Who is Jane Doe?

Reparto Lesioni da Incantesimo, 4° Piano.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Grifondoro
    Posts
    413
    Location

    Status
    OFFLINE
    Max Lynch & Erdie
    divinatore + elfo domestico

    trainee15 y.o.focused☾ in ♉1926

    Max non si era proprio sentita di permettere che la signora smemorata vagasse liberamente per il San Mungo, così aveva dato disposizioni precise ad Erdie per portarla al Quarto Piano. Non poteva abbandonare la sua postazione, era stata questa una delle regole ferree ed inviolabili che aveva ricevuto dopo un istante dalla sua assunzione, perchè era la sola tirocinante di turno in accettazione e se fossero arrivati altri pazienti dovevano avere una guida. Così la Lynch rimase ad osservare la carrozzella trainata per magia scorrere accanto alla figura ricurva di Erdie, che sembrava ancora più piccola ed ingobbita del normale. Un fugace sguardo indagatore fu rivolto al ragazzo che aveva accompagnato la donna del mistero.

    Erdie era rimasta accanto alla carrozzina che trasportava la donna bionda per tutto il tragitto, incrociando le dita in ascensore e sciogliendole ad ogni nuovo piano raggiunto. Erdie non sapeva contare e questo era il solo modo che conosceva per sapere quando scendere. Sciolto il dito anulare sapeva di essere al reparto giusto ed uscì nel corridoio, facendosi seguire dal trasporto magico. " Vuole stendersi signora? Erdie aiuta. " aveva chiesto alla donna quando erano arrivate nella stanza di ospedale assegnata alla paziente.
    L'attesa del medimag non durò molto e non appena il camice aveva varcato la soglia d'ingresso Erdie si era avvicinata per eseguire l'ordine della signorina Maxine, presentando il caso. " La donna non ricorda chi è, è stata chiamata Jane Doe da Miss Maxine. Portata in ospedale da un mago, ma non sa se anche lei è magica." le parole uscivano come ripetute da un grammofono, senza enfasi o tentennamenti, il risultato di una registrazione precedentemente incisa " Jane ha vomitato appena arrivata. Ha parola incisa su polso, graffi." la registrazione, cioè l'ordine di Max, era giunto al termine e come una radio che non aveva più nulla da dire Erdie si spense, senza aggiungere altro, con il capo chino sui suoi piedi si era messa in un angolo per non essere d'intralcio al medimag ma per essere pronta ad eseguire un nuovo ordine se le fosse stato comandato.

    it's M A X - not maxine
     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Ilvermorny
    Posts
    246

    Status
    OFFLINE
    ▬LENA ALDEA LYNCH ▬
    DOMATORE

    SDMiGgX

    Con un certo equilibrio sta iniziando ad abituarsi ai turni di notte. Lena non è mai stata una donna particolarmente notturna, ha sempre avuto la tendenza da nonna ad andare a letto subito alle 22, dopo aver messo a letto Maxine e ad attardarsi solo in caso di immediate scadenze. Al primo turno di notte ha impegnato due giorni per riprendersi dalle ore di lavoro notturno, ma già al secondo il tempo è diminuito e dopo il quinto ha smesso di tenere il conto e dopo le ore di sonno del mattino al pomeriggio è già pronta a svolgere le consuete attività. È proprio di questo che si sta parlando nella saletta riservata al personale ospedaliero dove la Lynch ha presto imparato che si scambiano i turni come ad Ilvermorny si scambiano cioccorane tra studenti. Qualcuno, un tirocinante di cui lei non ha ancora imparato il nome, le domanda se le interessa prendere il suo turno di sabato notte ma la Lynch, proprio mentre sta per scuotere il capo in segno negativo, è interrotta da un promemoria che arriva in stanza. Il foglio piegato a quadrato si posa come una farfalla davanti a lei. Sa bene che significa che è arrivato un nuovo paziente e lo sa bene anche io ragazzo che rigira la domanda ad un altro collega. Meglio per la Lynch che non deve inventarsi scuse per sottrarsi ad uno scambio con gentilezza. Ha subito riconosciuto la calligrafia della figlia nelle parole del promemoria ospedaliero e un sorriso orgoglioso la accompagna attraverso il corridoio asettico del San Mungo. Non si è ancora abituata al odore di disinfettante che la porta a starnutire. Lava accuratamente le mani nel piccolo bagno di servizio prima di entrare nella stanza dove si trova la sua paziente. - Buongiorno- saluta con compostezza rivolgendosi alla sconosciuta e al Elfo Domestico che l’ha accompagnata. Mantiene le mani sospese, lontane dal corpo, mentre ascolta il messaggio della creatura. Annuisce con il capo, congedando temporaneamente dai suoi servizi. - Jane, come ti senti? Hai male da qualche parte in particolare?- domanda come se si rivolgesse ad un bambino che non sa ancora comunicare perfettamente. Con Maxine ha però appreso un’importante lezione: anche se non sanno parlare i bambini indicando il punto che fa male, sempre. Questo deve essere un buon approccio per iniziare. Vuole mettere la paziente a suo agio prima di verificare se è una strega.

