza ad essa.
    Avvenne tutto in un attimo, un battito di ciglia. Non vidi molto perché non appena i colori e le forme avevano iniziato a mescolarsi in un vortice indefinito avevo chiuso gli occhi, come una bambina terrorizzata davanti al mostro, ma le sensazioni che provai mi colpirono in pieno. Fu come saltare senza più atterrare. Qualunque cosa fosse stato il mio ultimo pasto frullò ripetutamente nel mio stomaco sobbalzato, mentre un grido restò strozzato nella gola o forse si perse insieme ai colori nel vortice che ci aveva risucchiato. Per qualche istante avrei giurato di sentire la testa staccata dal collo, così come ogni mio altro arto, ero stata scomposta e poi ricomposta come una marionetta componibile, ma la mia mano non aveva mai mollato la presa da quella di Nathaniel. Irreale, eppure mi ero trovata di nuovo a toccare il pavimento, nella stessa posizione in cui ero stata risucchiata dal vortice. Cautamente avevo sollevato le palpebre per scoprire dove mi trovassi, ma la mancanza dello schermo oscurante che era stato l’interno della mia palpebra fece prendere il sopravvento al ansia e dopo essere stato sapientemente shackerato il mio stomacò tornó a farsi sentire. Senza troppi complimenti mi trovai piegata in avanti mentre un disgustoso liquido verdognolo era vomitato sul pavimento pulito del ospedale. Non mi ero vomitata sulla punta delle scarpe solo per pura fortuna ma il profondo senso di vergogna non mi fece sollevare lo sguardo oltre la punta di queste, celando alla mia vista la grande infamia verde. Sarei riuscita a guardare in faccia Nathaniel? Per il momento ritenni che il freddo marmo che lastricava il pavimento del luogo in cui eravammo fosse il solo sguardo che riuscissi a sostenere in quel momento. Il fuoco dell'umiliazione pubblica avvampò sui miei zigomi, tingendoli di un colore rossastro. Non so chi sono, forse sono Hawke. Vomito sui pavimenti della gente.
     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Ministero della Magia
    Posts
    289

    Status
    OFFLINE
    ▬NATHANIEL TRISTAN CRAWFORD▬
    SPEZZAINCANTI

    SDMiGgX

    Eseguire correttamente una materializzazione i primi tempi non era stato affatto semplice: avevo lasciato per strada alcune ciocche di capelli, un unghia del piede e per un po’ di tempo Dean era andato in giro a dire che mi ero spaccato un testicolo, lasciandolo per strada. Era stata poi Susanne Jonson, del Serpeverde, a confermare che la sotto era tutto in regola, così quella voce si era persa ed era rimasta soltanto un ricordo del ennesimo scherzo tra me ed il Lawrence.
    Non mi reputavo un esperto nelle materializzazioni ma potevo dire di averne fatte un bel po’ con discreto successo ed anche quelle in coppia con qualcuno si erano sempre concluse senza alcun trauma, giusto un sopracciglio scordato alla partenza. Quando giungemmo in un lieve crac all’ingresso del San Mungo avevo un sorriso fiero stampato sul volto, retaggio del l’adolescente che si vanta della più piccola magia eseguita.
    La curva di giubilo si spense quando la mia bionda viaggiatrice si sporse in avanti per...vomitare!
    Consapevole della delicata situazione in cui si trovava la donna mi preoccupai immediatamente delle sue condizioni, soprattutto perché dopo il reflusso non uscì più alcuna parola dalle sue labbra.
    -Tutto okay? Mi dispiace, avrei dovuto avvertirti... la materializzazione può essere un po’ brusca, soprattutto le prime volte -
    Cercai di prendermi la colpa per non far sentire ancora di più a disagio la ragazza che non aveva ancora aperto bocca ma sulle cui guance riuscivo ad intravedere un certo rossore.
    E il mio goffo tentativo di assumermi la colpa per quanto era successo non sembrava qver
    sortito alcun effetto motivo per il quale estrassi la bacchetta di recente acquisizione da Ollivander ed esclamai
    -Gratta e netta!-
    Un colpo di spugna magico che cancellò ogni residuo del incidente dal pavimento del San Mungo, gli Elfi Domestici avrebbero anche dovuto ringraziarmi per aver svolto un loro compito, mi avanzai di un passo sempre tenendo la mano di Hawke.
    -Ecco qui, come se non fosse successo nulla! Seguimi...-
    Avevo iniziato con un tono di voce scherzoso, giusto per alleggerire la tensione che si era protratta dal momento del nostro arrivo. Già l’odore di disinfettante che riempiva l’ambiente non aiutava a rilassarsi ma ero determinato a consegnare la donna nelle mani di un medico competente.
    -Buongiorno... ho trovato questa donna in stato confusionale a Diagon Alley, non ricorda chi sia, non ricorda nulla del suo passato. Ha qualche escoriazione ma non penso sia qualcosa di grave... però...ha delle lettere marchiate su un polso.-
    Dovevo farmi forza per arrivare fino davanti al bancone del accettazione dove qualcuno di più comportante avrebbe saputo che fare. Nel raccontarlo la situazione aveva sin da subito iniziato ad apparirmi grave, più grave di quando per le vie di Diagon Alley l’avevo trovata.
    -Non sono nemmeno certo sia una strega-
    Conclusi con tono grave, ma a bassa voce, le mie riflessioni in merito alla pericolosità di questa situazione. Se Hawke fosse stata una banana sicuramente sarebbero intervenuti per cancellarle la memoria di questo incontro, altri ricordo sperduti in una tabula rasa.
    ©‎ do not copy! created by ban•shee only for wizarding world of ilvermorny
     
