Who is Jane Doe?

Reparto Lesioni da Incantesimo, 4° Piano.

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  1. hawke.
     
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    h a w k e
    ǝ o p ǝ u ɐ ɾ



    Annuisco con il capo alla domanda della donna. Un brivido mi corre lungo la schiena a causa del contatto con la donna: non ha le mani fredde solo che... non vengo toccata da molto in quella zona. Incateno lo sguardo sul volto della signora, osservo gli occhi che si muovno sotto le palpebre mentre leggono le lettere. Un nuovo brivido, questa volta di terrore, scuote le mie membra nel sentire pronunciate le lettere che incidono il mio braccio. Non tanto per le lettere in se, è il tono di inceretezza con il quale sono pronunciate, dal livee tremore nella voce della donna che cerca di restare professionale, distaccata, ma comprendere il livello di gravità della mia situazione. Alla domanda scuoto il capo. Prima di oggi non ho alcun tipo di ricordo, non so chi sono stata prima di oggi, ma da oggi sono hawke. Questo è il nome che il ragazzo che mi ha trovato mi ha dato, o per melgio dire è quello che ha letto, al pari della donna. Non posso assegnare allo sfortunato uomo che per primo mi ha incontrato una simile responsabilità, in qualche modo sono stata io stessa quella che si è assegnato questo nome. *sono io....credo. Non so chi sono io ho...* annaspo e incespico dinnanzi alla comprensione della mia solitudine *ho solo questo.*
    Deglutisco un nuovo conato di nausea, è solo per via dell'agitazione mi dico, il panico di quello che sto affrontando mi attanaglia lo stomaco trocendolo in un groviglio di crampi. Ascolto la spiegazione della dottoressa, è molto brava a non far trapelare emozioni, ed anche io riesco ad estraniarmi. Percepisco le parole ma non le comprendo, mi pare abbiano lo stesso significato di una equazione fattoriale di secondo grado, ammesso che questo significhi qualcosa. É come se la mia mente si fosse staccata dal corpo, alzandosi in una proiezione astrale, distante dalla Terra, dalle mie preoccupazioni.
    Che ritorna bruscamente al suo posto trascinato come una molla, riportato a picco nella calotta cranica come legato a un grosso masso, alla vista della bacchetta. *Perchè?* domando, la voce visibilmente agitata. Conosco il significato di quel legno, perchè l'ho visto usare a Nathaniel. Ricordo che ha usato delle parole per cercare la mia. O insomma, per cercare la mia bacchetta se ne avessi mai avuta una. *Cosa vuoi farmi?* domando facendo scattare lo sguardo dalla bacchetta alla dottoressa, ora in panico, agitata e nervosa. Voglio anarmene.
     
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5 replies since 6/6/2019, 08:02   148 views
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