    Benvenuta al San Mungo! Cerca di rispondere in 10 giorni così procediamo velocemente. Se hai domande o dubbi sono qui
    ©‎ do not copy! created by ban•shee only for wizarding world of ilvermorny
     
    .
  3. hawke.
     
    .

    User deleted


    33a4b5efadda2827efd1e93c1c6129c2
    h a w k e
    ǝ o p ǝ u ɐ ɾ


    Quando trovai finalmente il coraggio per tornare a guardare le pupille di Nathaniel sulle mie guance non aveva ancora accennato a diminuire la traccia rossa della verogna. Trovai poco conforto nel colpo di bacchetta che spazzò via il vomito dal pavimento, mentre quasi speravo di perdere memoria anche di quel attimo. Ma il mio sguardo andò a posarsi sul nulla, perchè il mago era già fuggito dalla vergogna verde per recari a quello che intesi come punto di accoglienza per persone diasagiate come me. Nascosta dalle spalle dei ragazzo spuntava una chioma rossa di una ragazzina che ogni tanto guardava nella mia direzione. L'istinto mi portò ad agire con disinvoltura, sorridendo e muovendo la testa leggermente, ma quei gesti che avrebbero dovuto conferirmi una certa naturalezza invece mi facevano apparire con una posa ancora più plastica e, se possibile, ancora più fulminata. Non era facile star ein piedi in mezzo ad un atrio dove hai appena rimesso, sapendo che pochi metri più avanti stanno parlando di te. La possibilità che venissi internata, qualunque cosa questa parola carica di terrore dovesse significare, erano elevate. Trovai conforto nella punta delle mie scarpe, con le dita intrecciate sul ventre, un atteggiamento quasi remissivo in attesa di conoscere la mia sorte. Un paio di scarpe, di quelle tipiche da ospedali, bianche ed antiestetiche, si affiancano alla punta delle mie. Sollevo lo sguardo per incontrare il volto ancora con l'innocenza da bambina della ragazza. Parla con un tono suadente, come se fosse abituata a cominicare con pazienti instabili, e porobabilmente è così, instaurando quasi immediatamente una sorta di empatia. *Grazie* la sola parola, carica di rinoscenza che mi riesce ad uscire dalla gola. Osservo Nathaniel a lungo, quello che ha fatto per una sconoscita è certamente ammirevole, fuori dal comune. Spero di non dimenticarlo. Seguo la strana cretura che risponde al nome di Erdie e mi siedo sulla sedia con le rotelle. Ci muoviamo lungo corridoi che mi appaiano tutti uguali, poi in ascensore, poi ancora corridoi e dopo siamo in una stanza dall'aspetto asettico. La creatura mi invita a sedermi sul lettino, rifiuto il suo aiuto ma eseguo quanto chiesto. Non attendo molto prima che una donna, i capelli rosso fuoco come la ragazza di prima, entra nella stanza. *Salve* come un messaggio pre registrato saluto e subito mi silenzio, ascoltando la voce di Erdie che compila un quadro generale. Ho un nuovo nome. Prima ero Hawke, ora sono Jane. Saprò mai chi ero prima? Mentre mi domando queste cose è la donna a rivolgersi a me con altrettante domande. *Confusa* replico *ho mal di testa e... questo* dopo aver posato la mano sulla tempia allungo il braccio, la camicia logora si solleva e mostra inciso in lettere scarlatte la sequenza che compone la parola h a w k e. Aspetto.
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Ilvermorny
    Posts
    246

