Libri, libri e libri

La vita di Artemisia non era certo stata facile, anzi. Le difficoltà erano state la sola costante della sua infanzia. Non sempre aveva avuto un tetto sulla testa, aveva dormito su giacigli duri e freddi, ricordava i morsi della fame contrarle lo stomaco, spesso non beveva da così tanto che le sue labbra erano screpolate. Ma la durezza della vita si era infilata sotto la sua pelle come un eritema fastidioso, un pidocchio persistente che non poteva essere scacciato. Aveva imparato che, nonostante lo schifo visto, ci si poteva sempre rifugiare con il naso dentro un libro e farsi trasportare in posti migliori. “Tu vivi sulle nuvole” le aveva ripetuto la madre spesso quando annuiva a domande che non aveva sentito. Quel giorno, con la pioggia battente che impediva di uscire, aveva deciso di cercare rifugio in un libro: la sala studio ne offirva molti, se solo uno sapeva destreggiarsi tra manuali e trattati teorici.

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Grazie alla sua passione per i libri aveva vissuto altre cento vite, tutte migliori di quella che le era stata predestinata dall’infanzia fatta di stenti e di fatiche. Non una situazione semplice eppure grazie al suo personale rifugio fatto di carta era sopravvissuta anche alle situazioni che sembravano più disperate e alla fine aveva ricevuto una giusta ricompensa. Artemisia non era stata a conoscenza della sua natura magica vino agli 11 anni e la lettera di Ilvermorny era stata il coronamento delle sue avventure fiabesche. La servetta che riceve la scarpetta di cristallo, la contadina che si scopre principessa e ancora la sirenetta che riceve le gambe sembravano soltanto storie di secondaria importanza. Lei era una strega. La felicità ricavata da quel momento le aveva impedito di odiare la madre che aveva mantenuto segreta la loro vera natura. Soltanto con gli anni, e la conoscenza di Ilvermorny, aveva appreso che anche la bacchetta magica più potente non può far comparire denaro dal nulla e che le disparità sociali esistono anche e soprattutto nel mondo magico.
Con la pioggia quel giorno voleva soltanto cercare un nuovo rifugio, mentre i tristi ricordi d’infanzia riportavano a galla giorni ben più freddi di quelli trascorsi tra le calde mura del castello.
Sempre nel suo modo, già pregustando la prossima avventura nella quale tuffarsi, qualcuno le venne addosso. Era una ragazza di colore che si stava già scusando con lei. Ciao! Oh, tranquilla, sono sempre tra le nuvole rise sim esaamente per non disturbare, ricordandosi sua madre nelle sue stesse parole Stavi cercando qualche libro? chiese, anche se forse c’era qualcuno pagato per questo lei conosceva bene la biblioteca.

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