Pallottole di carta

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  1. mad!max
     
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    Max Lynch
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    wampus15 y.o.focused☿ in ♊1926

    Erano ormai 15 anni che Max vagava, perché non si poteva definire diversamente il suo incedere senza meta precisa, su questa Terra e in questi anni una sola certezza si era sedimentata con fermezza nella sua mente: il sole non va d’accordo con la sua carnagione lattea. Il nemico numero uno aveva iniziato a spuntare con maggiore insistenza verso ad aprile ma poi era stato abbattuto dalle piogge intense dello scorso mese. Ingenuamente Max ne aveva gioito ed era già ponta a mettersi in tasca una schiacciante vittoria ma con l’arrivo di maggio il sole era sorto con più forza e con maggiore intensità. Senza la graduale fase di Aprile per acclimatarsi esporsi ai raggi solari era stato ancora più traumatico. Nel giro di due giorni le lentiggini erano spuntate su naso e guance come fiori in primavera, mentre le parti del suo corpo che prendevano il sole perché scoperte dagli abbigliamenti, cioè le mani e le caviglie, si erano dapprima arrossate e poi coperte di bolle che la facevano grattare in continuazione. Al San Mungo una miracolosa pomata con estratto di Aloe e Belladonna era stato un toccasana. Arginare la sua avanzata era un obbligo morale per la Lynch. Aveva così iniziato a transitare il meno possibile al esterno del castello, sfruttando le ombre di edifici,piante e persino nuvole per avanzare. Il Chiostro era perfetto per questo, con ampi corridoi protetti dal colonnato e con la statua di Isotta che svettava al centro c’erano molte zone d’ombra. Stava sfruttando il cono di Isotta per spostarsi dal lato sinistro al destro quando pestò qualcosa. Sotto la suola sella sua sentì qualcosa fare crack e subito sperò non fosse qualcosa di importante. Con preoccupazione tolse il piede e scoprì una carta appallottolata. Non riflettè sul fatto che fosse da maleducati buttare in giro le cartacce, ma sul fatto che sembrava una lettera e che il sigillo che la chiudeva le si era incollata sotto alla suola come se fosse una cicca. Sollevato lo sguardo vide che una ragazza guardava verso di lei, non proprio lei ma la statua. Pensò che potesse essere sua la lettera. Con il palmo della mano sollevato a reggere la pallottola di carta si avvicina alla ragazza. ” Ehm, ehy, ciao!” non era molto capace con le presentazioni ma era molto estroversa ed abbattuto l’imbarazzo iniziale era un razzo ” È tua? Io, mi spiace ma... è ridotta malino” offrí quel che restava della lettera.
    it's M A X - not maxine
     
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3 replies since 23/6/2019, 21:09   95 views
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