    Status
    OFFLINE
    ▬LENA ALDEA LYNCH ▬
    DOMATORE

    SDMiGgX

    Non ha mai avuto problemi ad ammettere di avere un pessimo istinto materno. Ancora ricorda la felicità nel suo petto quando, dopo ore di sofferenza per il travaglio culminata con il lancinante dolore del parto, ha incontrato per la prima volta il dolce viso di Maxine. È uno di quei momenti in cui il mondo si ferma e sembrano esistere solo mamma e papà che accolgono la nuova nascita. Tutto si cancella, il sangue e le urla diventano un offuscato ricordo alla vista della creatura appena nata. L’abbiamo fatta noi? Era stata la silente domanda che si erano scambiati con un solo sguardo lei e Darren. Questo era stato l’apice della loro relazione di coppia e anche della sua maternità. La scuola e il MACUSA aveva strappato entrambi troppo presto dalla piccola Lynch cresciuta da una tata e dagli elfi domestici. Lena doveva soltanto allattarla la sera tardi e la mattina presto e metterla a letto, con il passare del tempo quest’ultima era la sua sola occupazione materna. Vuole bene alla figlia, anche se è ribelle per lei avrebbe mosso mari e monti, ma non ha problemi ad ammettere candidamente che non è la persona più indicata ad allevare una figlia. Ha trovato la forza di ammettere la sua mancanza, mentre il marito le ha sempre fatto pesare questa come un segno di debolezza, e di affidare a persone più competenti le cure della figlia. Con il senno di poi per il suo lavoro al San Mungo non le sarebbe guastato avere suddetto senso materno maggiormente sviluppato ma poteva sempre provare ad instaurare una certa empatia. O affidarsi al caro metodo scientifico cosa che il più delle volte le risultava di gran successo. Tuttavia Jane Doe sembra impenetrabile come la figlia ed è come se in qualche modo l’avesse plasmata Maxine nel momento in cui ha dato un nome alla sconosciuta. È di poche parole, forse confusa da quello che sta vedendo, ma fornisce alcune piccole informazioni. Lo sguardo della Lynch si posa sul polso che le viene mostrato dove i tratti scarlatti risaltano in tutta la loro dissacrante anomalia sulla pelle di porcellana della giovane donna. -Posso?- domanda prima di affermare il polso della donna facendo attenzione ad essere delicata e a non toccare la parte con le lettere e avvicina il volto per esaminare da vicino. - h a w k e...- legge quelle che sono chiare lettere, non c’è altra possibilità di interpretazione o dubbio, la grafia è squadrata, sicuramente dovuto alla difficoltà di incidere sulla cute, ma perfettamente leggibile -queste lettere ti dicono qualcosa?- chiede andando a incontrare con lo sguardo quello della paziente prima di tornare a esaminare la curiosa ferita -sta già guarendo da sola, è in atto la coagulazione e già la crosta è ben formata. Non deve avere più di un paio di giorni...- l’occhio analitico della strega raccoglie e registra informazioni per collegare pian piano i pezzi di quel puzzle -Non lo hai fatto tu: il taglio è troppo inciso e deciso per essere autoinferto- l’analisi metodica e priva di emozioni si interrompe così come il contatto visivo con la scritta per sincerarsi che la paziente stia bene. Qualcuno le ha fatto questo. Perché? Le sembra una ragazza così innocente e fragile seduta sul lettino dell'ospedale. Abbassa il polso della ragazza sul materassino bianco e lascia la presa, riprenderà più tardi. -Sarà solo da disinfettare e bendare- giustifica le sue azioni allontanandosi di qualche passo dalla paziente. Raggiunge un armadietto passando davanti ad Erdie, in effetti è un suo compito passarle gli attrezzi del mestiere. Si sofferma pensando a come procedere, a quali sono le priorità di azione. Il polso è ferito ma in via di guarigione, mentre la cosa che più la preoccupa è scoprire se è una strega. Osserva la creatura in un silente scambio di opinione e poi decide e torna indietro, voltandosi verso la paziente. Deve scoprire se ha a che fare con qualcuno della sua specie o se deve chiamare il Ministero della Magia perchè intervengano a cancellarle la memoria. -Questa procedura ti sembrerà strana ma non hai nulla da temere...- estrae il catalizzatore di prugnolo, per una no maj nulla più che un innocuo rametto, porgendolo alla ragazza - prendilo e pronuncia Lumos- non era una magia difficile sarebbe riuscita al primo colpo se nella donna ci fosse stata un briciolo di magia. Cerca di mantenere un'espressione neurale come se si trattasse di una normale procedura. Ma si tratta di una prova fondamentale per scoprire se la donna è una strega. E se non lo è sarà suo compito chiamare subito un obliviatore a intervenire.

