è la bacchetta a scegliere il mago

Lo sguardo basso gli permetteva di intravedere la punta delle sue scarpe di vernice, mentre il cappuccio calato fin sopra le sopracciglia a malapena consentiva di evitare la gente che passava accanto a lui, figura incappucciata e schiva appena uscita dal vicolo scuro che portava a Nocturn Alley. Un tempo quella zona della città incuteva timore, lo spaventava ma era anche per questo che per le prime volte si era affacciato proprio in quel vicolo. La voglia di sapere cosa procurasse tanta paura nella madre lo aveva sempre incuriosito. La prima volta che aveva provato quel prurito di conoscenza mancava poco a settembre e all'inizio del suo primo anno ad Hogwarts ed era un bimbo indipendente che voleva entrare nei negozi da solo, ormai avrebbe ricevuto la sua prima bacchetta e questo significava crescere, non portarsi dietro la madre...

Diversi anni prima.

<< Puoi andare da solo ma guai a te se ti trovo a Nocturn Alley>> la madre aveva tuonato la severa minaccia al figlio, portando le mani sui fianchi per risultare più minacciosa. Era una donna grassa, con i fianchi larghi e il sedere sporgente per la vita di agi che stava vivendo nel maniero dei Carrow ormai da più di dodici anni, quando si era sposata e poi era rimasta incinta di Irvine. Avrebbe voluto altri figli, ma le fatiche della gravidanza che si era protratta per due settimane dal termine stabilito aveva provato l'intera famiglia. Susan, la futura madre, era, a dire di suo padre, un facocero isterico che aveva fatto sfuggire una serie di elfi domestici per le sue richieste. Gli ormoni avevano dato alla testa la donna, il cui fisico non era più tornato quello di un tempo. Patrick Carrow era stato così soddisfatto che il primo figlio fosse un maschio che negli anni a venire aveva sempre evitato un nuovo concepimento. Il fisico di Susan era rimasto quello di una donna incinta, i 15 kg messi su per Irvine non erano più andati via, rendendola meno attraente agli occhi del marito che si svegliava ancora nel cuore della notte scosso dal ricorrente incubo della moglie che ordinava arrosto con patate alle 4 del mattino. Con orrore la ricordava avventarsi su un piatto di spaghetti ai quali aveva aggiunto del gelato alla crema. Certe scene rovinano irreparabilmente la vita di coppia e nessuno aveva mai fatto ai Carrow una colpa per la scelta di crescere un figlio unico. << Irvine Carrow, comportati bene.>> era stato l'ultima frase arrivate al undicenne di casa Carrow mentre sfrecciava per le vie di Diagon Alley con la lettera di Hogwarts stretta tra le mani ed un pungo di galeoni in tasca. La prima tappa era senza dubbio Ollivander, dove la bacchetta magica avrebbe sancito l'inizio dell'indipendenza dalla sua famiglia. Un timido Irvine appena undicenne, aveva varcato la porta del negozio, affascinato dal legno e dal mobilio che lo arredava, e con il capo chino si era diretto verso il bancone dove aveva salutato con un timido ciao e proseguito con un << Sono q-qui per la m-mia prima ba-bacchetta>

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