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Grifondoro
    Posts
    413
    Location

    Status
    OFFLINE
    Max Lynch
    divinatore

    trainee15 y.o.focused☾ in ♉1926

    Aveva inizialmente pensato di sabotare il suo stesso colloquio, ennesima imposizione della madre, ma poi aveva iniziato ad apprezzare quello che stava facendo e così, anche per una serie di fortunati eventi, era stata assunta come tirocinante in accettazione. Un punto a suo favore era stato lo stipendio piuttosto buono, l'avrebbe resa indipendente dalle grinfie genitoriali, ma non aveva considerato che avrebbe visto più spesso la madre.
    Seduta dietro al bancone, in questo momento Max si trova al suo primo giorno di lavoro vero, quello che frutta una retribuzione. Per due volte era dovuta sottostare allo sguardo scettico lanciatole da mamma Lynch, senza contare l'imbarazzante bacio che aveva stampato sulle sue gote. A poco e nulla erano valse le proteste della rossa. Questo aveva innescato uno sbuffo contrariato di Max, che ogni volta che aveva ripensato a questo evento aveva provato un profondo imbarazzo e si era rituffata con il naso nelle cartelle cliniche dei pazienti da dimettere quel giorno.
    Sentito l'ennesimo crac di una materializzazione non aveva nemmeno sollevato lo sguardo dai fogli di Jared Hudston, un mago ricoverato per intossicazione da belladonna, ma poi il brusio che caratterizzava l'atrio d'ingresso si era fatto più intenso, facendole posare lo sguardo su quanto stava accadendo.
    Una donna bionda aveva vomitato, grottesco, mentre l'uomo che l'accompagnava si era prodigato per pulire il tutto. Già Erdie, l'elfo domestico, si stava lamentando per il lavoro ingiustamente sottratto ma il mago aveva proseguito dritto fino a Max.
    Quanto uscì dalla sua bocca aveva del incredibile. Non sapeva che dire, non sapeva nemmeno come agire perchè, beh, che diavolo al suo primo giorno di lavoro e già aveva un caso così difficile. ” Buongiorno mi occuperò io di Jane Doe, portandola al Quarto Piano.” aveva iniziato a rispondere mentre le ide nel suo cervello cercavano di farsi strada da questa situazione così ingarbugliata " Capirà che per la situazione delicata non potrà seguirla, ma dovrà stare qui. Potrebbe dover rispondere a qualche domanda." allertare le autorità sembrava il minimo da fare, soprattuto se la donna si fosse rivelata come una no-maj... cioè babbana.
    Si avvicinò alla donna, in evidente stato confusionale, per presentarsi e rassicurarla sulla sua condizione."Salve, io sono Max. Lavoro qui, cercheremo di capire chi sei e di farti tornare la memoria... Erdie."aveva rivolto la sua parola all'elfo domestico che era rimasto nei dintorni "Erdie ti accompagnerà da un medimag. Per non farti stancare siediti su questa sedia a rotelle." avrebbe spiegato, sperando di non far preoccupare la paziente. C'erano delle procedure da seguire e non avrebbe permesso ad una nomaj di vagare da sola per l'ospedale. Sperava di aver fatto tutto correttamente.
    it's M A X - not maxine
     
    .
2 replies since 1/6/2019, 12:47   80 views
  Share  
.
Top