    Ciao! Cerca di rispondere in 10 giorni così procediamo velocemente.
    Ti ho dato la mia bacchetta ma non sai che è una bacchetta, se Hawke si fida esegui e fai riuscire l'incantesimo, sennò cercherò di provare che è strega in qualche altro modo...
    Se hai domande o dubbi sono qui.
    ©‎ do not copy! created by ban•shee only for wizarding world of ilvermorny
     
    .
  5. hawke.
     
    .

    User deleted


    33a4b5efadda2827efd1e93c1c6129c2
    h a w k e
    ǝ o p ǝ u ɐ ɾ



    Annuisco con il capo alla domanda della donna. Un brivido mi corre lungo la schiena a causa del contatto con la donna: non ha le mani fredde solo che... non vengo toccata da molto in quella zona. Incateno lo sguardo sul volto della signora, osservo gli occhi che si muovno sotto le palpebre mentre leggono le lettere. Un nuovo brivido, questa volta di terrore, scuote le mie membra nel sentire pronunciate le lettere che incidono il mio braccio. Non tanto per le lettere in se, è il tono di inceretezza con il quale sono pronunciate, dal livee tremore nella voce della donna che cerca di restare professionale, distaccata, ma comprendere il livello di gravità della mia situazione. Alla domanda scuoto il capo. Prima di oggi non ho alcun tipo di ricordo, non so chi sono stata prima di oggi, ma da oggi sono hawke. Questo è il nome che il ragazzo che mi ha trovato mi ha dato, o per melgio dire è quello che ha letto, al pari della donna. Non posso assegnare allo sfortunato uomo che per primo mi ha incontrato una simile responsabilità, in qualche modo sono stata io stessa quella che si è assegnato questo nome. *sono io....credo. Non so chi sono io ho...* annaspo e incespico dinnanzi alla comprensione della mia solitudine *ho solo questo.*
    Deglutisco un nuovo conato di nausea, è solo per via dell'agitazione mi dico, il panico di quello che sto affrontando mi attanaglia lo stomaco trocendolo in un groviglio di crampi. Ascolto la spiegazione della dottoressa, è molto brava a non far trapelare emozioni, ed anche io riesco ad estraniarmi. Percepisco le parole ma non le comprendo, mi pare abbiano lo stesso significato di una equazione fattoriale di secondo grado, ammesso che questo significhi qualcosa. É come se la mia mente si fosse staccata dal corpo, alzandosi in una proiezione astrale, distante dalla Terra, dalle mie preoccupazioni.
    Che ritorna bruscamente al suo posto trascinato come una molla, riportato a picco nella calotta cranica come legato a un grosso masso, alla vista della bacchetta. *Perchè?* domando, la voce visibilmente agitata. Conosco il significato di quel legno, perchè l'ho visto usare a Nathaniel. Ricordo che ha usato delle parole per cercare la mia. O insomma, per cercare la mia bacchetta se ne avessi mai avuta una. *Cosa vuoi farmi?* domando facendo scattare lo sguardo dalla bacchetta alla dottoressa, ora in panico, agitata e nervosa. Voglio anarmene.
     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Ilvermorny
    Posts
    246

    Status
    OFFLINE
    DOMATORE
    NON MODIFICARE
    8ymffmcv_o
    Lena Aldea Lynch

