La vergogna verde

accettazione

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  1. hawke.
     
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    Materializzazione continuava a suonarmi come un nome strano e difficile da pronunciare. Quando avevo acconsentito a spostarci con questo sistema non avevo idea di quello verso cui stavo andando incontro. Non avevo un passato al quale aggrapparmi, questo rendeva il mio presente instabile ed incerto, mentre il futuro mi appariva indistintamente fumoso. Afferrata la mano di Nathaniel non sapevo che ne sarebbe stato di me, per questo mi ero aggrappata con tanta forza ad essa.
    Avvenne tutto in un attimo, un battito di ciglia. Non vidi molto perché non appena i colori e le forme avevano iniziato a mescolarsi in un vortice indefinito avevo chiuso gli occhi, come una bambina terrorizzata davanti al mostro, ma le sensazioni che provai mi colpirono in pieno. Fu come saltare senza più atterrare. Qualunque cosa fosse stato il mio ultimo pasto frullò ripetutamente nel mio stomaco sobbalzato, mentre un grido restò strozzato nella gola o forse si perse insieme ai colori nel vortice che ci aveva risucchiato. Per qualche istante avrei giurato di sentire la testa staccata dal collo, così come ogni mio altro arto, ero stata scomposta e poi ricomposta come una marionetta componibile, ma la mia mano non aveva mai mollato la presa da quella di Nathaniel. Irreale, eppure mi ero trovata di nuovo a toccare il pavimento, nella stessa posizione in cui ero stata risucchiata dal vortice. Cautamente avevo sollevato le palpebre per scoprire dove mi trovassi, ma la mancanza dello schermo oscurante che era stato l’interno della mia palpebra fece prendere il sopravvento al ansia e dopo essere stato sapientemente shackerato il mio stomacò tornó a farsi sentire. Senza troppi complimenti mi trovai piegata in avanti mentre un disgustoso liquido verdognolo era vomitato sul pavimento pulito del ospedale. Non mi ero vomitata sulla punta delle scarpe solo per pura fortuna ma il profondo senso di vergogna non mi fece sollevare lo sguardo oltre la punta di queste, celando alla mia vista la grande infamia verde. Sarei riuscita a guardare in faccia Nathaniel? Per il momento ritenni che il freddo marmo che lastricava il pavimento del luogo in cui eravammo fosse il solo sguardo che riuscissi a sostenere in quel momento. Il fuoco dell'umiliazione pubblica avvampò sui miei zigomi, tingendoli di un colore rossastro. Non so chi sono, forse sono Hawke. Vomito sui pavimenti della gente.
     
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2 replies since 1/6/2019, 12:47   82 views
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