[ESPERIENZA 8] - Halloween Nightmare

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  1. Oh damn‚ Black!
     
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    Cheyenne Luna Black
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    Sbuffò fuori l’aria dai polmoni. Di notte capitava che la sua mente la tormentasse con ricordi ed eventi della giornata. Quella sera era capitato che più volte tornassero alla sua mente teste di zucca, zucche e dolciumi. Aveva assunto troppo zucchero, non si spiegava in altro modo il costante mal di testa e generale malessere che affliggeva i suoi arti. Le sembrava di essere ferma nella stessa posizione da diverso tempo. Scosse elettriche punzecchiavano i nervi dietro ai bulbi oculari, si irradiavano come una tempesta di fulmini lungo la fronte e le tempie. Non aveva bevuto. Cercò di evocare il ricordo della notte scorsa, quella a Mielandia. Ricordava che era stata una serata piacevole, aveva anche incontrato Dean e Nathaniel, i due ragazzi inglesi che conosceva ormai da qualche mese. Si chiese se loro fossero i responsabili del suo mal di testa. Dean era una specie di dispenser di alcol, il loro primo incontro era stato all’insegna della distilleria di rum, mentre Nathaniel era una sorta di ubriacone gentile. Insomma se aveva bevuto doveva averlo fatto in loro compagnia. Ma per quanto cercasse di richiamare i suoi ricordi questi erano incastrati dentro a una fitta nebbia. Sbuffò, rigirandosi nel suo letto. Con la faccia di lato il suo sospirò sollevò la polvere dal pavimento che arrivò alle sue narici, facendola tossire violentemente. Tossì, mettendosi seduta. Improvvisamente sveglia capì che non si trovava a casa sua. Era ammanettata al pavimento, poteva muoversi soltanto con una mano, portandosela alla bocca per coprire l’attacco d’asma. Quando lo sconquassamento della tosse e della scoperta macabra che aveva appena fatto si fu acquietato, le rotelline del suo cervello si misero in funzione, dimenticando ogni segno di alcol o stanchezza. Doveva capire come agire. Cosa fare. La priorità era cercare di liberarsi, provando a muovere la mano e capire con cosa era stata legata, avvalendosi di tutti i sensi a disposizione: con la vista fuori uso per via del buio pesto che l’avvolgeva, con l’udito poco utile per via di un fischio costante. Da Medimag cercò di capire razionalmente quali potessero essere la cause del fischio alla testa. Non aveva altro tipo di dolore, quindi non poteva essere a causa di un colpo e la cosa la rincuorava perché escludeva un’emorragia. Poteva essere dovuto al danneggiamento del timpano, questa volta poteva essere sia per via di una botta molto violenta -ma anche questa volta era assente dolore in loco- o dall’esposizione a un forte rumore. Ancora il vetaglio delle possibilità al portò a una qualche sostanza, come l’alcol, ma più potente che l’aveva stordita. E in questo caso il fischio si sarebbe risolto da solo. Oppure poteva essere dovuto a un cambio di pressione. O si trovava sottoterra o in cima a una montagna.
    Ipotesi che frullavano nella sua mente, ma che dovevano trovare un’attuazione concreta. Doveva farsi sentire, convincere chiunque l’avesse portata lì a liberarla o trovare un modo per liberarsi da sola.
    Non era mai stata una persona silenziosa. Il rumore faceva parte della sua stessa natura. Quindi si abbandonò al casino. «C’è nessuno?! HEEEEEYYYYY!! Aiuto! Non so chi cazzo sia ma abbi il coraggio di farti vedere: codardo! Hai paura di batterti con una donna?! HEYYYYYYYY! » insomma, la Black non era certamente una donzella in difficoltà, avrebbe fatto vale le sue posizioni e in ogni caso era dotata di una resilienza senza fine. A costo di tener sveglia tutta notte il vicinato, tormentando il rapitore tanto quanto il fischio stava tormentando le sue orecchie. A questo si aggiungeva la pressione esercitata dal suo urlare, che aumentava il fischio e il mal di testa.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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