    MEDIMAGO DEL SAN MUNGO
    Il valore di qualcosa dipende dalla persona che glielo sta attribuendo. Un foglio di carta usato, vecchio e logoro, con le parole a stento leggibili sarà spazzatura per molti ma per uno storico appassionato è qualcosa di così raro da essere inestimabile. Nel corso della sua vita la Lynch si era sentita spesso valutare poco, ma forte di questa convinzione non aveva mai desistito nei suoi obiettivi, proponendo le sue qualità a qualcuno che davvero le potesse apprezzare. Come ad esempio il suo essere distaccata, fredda tanto da non far trapelare alcuna emozione, era una qualità molto apprezzata nel mondo della medicina, perchè poteva rapportarsi ai casi più disperati senza un solo fremito di esitazione, agendo con una freddezza chirurgica là dove richiesto e necessario. Ma invece il Lynch, suo marito, le rinfacciava spesso questa cosa come uno dei suoi più grandi difetti. In quel momento, davanti a una sconosciuta che non riconosceva nemmeno se stessa e il proprio nome, un'altro Medimago avrebbe anche potuto provare compassione, tristezza persino, per una simile situazione. Ma non la Lynch che con una carica emotiva pari a zero aveva clinicamente e analiticamente fatto un quadro della situazione. Anzi questa vicenda insolita dalle usuali pratiche curative che ogni giorno affrontava la incuriosiva parecchio, ma per una questione non umana ma a livello scientifico si domandava il significato dietro a queste lettere.
    Notò, perchè anche in assenza di empatia riusciva a cogliere elementi fisici che indicavano l'alterazione di uno stato tranquillo, che la giovane sconosciuta iniziava a mostrare segni da disturbo post traumatico. - Non si agiti, Jane.- . Calma, priva di emozioni, la voce di Lena uscì dalle sue labbra con il solo scopo di evidenziare lo stato d'animo. Nessuna rassicurazione sul fatto di recuperare la memoria o di riconoscere la sua vera identità poichè si trattava di una speranza che non riguardava direttamente la Lynch, una menzogna dolce che non aveva alcun vantaggio nel breve-medio periodo.
    -Si calmi- ripete ancora una volta, con la bacchetta tesa verso la donna ma rivolta verso il basso a non costituire una minaccia. -Sa che cos'è questo? Come funziona?- domanda, questa volta tradendo un cenno di curiosità. Per essere una donna che non ricorda nemmeno il suo nome si domanda come possa riconoscere in un innocuo pezzo di legno un catalizzatore magico. Si tratta di una memoria pescata da ricordi personali e se sì, da un uso fatto in prima persona o per una minaccia subita? Comincia a delinearsi nella mente calcolatrice della Medimaga la possibilità che la mancanza della memoria non sia causata da un'incantesimo. In questo caso l'amnesia rischia di rivelarsi permanente. - Jane. Non voglio farti niente. Voglio solo verificare la tua natura di strega...- spiega con voce calma, rilassata, priva da ogni emozione e seconda intenzione. È la semplice verità e un approccio più gentile del suo potrebbe rivelarsi più efficiente, ma non ha bisogno che la donna si fidi di lei come amica, ma in quanto professionista. -Nessuno qui cercherà di farti del male.- aggiunge, per sembrare più convincente, si tratta di un dato di fatto, una realtà innegabile. Compie un passo in avanti ma di lato, per non avvicinarsi troppo alla strega visibilmente in uno stato di alterazione e con improbabili reazioni, posando la bacchetta sul lettino dove siede la donna, lontano da lei ma facilmente raggiungibile. - Ecco, se vuoi, quando te la senti, puoi provare a fare quello che ti ho chiesto? Tenerlo in mano e dire lumos, vedrai non succederà nulla di pericoloso.- dubitava che la ragazza potesse essere pericola con in mano la bacchetta e senza memoria. Non riteneva plausibile che si sprigionassero incantesimi dovuti alla magia spontanea come accadeva in qualche bambino, se era una strega alla sua età la sua magica doveva essere sotto controllo ed esprimersi solo quando richiamata, verbalmente o non, dalla strega. E in ogni caso riteneva di essere abbastanza esperta da poter contenere eventuali azioni improvvise della donna senza memoria. Uno sguardo fu rivolto sull'Elfo Domestico che in quel occasione la stava assistendo, era una situazione particolare ed era bene che anche lui fosse allertato per intervenire in caso di necessità.

    Ciao! Cerca di rispondere in 10 giorni così procediamo velocemente.
    Se hai domande o dubbi sono qui.
    code made only for wizarding world gdr
     
    .
5 replies since 6/6/2019, 08:02   147 views
  Share  
.
Top